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Autore: Monster_    14/10/2011    6 recensioni
- Sentii, solo per un momento, una calda pressione, all'angolo delle labbra. Sentii un fremito percorrermi la colonna vertebrale, per poi lasciare uno strano e caloroso formicolio. Come un elettroshock. Sgranai gli occhi. Lui piano ritirò le labbra, guardandomi. Il tizio strano, qui, mi aveva quasi baciata. Si avvicinò al mio orrecchio, sorridendo e sussurrando tranquillamente. "Sono il tuo incubo."
{Shaoran/Sakura}
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lee Shaoran, Sakura Kinomoto | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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breakaway;; (1)
Breakaway;;




I'll spread my wings, and I learn how to fly;;






Mi svegliai di botto, quella mattina. L'aria era gelida e, anche stando sotto le coperte fino al collo, sentivo il viso immobile dal freddo.
Guardai la sveglia, girandomi ancora insonnolita. 07.15, constatai. Presto. Troppo presto per una come me. Mi domandai cosa avrei dovuto fare; alzarmi e prepararmi per arrivare, finalmente, in orario alle lezioni, oppure tornare a dormire, aspettando che la sveglia delle sette e trenta suonasse. Dopo un attimo di esitazione scelsi la prima opzione, decidendo tra me e me che, effettivamente, era la migliore. Sentii mentalmente le campane, e giuraii che un coro di 'Alleluja' aleggiava sopra la stanza, gratificandosi del mio raro, se non impossibile, record nell'alzarmi presto. Sorrisi mentalmente e, imprecando silenziosamente al freddo, tolsi quelle accoglienti e calde coperte dal mio corpo minuto, ora in uno stato rigido per il gelo provato. Misi giù un piede, con estrema fatica, sul marmo freddo di un dicembre sempre meno assolato, cercando a tentoni quelle pantofole di lana, che mentalmente tanto agoniavo. Cercai con lo sguardo la divisa del mio istituto, che mi metteva sempre un senso di repulsione. Con quelle addosso, noi studenti sembravamo un branco di manichini, stretti nel pugno delle mani avide e senza cuore dei docenti. Sospirai entrando nel bagno della mia stanza.
Scesi le scale di fretta e furia, legando i miei capelli castani in una coda alta, con una frangetta sbarazzina davanti ai miei occhi verdi. Quando entrai in cucina vidi mio fratello maggiore, intento a cucinare con un grembiule rosa confetto che, a mio parere, lo fava sembrare gay più della relazione che aveva con Yukito. 
Sorrisi, prendendo una fetta di pane tostato tra le mani, sedendomi sulla sedia che da sempre era stato il mio posto. "Ohayou!" esclamai, guardando il volto di Touya piegarsi leggermente in un sorriso. "Ohayou, mostriciattolo. Come mai così mattiniera?" Feci una smorfia, alzando le spalle alla sua domanda; ormai ero abituata ai dolci saluti di mio fratello. Touya si sedè al tavolo, di fronte a me, guardandomi con un'spressione seria. "Ho sentito papà,"- iniziò, sorprendentemente lui, mentre un mio "Itadakimasu" riecheggiò nella cucina, iniziando a mangiare, - "non tornerà dal viaggio di lavoro prima di una settimana. L'ho anche informato del tuo comportamento." Sorrise strafottente. Lo guardai, riempiendo d'acqua il mio bicchiere giallo, che da tempo era il mio preferito. "Quale comportamento, fratellino?" Mi guardò, sospirando, alzando gli occhi al cielo, come se parlasse con una decelebrata. "Da dove devo inziare? Forse dal fatto che rientri tardi la sera? Oppure che non entri mai a scuola, e la vice preside non fa che chiamarmi, esasperata, non sapendo più che fare? Oppure dal fatto che non frequenti buone amicizie? Non so, dimmi tu, Sakura." Scandì bene il mio nome, alzando poco la voce all'ultimo. Sospirai. "Gochisousama deshita", dissi frettolosamente, alzandomi di botto dalla sedia.
Presi la borsa della scuola, aprendo l'uscio di casa. Sentii solamente uno sbuffo da parte di mio fratello e un flebile, ma deciso "Vai a scuola!", prima di chiudere la porta e alzare gli occhi al cielo. 
Cominciai a camminare per il viale che portava dritto al mio istituto, quarto anno di un liceo artistico, osservando i cieliegi ora spogli. "Fiore di ciligio", questo sta a significare il mio nome. Sakura. Un nome che non mi si addice. Dolcezza infinita, gratificazione eterna, questo è quello che mi viene in mente pensando a Sakura. Quello che pensavo, guardando la mia defunta madre. Di certo, non si combina con me; scorbutica, lunatica e cinica. Sorrisi piano, accelerando il passo. Cominciai già ad intravedere il parco di fronte alla scuola, dove il caos mattutino era caratterizzato da un branco di ragazzi che aspettava pazientemente, o meno, il suono della campanella, e che le porte dell'inferno si aprissero; così che i demoni, meglio conosciuti come docenti, possano comandare a bacchetta noi adolescenti. Mi guardai intorno, cercando di vedere quella che da anni era la mia migliore amica. Compagna di vita, di amori nascosti, d'avventure e di assenze a scuola. Sentii una voce dolce chiamarmi e, girandomi i miei occhi verdi incontraroni quelli della mia amica d'infanzia, Tomoyo. Una cascata di capelli corvini le incorniciavano il viso, facendole sembrare la pelle del viso, ancora più chiara di quello che già non fosse.
"Tomoyo-chan, ohayou!" sorrisi, facendole un cenno con la mano, aspettando la sua risposta. "Ohayou, Sakura-san. E' raro vederti così in anticipo."
Annuii, "non penso succederà ancora, oppure il mondo comincerà a girare al contrario", risi piano. "Oggi che si fa?" chiesi, già sapendo che avrebbe provato a farmi entrare a scuola a tutti i costi. "Umh. Sakura-san, che ne dici di entrare. Le ultime due ore sono di buco, perché il professor Yagashi, è a letto ammalato." Mi sorrise, speranzosa. Ci pensai, non credo che morirei entrando un giorno a scuola. Oppure sì. "... E va bene. Penso che mi sacrificherò anche io." Vidi la mia amica aprirsi in un sorriso luminoso, prendendomi la mano. "Sono contenta!, - poi, guardandosi intorno, bisbigliò piano,- sai, in quinto, sezione E, è arrivato un nuovo studente. Mio dio! Sakura-san, devi assolutamente vederlo. E' fantastico!" Sorrisi. "Tomoyo, sai che i ragazzi non mi interessano." Lei fece una smorfia, "Sai che ti dico? Che quando lo vedrai cambierai idea." Sorrise, iniziando a trascinarmi per l'entrata della scuola, mentre in lontananza la campana dell'inferno, cominciò a suonare.


I corridoi erano pieni di studenti in subbuglio. Chi chiacchierava, fidanzatini che si scambiavano effusioni prima di separarsi entrando in classi diverse, chi parlava al telefonino, attento a non farsi scoprire dai professori. Insomma; il solito caos del mattino dentro una scuola superiore normale. O meglio, per quanto possa essere normale la mia scuola.
Vidi un ragazzo dai capelli rossi, con un piercing sul sopracciglio avvicinarsi, un largo sorriso dove gli occhi nocciola sembravano ancora più luminosi. "Tomoyo-chan, Sakura chan, ohayou gozaimasu!" Sorrisi guardandolo, sentendo Tomoyo ricambiare il saluto. "Ohayou Kazu-sempai!"
Guardai Kazuya, e gli feci un cenno. Kazuya è del quinto anno, sezione E, uno dei miei migliori e fidati amici.
"Avete già visto il nuovo ragazzo? Sta riscuotendo davvero successo. Una stuola di ragazze sbava ai suoi piedi." ridacchiò, "però non mi piace. E' uno pieno di sè," piano si incamminò con noi. La porta del quinto E era aperta, ed un vociferare piuttosto alto ci entrò nelle orecchie. Piano mi affacciai, cercando di capire cosa stava succedendo; quelle che vidi furono galline. Cioè, non vere e proprie galline ma, un gruppetto di ragazze che cinguettano e starnazzano, come le definireste voi? Erano tutte accerchiate ad un banco, parlando una sopra l'altra. "Ma che succede?" Chiesi, più a me stessa che a qualcuno in particolare, sentendo lo stesso una voce rispondermi. "E' per il nuovo studente, ormai è già una settimana che fanno così." Feci una smorfia. Mio dio, da non crederci. "Hey, ma volete piantarla?" La professoressa di letteratura entrò in classe, sbattendo fortemente il registro sulla cattedra. "Insomma, questa è una scuola, non un gallinaio." Bingo. Allora l'idea della galline era venuta anche a lei. Sorrisi tra me, guardando il gruppetto starnazzante girarsi, sorridendo nervosamente, per poi cessare di fare baccano. Tutte le ragazze si rimisero sedute, lasciando solamente un ragazzo alto, piuttosto di bella figura in piedi, sorridendo sghembo. Una chioma bionda e ribelle sovrastava quel viso perfetto, incorniciato da due occhi azzurri e delle labra fine e moribide. Bhè, non potevo dare torto a nessuno, davvero. Era un gran bel ragazzo, con un portamento abbastanza elegante. Lo squadrai a lungo, finché non mi accorsi che mi stava fissando anche lui, sorridendo dolcemente. Spalancai gli occhi di scatto, quello si che era un sorriso. Per un secondo il mio cuore si era fermato. Ma purtroppo, non sono una ragazza che viene conquistata così facilmente e, facendo una smorfia nella sua direzioni mi girai. Sentii tirarmi la manica, e mi ritrovai una vergognosa Tomoyo che teneva il viso chino, non spostando gli occhi di un centimeto. Voltandomi capì che l'attenzione della classe era su di noi, quando tutti gli alunni erano seduti, io e la mia amica eravamo in piedi, al centro dell'aula mentre la professoressa ci guardava di sottecchi. "Kinomoto, Daidouji, cosa ci fate ancora qui?" Sorrisi, guardandola e rispondendo a tono. "Ci stavamo godendo lo spettacolo, prof." La professoressa, che ero abituata a chiamare Nanaki, strinse il registro tra le mani, indurendo lo sguardo; "Per una volta che ci degni della tua presenza, Kinomoto, pretendi anche di comportarti in questo modo? Ricorda i nostri ruoli, e la nostra differenza. Io sono un docente, tu una semplice alunna di un quarto anno." Ghignai, facendo qualche passo verso di lei. "Mi scusi, prof, ma non vedo alcuna differenza e, se non le dispiace, adesso la lascio per andare nella mia classe. Arrivederci." Ed uscii, portandomi dietro una sconvolta Tomoyo, che non faceva altro che sussurrare scuse sconnesse. Sospirai, buttando un occhio sulla porta della mia classe, abbassando la maniglia ed entrando di scatto. "Ohayou!" sorrisi, trascinando la mia amica con me.
Un coro di, "Sakura-chaaaaaan!" mi sfondò i timpani e, prima che me ne accorsi un gruppo di ragazzi si fiondò su di me, tempestandomi di domande. Wow, succede un caos quando non entro per due settimane. Sorrisi. "Konnichiwa!" Vidi Tomoyo sorridete e prendere un posto a sedere, posando la sua borsa e il pesante cappotto nero invernale. Sentii qualcuno carezzarmi ed arruffarmi i capelli e mi girai piano verso Yuuji, un amico un po' speciale che conoscevo da tempo. "Oh, Yuu-chan!" sorrisi, scostando la mano tranquillamente. Lui mi sorrise, i capelli corti e neri sbarazzini e gli occhi verdi chiari tranquilli. "Vedo che anche tu sei entrata a scuola oggi, Sakura." "Già, se sono qui." Solo Yuu mi chiamava per nome senza nessun suffisso e, ammetto, non mi dava nessun particolare fastidio. Vidi il professore di arte entrare in classe, salutando gli alunni del primo banco, i cosidetti secchioni. Lo sguardo gelido del professore si bloccò su di me e su Yuu, che mi affiancava. "Oh, quale onore. Non avrei mai pensato di rivedervi così presto, Kinomoto, Hakusho." Yuugi sorrise, appena sentì il suo cognome, guardandomi e mettendosi seduto su un banco vuoto. Io diedi le spalle al professore, camminando qualche passo più in là, sedendomi accanto a Tomoyo. Guardai la mia migliore amica e sorrisi, "Quali sono le ore di buco?" chiesi, non preoccupandomi della tonalità di voce. Tomoyo mi sorrise, "le ultime due, tranquillizzati." Sbuffai, prendendo un quaderno ed una penna nera, cominciai a scarabbocchiare mentre la voce del professore faceva da sottofondo, annunciando qualcosa che per me, non aveva alcuna importanza. Un nuovo studente, nella nostra classe. Tks, sai che novità.
Alzai la testa, solo quando sentii la porta sbattere di colpo, e un odore di bruciato mi entrò nelle narici. Quello che vidi, di certo mi scombussolò non poco. Un ragazzo. Bhè, non solo un ragazzo. Un bellissimo ragazzo, era appoggiato allo stipide della porta; folti capelli castani, e due occhi nocciola scuri socchiusi. I lineamenti del volto delicati, un corpo perfetto, purtroppo coperto da una camicia bianca, e i pantaloni della scuola e degli anfibi neri. Tra le mani stringeva una sigaretta accesa, arrivata ormai alla fine, che lui continuava a fumare. Sorrisi. Che tipo.
Piano fece due passi dentro l'aula, guardandoci uno ad uno. Il suo sguardo caldo, color nocciola si posò su di me e, quello scambio di sguardi, stranamente durò un'eternità. Il professore si schiarì la gola, dopo un secondo di stupore e, con voce ferma chiese, rivolgendosi al ragazzo. "Oh, e lei, signorino, chi è?" Domandò beffardo; il ragazzo si girò, interrompendo il contatto visivo con me, rivolgendosi al professore. "Lee. Shaoran Lee." Sorrise, avvicinandosi al professore. Piano spense la sigaretta sotto l'anfibio destro, per poi buttarla dalla finestra aperta. Il professore alzò un sopracciglio. "Oh, signor Lee, è un piacere averla con noi. Stavo proprio per annunciarla, la sua fama da teppista la precede. Per caso non ha notato il cartello a caratteri cubitali del 'vietato fumare'?" Il ragazzo fece un sorriso sghembo. "No." Piano andò in mezzo alla classe, continuando a guardare tutti. Arrivò fino al mio banco. Il banco che condividevo con Tomoyo. Ci fissò a lungo ed io, alzando lo sguardo, lo fissai di nuovamente. Lo sentii proferire solo una parola. "Qui."
Vidi Tomoyo sgranare gli occhi e chiedere, tranquillamente, "S-scusa?" Continuai a guardare quello strano ragazzo, non capendo. "Voglio sedermi qui." E, come per magia, capì che il suo dito indice piantato in aria, era puntato proprio nella mia direzione. Alzai un sopracciglio, guardandolo. "Tks. E chi saresti tu?"
Il ragazzo sorrise, parandosi davanti a me e abbassandosi al mio livello, piano si avvicinò al mio viso. Lo guardai, non capivo. Cosa diavolo stava facendo? Chi diavolo era? Si avvicinava sempre di più. Sentii, solo per un momento, una calda pressione, all'angolo delle labbra. Sentii un fremito percorrermi la colonna vertebrale, per poi lasciare uno strano e caloroso formicolio. Come un elettroshock. Sgranai gli occhi. Lui piano ritirò le labbra, guardandomi. Il tizio strano, qui, mi aveva quasi baciata.
Si avvicinò al mio orrecchio, sorridendo e sussurrando tranquillamente. "Sono il tuo incubo."





Ohayou: Buongiorno.
Konnichiwa: Salve.
itadakimasu: buon appetito.
gochisousama deshita: grazie del pasto. (Si rivolge a chi ha cucinato, appena finito il pasto)




*




Bhè, che posso dire? Dopo un anno è tornata l'ispirazione. X°
Konbanwa minna! (:
Sono tornata, per l'appunto dopo un anno, con una long su CCS; bha. Io non so neanche cosa ho tirato fuori. Ho quasi ben chiaro il proseguimento della storia, e non penso sarà più di dodici capitoli. Il tutto sta nel buttare giù le idee che mi vengono. X°
Allora, allora; Sakura non è porprio la classica 'brava ragazza', ma di certo non è nemmeno una teppista come Shaoran. Eeeeh, sì. La cara Sakura ha trovato pane per i suoi denti. Ma cosa vorrà dire che lui è il suo incubo? E quel ragazzo tanto bello, della quinta sezione? La nostra povera protagonista avrà un po' di guai da affrontare, ma il tutto sta se alla mia mentre andrà di fargliela passare liscia. X°
Spero, comunque sia, che questo scempio di primo capitolo vi sia piaciuto. ;)
{Dedicato ad un'amicizia che ho ritrovato. A te yaya <3}


E dopo questo, bhè. Sayounara!

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