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Autore: PULLA68    18/10/2011    4 recensioni
Che cosa ha allontanto Edward da casa? Che cosa gli è successo ? Riuscirà la famiglia Cullen a trovarlo e salvarlo dal destino che lo attende??
In una FF ambientata dopo BD, soltanto leggendo troverete le risposte alle domande e soltanto l'amore sarà la soluzione a questa storia dove il giallo del mistero si mescola al rosa dell'amore e al nero del thriller.
Posso solo aggiungere che il racconto è già finito e completo e che quindi se vorrete ne vedrete la fine.
Vi aspetto emozionatissima di poter condividere con voi la mia storia e aspetto i vostri commenti. Luisa
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Trilogia delle Nuvole'
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Ciao immagino che siate ansiose di sapere cosa succederà adesso. Come reagirà edward nel vedere sua moglie e sua figlia??
Allora non vi faccio perdere tempo e vi lascio alla lettura dandovi appuntamento a Venerdi.


Un bacione e ancora grazie a tutte voi che mi leggete e mi commentate. Grazie, grazie, grazie.


Capitolo 33 - Spiegazioni


Edward


Rimasi lì come una pietra. Il mio angelo dagli occhi marroni o rossi era lì che mi guardava.

Lei esisteva ed era ancora più bella di quanto ricordassi solo che adesso i suoi occhi erano arancione -giallo, anche se avevano la stessa espressione e la stessa profondità di sempre. D'istinto provai a leggerle nella mente ma nulla. Era muta, la sua mente era silenziosa. Mi persi a guardarla nei suoi occhi. Anche lei mi guardava come se fossi la cosa più bella che vedesse. Mi sentivo in imbarazzo, non riuscivo a smettere di guardarla e di sorriderle. 

Chi era? Non ricordavo il suo nome ma sapevo che era il mio mondo, la mia ragione di vita.

Poi un movimento al suo fianco attirò la mia attenzione. Abbassai lo sguardo e la vidi. Vidi la bambina. Aveva gli stessi occhi marroni del mio Angelo, la stessa profondità.

Rimasi fermo, impietrito, non sapevo cosa fare, cosa dire. Avevo paura che tutto svanisse, che fosse solo un sogno.

Lei e la bambina stavano ferme e zitte, si limitavano a guardarmi con aria assorta. Probabilmente avevano paura... paura di me. Fu Jacob a interrompere la mia mente sognante “E dai Edward. Cosa aspetti. Mica ti mangiano. Avvicinati. Parlagli. Ma stai bene attento. Se provi a fare loro del male ti stacco la testa a morsi. Chiaro!!”

Jacob, non doveva preoccuparsi, non volevo fare loro del male. Come avrei mai potuto ferire il mio angelo e la bambina? Ma non sapevo come comportarmi. Avevo paura non di loro ma di me stesso. Se mi fossi avvicinato ... se l'avessi toccata ... forse sarei di nuovo crollato, e non potevo rischiare.

Ma come potevo spiegarle che la desideravo, che volevo abbracciarla, baciarla, farla mia, ma che la mia mente sarebbe potuta impazzire di fronte a tanta gioia? Che avrei potuto crollare sopraffatto dalle immagini della memoria che ritornava prepotente nella mia testa, facendosi spazio e trascinandomi nell'oblio proprio come era successo l'ultima volta? Mi avrebbe capito o si sarebbe spaventata e sarebbe fuggita? Con che coraggio l'avrei chiesto qual'era il legame che ci univa, senza offenderla? Perchè sapevo che lei era importante, ma non riuscivo a capire. Mancavano ancora troppi pezzi del mio puzzle e solo lei poteva colmare i buchi della mia mente tormentata.

Iniziai ad arretrare indeciso su cosa fare, su come comportarmi. Spaventato da me stesso.

Poi fu un momento.

La bambina come mi vide indietreggiare si staccò dalla ragazza e con tre balzi velocissimi atterrò tra le mie braccia gridando “Papà non andartene via, ti prego, resta con me!!!”

In quel momento successero varie cose in contemporanea. Con la coda dell'occhio vidi il licantropo avanzare ringhiando preoccupato “ Non farle del male... ti prego” , i miei genitori fecero due passi avanti gridando“No, Nessie.!!!!”. Il mio angelo si porto la mano alla bocca emettendo un singulto di terrore.

Ed io … mi ritrovai fra le braccia quel corpicino caldo che mi guardava con serietà. Potevo sentire il suo sangue caldo e invitante scorrere nelle sue vene, il cuore battere veloce sopra il mio petto freddo e muto. Era calda, era dolce ed io avevo sete. Ma a sconvolgermi non era stata la sua umanità ma le sue parole “Papà” mi aveva chiamato papà!!! Come poteva essere possibile, lei era umana, il suo cuore batteva mentre io ero un vampiro, eppure ero profondamente consapevole che lei era legata a me. Che lei in qualche misterioso modo ... era mia!

Poi la bimba allungò le sue manine e le posò sulla mia testa “No, Nessie non farlo” il grido di mio padre fu l'ultima cosa che sentii prima che il ricordo del mio passato invadesse con prepotenza la mia mente. Mi mostrò tutto, da quando era nata fino a quando ero sparito lasciandola sola. Mi mostrò la sua mamma, la mia Bella, i nostri baci teneri e le nostre carezze, la gioia dello stare assieme e la paura di doverci separare quando Aro ci aveva minacciati. Mi mostrò i miei fratelli che la viziavano, le cure dei nonni e il suo Jacob. Il suo amore.

Volevo crollare, non riuscivo ad accettare tutto, a capire tutto, era troppo ... tutto assieme, ma sapevo che se l'avessi fatto avrei fatto del male alla piccolina … alla mia bambina. Così mi lasciai cadere sulle ginocchia, tenendola stretta, assorbendo tutta la sua verità. Quando levò le sue manine dal mio volto, sbattei gli occhi e se avessi potuto mi sarei messo a piangere.

Finalmente avevo capito.!!!

Ero marito e padre, figlio e fratello.

Quella verità mi colpì levandomi il fiato e quando riuscii a vedere di nuovo mi trovai il mio angelo inginocchiato davanti a me. Mi guardava preoccupata, indecisa su cosa dire o fare. Posai la bambina, che dopo avermi dato un bacio sulla guancia corse tra le zampe del suo Jacob.

La guardai un attimo e la vidi teneramente appoggiata a lui, poi guardai la ragazza di fronte a me.

Non parlava, non si muoveva, mi guardava aspettando che io dicessi o facessi qualcosa.

Era così bella ... Con titubanza allungai la mano e le feci una carezza sfiorando appena la sua guancia, avevo paura che scappasse o si ritraesse da me. Ma lei mi sorrise, sempre senza dire nulla. Ero perso nelle profondità dei suoi occhi, mentre l'accarezzai nuovamente più deciso stavolta. Lei prese la mia mano e la baciò prima di stringersela sul petto. Volevo baciarla, ma temevo la sua reazione. Così mi avvicinai lentamente scrutando ogni sua espressione pronto a ritrarmi e le posai le labbra sulle sue. La sfiorai appena, poi mi scostai per vedere come aveva reagito. Tenendo gli occhi chiusi mi mormorò “Oh. Edward, quanto mi sei mancato, amore”. Le sorrisi timido “Anche tu amor mio.” poi lentamente le appoggiai di nuovo le mie labbra sulle sue e la baciai. Fu un bacio veloce, ma intenso e quando feci per scostarmi, mi mise le braccia intorno al collo e premette con decisione le sue labbra sulle mie. Rimasi un attimo stupito e imbarazzato, poi qualcosa si ruppe dentro di me. L'ultimo muro crollò e mi ritrovai a baciare la mia Bella, la persona che amavo sopra ogni altra cosa con un intensità e una passione che sorprese persino me.

Dopo pochi interminabili minuti, ci staccammo e ci guardammo negli occhi, consapevoli di esserci finalmente ritrovati. Avrei voluto correre e ballare, ma mi limitai a guardare il nostro miracolo d'amore. “Renesmee, bambina mia, vieni ti prego” La bimba corse subito e mi saltò di nuovo in braccio, mentre stringendo Bella con un braccio la baciavo sui capelli “Mi sei mancata piccola mia. Grazie. Grazie per avermi fatto ritrovare la tua mamma. Grazie per essere stata sempre nel mio cuore.” Poi senza sforzo mi alzai, mi voltai verso Jacob.
“Grazie Lupo, ora so cosa ci unisce e cosa ci divide. Ti devo molto e soprattutto so quanto la mia Nessie ti voglia bene. Scusa per questa sera” Lui sbuffò “Di niente succhia-sangue, lo sai che io sono il suo schiavo. Lei ha scelto me, non il contrario. Ci vediamo tra poco, le lascio nelle tue mani.” e sparì veloce nella notte.

Io mi ero voltato a guardare la mia Bella negli occhi, a perdermi nuovamente dentro di essi. Volevo parlarle, farle mille domande ma soprattutto volevo di nuovo baciarla, ma prima dovevo fare qualcosa di altrettanto importante.

Mi staccai da lei lasciandole Renesmee vicino e andai verso i miei genitori che sorridenti ci guardavano silenziosi per non interrompere quel dolce momento, poi veloce mi tuffai fra le braccia di mia madre “Perdonami, Esme. Adesso so, adesso mi ricordo. Ti voglio bene mamma. Grazie, per tutto”

Lei mi abbracciò stretto e mi baciò sulla guancia “Sono stata tanto in pensiero per te. Avevo paura che ti facessero del male, che ti facessero soffrire. Ma vedo che stai abbastanza bene ... Sono felice di averti qui, figlio mio” Mi staccai dopo averle dato un bacietto timido sulla guancia e guardai mio padre “Grazie, Carlisle. Non so perché ma sei sempre stato vicino a me. Quando ero in difficoltà ti vedevo, sentivo la tua voce che mi dava forza. Sono felice di vederti, sono felice di essere qui.” l'abbracciai e lui silenzioso ed emozionato rispose al mio abbraccio “ Sono felice di poterti riabbracciare finalmente Edward. Ci sei mancato talmente tanto... Spero che Aro non sia stato troppo severo con te.”

Annui, ancora commosso. Non volevo raccontare niente, non ero ancora pronto a condividere quel lungo periodo pieno d' incertezze e paura.

Mi voltai e guardai di nuovo Bella, non desideravo altro che starle vicino. Mia madre e mio padre si scambiarono un sorriso complice “Bella, noi andiamo a casa. Renesmee deve andare a dormire e penso che tu ed Edward abbiate molte cose da dirvi. Raggiungeteci più tardi. Vi aspettiamo insieme ai vostri fratelli.”

“No aspetta nonna” la vocetta di Renesmee trillò felice “Papà, mi posso addormentare con te? Mi sei mancato così tanto...”

Feci un sobbalzo e adesso? Non ricordavo nulla di cosa facevo per farle prendere sonno. L'avrei delusa e ferita. Preoccupato guardai Bella in cerca di aiuto, ma Renesmee di nuovo con un balzo agilissimo mi saltò in braccio. Rimasi per un attimo fermo e impacciato mentre lei si accoccolava tra le mie braccia.

“Mi canti la mia ninna-nanna, papà?” mi chiese infilando una manina calda dentro la camicia e posandola sul mio petto ghiacciato.

La guardai e rimasi imbambolato un attimo mentre sentivo dentro di me rinascere profondo il legame che ci univa. Era bella e unica, ma soprattutto sentivo che era mia figlia. Iniziai così a passeggiare piano, sussurrandole la ninna-nanna che mi ricordavo cantavo sempre alla sua mamma. Per fortuna che Alice mi aveva dato quel cd da ascoltare! L'avrei dovuta ringraziare anche per questo. Mi persi dentro il suo visino che sereno dormiva felice e l'avrei tenuta così tutta la notte se non fosse intervenuta mia madre. “Sta dormendo Edward. Bisogna metterla nel lettino o la ghiaccerai. Ricordati che per metà è umana. Ci pensiamo noi, così potete stare un paio d'ore da soli tu e Bella. Penso che ne abbiate proprio bisogno.” Alzai lo sguardo e vidi l'amore traboccarle negli occhi “Grazie mamma” le sussurrai per non svegliare la piccola, mentre gliela passavo dopo averle dato un bacino sui suoi morbidi capelli.

Si allontanarono tutti in un baleno, e rimanemmo soli io e Bella.

La guardai sorridente e ancora una volta intimidito da quello che sentivo dentro di me e che vedevo riflesso nei suoi occhi. Lei mi venne vicino, si alzò sulla punta dei piedi e appoggiò le sue morbide labbra sulle mie. Il nostro bacio dapprima timido e impacciato risvegliò in me altri ricordi mentre le nostre mani riprendevano confidenza con i nostri corpi. E le tensioni e le paure svanirono nella gioia di ritrovarci dopo tanto tempo assieme mentre ci riscoprivamo in quell'unione così perfetta che tanto ci era mancata.

Quando dopo un po', ci sentimmo sazi di amore, lei appoggiò la testa alla mia spalla e accarezzandomi il volto mi sussurrò “Sai Edward, cercavo di non farlo vedere, ma quando sei scomparso mi sono sentita morire. Temevo di averti perso per sempre. E ancora adesso mi sembra di sognare, è così bello poterti di nuovo stringere ed abbracciare. Finalmente mi sento di nuovo completa.”

La guardai e mi persi ancora in quegli occhi arancioni che avevano il potere d'incatenarmi a lei “Mi spiace che tu abbia sofferto, amore mio. Per diverso tempo avevo dimenticato tutto di voi. Poi ogni tanto qualcosa suscitava dei ricordi, ma pensavo di essere pazzo. Temevo che lavorando per Aro nel leggere le menti altrui, la mia testa non riuscisse più a ragionare. Mi apparivate per lo più tu o Carlisle, ed erano quasi sempre ricordi dolcissimi che mi davano serenità e forza. Ma alcune cose ancora adesso non riesco a ricordarle o a collegarle con le mie visioni. Ti spiacerebbe tanto se ti facessi alcune domande?” Gli feci la domanda sussurrando temendo di offenderla, ma lei scoppiò a ridere e ricominciò a baciarmi felice “Questo te lo ricordavi?” mi chiese. Le restituì il bacio con gioia mentre ridacchiando le risposi “Qualcosa ricordavo, ma … preferirei fare un ripasso”.

Ricominciammo da dove avevamo finito poco prima, e dopo con dolcezza Bella cercò di colmare tutti i pezzi mancanti del mio puzzle.



   
 
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