Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: DuediCuori    19/10/2011    1 recensioni
Anche quella sera Hans aprì l'anta del frigorifero con un gesto brusco e carico di aspettativa, come se si aspettasse di trovare un pollo arrosto dall'aspetto invitante. Quando Elyon sbirciò oltre il fianco di suo padre, dopo che questi non disse nulla per dieci interminabili secondi, poté notare una confezione di crauti aperta e consumata per metà, un po' di brodo per fare una zuppa, qualche formaggio salato e un barattolo ancora intatto di maionese. Le patate, ovviamente, non mancavano, ma quelle di sicuro non si trovavano nel frigorifero. Non era uno spettacolo tanto desolante, ma certo in confronto all'aspettativa di qualcosa di sostanzioso perdeva un poco la sua efficacia rappresentativa.
Hans, dopo essersi ripreso dallo smacco, sorrise alla bimba col migliore dei sorrisi nel suo repertorio, e tirando fuori i pochi ingredienti annunciò il menù della serata.
-Stasera mangiamo minestra con tante patate! Ti va, piccola Elyon?-
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
MSP - andandi via di casa *Titolo: Min smukke pige - Andando via di casa quando ormai fa già buio
*Autore: Rota
*Fandom: Originali/Generale
*Personaggi: Hans Handersen, Elyon Handersen + Johannes van Hallen
*Generi: Introspettivo, Commedia, Fluff
*Avvertimenti: One shot
*Rating: Verde
*Note: "Mia bella bimba" è il titolo in danese di questa fanfic; "pige" sarà invece il sostantivo che determinerà le One Shot dedicate a questa coppia, padre e figlia. Hans e Elyon.
Per fare il punto della situazione. Hans è un ragazzo padre, ha "avuto" Elyon a 17 anni - lo metto tra virgolette perché capirete più avanti che non è esattamente l'avere avuto in senso canonico - a 18 ha preso la bimba e il suo diploma delle superiori e si è trasferito in Germania per cercare lavoro, in specialmente a Berlino. Questo è l'impasto generale, il resto dovreste leggerlo voi (L)
Buona lettura ^^







Ci tengo tantissimo a dedicare questa mia opera a "Elyon", alla bimba del mio Hans, alla persona per cui è nata questa fanfic e quanto poi ne seguirà. La serie su di loro è solo per te, tesoro mio (L)






Min smukke pige - Andando via di casa quando ormai fa già buio






Hans faceva certe cose non per abitudine gretta e appiattimento di una propria originalità interiore ma conservando, di giorno in giorno, la genuina convinzione che il Mondo fosse un posto assolutamente meraviglioso in cui vivere assieme alla propria amata figlioletta e che tutto non poteva che essere sempre migliore per lui e per la sua Elyon. Per questo ogni sera, cucinando l'unico e vero pasto della giornata che lui e la bimba potevano condividere, apriva il frigorifero alla ricerca di qualche prelibatezza per preparare una cena abbondante e soddisfacente. Non erano rare le volte in cui rimediava su una pasta con tonno e fagioli, ma quando si ricordava di fare la spesa al rientro dal suo lavoro pomeridiano - oppure quando Bella passava da quelle parti e dimenticava casualmente una confezione di bistecche nel freezer o qualche salsiccia dall'aria particolarmente malsana - riusciva a fare addirittura un primo e un secondo completi, con tanto di dolce alla fine.
In linea di massima, si poteva anche dire che la piccola Elyon godesse di buona salute, con una particolare abbondanza per i carboidrati e le fibre. Il medico non si era mai lamentato di qualche carenza in particolare, segno che Hans, nonostante i due lavori e mezzo che lo tenevano impegnato e molto spesso lontano da casa, riusciva a provvedere in ogni cosa per una dieta equilibrata o che almeno non desse segni di arrendevolezza esterni: Elyon era la più brava della sua classe quando si trattava della lezione di ginnastica, alla sua scuola.
Anche quella sera Hans aprì l'anta del frigorifero con un gesto brusco e carico di aspettativa, come se si aspettasse di trovare un pollo arrosto dall'aspetto invitante. Quando Elyon sbirciò oltre il fianco di suo padre, dopo che questi non disse nulla per dieci interminabili secondi, poté notare una confezione di crauti aperta e consumata per metà, un po' di brodo per fare una zuppa, qualche formaggio salato e un barattolo ancora intatto di maionese. Le patate, ovviamente, non mancavano, ma quelle di sicuro non si trovavano nel frigorifero. Non era uno spettacolo tanto desolante, ma certo in confronto all'aspettativa di qualcosa di sostanzioso perdeva un poco la sua efficacia rappresentativa.
Hans, dopo essersi ripreso dallo smacco, sorrise alla bimba col migliore dei sorrisi nel suo repertorio, e tirando fuori i pochi ingredienti annunciò il menù della serata.
-Stasera mangiamo minestra con tante patate! Ti va, piccola Elyon?-
E anche se non le fosse andato, quello c'era e non si poteva chiedere la luna - questa era una delle prime cose che Elyon aveva imparato, in casa Handersen. Per cui sorrise con la stessa forza con cui le sorrideva suo padre e dopo aver alzato il pungo in cielo in segno di vittoria corse a prendere le patate e lo strumento adatto per pelarne la buccia. Avrebbero allungato il brodo con le verdure e pezzi di formaggio assieme a qualche tocco di patata; quello che rimaneva dei tuberi l'avrebbero mangiato con la maionese dacché di olio non ce n'era più da un pezzo - Hans non era mai stato abituato ad usarlo e non riusciva a mettersi nell'ordine mentale di comprarlo, così la sua abitudine era passata anche alla figlia.
Mentre il brodo si scaldava, Hans raccontò quello che gli era successo a lavoro quella mattina, mentre Elyon era a scuola e non poteva assisterlo. Raccontò di quanti mattoni aveva posizionato al loro posto, di quanti travi di ferro aveva inserito nel cemento per "armarlo", di quanto si era sporcato le mani e imbrattato il viso quando per sbaglio si era pulito dalla polvere in un gesto di distrazione e si era trovato tutta la pelle del volto bianca come il marmo. A sua detta, quello era stato un momento di ilarità generale, all'interno del piccolo cantiere dove lavorava come muratore. Raccontò anche di aver mangiato, come ogni martedì della settimana, un buon hot dog del carrettino di Herr Hunderser - il simpatico omino che ogni giorno si posizionava nella piazza di fronte a loro e aspettava che i lavoratori uscissero per il pranzo e si servissero appositamente da lui. Ormai Hans lo chiamava per nome e riceveva in cambio lo stesso tipo di attenzione, più una dose abbondante di salsa tartara nel suo panino iper farcito. Nel pomeriggio aveva raggiunto la Choco House, il suo secondo lavoro part time, e quando Elyon era uscita da scuola si era ricongiunto a lei. Il resto lo sapeva anche la bimba.
Era quasi frenetico, il modo di vivere di Hans. Single e mai sposato, con una figlia e con un bilocale a due passi dal centro di Berlino, doveva da solo provvedere a tutte le spese che gravavano sulla casa e sui suoi abitanti - nonché ai vari peluches di Elyon e al piccolo cactus che c'era nell'angolo della loro terrazza, simpaticamente battezzato dalla bimba "Piccolo fedifrago acuminato". Per questo motivo lavorava quanto gli era possibile e in ogni ambito a cui poteva accedere. Aveva trovato un impiego a progetto presso una ditta di costruzioni, e quelle otto al giorno da precario sottopagato ormai le faceva da quasi quattro anni. La sera veniva occupata da qualche ora come guardia notturna presso l'Ospedale della zona, niente di troppo impegnativo per chi riusciva a dormire poche ore a notte, ma contava di lasciarlo a breve per colpa di un'emicrania sempre più pressante. Il pomeriggio, invece, andava alla Choco House di Bella, dove aiutava con il servizio ai tavoli in cambio anche di qualche favore.
Ma ciò che lo legava a Bella e alla sua pasticceria era un'altra storia, tutta a sé stente.
Era iniziato tutto per colpa della sua passione per i biscotti al burro - essendo un danese doc non poteva certo mancare a quella tradizione. Quelli erano l'unica cosa che davvero non mancavano mai in casa Handersen. Per Hans era sempre stato un sogno poter lavorare in un luogo dove poteva disporne in grandi quantità, se non illimitatamente, e appena Bella aveva esposto in comune il suo annuncio per cercare camerieri lui, pur non avendo uno straccio di competenza e non avendo mai lavorato nel settore, fu il primissimo a presentarsi sul luogo di lavoro. Era talmente entusiasta lui ed era talmente entusiasta lei che non ci volle molto per stipulare e firmare un contratto apposito.
Il caso volle che il piccolo e grazioso locale fosse a pochi chilometri di distanza dalla scuola della piccola Elyon che, terminate le lezioni, aveva così la possibilità di recarvisi e di ricongiungersi al signor papà tuttofare. Manco a dirlo, i due Handersen erano riusciti a calcolare ogni cambio e ogni orario in modo tale da avere una vita quanto più regolata possibile.
Solo successivamente, quando i rapporti con gli altri lavoratori della Choco House si approfondirono - perché Bella van Hallen non era una persona a modo e capace di farsi gli affari propri, decisamente no - riuscirono a integrare anche nuovi componenti e orari più flessibili. Allora, ebbero la netta percezione che la loro famiglia si fosse allargata e di parecchio.
Mangiarono in silenzio, come era loro abitudine: Hans aveva insegnato ad Elyon che non si doveva mai parlare a bocca piena e siccome i pranzi duravano poco proprio per la fame vorace dei due, il lavoro delle mandibole era una cosa costante che poche volte trovava qualche pausa. In questo modo, però, conservavano più tempo per parlare dopo e stare assieme a lungo, anche se la sera finiva appena Elyon terminava gli ultimi compiti, si lavava e successivamente si infilava tra le coperte del suo letto, ad ascoltare una delle favole assurde e sconclussionate del suo papino.
Perché non era che Elyon si fosse stufata delle favole che riguardavano principesse e principi, cavalieri e draghi, oggetti magici e cose affini, anzi erano le sue preferite. Però, come le diceva il padre, lei viveva in un mondo totalmente diverso da quello e voleva trovare la magia in ciò che la circondava, senza estraniarsene per andare in luoghi sconosciuti e lontanissimi. Per questo Hans, cercando sempre di alimentare la sua fantasia - e ben conscio che di letture come quelle che lui tanto rifuggiva la bimba ne facesse da sola in grandissima quantità - si attivava per proporle storie sempre nuove e interessanti a modo suo. Quindi l'uomo partiva a raccontare di signor Completo da Sera che invitava signorina Pigiama Lungo per un ballo sulla terrazza di casa al chiaro di Luna che durava, all'incirca, tutta la notte. E se Elyon faceva notare che sulla terrazza c'era quell'orso di Johannes a fumare - mentre in teoria era stato chiamato a farle da badante - Hans le diceva che l'uomo non era per niente bravo a ballare con i vestiti e si limitava a guardare signor Completo e signorina Pigiama senza dire una parola, come suo solito. E se la bimba, attivissima anche a quell'ora, gli chiedeva cosa fosse successo a signor Divisa da Muratore e il signor Canotta e Mutande che fino al giorno precedente andavano d'amore e d'accordo ma sembrava che una incomprensione sul contratto coniugale li avesse divisi - perché la storia dei due sposini l'aveva appassionata fin da subito anche se il padre non capiva il perché - Hans le rispondeva che avevano passato un bel giorno assieme, ad imboccarsi di calze e spallini appena cotti nel forno e tutto era tornato alla normalità e alla felicità.
C'era da dire che il signor Handersen aveva una buona dose di fantasia da riuscire a vincere persino la resistenza di sua figlia, il ché era tutto dire.
Alla fine, dopo aver narrato anche le ultime novità sul mondo delle scarpe, Hans diede un ultimo saluto alla piccola e si avviò verso l'esterno, quando Elyon stessa lo prese per il braccio e lo fermò.
-Devi dare un bacino anche a Bingo! Quello mi mangia se non lo fai!-
Hans la guardò con apprensione, poi mogio si volse verso un orso formato gigante che lui stesso le aveva regalato perché non si sentisse sola la notte. Era tutta scena, ovviamente, atta a ricevere un altro bacino dalla sua bimba perché davvero sembrava che gli costasse un occhio della testa avvicinarsi a quel coso e ammonirlo di fare il bravo custode e di non aggredire né Elyon né quella povera anima pia di Johannes. L'orso rimase zitto in assenso e lo lasciò andare via senza porre alcuna rimostranza - c'era però il dubbio che covasse un odio infinito per i suoi padroni, lo si poteva notare dagli occhi neri che gli venivano fuori dalla stoffa morbida, gli stessi che gli davano una certa aria da squilibrato pazzo. Elyon non era mai riuscita ad abbracciare a lungo quel coso, ne aveva troppo timore.
L'uomo si chiuse finalmente la porta della stanza alle spalle, regalando la figlia ad una notte di tranquillità e riposo. Poi si avviò nella propria camera - il soggiorno del piccolo appartamento dove aveva piazzato il divano-letto su cui dormiva durante la notte - e cominciò a cambiarsi, non senza dare un'occhiata veloce all'orologio appeso al muro: l'olandese sarebbe arrivato entro poco.
Infatti di lì a qualche minuto Johannes si palesò davanti alla sua porta, pigiando il campanello e non staccando il dito fino a che non gli era stato aperto. Entrò senza salutare Signor Portaombrelli, rito che tutti gli Handersen rispettavano ogni qualvolta uscivano o entravano dalla propria abitazione; ma Johannes era un estraneo, e specie sapeva guardarti in modo tale da zittirti anche se eri Hans Handersen, quindi andava benissimo così. Guardò invece dritto davanti a sé, dove era chiusa la porta della camera di Elyon, e con un cenno chiese la solita domanda muta al padrone di casa: "Quando torni, piccolo e insignificante rompiballe?". Hans gli sorrise assolutamente gioioso, rispondendo come al solito.
-Verso l'una dovrei essere a casa. Se ti annoi c'è la tv ma tieni il volume basso, perché Elyon sente ogni rumore!-
Come se l'altro non lo sapesse da solo. Una volta si era spaventato a morte ritrovandosela di fianco, come una sonnambula, e il tutto perché la bimba lo aveva sentito mentre spostava la sedia in terrazza, con la solita grazia da orso che si ritrovava. Lui aveva fatto un balzo, lei pure, e si erano ritrovati a squadrasi a vicenda in malo modo per parecchi minuti, almeno finché lei non era stata vinta dal freddo della notte ed era tornata a dormire.
Johannes non aveva niente tipico di un babysitter. Non la pazienza, non la grazia, non l'amore per i bambini. Eppure era fratello maggiore di Bella e questo significava che faceva parte della grande famiglia che era la Choco House e questo significava che doveva mettersi in gioco a sua volta per dare una mano ai suoi componenti che si ritrovavano in difficoltà, Hans primo fra tutti. A lui non costava stare sveglio fino a tardi, iniziava a lavorare solo verso le undici, la mattina, e benché la sua attuale fidanzata non gradisse troppo la sua assenza in quelle ore ottimali per fare l'amore - la signorina Melek era una donna molto romantica, da quel punto di vista - entrambi avevano capito la necessità che aveva spinto Hans a chiedere aiuto. Data la situazione, non avevano mai trovato la forza e la viltà di recriminare qualcosa.
Così, mentre l'uomo prendeva una sedia dalla cucina e si dirigeva in terrazza, dove il piccolo cactus aspettava con impazienza il suo arrivo, Hans finì di vestirsi e di prendere le proprie cose per andare finalmente a lavoro.
Lo salutò da lontano, come salutò il signor Portaombrelli, e uscì dalla propria abitazione, consegnandosi alla notte di Berlino.
Faceva già freddo, pur essendo iniziato Ottobre da poco, tanto che Handersen si chiuse con energia nel proprio cappotto e abbracciò il proprio petto di slancio, agguantando la bicicletta allacciata alla ringhiera davanti alla palazzina dove abitava e lanciandosi in strada. Non potendo permettersi troppi biglietti dell'autobus, andava quasi sempre a lavoro in quel modo, aiutato in questo dall'ottima organizzazione e dalle efficientissime piste ciclabili lungo tutta la capitale tedesca. Sarebbe arrivato alla meta nel giro di un quarto d'ora a malapena.
Alzò lo sguardo in alto, mirando le stelle e quel poco di luna visibile - una striscia chiara solamente. Spirò l'aria che si condensò in una nuvoletta di vapore per poi sparirgli, dietro e lontana.
Sorrise sereno e pieno d'entusiasmo, come sempre, ripensando a tutte le cose belle che aveva vissuto e immaginandone altrettante per un domani stupendo.
La vita era davvero meravigliosa.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: DuediCuori