Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: Evelyn Wright    18/10/2011    2 recensioni
Ciaoooooo!! Eccomi alle prese con una nuova storia che come al solito ho sognato durante la notte XD Mi è sempre piaciuto Eragon e ho sempre pensato che prima o poi avrei scritto qualcosa così eccomi qui! La protagonista si chiama Evelyn (ma in realtà sono io la protagonista) che viene catapultata nell'universo di Eragon con uno scopo ben preciso e cioè aiutare i Varden a sconfiggere l'impero! Ovviamente sarà anche una storia d'amore.. tra chi non si sa però ci sarà una storia d'amore.. ed Evelyn alla fine della storia dovrà prendere una decisione molto importante! Se vi ho incuriosito leggete e commentate!! Pleaseeee *_* un bacione a tutti!!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Ciao a tutti miei cari lettori/lettrici!! Era da moltissimo tempo che non aggiornavo su questo sito "Garjzla" e mi dispiace davvero tantissimo perchè comunque su Eragon Italia ho continuato a postarla, mentre qui purtroppo no.. Chiedo scusa a tutti coloro che stavano seguendo su questo sito la mia storia, e per rimediare posto immediatamente il capitolo successivo! Spero tanto che la storia vi interessi ancora, anche perchè ci ho messo davvero il cuore nello scriverla.. Eragon è stato il libro della mia infanzia, quindi tengo particolarmente a cuore questa fanfiction, forse molto più delle altre che ho scritto, a parte "Dreaming you" che vi invito a leggere e commentare XD Bando alle ciance: chi sarà il misterioso visitatore di Evelyn? Correte a leggere il capitolo e scoprirete gli ulteriori sviluppi di questa intricata vicenda!

Buona lettura, vostra Evelyn.

p.s. commentate pleaseee!! Almeno due commentini a capitoloooo!!


Capitolo 3:

 

In fretta e furia, ascoltando il rumore di passi in avvicinamento che riecheggiavano tra le mura di pietra del castello, mi sdraiai nel letto fingendo di dormire per avere il tempo di studiare il visitatore in tutta tranquillità, anche se dubitavo di poter fare qualcosa anche se avessi capito che era ostile. Se era Murtagh che voleva farmi del male, anche se fossi scappata mi avrebbe catturata con facilità come era già successo, con mio grande rammarico perché adesso mi trovavo rinchiusa. Se era un soldato avrei potuto lottare ma il risultato sarebbe stato lo stesso perché era addestrato a combattere uomini potenti e non delle semplici donne, e se era Galbatorix potevo già incominciare a scavare una bella buca profonda dove seppellirmi perché a causa del potere che gli Eldunarì gli conferivano, Galbatorix era decisamente fuori dalla mia portata, ovviamente, e anche fuor dalla portata di tutti, persino di quella di Eragon che aveva conquistato la sua forza senza l’aiuto di nessuno.

Ma nella battaglia dopo le Pianure Ardenti aveva dovuto far ricorso all’aiuto degli elfi per fronteggiare Murtagh, ma solo perché Murtagh era aiutato dagli Eldunarì, ma probabilmente questa battaglia non si era neanche effettuata. In questo momento Eragon doveva trovarsi con Orik e Arya in viaggio verso la Du Weldenvarden.

Ora che ci pensavo, dato che mi trovavo nel castello di Galbatorix, potevo provare a rubare qualche Eldunarì e cercare di portarli a Eragon! E se ci riuscivo perché non potevo provare a prendere anche il terzo uovo di drago! Ma come potevo fare se non avevo dalla mia parte neanche qualche potere magico? Se il re mi avesse scoperta allora sarei stata davvero uccisa.

Ma forse potevo provare a conquistare la sua fiducia, cosicché potessi passeggiare per il palazzo in tutta tranquillità e cercare di aiutare Murtagh a sciogliere il suo giuramento di fedeltà e lui, così facendo, poteva aiutarmi a prendere quanti più Eldunarì possibili!
Eccitata dai miei ragionamenti, quasi non mi accorsi che il rumore di passi era cessato e che era stato sostituito dal rumore di chiavi che giravano nella toppa della porta della mia cella. Mi irrigidii per un attimo, ma ero pronta ad iniziare la mia recita, perché dovevo salvare Alagaesia e tutte le persone buone di quel mondo!

Mi accartocciai ancora più su me stessa e incominciai a respirare forte, come se stessi dormendo, e continuai imperterrita anche quando il visitatore richiuse la porta alle sue spalle senza neanche irrigidirmi quando compresi che eravamo soli. Solo io e il mio visitatore.

Sentivo che si era fermato davanti alla porta e che poi aveva incominciato a camminare. I suoi passi erano sempre più vicini al letto in cui mi trovavo e quando lo sentii vicinissimo ebbi la tentazione di aprire gli occhi, ma non lo feci, aspettando una sua reazione.

Ma il visitatore non fece assolutamente nulla per svegliarmi e rimase per un po’ in silenzio forse non sapendo come meglio comportarsi in quell’occasione.

Probabilmente si aspettava di vedermi sveglia e questo mi faceva pensare ancora di più al fatto che avessi fatto bene a fingermi addormentata.

Dopo un tempo che parve interminabile sentii ancora una volta rumore di passi che si dirigevano probabilmente verso sinistra e presumibilmente verso la finestra, l’unica fonte di luce della cella.

Sperando che il misterioso visitatore fosse di spalle, aprii un occhio e scoprii con enorme sollievo che si trattava di Murtagh e un sorriso mi si stampò in faccia per la consapevolezza che da lui non dovevo temere nulla, o almeno così speravo!

Aspettai ancora un po’ prima di fingere di svegliarmi perché una parte di me voleva ammirarlo in silenzio e soprattutto senza paura di essere notata da lui perché mi sarei vergognata troppo e avrei incominciato ad arrossire fino a diventare del colore di un pomodoro maturo.

In quel momento il suo viso aveva assunto un espressione così addolorata da farmi venire voglia di alzarmi e correre ad abbracciarlo, anche se temevo che sarebbe stata una brutta mossa perché per una persona che non si fidava di nessuno sarebbe stato facile per lui scambiare quel gesto per una specie di intromissione che non avrebbe tollerato.

Ed era solo per questa stupida paura che mi trattenni dall’abbracciarlo, ma finsi semplicemente di stiracchiarmi nel letto attirando la sua attenzione.

Che tristezza comprendere che probabilmente non ero un bello spettacolo così sporca di terra e con i vestiti logori addosso e in più punti strappati. Avrei voluto fare bella figura davanti a lui e così prima di guardarlo intensamente negli occhi, arricciai il naso e assunsi un espressione contrariata che probabilmente notò e per paura che l’associasse al fatto che trovarlo lì nella mia cella non fosse di mio gradimento, parlai prima io << Murtagh! Non pensavo che saresti venuto a trovarmi.. Non sono molto presentabile.. >> e dicendo questo indicai i miei vestiti.

<< Forse ho esagerato ieri con Castigo.. In fondo che li avesse morsi o no, erano comunque già strappati.. Potresti porgergli le mie scuse? E se gli interessano ancora i miei vestiti sono disposta a regalarglieli pur di non fargli avere del rancore nei miei confronti.. >> dissi ancora cercando di sembrare gentile verso i desideri di un drago che neanche nella storia di Paolini avevo mai conosciuto sul serio.

Il rapporto tra Murtagh e Castigo era davvero ignoto per chiunque e non potevo sapere cosa avrebbe pensato o cosa avrebbe fatto se mi fossi comportata in un modo piuttosto che in un altro.

Tutto questo non sarebbe mai successo con Saphira perché la conoscevo più intimamente e in ogni parte del libro i suoi pensieri erano sempre presenti.

Murtagh mi guardò per un attimo sorpreso poi sembrò assumere un espressione persa nel vuoto e con voce inespressiva rispose semplicemente << Ho riferito le tue parole.. Ha detto che ha interesse ad odorarli ancora perché sanno di cose a noi sconosciute.. E nient’altro.. >> e a quelle parole mi rilassai ancora. Era importante stabilire un qualche rapporto con Castigo perché non avrei potuto mai diventare amica di Murtagh se non avessi convinto anche il suo drago!

<< Sono contenta.. >> dissi io sorridendo ed in fretta mi alzai dal letto stiracchiandomi ulteriormente e con un sorriso gli chiesi << A cosa devo la tua visita? Avete dei progetti per me? >> e al pensiero che potessero decidere della mia vita mi irrigidii un pochino e probabilmente Murtagh lo notò e per tranquillizzarmi rispose subito.

<< Niente di immediato.. Galbatorix ha interesse a conoscerti ed è per questo che mi ha chiesto di guarirti personalmente e di farti rendere presentabile per domani sera.. Sei stata invitata al gran ballo di corte.. Ma non farti strane idee.. E’ un modo per metterti alla prova e sarai circondata da un mucchio di guardie e stregoni di ogni tipo quindi non fare sciocchezze e cerca di essere convincente in quello che dirai al re e alla sua corte. Hai ricevuto questo tipo di trattamento perché il re ti ritiene quasi del tutto innocua, o a quest’ora saresti a penzolare nella sala delle torture.. Ritieniti molto fortunata per questo.. >> e una volta fatto questo discorso Murtagh si avvicinò al letto e si sedette pesantemente con aria stanca e quasi afflitta e si tenne la testa con le mani per un po’ facendomi sinceramente preoccupare per lui, tanto che mi avvicinai e incurante di una sua possibile reazione mi inginocchiai sulla fredda pietra del pavimento e lo guardai intensamente negli occhi poggiando una mano sulle sue gambe, gesto che nella mia vita nella mia terra non avrei mai fatto se non con amici che conoscevo da tanto tempo.

<< Va tutto bene? >> chiesi sperando che rispondesse qualcosa di più di un semplice “non sono affari tuoi” come temevo che avrebbe detto, ma non si era mai lasciato andare alle emozioni e mi onorava comunque che l’avesse fatto davanti ai miei occhi e questo mi spinse a sperare, anche se a volte la speranza poteva essere un arma a doppio taglio: poteva indurti a superare i tuoi limiti e ad essere felice per un periodo di tempo, mentre poteva anche distruggerti se non fosse accaduto quello che tu avevi tanto sperato.

Mi guardò per un attimo abbastanza stupito della mia vicinanza e dopo aver sbattuto le palpebre per un po’ di tempo e dopo aver riacquistato l’uso della parola rispose << Non è un bel periodo per me e per Castigo a causa di Galbatorix.. E’ molto esigente con noi e se non miglioriamo in fretta come lui desidera ci tortura finchè non raggiungiamo i suoi obbiettivi. Sono stanco di questa vita, ma non posso far altro che sottostare ai suoi voleri per colpa di un maledetto giuramento.. >> disse guardando da tutte le parti tranne me negli occhi come avrei voluto, ma si stava confidando con una perfetta estranea ed era questo l’importante infondo.

Sapevo che nel cuore di Murtagh dovevano esserci un miscuglio di emozioni diverse e tutte dolorose, ma sentirsele spiattellare così era devastante perché non sapevo come rispondergli ma pensò lui a continuare a parlare dato il mio silenzio.

<< Capisco benissimo che la cosa può sembrare strana e probabilmente ti starai anche chiedendo perché dico proprio a te queste cose, ma mi sono lasciato convincere da Castigo.. Lui dice che potresti aiutarci e sente in te qualcosa di diverso rispetto a tutte le cose in questo mondo, ed è per questo che ieri ho assicurato a Galbatorix che eri assolutamente innocua e che non avresti creato alcun problema.. >> disse lui di botto spiazzandomi completamente e imperterrito non avendo il coraggio di guardarmi negli occhi incominciò a giocherellare con il fodero della sua spada continuando a dire << Galbatorix ha annunciato che se mi fossi sbagliato mi avrebbe fatto torturare per settimane intere prima di ritenere che la punizione fosse sufficiente.. >> e fece una smorfia che stava a significare che al solo pensiero gli venivano i brividi.

Troppo scossa per parlare, il mio cervello fu sconvolto da mille pensieri diversi e non riuscivo a formulare una frase coerente ma solo qualcosa del tipo “Ah.. Io.. Si.. Beh..” per poi stare di nuovo zitta che forse era la cosa migliore. Murtagh continuava a fissarmi in attesa di una risposta, ma questa volta fui io a distogliere lo sguardo perché non avevo la più pallida idea di cosa dirgli.

Eh se gli avessi detto semplicemente la verità, e cioè che volevo aiutarlo?

Ero tentata di fargli sapere che davvero avevo a cuore i suoi interessi e che volevo sinceramente che fosse libero dai voleri di quell’usurpatore, ma avevo paura che qualunque cosa avessi detto mi si sarebbe ritorta contro. Galbatorix poteva leggere nella mente tutto quello che Murtagh avrebbe ricordato di questa nostra conversazione, e anche oltre, ed era questo a fermarmi dal dargli una speranza concreta.

Ma più osservavo il suo viso turbato e più avevo voglia di accarezzargli una cicatrice sul viso e più capivo che non potevo tacere. Non ero la persona adatta a salvare Alagaesia perché non c’era cosa più importante per me dei sentimenti e io non volevo che Murtagh soffrisse e per questo mandavo al diavolo tutta la premura che dovevo avere per salvare Alagaesia, ma all’improvviso ebbi un idea geniale e con fare più sicuro incominciai a parlare.

<< Murtagh.. >> incominciai a dire per poi alzarmi dal duro pavimento di pietra e sedermi accanto a lui sul letto << Vorrei essere sincera con te, ma ho paura perché non so fin quanto posso fidarmi di te.. Come hai detto tu stesso Galbatorix ti controlla, e quindi cosa ci guadagnerei io a parlarti? >> e lo vidi incupirsi per un attimo e girarsi dall’altra parte convinto che non avrei aggiunto nient’altro, ma con sua grande sorpresa continuai a parlargli.

<< Vedi.. Io sono qui per aiutare Alagaesia e i suoi abitanti, che sia in senso buono oppure cattivo dipende da me deciderlo >> dissi decidendo di mentire << E corro in aiuto di chiunque me lo chieda e se tu mi chiederai di aiutarti a sciogliere il giuramento, allora lo farò come la mia permanenza qui mi costringe di fare.. Sarò schietta con te, non ho la più pallida idea di come aiutarti, ma sono sicura di poterlo fare se me ne darai l’occasione.. >> e gli sorrisi rassicurante.

Per un attimo Murtagh mi guardò intensamente ma quando comprese che non stavo scherzando, il suo sguardo si perse di nuovo nel vuoto, e lo capii impegnato in una conversazione con Castigo, o speravo che così fosse perché non era solo con Castigo che poteva parlare solo ascoltandone i pensieri e poteva parlare anche in quel momento con Galbatorix!

Non potevo fare a meno di dubitare in parte di lui, ma non perché lo ritenessi cattivo, ma il suo giuramento mi proibiva di fidarmi di Murtagh anche se avrei voluto con tutto il cuore che la situazione fosse meno complicata.

Lo lasciai alla sua conversazione e incominciai a guardare le mie ginocchia sistemandomi le pieghe dei jeans e guardando con orrore la mia maglietta strappata e tutta impiastricciata di fango e terra, ovviamente perché non mi piaceva affatto essere sporca, ma dovevo incominciare a farci l’abitudine. Stando ad esempio a tutti i viaggi che aveva fatto Eragon, era facilmente intuibile che fare la doccia non fosse la priorità, ma un lusso che ci si poteva concedere solo quando non si aveva niente di utile da fare. Inorridivo alla sola idea, ma dovevo sottostare alle leggi di Alagaesia e a quello che comportava stare in quel posto.

<< Va bene.. >> disse lui riportando la mia attenzione alla realtà << Io e Castigo ti crediamo, anche perché non avresti motivo di mentirci per darci una speranza falsa.. Provvederemo a modificare il ricordo di oggi cosicchè Galbatorix non possa scoprire nulla di te.. Sarà un processo lungo e non so se finirà in successo, ma tenteremo. >> e serio si alzò un'altra volta senza lasciar tradire alcuna emozione che potesse essere colta, poi sorprendendomi, mi sorrise e vidi i suoi occhi brillare nella luce fioca della stanza, chiaro segno che il sole si stava spostando nell’arco del cielo e che quindi stava incominciando la sua face discendente.

<< Grazie.. >> disse lui e non sapendo cos’altro dire alzò una mano grattandosi la testa abbastanza imbarazzato dalla situazione e con fare sempre più indeciso mi chiese << Ehm.. Adesso dovrei curarti, ma è meglio che ti porti un cambio di vestiti e una bacinella d’acqua per sciacquarti così starai più tranquilla.. E mi sembra anche il caso che tu mangi qualcosa perché probabilmente nessuno si è curato di.. non importa! Ci penso io.. >> e così in un attimo uscì dalla stanza in maniera molto frettolosa lasciandomi il tempo per ripensare a quello che era successo.

Mi sentivo probabilmente sollevata per aver cercato di dargli una speranza, ma ancora quel senso opprimente di aver fatto male non mi lasciava respirare, ma non volevo sentirmi in colpa assolutamente per quello che avevo fatto e poi ormai era troppo tardi per rimediare e quindi era anche inutile pensarci su. Adesso l’unico problema era come cercare di aiutare Murtagh e fino a poco prima del suo arrivo ci stavo già pensando.

Forse gli sarebbe bastato potersi fidare di qualcuno e il suo carattere sarebbe cambiato di conseguenza.. E forse doveva conoscere un po’ di affetto e questo l’avrebbe reso meno solo!

Poteva funzionare, o almeno tentare non costava assolutamente nulla e con rinnovato entusiasmo attesi il suo ritorno guardando dalla finestra.
L’unica vista sul mondo esterno che avevo era quello della parte interna del palazzo di Uru’baen e quindi non c’era un granchè da vedere, a parte qualche soldato che si dava il cambio per la guardia e qualche contadino, probabilmente, che passava con un carretto in mano forse per rifornire le cucine del malvagio re.

La porta si riaprì di nuovo e vidi entrare Murtagh accompagnato da un servitore che reggeva in mano della stoffa sul beige e portava un carrellino con sopra del cibo fumante che al solo odore fece borbottare immediatamente la mia pancia di fame e una bacinella d’acqua.

Era da un mucchio di tempo che non mangiavo qualcosa di decente e sospettavo che dovessi quella abbondanza di cibo esclusivamente a Murtagh e lo ringraziai con un sorriso e lui imbarazzato distolse lo sguardo e arrossì.

Il servitore silenzio come era venuto uscì fuori dalla stanza, dopo aver lasciato il pezzo di stoffa sul tavolo, lasciando la porta aperta e io con sguardo interrogativo guardai Murtagh e lui prontamente mi rispose << A meno che non vuoi cambiarti davanti a me, devo uscire anche io.. E quella bacinella laggiù puoi usarla per sciacquarti >> e a quella risposta fui io ad arrossire violentemente e senza neanche guardarlo negli occhi risposi << Uh.. Beh si.. Certo.. Allora esci che così mi cambio.. >> e aspettai che tornasse di nuovo fuori.

Con un sorriso divertito Murtagh uscì fuori e chiuse la porta dietro di se con uno sbuffo divertito.

Certo che non lo capivo proprio! Un attimo prima faceva il serio e un attimo dopo mi rideva in faccia facendomi diventare tutta rossa ed io odiavo arrossire, e lo facevo anche troppo spesso.

In fretta presi il pezzo di stoffa che probabilmente era un vestito e lo osservai attentamente una volta capito quale era il verso giusto per indossarlo.

Era molto semplice, ma si notava che era stato lavorato grazie alla presenza di pizzi nell’ampia scollatura posta nel petto e anche nell’orlo della parte finale della gonna. Niente di eccezionale ma ero così tanto contenta di indossare un vestito dell’epoca! Non ne avevo mai avuto l’occasione prima, neanche quando facevo l’attrice in un teatro.

Così in fretta incominciai a togliermi la maglia e i jeans scoprendo che le ferite erano più numerose del previsto e in punti insospettabili del mio corpo e con un sospiro mi affrettai davanti alla bacinella per sciacquarle un po’ e per ridare un po’ di colore al mio viso.

Non c’era abbastanza acqua per fare qualcosa di più con mio grande rammarico, ma almeno avevo potuto fare qualcosa invece di rimanere sporca!

E una volta più pulita indossai il vestito che mi avevano portata e scoprii che mi stava leggermente largo sui fianchi, ma sul carrellino dove stava il cibo vidi una specie di cintura che mi affrettai a stringere alla mia vita.

Adesso ero pronta e mi avvicinai alla porta per chiamare Murtagh che dalle sbarre della mia finestra potevo vedere che stava appoggiato alla parete con un piede appoggiato al muro.

Si mosse lentamente ed entrò di nuovo nella mia cella osservandomi attentamente per poi commentare infine molto seriamente << Il vestito ti sta bene.. Anche se poteva essere molto più stretto.. Ma era l’unica cosa che sono riuscito a trovare >> e io lo ringraziai per il complimento.

<< Adesso è proprio l’ora che io ti curi che fra poco devo tornare ad allenarmi con Castigo e sono già un po’ in ritardo con il programma dovendo passare anche alle scuderie a prendere il mio cavallo.. >> disse mentre si avvicinava a me.

<< Ma scusa, Tornac non era dai Varden? >> e all’improvviso mi resi conto di aver detto una cosa decisamente di troppo e scuotendo le braccia mi affrettai a dire << No no! Niente lascia stare.. Ignora la mia domanda! >> e lui alzando un sopracciglio, chiaro segno che purtroppo aveva sentito fin troppo bene quello che avevo detto, ma forse aveva deciso di ignorare quella domanda, anche se si era insospettito parecchio a giudicare dallo sguardo.

<< Va bene.. Ignorerò la tua domanda.. E adesso dimmi dove sei ferita che ti curo >> e detto questo gli indicai alcuni punti in cui le ferite erano più gravi, come ad esempio le ginocchia e i gomiti e lui si affrettò a mettere tutto apposto non mormorando neanche una parola.

<< Volevo tanto capire come riuscissi a guarire senza pronunciare neanche una parola.. Di solito bisognerebbe utilizzare le parole nell’antica lingua per piegare tutto ai propri voleri, o sbaglio? Ad esempio adesso avresti dovuto pronunciare “Waìse Heill” o una cosa simile.. >> chiesi sinceramente curiosa di scoprire quale fosse il suo segreto.

Eragon non era mai riuscito ad eseguire un incantesimo senza pronunciare un’antica parola elfica e scoprire qualcosa per aiutarlo sarebbe stato di certo un ottimo punto di partenza.

<< Mi verrebbe da chiederti com’è possibile che tu sappia queste cose, ma per il tuo bene preferisco non sapere nulla, anche se un giorno temo proprio che tu dovrai spiegarmi.. >> e mi guardò sempre con sguardo sospettoso e io sorrisi imbarazzata capendo di essere stata di nuovo una sciocca dalla lingua troppo lunga.

<< Si.. Te lo prometto.. Un giorno ne parleremo! >> dissi e nel frattempo gli indicai un altro punto in cui avevo una ferita che probabilmente mi ero auto inflitta urtando un carrello durante la corsa nei vicoli stretti.

<< Ecco fatto.. E la prossima volta ti consiglio di stare attenta! Evidentemente sei piuttosto gracilina e ti fai male facilemente.. >> e accettando il consiglio abbassai lo sguardo ammettendo a me stessa che aveva perfettamente ragione e che ero davvero troppo gracile.

<< Adesso vado.. Mangia quello che ti ho portato e bevi molta acqua.. C’è del sonnifero all’interno, mi dispiace ma è necessario perché Galbatorix mi ha ordinato comunque di dartelo.. Ma ti avverto prima affinchè tu lo sappia.. Ci vedremo di nuovo domani.. >> e così dicendo uscì guardando per un ultima volta la mia faccia afflitta al pensiero di rimanere di nuovo sola e di bere dell’altro sonnifero, ma aveva ragione, dovevo salvare le apparenze e avrei quindi dovuto berlo.

Con un sospiro sentì la porta chiudersi con un tonfo e la chiave girare nella toppa ed io rimasi di nuovo sola a contemplare il piatto di cibo che avevo di fronte.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Evelyn Wright