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Autore: RedRevenge    21/10/2011    3 recensioni
Tom sospirò e tornò con la fronte sul vetro. Suo fratello l’avrebbe portato all’esaurimento.
Allungò la mano e trovò a tentoni il suo bagnoschiuma, se ne versò una dose massiccia sulla mano e ne riempì tutto il corpo, avendo cura di non lasciare nemmeno una piccola zona scoperta da quel profumo esotico e particolare che portava alla sua mente centinaia di ricordi.
Le sue mani passavano sul petto e un sorriso si aprì sul suo volto, i suoi occhi, anche se chiusi, si illuminarono. Lasciava correre i pensieri iberi, sentiva i brividi corrergli sul corpo pensando a quella giornata che sarebbe diventata perfetta alle 11.00 esatte.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RIMORSO


Una serata come tante ad Amburgo.
Quattro ragazzi in casa da soli, la musica che fa tremare le fondamenta, i popcorn e le patatine sparsi anche sul pavimento e sul tavolo bottiglie vuote di alcolici vari.
A voler essere precisi non era affatto una serata come tante.
Era l’ultima sera dei gemelli Kaulitz ad Amburgo, l’ultima sera in cui avrebbero condiviso l’appartamento con Gustav e Georg. Avevano deciso così, avevano deciso di trasferirsi a Los Angeles, un po’ per i paparazzi, un po’ per vezzo.
Bill si stava scatenando con la Wii, giocando a Just Dance insieme a Georg, mentre Gustav assisteva ridendo e Tom osservava dal balcone, fumando una sigaretta.
Erano ubriachi persi e ne erano pienamente coscienti. Ma andava bene così, era giusto che fosse così in quella situazione tanto eccitante quanto terrificante.
Tom aspirava lunghe boccate di fumo, che lasciava andare poi lentamente, mentre i pensieri affollavano la sua testa.
Avrebbero lasciato la loro Germania, sarebbero stati lontani dalla famiglia, dagli amici.
Da quegli amici, soprattutto, con cui da anni condividevano casa, albergo, tourbus e palcoscenico, e questa era la peggiore delle cose per Tom.
Lasciare così i suoi due migliori amici, lasciare così Georg soprattutto.
Perché gli veniva in mente solo Georg? Ok, era il suo migliore amico, era quello che sapeva tutto di lui, era quello con cui poteva essere davvero sé stesso. E ora lo stava per abbandonare. Inspirò l’ultima boccata prima di gettare il mozzicone.
Non era l’idea di abbandonarlo che lo spaventava. Era l’idea di abbandonarlo insieme a quella ragazza che gli faceva gli occhi dolci da qualche tempo.
O meglio, la ragazza con cui andava a letto da qualche tempo.
Espirò il fumo con forza.
Gli dava fastidio. Un fastidio che era paragonabile solo alla gelosia, ma Tom non avrebbe mai ammesso di essere geloso di Georg.
“Suonerebbe così gay.” Si ripeteva ogni volta che quel pensiero si insinuava in testa.
Aspettò un po’ prima di rientrare, si stava così bene fuori. Osservava Bill e Georg dimenarsi all’interno. Bill faceva sembrare il ballo una cosa naturale, una cosa facile a tutti. Georg lo sorprese invece. Aveva un senso del ritmo particolarmente fine e riusciva a coordinare ogni singola fibra del suo corpo con la musica.
Ridevano come pazzi i due ballerini, a causa di alcuni movimenti di bacino decisamente imbarazzanti per loro, ma l’alcool li costringeva ad andare avanti, a ballare comunque. Tom rideva osservando i loro sederi muoversi a tempo.
Smise di ridere quando i suoi occhi si soffermarono su Georg. Sui suoi fianchi, sulla sua vita, sui suoi capelli … Dio, era incantato dal movimento dei suoi capelli.
 
Tom sdraiato nel letto rivedeva quella notte come se fosse successa il giorno prima.
Sentiva ancora il sapore di quella sigaretta appena spenta, sentiva ancora il profumo della pizza che avevano ordinato per cena, sentiva ancora la musica battere i bassi nel suoi stomaco. E sentiva ancora i suoi battiti accelerare alla vista del corpo del bassista e il suo respiro farsi più pesante e veloce. Si coprì il volto con le mani, cercando di allontanare tutti i pensieri relativi a quella serata. Cercando di dimenticare.
 
Bill vinse, come sempre. Ok, l’aveva lasciato vincere, come sempre. Sennò poi chi lo sopportava con tutte le sue menate della serie “Non ero in forma”, “Non mi piaceva la canzone”, “Hai barato” e così via. A Bill non piaceva perdere, ecco tutto.
E ora festeggiava saltellando in qua e in là per il salotto, colpendo di tanto in tanto Georg con il telecomando. Il quale rispondeva con qualche ceffone ben assestato al cantante, che nonostante tutto non demordeva.
Georg lanciò il telecomando a Gustav, raggiunse il tavolo e prese una bottiglia d’acqua, per poi bere senza preoccuparsi di usare un bicchiere.
Il bassista si passò una mano tra i capelli, spostandoli all’indietro. Era accaldato, allo sforzo di ballare bisognava aggiungere l’alcool, il caldo di quei giorni e la pizza estremamente farcita di schifezze di poco prima. Si voltò e vide che Tom era ancora fuori, nonostante avesse finito di fumare. Georg sorrise al chitarrista, mentre ancora il suo petto si alzava ed abbassava velocemente nel tentativo di riprendere fiato.
Tom gli sorrise di rimando e Georg sentendo che Bill voleva fare un’altra partita si precipitò fuori assieme a Tom, lasciando gli altri due soli all’interno.
- Tuo fratello è esasperante!- esclamò Georg ridendo. Tom sorrise e annuì, e dopo qualche minuto di silenzio estrasse un’altra sigaretta e l’accese.
Georg si allontanò di due passi, guardando male l’amico fumatore.
- Dovresti evitare di fumare così tanto. A nessuno piace baciare una bocca che sa di posacenere. – esclamò sentenzioso. Tom alzò sarcasticamente le sopracciglia, direzionando uno sbuffo di fumo proprio verso il bassista.
- Nel mio caso non ci sono pericoli, fidati. –
- Ah giusto, tu non passi dai baci, tu le spogli direttamente!- disse ridacchiando Georg. Tom annuì, senza troppa convinzione.
Tom sentiva la testa annebbiata dall’alcool e dal fumo. Georg incolpava l’alcool e la stanchezza. Entrambi stavano solo cercando un pretesto credibile per giustificare i loro pensieri di quel momento.
 
Georg si alzò di scatto dal letto e cominciò a camminare avanti e indietro.
Era in una situazione terribilmente complicata, si era andato ad incastrare tra due delle persone a cui teneva di più. Da una parte c’era lei, la sua ragazza. Dall’altra c’era Tom, amico di una vita e…
“Maledizione, non dovrebbe esserci un… Qualcos’altro!” Georg litigava con la sua stessa mente, combatteva contro prepotenti ricordi che improvvisamente si paravano davanti a lui ridendogli in faccia. Mai che gli capitasse qualcosa di buono.
Georg sospirò. Sapeva che qualche stanza più in la, fuori dalla sua, c’era Tom. E sapeva che probabilmente non stava bene, psicologicamente.
Gustav dormiva pacificamente e Georg lo osservava provando quasi invidia. Lui riusciva a dormire come un ghiro nonostante tutto. E Georg invece alla minima preoccupazione perdeva il sonno, perdeva l’appetito, combatteva con atroci attacchi di nausea nervosa e soprattutto cercava di nascondere al meglio tutto quanto.
Ma Tom aveva quell’assurda capacità di leggergli dentro; lo guardava qualche secondo, lo fissava dritto negli occhi e Georg sentiva che gli stava facendo una radiografia all’anima. E quando gli chiedeva cosa c’era che non andava, in realtà sapeva già la risposta. Georg negava spesso che ci fosse qualcosa e Tom lo consolava ugualmente, faceva comunque tutto il possibile per farlo ridere.
Tom era terribilmente empatico. Se Georg stava male, lui stava male. Se Georg rideva, lui era felice. Chissà se anche adesso sentivano entrambi la stessa cosa?
 
I loro pensieri erano speculari. Georg sentiva l’impulso di tirare a sé Tom, Tom voleva a tutti costi avvicinarsi di più a Georg.
- Georg, credi che l’alcool possa farti desiderare davvero chiunque? – chiese Tom guardando distrattamente un punto non precisato. Georg scoppiò a ridere.
- Sai quante cazzate si fanno da ubriachi? – Tom annuì sempre guardando nel vuoto.
Poi si voltò di scatto, afferrò i passanti dei jeans di Georg e lo tirò verso la ringhiera del balcone, facendo in modo che desse la schiena al vuoto sotto di loro, e senza ulteriori pensieri strinse in un bacio le loro labbra.
 
Georg tirò un pugno contro il muro, maledicendo quella sera.
Tom lanciò lontano il suo cuscino, maledicendo i suoi pensieri da ragazzina innamorata.

  
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