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Autore: Pandora86    24/10/2011    6 recensioni
Cosa farebbe Ryo se fosse impegnato nell'indagine più importante della sua vita. la scomparsa di Kaoeri, e fallisse? Dov'è andata Kaori e perchè è scomparsa? ma soprattutto, come ha fatto a sparire nel nulla sotto gli occhi dello sweeper numero uno del Giappone?
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Anche se un po’ in ritardo, ecco l’ultimo capitolo della storia.

Grazie a tutti quelli che hanno recensito:senza i vostri commenti questa storia non sarebbe potuta arrivare a questo punto.

In particolare dedico questo capitolo a

Koa_chan

Kaorim

Giova71

Piccola87

che hanno avuto la pazienza di seguire questa storia passo passo e di incoraggiarmi.
Grazie mille!!!!

Buona lettura.
 
 
Capitolo 15. Epilogo

 
Erano diversi minuti che erano arrivati al cimitero e non avevano più scambiato una parola. Ryo guardava Kaori che si era inginocchiata e osservava silenziosa la tomba del fratello. L’immagine di Jeff dalla foto li osservava sorridente ma gli occhi della sua socia non erano sereni.

Anche in passato erano spesso andati a trovare Jeff e Kaori aveva sempre guardato quella foto con affetto, iniziando conversazioni con il fratello, a volte a voce alta, altre silenziose.
Ma stavolta era diverso e Ryo lo sapeva. E per questo non aveva ancora aperto bocca, ne fatto un gesto. Kaori cercava assoluzione, una cosa che lui non poteva concederle.

Fu proprio lei a rompere quel silenzio che sembrava più assordante di mille suoni messi insieme.

“ho ucciso molti uomini”

Solo una frase, che racchiudeva tutti i suoi tormenti. Ryo sapeva che Kaori aveva oltrepassato un punto di non ritorno, e adesso doveva fare i conti con la sua coscienza.

Le si inginocchiò affianco, osserdohe lui l’immaginesorridente di Jeff.

“è vero” le rispose semplicemente.

Lui lo sapeva fintroppo bene che la verità era il primo passo per accettare la realtà.

“lui non credo lo abbia mai fatto” parlò ancora la sua socia con lo sguardo sempre fisso sulla fotografia

“no” confermò Ryo “non lo ha mai fatto”

Kaori abbassò gli occhi chiudendoli per un istante. Era stata una stupida e adesso le erano chiare molte cose.

“per questo non hai mai voluto insegnarmi a sparare” non era una domanda quella che rivolgeva a Ryo

L’uomo a sua volta sorrise, guardandola dolcemente

“è così, Kaori”

“capisco” disse semplicemente la donna e si alzò.

Non serviva a nulla stare lì. Cercare risposte sulla tomba del fratello non era servito a placare i suoi rimorsi. Guardò per un istante il suo socio, ancora inginocchiato. Lui sapeva cosa stava provando.

Anche lui aveva ucciso e ancora oggi questo rimorso non lo lasciava.

Certo, ora era diverso. Ryo non uccideva, a meno che non fosse strettamente necessario, ma considerando la sua bravura, questo non avveniva quasi mai. E lei… lei che ancora una volta aveva voluto strafare. Voleva essere la sua degna socia. Era quasi arrivata ad odiarlo in passato non capendo il perché del suo comportamento. Ora lo capiva. Ma il prezzo che aveva dovuto pagare era stato alto.

Troppo alto. Tuttavia… una piccola parte di se stessa non provava rimorso per ciò che aveva fatto. Si pentiva delle vite che aveva spazzato via certo, ma non riusciva a pentirsi completamente della scelta che aveva fatto. Solo ora riusciva a capire Ryo. E probabilmente non si era mai sentita così affine a lui come in questo momento. Avevano combattuto insieme, fianco a fianco, come mai era accaduto in passato. E ora avevano gli stessi tormenti che attanagliavano la loro anima. Erano una cosa sola, e anche se il prezzo da pagare era stato alto, non potè, per un istante, non bearsi di questa sensazione.

Per anni aveva cercato di capire il suo socio. Ci aveva messo molto tempo per superare le barriere di odio che si era eretto contro tutto e tutti. Ed ora invece… non avvertiva più nessuna distanza. Certo non aveva vissuto gli orrori della guerra, ma portava un peso che era simile al suo.

Tuttavia, rimaneva la sua coscienza, che presto o tardi, fino alla fine dei suoi giorni le avrebbe presentato il conto.

Ryo intanto osservava sott’occhio la sua socia, immaginando il turbine di pensieri che le attraversavano la mente.

Avevano scambiato poche parole, ma, come in tante altre occasioni, erano state più che sifficienti.

Kaori aveva capito perché non aveva mai voluto insegnarle a sparare e, purtroppo per lei, l’aveva capito nell’unico modo possibile, il più brutto; l’aveva provato sulla sua pelle.

Si rese conto che per Kaori, superare gli ultimi avvenimenti, sarebbe stato più difficile del previsto, proprio perché era lei.

Dalla sua espressione poteva intuire che si stava colpevolizzando forse troppo per errori che di certo aveva commesso, ma che però non erano così gravi come lei li sentiva.

Il rimorso che provava ne era la prova più evidente. Ed era questo che avrebbe dovuto farle capire. Si decise a parlare.

“gli uomini che hai ucciso non meritavano di vivere”

“tutti meritano di vivere Ryo”

“Jeff sarebbe stato orgoglioso di te”

“io non credo proprio”

“guardami Kaori” le disse alzandosi e prendendola per le spalle

“anche se in passato hai ucciso, non devi fartene una colpa. Lo hai fatto per difendere le persone a cui tenevi. Quando siete scappati, o morivano loro, o morivate voi” le disse serio

“dimentichi l’operazione di oggi”

“ma lì tu non hai ucciso nessuno Kaori. C’ero anch’io con te e ho visto che, volutamente, non hai mai sparato colpi mortali”

“i due guardiani all’ingresso…” incominciò la donna trattenendo a fatica le lacrime ma Ryo la interruppe

“eri sconvolta. A tutti capita di essere dominati dalla rabbia. Ma non per questo devi sentirti un mostro Kaori” le disse ad un soffio dalle sue labbra “perché non lo sei. La prova di questo è proprio il tuo rimorso. E se Jeff fosse qui, anche lui ti direbbe lo stesso. Sei la persona più generosa che io conosca Kaori” continuò stavolta parlando direttamente sulle labra della donna “hai un animo nobile, non dimenticarlo mai” e la baciò con passione.

Kaori si lasciò trasportare da quel bacio carico di desiderio che Ryo le stava donando. Si strinse forte a lui, continuando a baciarlo, mentre Ryo la stringeva sempre di più a se, e finalmente si sentì in pace.

 Ancora abbracciata a Ryo guardò la foto di suo fratello che le sorrideva. La guardò ancora per un istante e poi ricambiò il sorriso felice che suo fratello le rivolgeva.

A presto fratellone

E si avviò verso casa, ancora abbracciata a Ryo.

Non avrebbe dimenticato, e probabilmente non si sarebbe mai perdonata, però Ryo le sarebbe rimasto vicino , con la certezza che con lui al suo fianco avrebbe superato ogni difficoltà. Avrebbero superato ogni difficoltà.

Insieme.

Anche Ryo prima di incamminarsi guardò, ancora per un istante il volto sorridente di Jeff.

Grazie Maki

E strinse ancora di più a se Kaori, avviandosi verso l’uscita. La sua socia ci avrebbe messo un po’ di tempo per dimenticare tutto, anzi, molto probabilmente non l’avrebbe mai fatto. Ma non sarebbe stata da sola. E neanche lui sarebbe stato più solo. Avrebbero superato ogni ostacolo.

Insieme.
 

               ……………………………………………………………………….
 

Cat’s Eye due ore dopo.

“Bene gente” stava dicendo Saeko “abbiamo fatto un buon lavoro. Sono venuta a consegnarvi il frutto del vostro operato” concluse porgendo due assegni

“ahahaha” iniziò a ridere Ryo con la bava alla bocca leggendo la cifra dell’assegno “finalmente i miei sforzi saranno premiati…. Birra e conigliette a me” urlò co la bava alla bocca dirigendosi verso l’uscita del locale prima che un grosso martello da 100 tonnellate lo mandasse a schiantarsi sul vetro del locale che si frantumò in mille pezzi

“porcoo” urlò una fumante Kaori rossa di rabbia

“hai dimenticato che siamo al verde???” urlò impugnando un altro martello e rincorrendo il suo socio
“e tu vorresti spendere così tutti quei soldi????”

“Kaoriiiii abbi pietà” le rispose Ryo  con voce mielosa mettendosi in fuga

“SE TI PRENDO TI DISINTEGROOO”

“AIUTOOO”

E sparirono nella folla cittadina.

Miki e Saeko si guardarono sogghignando. Quei due non sarebbero cambiati mai….

Martha, che aveva deciso di aiutare per un po’ di tempo Miki con il locale, le guardò crucciata

“non sarebbe il caso di intervenire?”

“ non c’è da preoccuparsi” le rispose Saeko sorridendo e Miki concluse la frase per lei trattenendo a fatica una risata

“sempre la stessa storia”. 

 

  
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