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Autore: IntuitionPayne_    18/10/2011    1 recensioni
Un amore dal nulla, un amore improvviso, un amore nato da una profonda amicizia tra Liam, un ragazzo di una band non ancora famosa e la sua migliore amica Kirst,anch'essa facente parte della band.
I due ragazzi, amici, legati sin dalla nascita, capiscono di amarsi durante il primo debutto del gruppo proprio nel bel mezzo di un loro duetto.
Il loro amore sara' spesso ostacolato da problemi, incomprensioni e incertezze, ma che soltanto grazie ad esso riusciranno sempre a trovare una soluzione e superarli restando sempre insieme uniti, si grazie al vero amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Last rehearsal.

 


Suona il campanello.
-        Kirst, ci sono i ragazzi, sei pronta?! Urla mia madre dal piano di sotto, facendo rimbombare la sua voce per tutta la casa.
-       Ehm, si mamma, 5 minuti e scendo! Gridai dal bagno, non ancora pronta, anzi per dirla tutta stavo ancora in pigiama e non sapevo ancora cosa mettere.
-        Vedi di non metterci troppo! Disse facendo accomodare i ragazzi in salotto, aspettando che fossi pronta del tutto.
Uscita dal bagno corsi in camera mia a cercare qualcosa da mettere, gettando tutto in aria creando ancora piu’ caos a quella stanza che disordinata era gia’ di suo; Non trovando niente di decente da mettere, presi la felpa blu Duff, mentre tentavo di mettere i leggins bianchi saltellando per la stanza in cerca delle converse nere.
-        Kirrrrrrrrrst, non eri pronta?! Mia madre ricacciò un urlo spazientita, facendomi trasalire e facendomi notare l’orario.
-     Ssono pronta, sono pronta! Risposi tornando in bagno e piantandomi davanti lo specchio sistemandomi i capelli in un tuppo veloce e disordinato e mettendo l’eye-liner  impeccabilmente come sol poche riescono a fare, mettendo contemporaneamente il fard per colorire un po’ il mio viso pallido.
Presa la borsa e il cellulare scesi di corsa le scale, temendo che mia madre mi mangiasse viva e annunciandomi finalmente pronta, fin quando arrivata al terzultimo gradino vidi Liam, aspettarmi a braccia incrociate con quella sua buffa espressione che faceva ogni volta che si fingeva arrabbiato.
Così al mio solito feci gli occhi dolci e impietosendosi aprii le braccia e mi buttai su di lui che avendomi tra le sue braccia invece di stringermi, mi mise sottosopra sulle sue spalle.
-        Scemo, fammi scendere! Strillai, cacciando pugni contro la sua schiena e agitando le gambe come fossi un animale in trappola.
-       Imparerai mai ad essere puntuale, Kirst? Chiese con voce piu’ o meno seria e facendomi fare al solito una brutta figura davanti ai ragazzi che guardavano la scena così interessati e divertiti, che l’unica cosa che sembrava mancargli era un pacco ciascuno di pop corn.
-        Si, prometto che la prossima volta lo saro’, ma ti prego fammi scendere! Implorai quasi ridendo.
-        Staremo a vedere. Disse ridendo e dandomi il tempo di salutare i ragazzi, da quella assurda posizione, che mi rivolsero un sorriso agitando le mani a mo’ di saluto, poi mi mise giu’, stringendomi a sé.
Questo era diventato un po’ come un nostro ufficiale e abituale saluto tra migliori amici, era sempre così;

-        Ammettilo che non cambierai mai, Kirst. Mi stuzzico’ Harry, dandomi una leggera gomitata e sfoderando il suo solito sorriso che fa venir i brividi.
-        Credo proprio di no. Risi.
-        Ragazzi, mancano 10 minuti non vorremo far tardi. Disse Zayn praticamente davanti la porta, ansioso di uscire.
-        Si e’ meglio smuoversi. Ribadii Louis.
-        Mamma noi andiamo! L’avvertii uscendo di casa, trascinata da Niall e raggiungendo i ragazzi che erano gia’ saliti in macchina.
-        Va bene, non fate tardi! Ci raccomando’ mia madre dalla cucina mentre finiva di lavare i piatti.




Il garage, dove solitamente svolgevamo le prove, non era molto lontano da casa mia, per questo ogni pomeriggio passano a prendermi per poi recarci lì tutti insieme.

A questo punto, vi starete chiedendo..  Ma prove, di cosa? Ma chi sei, te? Chi sono, loro?
Prove per l’esibizione, anzi per precisare, il nostro primo debutto, che terremo lunedì a scuola, come intrattenimento per il ballo scolastico di fine anno.
Io sono Kristina, ma tutti mi chiamano Kirst, faccio parte di una band chiamata One Direction insieme ai miei amici Harry, Zayn, Niall, Louis e il mio migliore amico Liam; Liam, la persona piu’ dolce che ci sia, a volte antipatico, ma la persona piu’ importante che io abbia, non potrei vivere senza di lui, non potrei mai, ho sempre vissuto con lui al mio fianco, non ci sarei abituata; sarebbe come perdere un carissimo familiare, diciamo che e’ un po’ come un fratello per me, i nostri genitori si conoscono da quando frequentavano il liceo, siamo nati a distanza di pochi mesi e da allora non ci siamo mai separati.
Litighiamo spesso, ma alla fine ci rendiamo conto che per delle stupidaggini e finiamo sempre per chiarire e tornare piu’ uniti di prima, perche’ come dicevo prima, nessuno dei due puo’ stare senza l’altro.

Un po’ come con la band se non va uno, non va nessuno, sempre così, tutti uniti, altrimenti non sarebbe una band.



Arrivati, scesi dalla macchina, Louis alzo’ la saracinesca e entrati subito cominciammo a provare la scaletta da tempo preparata, tornando l’atmosfera perfetta che si creava ogni volta che cominciavamo a cantare, suonare, una volta entrati nel nostro mondo niente poteva, distrarci o andare storto, o almeno quasi.

-        Ehi, ehi fermi ragazzi! Ci interruppe Harry con faccia turbata.
-        Qualcosa non va? Chiesi ancora piu’ turbata di lui.
-        Solo ora mi sto rendendo conto, che così non va bene.. la serata diventerebbe troppo noiosa utilizzando sempre lo stesso genere, dovremmo inserire qualcosa di piu’ lento per anticipare il momento delle dolci coppiette che balleranno dopo la proclamazione della reginetta e bla, bla, bla. Fece con aria annoiata, guardando principalmente me e Liam, che se ne accorse e intervenne.
-        Hai qualche idea, perche’ guardi noi?
-        A volte siete così uniti da sembrare una coppia e..
-        E? lo interruppi io imbarazzata, ma cercando di non farlo notare troppo.
-        Sareste perfetti per un duetto. Intuì e anticipo’ Zayn.
-        Noi? Ma non se ne parla nemmeno, non mi sembra giusto.. insomma un duetto, Liam tu che dici? Balbettai nervosa.
-        Proviamoci. Disse sorridendo.

Rimasi per qualche secondo a fissarlo, riflettendo sulla sua risposta e su cosa avrei deciso invece io.
Non sono d’accordo nel fare un duetto e nell’escludere gli  altri componenti della band, poi non era da lui accettare una proposta del genere, non riesco proprio a capire come abbia potuto..
-        D’accordo vada per il duetto! Decisi, fissando ancora stupita Liam che strimpellava qualche accordo alla chitarra evidentemente gia’ nel tentativo di trovare un arrangiamento adatto alla canzone che avremmo dovuto presentare per la fine della serata.
I ragazzi mi saltarono addosso, abbracciandomi ed esultando per essere stata d’accordo con la loro, forse sensata proposta, tutti tranne Liam, assorto nei suoi pensieri con la sua chitarra in mano.
Quando mi accorsi che anche lui mi stava guardando, gli rivolsi uno sguardo come chiedergli ‘ma che ti prende?’ ma lui rispose semplicemente con un suo splendido sorriso che per la prima volta non riuscii a decifrare e cosa mi stesse nascondendo.
 
 
Dopo abbracci, feste e strane incomprensioni continuammo a provare la canzone che sarebbe stata piu’ un’improvvisata e Liam sembrava essere tornato ‘normale’, il Liam di sempre, che temo mi stia comunque nascondendo qualcosa.
 
Dopo aver ordinato e mangiato insieme una pizza al volo, mi riaccompagnarono a casa dove mia madre mi accolse con le sue solite inutili domande che mi facevano venir i nervi, del tipo:
 
‘come mai a quest’ora?, come sono andate le prove?, hai gia’ cenato?’ e diversa dal solito:

-      Con Liam? Chiese tanto curiosa da non accorgersi che mi venne quasi un sussulto al sentire il suo nome all’interno di quell’insolita domanda e che il mio cuore stava cominciando a battere così forte da uscire e rientrare dal petto a tempo di record.
Stavo cominciando a pensare che tutti mi stavano nascondendo qualcosa, quel qualcosa che tutti sapevano tranne me.
-        Ehm bene mamma, ma perche’ questa domanda? Accennai tentando di far calmare il cuore impazzito, ma lei fece finta di non capire e canticchiando una vecchia canzone dei suoi tempi torno’ in cucina a preparare la cena a mio padre che sarebbe stato di ritorno da lavoro a momenti.

Così salii in camera, mi buttai sul letto premendo la testa forte contro il cuscino, forse nel tentativo di soffocarmi, accesi il mio ipod e chiusi gli occhi perdendomi nei miei pensieri e nelle note di ‘Overboard’.


 

  
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