Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: RedRevenge    16/10/2011    3 recensioni
Tom sospirò e tornò con la fronte sul vetro. Suo fratello l’avrebbe portato all’esaurimento.
Allungò la mano e trovò a tentoni il suo bagnoschiuma, se ne versò una dose massiccia sulla mano e ne riempì tutto il corpo, avendo cura di non lasciare nemmeno una piccola zona scoperta da quel profumo esotico e particolare che portava alla sua mente centinaia di ricordi.
Le sue mani passavano sul petto e un sorriso si aprì sul suo volto, i suoi occhi, anche se chiusi, si illuminarono. Lasciava correre i pensieri iberi, sentiva i brividi corrergli sul corpo pensando a quella giornata che sarebbe diventata perfetta alle 11.00 esatte.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
BRIVIDI D'ATTESA

Los Angeles si iniziava a svegliare assieme a Tom Kaulitz.
Il sole sorgeva nel momento in cui il chitarrista si sfilava la maglia oversize che era solito utilizzare come pigiama e la lanciava sul pavimento bianco immacolato del bagno.
L’acqua cominciò a scorrere e il delicato rumore riempì la casa silenziosa. 
Tom  sbadigliò passandosi entrambe le mani sul volto mentre attendeva che la temperatura dell’acqua aumentasse fino a far comparire la nebbiolina di vapore nel bagno. Guardò fuori dalla finestra, con gli occhi socchiusi a causa dell’intensa luce dorata dell’alba. Non c’era molto movimento a quell’ora, anzi, probabilmente era l’unica persona di quel quartiere ad essere sveglia.
Allungò una mano nella doccia e la sua pelle fu subito bollente. Ok, poteva entrare.
Lasciò che anche i boxer andassero a fare compagnia alla maglia sul pavimento, poi con cautela entrò nella doccia, lasciando che il getto d’acqua bollente lo avvolgesse, lasciando che l’umidità prendesse il possesso dei suoi polmoni, lasciando che i suoi battiti sparissero sotto i colpi delle migliaia di gocce d’acqua che veloci cadevano sulla sua pelle, sul suo corpo.  
Reclinò la testa all’indietro, la bocca semi aperta, lasciandosi scorrere l’acqua sul volto e assaporando l’assoluto silenzio di quella perfetta mattina di metà ottobre.
- Maledizione Tom! Che ti prendano fuoco le trecce, perché non mi hai svegliato? – sbraitò un irritatissimo Bill Kaulitz spalancando la porta del bagno e sbattendo i piedi fino al WC. 
Tom lasciò che la gravità schiantasse la sua fronte sul vetro della doccia. 
Era una mattina perfetta di metà ottobre, e ora stava per diventare un’esasperante mattina di metà ottobre grazie a quella diva di suo fratello. Dopo aver vuotato la sua regale vescica Bill tirò lo sciacquone, noncurante dell’inevitabile getto di acqua bollente che si sarebbe riversato di conseguenza sulla schiena del gemello. Che si schiantò contro il vetro saltando via dal getto troppo caldo perfino per lui.
- Porca di quella … Ma sei scemo naturale o l’ossigeno t’ha bruciato gli ultimi due neuroni? –
Bill gli fece il verso e scompigliò la chioma bionda da poche settimane. Poi si sfilò la tuta con cui dormiva rimanendo vestito solo dei suoi tatuaggi.
-  E vedi di muoverti, che non sei l’unico che deve prepararsi qui. –
- Abbiamo un altro bagno, Bill. Il tuo. – Bill incrociò le braccia sul petto nudo.
- Lo sai che ho tutti i miei prodotti qui. E non sarebbe ora di depilarsi la zona … - Iniziò a parlare inclinando la testa e osservando il corpo del fratello attraverso il vetro trasparente.
- Bill, Cristo santo, smettila di guardarmi in mezzo alle gambe e vatti a fare la doccia nel tuo cazzo di bagno! – sbraitò Tom lanciandogli dei flaconi con una tale precisione da colpirlo ogni singola volta. Bill uggiolò come un cucciolo e, dopo aver raccolto i suoi prodotti extra costosi, uscì dal bagno a testa alta , dimenticandosi i vestiti sul pavimento del bagno di Tom.
Tom sospirò e tornò con la fronte sul vetro. Suo fratello l’avrebbe portato all’esaurimento.
Allungò la mano e trovò a tentoni il suo bagnoschiuma, se ne versò una dose massiccia sulla mano e ne riempì tutto il corpo, avendo cura di non lasciare nemmeno una piccola zona scoperta da quel profumo esotico e particolare che portava alla sua mente centinaia di ricordi.
Le sue mani passavano sul petto e un sorriso si aprì sul suo volto, i suoi occhi, anche se chiusi, si illuminarono. Lasciava correre i pensieri iberi, sentiva i brividi corrergli sul corpo pensando a quella giornata che sarebbe diventata perfetta alle 11.00 esatte.
Si morse il piercing mentre la sua mano scendeva ancora, guidata dalla sua mente. E il rumore del cellulare che iniziava a vibrare sul ripiano di marmo del lavandino lo fece sobbalzare.
Chi poteva avere la folle idea di scrivergli a quell’ora del mattino?
Era veramente presto, realizzò guardando il suo orologio, e uno sbadiglio quasi eterno prese il comando sui suoi muscoli facciali. Sciacquò via ogni traccia di schiuma e uscì nella nebbiolina formatasi grazie al calore. Si asciugava davanti all’enorme specchio, fissando la propria immagine riflessa e sorridendo del suo corpo. Era narcisista alle volte, addirittura vanitoso.
Era fiero di quel corpo che si era modellato senza ammazzarsi con ore e ore di esercizio.
Era fiero di quella figura perfetta che faceva sognare migliaia e migliaia di persone.
Non era modesto, per niente. Si vedeva bello. Riconosceva il potere del suo sorriso. Allenava il suo sguardo a passare dal neutro al malizioso al perverso in una frazione di secondo. Ed era sicuro al 100% di essere bravissimo a farlo. Così come era sicuro di provocare sbalzi ormonali a chiunque volesse incantare giocando col piercing al labbro. Aveva fatto della sua bellezza un’arte, e la usava a suo favore, sentendosi potente, invincibile, irraggiungibile.
Le parole di Bill gli pizzicarono un orecchio come una pulce e il suo sguardo cadde sul suo pube.
“Forse dovrei … No, ma che mi importa? E poi da quando ascolto mio fratello io?”
La sua zona X stava benissimo come stava, nessuno si era mai lamentato. E poi a lui piaceva così, fine delle storia.
Si erano fatte ormai le 07.30 e Tom capì che lo aspettavano tre ore e mezza di incubo quando dal salotto iniziò ad arrivare la musica di quel programma di esercizi mattutini con cui Bill si era fissato da un paio di settimane e che seguiva con tanto di tutina comprata apposta, fascetta da tennista in testa e scaldamuscoli di un imbarazzatissimo azzurro Puffo.
Scosse la testa e si infilò boxer e pantaloni della tuta, recuperò i vestiti dal pavimento e li gettò nel cesto apposito, poi prese in mano il cellulare e si diresse verso il salotto.
Lesse il messaggio che aveva ricevuto sotto la doccia e il suo sorriso da Sexgott illuminò il suo volto, la lingua iniziò a giocare col piercing, mentre una violenta scossa di eccitazione seguita da brividi percorse il suo corpo, facendogli odiare quelle tre ore che già gli sembravano eterne.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: RedRevenge