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Autore: Meredhit89    20/10/2011    7 recensioni
"Avete un anno di tempo per conquistarvi il milione di dollari. Chi troverà l’amore, badate bene, l’amore vero e puro, senza secondi fini, riceverà la sua parte d’eredità. So quanto amiate le sfide e sono certa che non vi tirerete indietro.
Con affetto, la vostra nonna Justina.”
«Che cosa? Non è possibile!» balzo in piedi, indignata.
Delia mi fiancheggia e assieme guardiamo con astio Rot.
«Non ve la dovete prendere con me, sono le volontà di vostra nonna!» si giustifica.
«Per intenderci: devo trovare l’amore vero entro un anno o non riceverò neanche un centesimo? Dove sono capitata, in un libro della Kinsella!».
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Houston, Texas.

Nessuno mi ha mai detto quanto sia caldo questo stato. Sto letteralmente squagliando dentro al mio maglione di lana.

La cosa divertente è che Edward ha provato ad avvertimi del clima piuttosto afoso di Houston, ma io come al solito ho sminuito le sue raccomandazioni e ho fatto di testa mia.

Quando sono partita da Forks, si stava letteralmente morendo di freddo, essendo autunno inoltrato è anche comprensibile, ma una volta atterrata in questo aeroporto ho avuto i primi “bollori”.

Ho tolto il giaccone e la felpa. Adesso ho solo una maglioncino color crema, che comunque è molto pesante.

Non riesco a intravedere Edward, così mi avvio a prendere il mio bagaglio, cioè una valigia contenente tutto l’occorrente per apparire al meglio quando sarò tra il pubblico in trasmissione.

C’è molta gente, spintono qualcuno e arrivo davanti al rullo, allungando il braccio per afferrare la mia valigia.

Proprio mentre la prendo, una mano dietro di me si posa sulla mia spalla, facendomi sobbalzare.

Mi giro svelta e il sorriso sghembo di Edward mi stende in un nano secondo.

Cielo, è bellissimo…ed io non lo ricordavo così alto, magro e con due labbra perfette da baciare.

Lo guardo un attimo, prima di balbettare come una scema : «Ti sei messo a dieta?».

Edward si acciglia, spero che non si sia offeso, e si passa una mano in mezzo ai capelli.

«Non ci vediamo da due anni e mi chiedi se mi sono messo a dieta? Secondo te?».

Per fortuna non ci è rimasto male, anzi, ridacchia divertito.

«Beh, sei diverso, più magro e muscoloso! C’entra una ragazza, giusto?» ammicco, dandogli un buffetto sul petto. Faccio per ritirare la mano dal suo torace, ma lui la blocca, coprendola con la mia.

I suoi occhi sono diventati seri, il suo sguardo non è più sorridente. Ho toccato un tasto dolente?

Sono la solita cretina...

«Vieni qua, non ti abbraccio da un secolo», mi trascina letteralmente tra le sue braccia e ci abbracciamo con affetto e calore.

Non ha risposto alla mia domanda, ma non voglio tubarlo così decido di far cadere l’argomento.

«Mi sei mancata…» mi sussurra all’orecchio, facendomi venire i brividi.

«Anche tu, tantissimo!» esclamò, soffocando la voce sulla sua t-shirt dei Red Hot Chilli Pepers. Il suo gruppo preferito da un secolo.

Qualche secondo dopo ci stacchiamo e Edward raccoglie la mia valigia, prendendola al mio posto.

«Posso farcela, non è così pesante» ribatto.

«Adesso che ho messo su i “muscoli” posso benissimo farcela» scherza.

«Non che prima eri male, ma ora sei: Uaoh…».

Okay, questo commento potevo risparmiarmelo, perché così Edward potrebbe pensare che m’interessi fisicamente, cioè è carino e tutto, ma non lo penso in quel senso. Lui è il mio migliore amico, non potrei mai…

«Grazie» risponde con un sorriso luminoso e riprendiamo a camminare verso l’uscita dell'aeroporto.


***

Sono entrata a casa di Edward da neanche un paio di minuti e già gli sto urlando contro tutto il mio disappunto.

«Che cosa?! Sei pazzo!».

Non posso crederci che sia così cretino da non avere un divano letto in casa. Appena sono entrata gli ho chiesto immediatamente dove fosse la stanza degli ospiti, cosicché potessi cambiarmi, ma mi ha informato che non c’è nessuna camera degli ospiti.

Così gli ho domandato dove avessi dormito in questo caso e lui ha risposto tranquillamente che avremmo condiviso il suo letto. Il SUO letto matrimoniale.

«Bella, perdonami, ma la mia ultima ragazza si è portata via il divano, visto che era un suo regalo di compleanno, ed io sono così pieno di lavoro che non ho neanche il tempo di mangiare, figurati di comprare mobili o altro per la casa».

Lo guardo incredula. «Cioè, fammi capire la situazione: la tua ex si è portata via il divano? Ma che razza di persona è?!».

«Diceva che ancora doveva finirlo di pagare a rate e che lo voleva indietro. Dovevo scegliere cosa tenere tra il divano e il letto...e ho scelto quest’ultimo ».

Lo guardo scioccata. Apro la bocca, vorrei dirgli che è un emerito cretino, che solo le sue ex possono essere così stupide e superficiali, ma mi limito ad annuire ed a sospirare stanca.

Non che odi dormire nello stesso letto assieme a lui, ma cavolo rimane sempre un uomo…ed un uomo e una donna nello stesso letto, almeno che non siano imparentati, non sono mai nulla di buono.

«Okay, basta che non violi il mio lato o ti trincio» lo avviso.

«E tu vedi di non tirare calci, le mie costole chiedono ancora pietà dall’ultima volta».

«Avevamo diciassette anni ed ero nervosa! Sei stato il primo ragazzo con cui sono andata a letto» finisco la frase ma mi rendo conto del doppio senso e arrossisco.

«Cioè, nel senso con cui dormivo non con in quale h-».

«Ho capito, Bella, non ti giustificare» sorride, dirigendosi in cucina.

Lo seguo e lo vedo mentre apre il frigo.

«È il succo ai mirtilli quello?» domando incredula.

«Esatto». Gingilla tra le mani la bottiglietta rossa.

«Ti adoro!» gli salto addosso e per poco non glielo faccio rovesciare sul pavimento.

Edward è a conoscenza della mia passione smodata per il succo di mirtilli. Mi nutrirei solo di quello e di patatine e cioccolata, ma peccato che la mia linea ne risentirebbe. E diventare obesa non è uno dei miei obbiettivi di quest’anno.

«L’ho comprato per te, in vista del tuo arrivo» sussurra una volta che ci separiamo.

Non presto molta attenzione a quello che dice, sono molto più concentrata a trovare un bicchiere per potermi dissetare.

Devo ammettere che il gesto di Edward è stato adorabile.

È premuroso, gentile, affabile e molto carino esteticamente, cosa da non sottovalutare, non gli manca proprio nulla.

Spero che un giorno trovi una ragazza che lo meriti veramente.

**

Sono passate due ore ed io e Edward ci troviamo nella pizzeria sotto casa due, a mangiare due pizze alla diavola. In frigo, oltre al succo di mirtilli, ho scoperto che non c’è nulla. O morivamo di fame o compravamo qualcosa.

Abbiamo optato per la seconda, domani andremo a fare la spesa.

«E’ buonissima questa pizza» mugolo, prendendo un’altra fetta.

«Lo vedo...l’hai quasi finita tutta, e non sono passati neanche dieci minuti da quando siamo entrati qui», ridacchia.

Lo guardo malissimo. Fare commenti ad una donna mentre mangia non è una buona mossa se non vuoi finire a terra, steso da un pugno. Edward credo che non lo sappia.

Incavolata ributto la fetta mezza mangiucchiata sul piatto e lo guardo in cagnesco.

«Edward, la prossima volta che mi dai velatamente della maiala, perché ho finito la mia pizza prima della tua, perderai qualche dente. Ci siamo intensi?». Gli sorrido dolcemente, ma è solo una facciata.

«Voi donne siete proprio strane, che ho detto di male?». Spero che scherzi.

«Solo che mangio come una porca, mentre sto mangiando come una porca».

«Ma te lo dici tu stessa...che c’è di male?», inarca un sopracciglio e da un morso alla sua fetta di pizza al salame.

«Noi donne siamo sensibili sull’argomento cibo, non vogliamo essere giudicate quando mangiamo o per voi è finita. Tienilo a mente per la prossima ragazza che rimorchierai».

«Non credo che ci sarà una ragazza nell’immediato, mi dispiace».

«Oh...la ragazza divano ti ha lasciato sconvolto?» sorrido, ma lui non prende la mia battuta sullo scherzo, anzi, si innervosisce.

«La ragazza divano, come la chiami tu, non c’entra niente. Non ci sarà nessuna ragazza nella mia vita, almeno per i prossimi dieci anni».

«Ti ha proprio ferito, eh?».

Allungo una mano prendendo la sua libera dalla pizza e la stringo con affetto. Edward è sempre stato abbastanza sfigato in amore. Le donne che si è scelto, fino ad oggi, lo hanno sempre sottovalutato e lui si è lasciato usare come uno straccio vecchio. Non so che diamine gli passa per la testa, ma merita di più, e sarebbe ora che se ne rendesse conto.

«Edward, prima o poi incontrerai la ragazza giusta. E se dovesse andare male ci sono sempre io: la tua amica zitella!», scoppio a ridere per la mia battuta scema, ma lui non sorride. Improvvisamente si fa serio e questa cosa mi lascia di stucco.

Che ho detto di male? Le battute imbecilli sono quelle che mi vengono meglio, diamine!

«Paghiamo? Mi è passata la fame». Si alza dal tavolino velocemente, lasciandomi da sola davanti alla sedia vuota di fronte a me, che pochi secondi fa era riempita dal suo corpo.

Per almeno un minuto rimango basita dal suo cambio di umore, così veloce e così fastidioso, ma poi sbatto le palpebre e mi riprendo. Edward nel frattempo torna e mi dice di aver pagato il conto, protesto perché anch’io volevo pagare la mia parte, ma lui non vuole sentire scuse. Sono una sua ospite e come tale mi tratterà finché mi tratterà a Houston.

Sbuffando, tra una lamentela e l’altra, ci avviamo a casa.

Ho la strana sensazione che mi stia nascondendo qualcosa di veramente importante, ma non vorrei insistere. Di solito è lui il primo a confidarsi con me, negli anni è sempre stato così. Dal canto mio sono sempre stata leggermente restia a confidarmi, non perché non mi fidi, ma per un semplice fatto di timidezza.

Quando arriviamo a casa, la stanchezza del viaggio inizia a prendere strada in me. Con la pancia piena e i miei bisogni fisiologici accontentati, potrei dormire per dodici ore di fila.

Sbadiglio, stiracchiandomi in mezzo al salone privo di divano. Ecco, in momenti come questi farebbe la differenza. Quella tv al centro della sala è inquietante senza lo strumento perfetto per la guardarla. Spero sul serio che Edward abbia intenzione di comprarne uno, o sarò costretta a farglielo acquistare con la forza.

«Sono stanchissima», sbadiglio per l’ennesima volta e butto la borsa sul pavimento senza preoccuparmi troppo dove è finita.

Edward mi sorride dolcemente e si fa vicino. «Vai a dormire, abbiamo tempo prima di domani e poi dovrò tornare a lavoro più tardi» sussurra e mi accarezza un guancia, che prende fuoco al suo passaggio.

Non ricordavo che i contatti fisici tra me e lui potessero sconvolgermi più del previsto. È una sensazione strana, che mi lascia senza sorpresa. Quando eravamo più piccoli, capitava spesso che ci cambiassimo uno di fronte all’altro, tale è alto il nostro grado di affetto fraterno. Non si potrebbe mai trasformare in attrazione fisica vera e propria, solo al pensarci ho i brividi. Lo considero un fratello, ed io con mio fratello non ci andrei mai a letto, ovviamente.

«Ehm...sì, credo che andrò...quando torni?», gli domando allontanandomi nel frattempo e dirigendomi verso la camera da letto.

«Non so, verso le otto, ma non prometto nulla. Tu vai a dormire, io da finire del lavoro al pc e fare qualche chiamata».

Annuisco, senza rispondere e chiudo la porta alle mie spalle.

Caspita, in Texas si muore di caldo, e con questo camicetta addosso non credo di poter resistere oltre. La sbottono velocemente e rimango in canottiera.

I jeans fanno la stessa fine, ma non posso dormire in mutande nel letto del mio migliore amico, per quanto siamo intimi, ci tengo ancora al mio pudore. Riesco a trovare in mezzo alle cianfrusaglie che ho messo nel trolley un paio di short corti ed esulto mentalmente per la mia genialità.

Quando toccò la morbidezza del materasso, il mondo intorno a me sparisce e sprofondo in un sonno pesante e senza sogni.





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Ciao a tutte! Come va? Inutile scusarmi per il ritardo. Avevo già avvisato che questa storia avrebbe avuto degli aggiornamenti lenti, ma ora che finalmente “Lei e Lui” sta per finire, manca solo l’ultimo capitolo, posso iniziare a dedicarmi a questa :D Non siete contente? XD No, ovviamente xD ihihi...

Tralasciando i miei scleri, parliamo della storia. Avete notato tutte la reazione di Edward alle domane di Bella? Eh eh, chissà come mai è così triste...Io direi che il caro Edward è innamorato da una vita della nostra Isabella, ma io non vi ho detto nulla :P

Vi lascio, grazie mille per i commenti allo scorso capitolo ;) vi aspetto anche in questo, se volete :P

Un bacio!


   
 
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