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Autore: AllysonW    22/10/2011    2 recensioni
La storia di una giovane strega, raccontata dalle parole della protagonista, Evelyn, e delle persone che le hanno, in un modo o nell'altro, riempito la turbolenta l'esistenza.
- E' la mia prima storia. Spero sia di vostro gradimento. Buona lettura a chi la leggerà ;) -
..Ci terrei a spiegare il titolo della storia:
La rosa simboleggia la bellezza.
In questo caso, per Evelyn, la sua rosa è George.
Il "giardino d'inverno" simboleggia la sua vita (quella di Evelyn, appunto) che nel suo caso non è sempre esattamene felice. Basti pensare a tutte le situazioni difficili che ha vissuto nel corso di essa.. ecco perchè il giardino d'inverno, perchè simboleggia la vita fredda e senza colori (come spesso è stata) della nostra protagonista... l'unica cosa che le ha dato colore è proprio quella rosa.
__
«Wow! Ti sono cresciuti in fretta i capelli!» Gli dissi con un gran sorriso.
Erano stupendi. Lucenti e morbidi gli arrivavano quasi sulle spalle. Improvvisamente mi accorsi di adorarlo ancora di più con i suoi lunghi capelli color rame.
Anche se lo amavo comunque.. in qualunque modo li portasse.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Tom Riddle/Voldermort, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 9 – Il Ballo.

La serata proseguì piacevolmente, e al contempo la trovai insolita. Non ero abituata a tutto questo.. accanto a lui oltretutto.
Ballammo insieme per quasi tutta la sera. Era una bella sensazione avere il suo braccio che mi stringeva intorno alla vita, stringere la sua mano.. avrei fatto durare quella serata all’infinito.

Decisi di andare a sedermi un attimo, mentre George prendeva qualcosa da bere per entrambi. Vidi Fred seduto anche lui, faceva un pausa tra un ballo e l’altro, guardandosi intorno come un galletto impiccione. Così mi avvicinai a lui.
«Ehi!» dissi con un gran sorriso sulla faccia.
«Wow! Dal tuo sorriso a mille denti, suppongo che la serata stia andando bene.»
«Beh, si! Direi di si!» risposi sedendomi accanto a lui.
«Allora.. suppongo che stia per accadere qualcosa d’interessante..» il suo sorrisetto era, come al solito, malizioso.
«No. Nulla di ciò che pensi!»
«Andiamo! Questa è la sera giusta! Quando glielo farai capire, se non ora?!»
«No, non posso, non ce la faccio! E se..»
«E se nulla!» Sbottò, interrompendo le mie parole. «Diglielo e basta! Poi ti sentirai come se ti fossi tolta un gran peso, vedrai.»
«Certo, come no! Poi lui non farà altro che evitarmi, perché non vuole urtare i miei sentimenti, visto che non ricambia ciò che provo..»
«Questo lo pensi tu!»
«Perché tu che pensi?» M’incuriosì.
«Ecco... sssh, zitta sta arrivando..» mi zittì, cosi evitando di rispondere alla mia domanda.
Ebbi solo il tempo di un occhiataccia, quando George era già arrivato da noi.
«Fratellino! Allora, che mi racconti?» disse sghignazzando.
George lo guardò come se fosse in forte disagio. «Ehm..cosa?!» abbozzò un sorriso.
Mi alzai avvinandomi di fianco a lui e lo guardai con un certo interesse.. ero curiosa di sapere perché si sentisse cosi in imbarazzo.
«Ah, guarda! Torna la tua ragazza. Sembra abbia finito di ciarlare con le sue amiche. Ci vediamo dopo fratellino.» Così dicendo, appoggiò una mano sulla mia schiena, trascinandomi lontano da Fred.
«E’ tutto ok?» domandai.
«Ma si, certo. Perché?»
«Chiedevo.» avrei voluto sapere se ci fosse qualcosa che non andasse, ma non volevo metterlo nuovamente a disagio.
«Ti va di andare a fare due passi.. fuori? In cortile?»
«Perché no..» sorrisi. Anche se questa non era una cosa che facevamo normalmente.. Mi fece sentire ancora più nervosa di prima.
Se un ragazzo ti chiede di allontanarsi dalla folla, vuol dire che vuole star da solo con te; e se vuol star da solo con te…
«Fa freddo qui! Ecco, tieni..»
Prima che me ne potessi accorgere, eravamo già fuori e lui mi posò sulle spalle la sua giacca.
«G-grazie.» dissi, con ancora stampato sul viso il mio sorriso imbarazzatissimo. Il suo gesto però mi fece davvero piacere.
Me la infilai poi, cosi da potermi riscaldare… sentirne anche il suo profumo, e magari cosi mi sarebbe rimasto addosso.
Lui mi guardò con quasi un sorriso divertito. «Ah si, con la mia giacca sembri davvero ancora più tappa del solito.»
«Eddai! Stupido..almeno stasera sii gentile.» sorrisi.
Questo volta però, il mio ‘stupido’ ebbe un suono diverso. Come a volergli dire che era “adorabilmente stupido”.
Ecco poi uno di quei silenzi.
Quelle terribili ed imbarazzanti pause, in cui pur di spezzare il silenzio, avresti detto qualunque stupidaggine.
‘Oddio! Ti prego dì qualcosa, per la miseria!’ Pensai.
Il mio sguardo rimase fisso sui suoi occhi, spaventosamente vicini e fissi sui miei.
Eravamo l’uno accanto all’altra, seduti alla nostra panchina, nel silenzio serale del cortile innevato e deserto. Si poteva udire solo una musica di sottofondo provenire dalla sala da ballo, all’interno del castello.
E poi inaspettatamente vidi il suo viso avvicinarsi al mio sempre di più… Che diavolo stava succedendo? Tutto questo non poteva accadere sul serio! Si, era sicuramente un sogno.. o forse mi trovavo in uno strano universo parallelo. Non poteva essere altrimenti.
Potei avvertire le sue labbra avvicinarsi alle mie, il suo respiro quasi nel mio..
«Ahia!» Sentii qualcosa provenire dalle nostre spalle colpirmi in testa.
Quando ci voltando dietro di noi, vedemmo Ron abbastanza arrabbiato che imprecava, per chissà quale motivo.
«Ron! Ma che diavolo ti è preso?? Ora ti metti anche a colpire la gente in testa?!» gli urlò George infastidito.
«S-scusate! Non volevo!» urlò di risposta e rientrò.
«Cavolo, ti ha fatto molto male? Mi dispiace.. mio fratello è un idiota.»
«Ma no, tranquillo! E’ tutto apposto. Sto bene.» gli sorrisi per far sembrare che stessi bene, quando in realtà mi fece un male della miseria! E per di più ci interruppe in un momento che non so da quanto aspettavo. Maledizione a te, Ron!
«Sai forse è meglio se rientriamo. Non vorrei che mi arrivasse qualcos’altro in testa.» risi, cercando di sdrammatizzare. Non mi andava che la conversazione finisse su ciò che stava per accadere un attimo prima.
«Si, credo sia meglio.»
Ci rialzammo e rientrammo anche noi.
Posso giurare però, proprio nel momento in cui ci accorgemmo di Ron, di aver sentito qualcuno urlare qualcosa del tipo “Ecchecazzo Ron!”. In quel momento non risi per non far capir nulla a George, ma potrei metterci la mano sul fuoco che quella voce era proprio di Fred, nascosto, che osservava da lontano.
Infatti, a quel tempo di certo non ero al corrente della conversazione che solo qualche ora prima era avvenuta tra Fred e George nel dormitorio mentre si preparavano.
«Allora?» disse Fred guardando George rassegnato.
«Allora cosa? Non le parlo, a meno che lei non mi chieda scusa.»
«Lo farà.» rispose tranquillo allacciandosi una scarpa.
«Come mai ne sei così sicuro?» George sembrò infastidito, come se avesse visto nuovamente suo fratello strapparmi un bacio.
«Perché io so cosa le passa per la testa.»
«Ah si, ho notato. Lei con te parla, si sfoga.. ti confida tutto eh?»
«Ok, d’accordo. Fa finta che non ti abbia detto nulla, ok?!»
«Di che parli Fred?»
«Lei si confiderà pure con me, ma è di te che parla.»
George lo guardò incredulo. «Tu sei pazzo! Fantastichi troppo!» rise.
«Va bene, come ti pare, però penso che comunque stasera sia il momento perfetto..»
«Per cosa?» George non capiva cosa volesse dire.
«Fai meno il tonto e agisci di più! Ascoltami: ballate un po’, poi verso la fine della serata vi allontanate da tutti, magari andate fuori, chiacchierate.. blablabla.. e poi..» sogghignò e fece l’occhiolino al fratello.
«Poi?!»
«Poi le dai una botta in testa e scappi via!» disse Fred sarcastico e riprese «ma le fai la tua confessione no?! Senti, non pensi che sia ora che tu le dica.. insomma.. che..»
George spezzò le sue parole. «Cosa?! No, no, no! Non accadrà. Per lo meno non stasera. Lei mi riderà in faccia.» Rispose mentre nervosamente si annodava il papillon.
«Avanti George! Non lo farà. Altrimenti se proprio non riesci a dirglielo con le parole, dillo..» Avvicinò la mano alle sue labbra e simulò un bacio.
«Ah, certo molto più facile.» rispose George sardonico.
«Avanti! Puoi farcela.» Fred gli diede una pacca sulla schiena sorridendo, e scese verso la sala comune.
George si guardò nello specchio sospirando, e infilandosi la giacca, si diresse anche lui verso la sua serata.
   
 
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