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Autore: LadySparrow    20/10/2011    1 recensioni
Uno sguardo nelle paure del giovane Dottor Reid.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mother and son
Non voleva aprire, non desiderava vedere alcuna persona, né, tanto meno, parlare con qualcuno, chiunque fosse entrato da quella porta.
Tuttavia, chiunque fosse, continuò a suonare il campanello con insistenza: altre due vibrazioni prolungate ed acute penetrarono nella testa di Spencer, senza clemenza.
Davvero non desiderava vedere alcuna persona in quel momento, neppure, forse, sua madre.
 Come avrebbe reagito alla notizia che suo figlio stava poco bene? Come si sarebbe comportata alla notizia che suo figlio, probabilmente, avrebbe sofferto della sua stessa malattia?
Di solito confidava tutto a sua madre, ma gli aspetti più bui della sua mente, le sue paure più ancestrali, dalle quali lui stesso desiderava fuggire, quelle no, non poteva.

Spencer le scriveva molte lettere , ma non andava a trovarla spesso; le inviava una lettera quasi ogni giorno, nella quale la informava di ciò che aveva fatto durante la giornata, delle confidenze che i suoi colleghi gli avevano rivelato, di tutto…ma non riusciva ad andare a trovarla di persona, non perché si vergognasse di lei, quanto di se stesso. Ma ciò che più avvertiva stando in presenza di sua madre, era un profondo, lacerante senso di colpa, che gli chiudeva la bocca dello stomaco: il fatto di non essere riuscito ad aiutarla nella sua malattia ed il pensiero costante(che per Spencer si era tramutato quasi in certezza)che, forse, con uomo che le fosse rimasto accanto ed un figlio più presente, più coraggioso, che sarebbe stato in grado di assisterla, non sarebbe finita in una clinica psichiatrica, mai.
Quando le si trovava di fronte il suo sguardo lo faceva sentire piccolo ed ancora bambino bisognoso di attenzioni, e allora prendeva le distanze… ma, seppure era in grado di calibrare la voce e le parole, non riusciva del tutto a celare le proprie emozioni: così gli occhi supplicavano, bramavano concentrazione, sostegno, ma allo stesso tempo manifestavano il timore profondo di poter vedere una crisi improvvisa, di dire qualcosa che la facesse preoccupare, il panico di farle provare altro dolore e di vederla soffrire, ancora.

No”pensò: non temeva di diventare come sua madre, ciò che più lo agghiacciava era il dover affrontare la malattia mentale, quella stessa malattia che né lui né sua madre erano riusciti a sconfiggere, quella stessa malattia che per entrambi era diventata un ostacolo insormontabile.
Sentì gli occhi iniziare a bruciare ed un’insofferenza fusa ad angoscia salirgli dal profondo; gli spasmi della gamba erano ormai incontrollabili ed il dolore alla testa non diminuiva… e fu proprio in quel momento che si rese conto che, probabilmente, sua madre sarebbe stata la persona più adatta con cui parlarne, perché, forse dovevano fronteggiare lo stesso tempo e perché, in fondo, sua madre era una donna forte.
Si ritrovò involontariamente a vagare con gli occhi per la stanza, ma, ovviamente, essendo solo, non vi era nessuno in casa che potesse aiutarlo, neppure e soprattutto…sua madre.

 
Nel frattempo il campanello riprese il suo canto monotono, ancora.
 
 
 

P.S. Vi ringrazio molto per i commenti!  

  
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