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Autore: bianchimarsi    24/10/2011    1 recensioni
Dal primo capitolo:
-Perché?- Chiese la McGonall al ritratto di Dumbledore.
-Se la domanda è “perché il Bambino che è Sopravvissuto è cresciuto?” non so risponderti adesso, Minerva.- replicò il defunto preside, sospirando affranto e lisciandosi distrattamente le tempie.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 1

 

La McGranittl mi guardò per un secondo, frastornata. Pensavo sarebbe svenuta, ma a quanto pare oramai non si stupiva più di niente: si resse solamente il petto con una mano e si assicurò meglio sulla sedia.

I ritratti dei vecchi presidi si misero ad urlare agitati. Sentii distrattamente Phineas Niglellus dire “Non c’è più religione” e  Severus Piton chiedere “ma i Potter sono tutti deficienti?”.

Ma in quel momento non me ne fregava poi molto, a dire la verità. Tutto ciò che mi importava in quel momento era di correre al Ministero, firmare quei maledetti documenti e infine tornare a casa.

Strano come ogni studente di Hogwarts inizi a considerare Hogmarts “casa”. Chiunque vi fosse passato si era innamorato del suo lago, dei suoi prati e dei suoi ritratti parlanti. Ricordavo ancora le parole dei miei genitori, quando mi raccontavano che persino Voldemort era rimasto molto affezionato alle sue mura.

La professoressa mi riscosse dai miei pensieri:

-Signorina Potter, posso chiederle il perché?- sospirò la McGranitt, guardandomi al di sopra degli  occhiali che portava.

-Ci sono… Incomprensioni troppo grandi in casa che non possono essere superate in questo momento. Tanto si tratta solo di quest’anno, in cui non tornerò a casa per le vacanze. Dopo i M.A.G.O. avevo comunque intenzione di partire direttamente per l’estero.

-Incomprensioni di che genere, signorina Potter? Non sarà per caso per la relazione che lei intrattiene con il signor…

-Preferirei non parlarne, professoressa.- Replicai duramente, allargando nervosamente la cravatta che mi stava soffocando.  -Professoressa, ho appuntamento con il Ministro della Magia fra neanche mezzora, deve assolutamente firmare quel foglio o non farò in tempo.

-Il ministro della Magia?- replicò basita la McGranitt. –è una questione così importante da coinvolgere anche lui?

-In alternativa avrebbe dovuto assistermi il capo degli Auror e non credo che sarebbe stato il caso…- dissi stancamente. Non sarebbe stata una bella scena quella di andare da mio padre e dirgli: “Senti papà, puoi firmare questi fogli in cui dici che non siamo più imparentati?”. Meglio di no, non volevo rischiare di finire ad Azkaban per omicidio premeditato, decisamente no.

La professoressa firmò a testa bassa e mi restituì il foglio senza una parola. Mi diressi verso il camino, presi una manciata di polvere volante, la buttai nel fuoco ed esclamai: “Ministero della Magia!”. Un vortice mi risucchiò e per alcuni secondi attorno a me sentii solo il fruscio del vento.

 

 

-Perché?- Chiese la McGonall al ritratto di Dumbledore.

-Se la domanda è “perché il Bambino che è Sopravvissuto è cresciuto?” non so risponderti adesso, Minerva.- replicò il defunto preside, sospirando affranto e lisciandosi distrattamente le tempie.

 

 

Raramente penso di essere nel torto, in qualsiasi situazione. Sono sempre convinta delle cose che dico e non mi rimangio mai la parola. Per questo a volte risulto litigiosa, per chi non mi conosce: non sopporto di essere contraddetta. E anche per questo, oltre a non voler parlare più con i miei genitori, avevo tolto il saluto anche ad Albus.

-Come fai a non capire che ho ragione? Dovresti essere tu il primo ad avercela con mamma e papà!

-Loro fanno solo quello che ritengono il nostro bene… Perché ci amano, lo sai.

-Papà è il più grande bigotto di questo mondo e se non te ne sei ancora accorto, beh, sei un cretino!

Perché Albus non aveva mai potuto passare neanche una giornata con il suo migliore amico durante tutte le estati?

-No Lilian, sei tu che non capisci. Venti anni fa le cose erano diverse, semplicemente papà non è riuscito a.. tenersi al passo con i tempi.

-Venti anni fa Silente professava l’uguaglianza fra le Case. Venti anni fa papà avrebbe desiderato più di ogni cosa che ci fosse una competizione pacifica fra Serpeverde e Grifondoro. Venti anni fa papà non combatteva contro i Serpeverde, combatteva contro chi aveva ucciso i nonni. Venti anni fa papà voleva solo la pace.

Perché a Harry Potter non era mai andato giù il fatto che il suo figlio prediletto fosse stato smistato a Serpeverde, nonostante gli avesse detto che era una Casa uguale a tutte le altre?

-Non puoi chiedermi di rinnegare i miei genitori solo perché hanno fatto un errore.

-Il problema è che hanno fatti almeno un migliaio di errori. E questo è proprio quello che ti sto chiedendo. Abbi il coraggio almeno per una volta di dire quello che pensi, Al.

-Ignorare la loro esistenza non è ciò che voglio fare, Lily. A me va bene così.

-Allora non abbiamo più niente da dirci.

Perché Harry Potter aveva rinnegato tutto ciò in cui credeva?

 

Kingsley Shackebolt sapeva del mio arrivo da qualche giorno, ma quando apparvi dalle fiamme del camino parve stupito di vedermi. Al mio sguardo rispose con un flebile “Ho sperato per tutta la mattina che non saresti arrivata”. Era visibilmente nervoso. Dopotutto era un amico di famiglia da decenni e difficilmente i miei genitori gli avrebbero perdonato la firma che stava per fare.

Un lampo di comprensione mi attraversò il volto. Da lì a qualche minuto i miei genitori giuridicamente non sarebbero più stati i miei genitori, ma soltanto Harry  e Ginny Potter. Una marea di sensazioni mi travolse, dal sollievo alla tristezza. Alla nausea. Dovetti sedermi.

-Lily, so che non dovrei mettere bocca in questo affare, ma da amico di Harry e Ginny mi trovo obbligato a chiederti se sei sicura di quello che stai facendo. Puoi ancora tornare indietro, lo sai.

-Sono maggiorenne e so che quello sto facendo è giusto. Non importa altro.

-Ma…

-Kingsley, muoviamoci. Ho già saltato un’ora di trasfigurazione e preferirei non perdere la mattinata intera.

Il Ministro aveva appena apposto la firma quando la porta venne sfondata da una luce rossa. Mi padre –anzi- Harry Potter entrò con gli occhi fuori dalle orbite, trascinandosi dietro Scospius, che non osava guardarlo negli occhi.

-QUESTO E’ ABBASTANZA! SONO STATO ABBASTANZA UMILIATO DA TE RAGAZZINA, MA QUESTA VOLTA HAI PASSATO IL LIMITE!- Lasciò andare il braccio di Scorpius e si avvicinò a me a passo di carica e alzò la mano per tirarmi uno schiaffo. Prima che la mano toccasse la mia guancia chiusi gli occhi. Ma non la raggiunse mai.

Una luce rossa colpì mio padre al petto, spedendolo contro la parete. Quando si rialzò, io ero fra le braccia di Scorpius, che mi cingeva le spalle. Le lacrime stavano raggiungendo i miei occhi, ma le repressi. Avevo già pianto abbastanza.

-Kingsley, come hai potuto? Tu non puoi…- disse shockato mio pa… anzi, Harry Potter.

-Non puoi toccarla, Harry, o potresti essere accusato di violenza.- rispose stanco il Ministro, non osando guardarlo negli occhi.

-Lei è mia figlia, capito?

-Non più.

A Harry Potter cascò il mondo addosso in un solo istante, ma parve non cedere sotto quell’enorme peso.

-Un foglio non può cambiare la verità, e tu lo sai.

-E’ la legge, Harry. Non posso farci niente, nemmeno io. Avresti dovuto saperti tenere stretto tua figlia…

La furia tornò in un solo secondo nelle iridi di Harry: -TU!- urlò, sputacchiando saliva, impazzito. –TU! E’ SOLO COLPA TUA! MI HAI PORTATO VIA UNA FIGLIA, E HAI TENTATO ANCHE CON L’ALTRO MIO FIGLIO! E’ SOLO COLPA TUA, LURIDO MANGIAMORTE!- Scorpius abbassò ancora di più lo sguardo e mi strinse ancora di più facendomi quasi male.

Ancora una volta gli venivano addossate colpe che non aveva. L’ennesima.

-E’ colpa tua se mio figlio si è cacciato in questo guaio! Siete tutti uguali voi Malfoy!

Non era colpa di Scorpius se al loro terzo anno lui, mio fratello e altri ragazzi del loro dormitorio avevano deciso di fare una bravata e uscire nella Foresta di notte. Non era colpa sua se la scopa di Albus aveva sbandato ed era finita contro un albero, facendogli quasi rompere l’osso del collo. L’idea non era stata sua, ma il Bambino Sopravvissuto non aveva voluto ascoltare ragioni.

 

Quando aveva scoperto che la sua adorata Lily era fidanzata con il figlio di Draco Malfoy era scoppiato il putiferio. Lo aveva addirittura accusato di uscire con lei solo per fargli un torto. Di averla sedotta con la magia. Di stare con lei solo per farla soffrire quando la avrebbe lasciata. E per un’intera estate Lily si era incontrata con il suo ragazzo soltanto di nascosto, lontano dagli occhi dei pettegoli e soprattutto dagli occhi dei suoi genitori.

 

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

-Amore, andiamo. La McGranitt ti aspetta per il colloquio.

-Amore? Amore?- la risata folle del Bambino Sopravvissuto riuscì a spaventare anche Kingsley –Tu non sai cos’è l’amore, ragazzina. Sei solo una bambina che gioca a fare l’innamorata. Soprattutto se il tuo cosiddetto amore è quel mangiamorte figlio di puttana.

L’insolita calma che mi invase in quel momento mi stupì. Avevo finalmente capito che ormai mio padre non contava più niente per me e non sarebbe mai più riuscito a ferirmi. –Non mi pare che l’età abbia mai influito sull’amore.  Almeno, non per te. O tu sei diverso dal resto del mondo? Giusto. Sto parlando con l’Eroe del Mondo Magico. Tu non hai niente a che vedere con nessuno di noi. Ciò che tu pensi, ciò che tu fai è al di fuori della norma. Me ne ero scordata. – Non seppe replicare a queste mie accuse, che più di una volta gli avevo rivolto e a cui aveva risposto solo con urla e punizioni. –Anche i sentimenti che provi sono diversi, no? Questo ti giustifica quando fai le tue cazzate, secondo te. Beh, mi dispiace che per me tu non sia il Bambino Sopravvissuto, l’Eroe del mondo magico, il più giovane cercatore dell’ultimo secolo e via dicendo. Per me si solamente un uomo che non sa fare il padre, né più né meno degli altri.- Non mi guardò più, finalmente tacendo. –Andiamo, amore.  Se facciamo tardi la McGranitt potrebbe alterarsi.- Presi una manciata di polvere magica e entrai nel camino dicendo “Hogwarts”.

Mi voltai solo all’ultimo. Incrociai gli occhi di mia madre, che sulla porta dell’ufficio piangeva silenziosamente. Mi sillabò un “perdonami” e distolse lo sguardo, per poi scoppiare in singhiozzi. Rivolgendo un’ultima occhiata a mio padre pensai “E’ troppo tardi per chiedere scusa”.

 

  
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