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Autore: xenascully    25/10/2011    1 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Berk se ne andò per prendere la cena, dopo aver fallito di convincere Tony ad andare con lui. Erano passati circa quindici minuti, e Tony si sentiva incredibilmente stanco.

Si alzò risolutamente dalla sua scrivania e si diresse al laboratorio di Abby.

“Hey, Tony.” Salutò allegramente Abby quando entrò. “Sono felice che tu sia qui! Ho trovato qualcosa su Smith.”

“Cosa?” Chiese Tony avvicinandosi.

“Il file medico di Smith.” Replicò Ducky.

“Era seppellito in fondo a un sacco di scartoffie.” Aggiunse Abby. “È vecchio…tipo, di prima che entrasse nella Marina. E lo aveva fatto nascondere.”

“Perché?”

“Credo, perché se avessero visto questo file, non lo avrebbero accettato.” Gli disse Ducky. “Quest’uomo è psicologicamente instabile.”

“Ed ha dei precedenti nella Marina, di già, per provarlo.” Disse Abby, facendo comparire il file sullo schermo. “Ci sono stati diversi incidenti, tutti in seguito archiviati, di assalto, problemi di rabbia, ecc…Sinceramente, non so come se la sia cavata fino adesso.”

“Hai avvisato Gibbs?” Chiese Tony.

“Beh, stavo per chiamare te.” Gli disse Abby.

“Gibbs sta andando allo chalet di questo tizio, proprio ora.” Le disse Tony, tirando fuori il cellulare. “Non che non possa occuparsi di Smith…ma dovrebbe essere avvisato.” Dopo aver digitato il numero, il telefono andò direttamente in segreteria, senza neanche suonare.

“Uh, Tony?” Disse Abby. “Se è già arrivato, c’è la possibilità che non abbia campo.” Disse, aprendo la mappa sullo schermo. “È fuori dal raggio di qualunque ripetitore.”

Lo stomaco di Tony cominciò a contorcersi. “Non dovrei preoccuparmi…non dovrei essere preoccupato, giusto?” Guardò i suoi colleghi. “Sono un po’ preoccupato, qui…”

“Forse, puoi avvisare il Dipartimento di Polizia di Clarksburg e dir loro di raggiungerli, solo per dare il messaggio, e assicurarsi che tutto sia, in effetti, a posto?” Suggerì Ducky.

“Se non è così, la loro presenza peggiorerebbe la situazione.” Replicò Tony. “E se tutto è a posto, Gibbs si infurierà.”

“Meglio assicurarsene…”

Il telefono di Tony cominciò a suonare, facendolo sobbalzare. Voltò le spalle ai suoi colleghi e rispose. “DiNozzo.”

“Devo parlarti.” Risuonò la voce di Vance dall’altra parte della linea.

“Che coincidenza, Direttore.” Replicò Tony, facendo un cenno col capo a Abby e Ducky prima di uscire dal laboratorio dirigendosi verso le scale. “Sto cercando di contattare Gibbs-”

“Proprio di questo volevo parlarti.” Lo interruppe il direttore. “Ho appena ricevuto una chiamata dall’Agente Berk. Si sta dirigendo a Clarksburg in questo momento. Sembra che creda che la sua squadra sia in pericolo.” 

“Perché lo pensa?” Chiese Tony.

“Qualcosa riguardo una probabile instabilità mentale di Smith.”

“Oh…Abby deve averlo informato…”

“Sta chiamando il Dipartimento di Polizia di Clarksburg per dir loro di raggiungerlo, in caso ne avesse bisogno. Ha detto loro di essere cauti, così da non provocarlo se per caso ha ragione.”

“Sta facendo tutto da solo? Crede sia saggio, Signore?”

“Non voleva cedere, Agente DiNozzo. E non posso dire di biasimarlo. È preoccupato per la squadra, così come lo sarebbe lei al suo posto.”

“Mi dia del pazzo, ma ho una strana sensazione riguardo a questa faccenda…La richiamerò.” Disse, poi terminò la chiamata. Uscì dalle scale e si diresse rapidamente in ufficio e poi alla sua scrivania. Lanciò un’occhiata a quella di Tim e decise di spostarsi lì. Aveva un presentimento…e doveva seguirlo.

Trovò il registro delle chiamate di Berk, tirò fuori il suo cellulare e chiamò Abby. Lei rispose immediatamente. “Abs, perché hai chiamato Berk prima di me?”

“Di che stai parlando?” Chiese lei. “Non mi piace neanche quel tizio…”

“Mi stai dicendo che non lo hai informato sulla cartella medica di Smith?”

“No…aspetta, lo sa?” Chiese, e Tony poté sentirla premere i tasti del suo computer. “Oh mio Dio, Tony! C’è un tracciante nel file di Smith! Pensi che lui già sapesse tutto e abbia deciso di non dirci niente?”

“Credo che la cosa sia ancora più importante…” Replicò guardando le chiamate ricevute di Berk…tutte da Smith.

*~.~*

“Qui è il Direttore Leon Vance dell’NCIS.” Disse Vance al telefono mentre dirigeva la macchina con dentro lui e Tony e altri due agenti, verso l’autostrada. “Devo sapere se avete ricevuto una telefonata da uno dei miei Agenti nell’ultima mezz’ora.”

Tony deglutì, cercando di capire la risposta dall’espressione del Direttore.

“Dannazione…Abbiamo un problema…” Continuò Vance, dando l’indirizzo all’uomo con cui stava parlando dicendogli di procedere con cautela; che sarebbero arrivati lì al più presto.

Il tempo sembrò fare un salto in avanti, e presto si ritrovarono a fermare la macchina lungo una stretta strada. Il cuore di Tony mancò un battito quando notò del fumo innalzarsi da qualche parte nel bosco…troppo fumo per poter provenire da un camino…

“No no no no no…” Tony andò nel panico quando parcheggirarono, vedendo lo chalet ridotto a poco più che macerie. I camion dei pompieri stavano ancora valutando la struttura; macchine della polizia erano sparse in giro mentre i poliziotti analizzavano la scena. Uno di loro si avvicinò al gruppo quando scesero dall’auto. Ma Tony lo ignorò correndo verso le macerie.

Sentì qualcuno che gridava il suo nome, ma non si voltò. La macchina di Gibbs era a pochi passi…gli si strinse il cuore. Freneticamente, si guardò attorno, trovando un’ambulanza accanto all’edificio. Corse fino a uno dei paramedici.

“Avete trovato qualcuno? Qualche sopravvissuto?” Chiese.

“Signore…abbiamo trovato un corpo, per il momento.” Gli disse. “Era fuori dalla struttura, qui.” Indicò un punto sull’erba. “Sembra che le abbiano sparato…due volte.”

“L’avete identificata?” Gli tremò la voce.

“Uh, sì…Ho lasciato il distintivo sul corpo.” Camminò fino all’ambulanza dove il corpo era chiuso in una sacca nera steso su una barella. “Credo dicesse NCIS.”

“No…” Scosse la testa, andando oltre l’uomo tirando giù la cerniera. Una volta scostata la sacca, gli si bloccò il respiro. Ziva…un proiettile in fronte…e uno nel petto.”

“Signore, conosceva questa donna?”

“Ne abbiamo trovato un altro!” Provenne un grido da qualche parte nella casa. “Uno è qui!”

Tony era immobile, guardava gli ufficiali che correvano ad aiutare i pompieri a tirare fuori i corpi. Uno di loro chiese a Vance di avvicinarsi. Fu allora che Tony si mosse; si fece strada fra la folla che lo separava dalla barelle sulle quali erano stati appoggiati i corpi.

Sentì ciò che stavano dicendo i paramedici. “…troppe schegge hanno colpito troppi punti vitali. Probabilmente sono morti a causa del fumo, prima che le ferite potessero ucciderli…”

“No…nonono…”Era in lacrime ormai mentre cadeva fra i due corpi stesi a terra. Gibbs e McGee…i volti coperti di sangue e sporcizia, ancora riconoscibili per lui. Non riusciva a respirare…

Eppure, nel dolore, la rabbia cominciò ad accendersi in lui. “Dov’è Berk?”Disse a voce alta. Quando nessuno rispose, si voltò verso Vance, dietro di lui. “Dov’è Berk!” Gridò alzandosi in piedi.

“Non qui.” Gli disse Vance. “Pensiamo che il corpo lì dentro sia di Michaels. Sembra che Berk e Smith se ne siano andati; la macchina non è più qui.”

“Lo ucciderò…lo UCCIDERÒ!” Gridò, il petto che gli si stringeva.

“Calmati, DiNozzo!” Vance gli afferrò le labbra. Tony lottò violentemente contro la sua presa.

“Tony!” Un’altra voce risuonò alle sue spalle; una che riconobbe. Si voltò. Gli occhi di Gibbs erano aperti, lo fissavano.

Tony cadde in ginocchio. “Capo?”

“Tony, ti devi svegliare.” Gli disse. Tony corrugò le sopracciglia, scuotendo la testa confuso. “Svegliati, Tony…” Ripeté. “Stai sognando! Non lo vedi?” La sua voce si fece più forte, eppure stranamente disconnessa dalla realtà…

“Avanti, Tony, svegliati.” Tony sentì delle forti braccia attorno alle sue spalla, che lo scuotevano senza troppa gentilezza. “Ecco, così, avanti.” Lo incoraggiò Gibbs.

Tony aprì gli occhi, sentendo ancora l’intenso bruciore, sia fisico che emotivo, causato da quello che ora capiva essere stato un incubo. “Capo?”

“Lascia che ti aiuti a sederti.” Gli disse Gibbs, e Tony realizzò la sua posizione scomoda, attorcigliato in mezzo alle coperte. Gibbs lo aiutò a mettersi seduto contro la testiera, poi gli porse l’inalatore.

Fu tentato di reggerlo per lui, sentendo i violenti tremiti che scuotevano le mani del suo Agente Anziano. Tony portò ansiosamente l’inalatore alla bocca, con entrambe le mani, respirando a fondo.

“Whoa.” Gibbs lo afferrò con una mano quando Tony cominciò a scivolare di lato, e si mosse per sedersi accanto a lui contro la testiera, permettendogli di accasciarsi contro di lui.

L’inalatore cadde sul materasso mentre Tony rilasciava un profondo respiro; il corpo che venne scosso da un tremito all’azione. Gibbs gli mise un braccio sulle spalle, e Tony si rannicchiò contro il suo fianco respirando lentamente.

Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi; di respirare normalmente. Non osava muoversi. Non finché non sentì la mano di Gibbs contro il suo viso; il pollice che gli asciugava le lacrime. Fu allora che si scostò, imbarazzato, e finì da solo di asciugarsi le lacrime. “Mi dispiace, Capo…”

“Finiscila, Tony.” Replicò, severamente, ma dolcemente.

Tony scosse la testa. “Non posso farlo…”

“Diventerà tutto più facil-”

“Gli incubi.” Chiarì Tony, senza guardarlo negli occhi. “Sono troppo reali. Non ha importanza quanto è ovvio che le cose non sono andate così…Sono lo stesso reali, nella mia mente, quando succedono. Sento tutto. Tutto succede come in un normalissimo giorno; la logistica e tutto, va tutto come in una sorta di realtà alternativa. Posso leggere, sentire il vento contro il viso…l’odore del fumo e della morte…” Gli si spezzò la voce. “Non posso farcela…è troppo. Non posso continuare a perdervi tutti…”

“Ascoltami.” Gibbs si voltò un po’ per guardarlo. “Troveremo un modo di risolvere tutto. Anche se vorrà dire che dovrai andare da uno strizza cervelli, capito?” Tony chinò il capo. Ma Gibbs gli afferrò il mento. “Hey,” e Tony si voltò verso di lui “sarò con te, ad ogni passo, se lo vuoi.” Tony lo guardò negli occhi per un momento, poi sbatté le palpebre qualche volta per ricacciare indietro le lacrime. “Okay?” Chiese Gibbs. Tony annuì, alla fine. “Vieni qui.” Gibbs gli passò un braccio sulle spalle attirandolo contro di lui.

Tony non resistette…

Mi scuso se non ho risposto ai commenti ma sono davvero di corsa con questo capitolo! XD

  
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