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Autore: Luli87    22/10/2011    10 recensioni
E dopo la prima parte di "Effetti collaterali", ci siamo con la seconda! Avete freddo? Questi due capitoli vi sapranno scaldare un po'... non troppo eh, ma un po'! Buona lettura!
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ricordate la mia prima "Effetti collaterali"?
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=715443&i=1
Con questo seguito non vorrei mai deludere nessuno, come sempre scrivo ciò che mi passa per la mente!


“Effetti collaterali, parte II"
Venerdì, 22 agosto. Ore 18.00
 
L'estate ed il caldo sono decisamente pesanti nella città di New York.
La temperatura è in salita: in questi ultimi sette giorni si sono registrati picchi che hanno superato abbondantemente i 35 gradi e per il weekend si attendono temperature superiori alla media stagionale. Tu e Rick avete lasciato il distretto dieci minuti fa, dopo aver chiuso l’ennesimo caso. Lavorate bene insieme voi due, nessuno può più negarlo ormai. E da quando, saltuariamente, capitano spesso degli incontri extra lavorativi, siete diventati una coppia ancora più unita. L’hanno notato tutti.
“Kate, capisco che tu voglia tenerti in forma ma…” Inizia lo scrittore, cercando di starti dietro nella tua folle camminata verso casa, “non so il tuo livello di sopportazione, il mio è al limite… senti che caldo che fa? Perché non prendiamo un taxi per andare a casa tua? Ci metteremmo meno!” Castle fatica a starti dietro: cammini troppo velocemente.
Si fa del proprio meglio per trovare refrigerio e, sai bene, come a New York l'abuso di aria condizionata trasformi gli ambienti in luoghi decisamente freddi, con diversi gradi di differenza rispetto all'esterno tanto da costringere le persone, delle volte, a ricorrere ad un maglioncino per stare meglio. Ma tu odi indossare il maglione, soprattutto d’estate: preferisci sopportare il caldo e camminare. Apri anche il terzo bottone della tua camicetta e fai l’occhiolino allo scrittore: “Avanti Castle, non ti farà male sudare un po’!” gli dici sorridendo.
“Sì, preferisco sudare in altri modi però.” Ti risponde, alzando le sopracciglia. Noti che non ti sta guardando negli occhi ma un po’ più in  basso, e sorridi soddisfatta.  
La sua risposta è una frecciatina verso di te, lo sai bene. Dopo quella festa, per l'addio del capitano Montgomery, pochi mesi prima, quante volte vi siete ritrovati, a casa tua o a casa sua, incastrati perfettamente l’uno all’altra, a compiere una sensuale e utile attività sportiva?
Non rispondi, ti limiti a rallentare il passo e ad aspettare che Rick, tra una sbuffata e l’altra, ti raggiunga. Ti prende la mano e neanche cinquanta metri dopo si ferma davanti ad un bar: “Ehi, che ne dici di un aperitivo? Offro io.”
“Rick, ho davvero, davvero bisogno di un bagno, è stata una lunga giornata…” la proposta dello scrittore ti attira, ma desideri ardentemente tuffarti nella tua enorme vasca e restare in ammollo, cullata dall’acqua tiepida. Ami la sensazione di uscire dalla vasca e restare umida, semi nuda, in giro per casa, con le finestre aperte, permettendo all’aria del ventilatore di accarezzarti la pelle. Non vedi davvero l’ora di farlo.
Ma Castle insiste, sbattendo le ciglia con gli occhi di un bambino: “Ti prego Kate, mezz’oretta tra aria condizionata e un drink, tanto ghiaccio e un po’ di alcool. Lasciati andare dai, brindiamo a noi. La giornata è stata pesante, non ti chiedo altro che un drink, con me. Il bagno aspetterà un'oretta.”
“Lo sai che la Con Edison, la società di produzione e gestione dell'energia, sta chiedendo ai propri clienti di non eccedere con il consumo energetico? Non dovremmo dare manforte all’utilizzo di aria condizionata, è uno spreco.” La tua serietà lo lascia spiazzato e non capisce che stai scherzando. Ma fa un caldo davvero insopportabile e in qualche modo dovrà pur essere placato. Accanto a voi, a pochi metri, una fontana è diventata un luogo di refrigerio alternativo dove, soprattutto i bambini, ma non solo loro, si divertono sguazzando felici nell'acqua.
Ok, ti sei convinta anche tu: un drink, preferibilmente ghiacciato, ti regalerà due minuti di freschezza. Ti volti verso Rick e strizzi un occhio: "Però offri tu, eh?"
Una risata nasce spontanea sul suo volto: "Ovvio! Dopo di te!", risponde felice.
E insieme, entrate nel bar, accolti dai 24 gradi del locale.
Una volta seduti ad un tavolino proprio attaccato alla finestra, rigorosamente chiusa per non far entrare nemmeno mezzo grado di temperatura, ti metti comoda. Rick, al tuo fianco, si stringe un po’ sul divanetto nero e ti appoggia la mano dietro la schiena.
 
Trascorsa mezz’ora, dopo tre cocktail a base di vodka, inizi a sentirti davvero su di giri. Rick non smette di farti ridere ed è proprio questo che adori di lui: riesce a farti staccare completamente la testa dal lavoro, libera la tua mente e ti fa tornare a vivere, permettendoti di godere delle più piccole cose, come anche solo del piacere di un brindisi. Parlate di tutto, di Alexis e del suo nuovo corso di storia dell’arte al college, della sua storia con Ashley, di sua madre che ha aperto la scuola di recitazione grazie ai soldi di Chet, di Paula che assilla lo scrittore perché termini il suo ultimo manoscritto. Ma soprattutto parlate di voi, di quante ne avete passate insieme.
“Ti ricordi alla festa di beneficienza tre anni fa, per incastrare i ladri di gioielli? Quel vestito rosso ti stava d’incanto! Ce l’hai ancora? Potresti indossarlo se ti invitassi fuori a cena!”
“Sì, come no! Mi ricordo soprattutto che è stato lì che ho scoperto il tuo soprannome!”
“La balena bianca, per il mio enorme…”
“Castle!”
"Pura verità Detective Beckett, dovresti saperlo ormai!"
I minuti passano così, tra una risata e l’altra, tra un sorriso e l’altro, tra un brindisi e un altro drink.
 
Quando uscite dal locale il caldo vi stringe forte tanto da strangolarvi: boccheggiate quasi per la mancanza d’aria. Ma, per fortuna, casa tua non è lontano e un taxi si è appena liberato. Lo scrittore fischia per bloccare il veicolo e ti guarda, supplicandoti con gli occhi: “Avanti Kate… Dammela vinta, almeno oggi!” Ti dice, aprendo la portiera del taxi e inchinandosi verso di te. Alzi gli occhi al cielo: sai che non cambierà mai. Ma perché insistere nel voler camminare? L’alcool che scorre nel tuo corpo sembra dargliela vinta: ma sì, ha ragione lui, è decisamente meglio sudare in altri modi.
 
Neanche dieci minuti dopo e siete arrivati a casa tua. Senza pensarci, come se fosse un’abitudine, prima di scendere dal taxi chiedi a Rick: “Vuoi salire?”
Lo scrittore annuisce, paga il taxista e ti segue velocemente su per le scale.
Apri la porta del tuo appartamento: fa veramente caldo. Ma, per fortuna, le persiane chiuse hanno impedito alla temperatura di salire fino a 35 gradi. Abbandoni sbadatamente la borsa sul divano e ti slacci un altro bottone della camicetta. Ti avvicini barcollando al ventilatore e lo accendi, soffermandoti davanti ad esso qualche istante per catturare qualche soffio d’aria fresca.
Castle ti sta osservando, lo sai, e fai di tutto perché non tolga gli occhi dal tuo corpo. Ti muovi sinuosa, per quanto l’alcool ti possa permettere, finché, voltandoti per tornare verso il divano, inciampi nel tavolino e stai per cadere. Rick, incredibilmente pronto di riflessi e fortunatamente a meno di un metro da te, ti afferra. Entrambi però perdete l’equilibrio e rotolate sul divano, tu sotto, lui sopra.
Atterraggio morbido, per fortuna.
Mano nella mano vi osservate silenziosi e divertiti: scoppiate a ridere. Lui è ancora sopra di te, ma non si sposta. E tu, ferma sotto il suo peso, non hai alcuna intenzione di mandarlo via.
I vostri sguardi spengono piano piano quella risata e la trasformano in un respiro affannato, irregolare, accompagnato ad un accelerato battito cardiaco. Avvicina il suo viso al tuo e ti sfiora le labbra: “Ciao Kate!” sussurra.
Sorridi, mordendoti la lingua, e socchiudi gli occhi: “Ciao Castle!” rispondi allegra. 
 
  
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