Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Segui la storia  |       
Autore: Cassie chan    29/06/2006    5 recensioni
“Ma il cerchio è una figura ben strana. Nessuno vi ha mai trovato un inizio, né una fine.”. L’amore tra Elissa e Leon, e poi quello tra Strawberry e Ryan… una scia tra le stelle dell’Universo che arderà eternamente incandescente, via maestra per nuovi solchi di luci e colori, fatti di sentimenti. Alcune leggende dicono che fu un errore la nascita degli esseri umani e degli alieni; quelle piccole e miserrime creature erano troppo potenti con i loro patetici sentimenti, potevano distruggere il cielo per salvare l’oggetto del loro amore, infrangendo ogni legge dell’Universo. Una volta, il cosmo si è salvato. E se accadesse ancora? Il seguito di BEYOND ME AND YOU…
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2- Heavy on my heart

Capitolo 2- Heavy on my heart

 

“Hai detto Kevin? Kevin Shirayuki?”.

“Non urlare, Grace!” replicò Kathrine arrabbiata, alla fine della seconda ora, all’indirizzo della sua compagna di banco “Potrebbero pensare che mi interessa…”.

Grace inarcò un sopracciglio e disse, sospirando: “In effetti, è strano che lei, Miss I-RAGAZZI-DI-QUESTA-SCUOLA-SONO-TUTTI-IMMATURI-E-BANALI-QUINDI-NON-MI-INTERESSANO, abbia prestato attenzione ad un componente del sesso opposto…”.

Kathrine piegò la testa con aria noncurante, dicendo: “Infatti, non ho mica detto che mi interessa, ho detto solo che vorrei sapere chi sia…”.

“E perché, di grazia?” chiese Grace, ironicamente, più che mai convinta che questo tipo avesse fatto breccia nell’indifferenza dell’algida Kathrine.

“Sembrava una persona particolare… non aveva niente che avessi mai visto in nessun’altro ragazzo…” spiegò Kathrine, imbarazzata.

“Era carino?”.

“Sì, molto…” ribadì Kathrine, arrossendo e chinandosi a raccogliere qualcosa per non farsene accorgere “Ma non era solo questo…”.

Grace sospirò e disse rassegnata: “Non è che ti abbia capito molto, come al solito del resto, comunque cercherò di sapere qualcosa… se è davvero così eccezionale, non l’avrai notato solo tu…”.

Kathrine annuì, poi, punta nell’orgoglio, si affrettò a ribadire: “Comunque non perdere troppo tempo… non è che mi importi più di tanto, è solo per fare qualcosa…”.

Grace sospirò, borbottando: “Come volevasi dimostrare…”.

 

 

Alla fine delle lezioni, un gruppo di studenti scalmanati si riversò, correndo, nel viale che conduceva a scuola, finalmente percorso in senso opposto. Una leggera pioggia aveva preso a cadere, e quindi molti si affannavano a coprirsi con le cartelle e correvano verso la fermata dell’autobus, mentre i pochi dotati del tanto desiderato ombrello erano presi di mira dai loro compagni.

Kathrine stava già camminando per tornarsene a casa, quando sentì una voce dietro di lei urlare di fermarsi.

Si voltò e vide Grace e Nick correre verso di lei, entrambi sprovvisti d’ombrello.

“Aspetta Kitty…” urlò Grace, prendendola sottobraccio “Ti avevo detto di aspettarmi…”. Anche Nick si sistemò accanto a lei, mentre sospirava all’insperata vicinanza della sua Kathrine. In cuor suo, benedisse la sua sbadataggine e quella provvidenziale pioggia.

“Scusa, me ne ero completamente dimenticata…” replicò Kitty con aria dispiaciuta.

“Non ti preoccupare, anche se non è certamente da te dimenticare qualcosa…”.

“Sono solo un po’ distratta oggi…”.

Grace annuì sorniona e disse: “Ne lascerò perdere il motivo, che peraltro già so e che immagino con due grandi occhi luccicanti, ma taccio per rispetto al mio caro fratello…”.

“Che c’entro io, adesso?!” chiese Nick sulla difensiva, mentre Kathrine le dava un pizzico sul braccio.

“Ahia!” gemette Grace “Comunque, volevo dirti solo che ho saputo chi è il tuo misterioso RAGAZZO-A-CUI-NON-SEI-INTERESSATA…”.

Kathrine trattenne l’espressione curiosa, che le stava venendo fuori, e disse con indifferenza: “Davvero?”.

Grace recitò prontamente, sotto lo sguardo truce di Nick: “Kevin Shirayuki… terza sezione dell’ultimo anno, si è trasferito qui da Hokkaido e attualmente vive da solo in un appartamento nella periferia della nostra città…”.

“Vive da solo?!” chiesero in coro, sinceramente colpiti, Kathrine e Nick.

“Esattamente… vi ricordo che lui ha già diciotto anni, quindi può vivere tranquillamente da solo… lavora part-time in una panetteria e si è già iscritto ad un paio di corsi pomeridiani… anche se è qui da solo una settimana, ha già un suo personale fan club…”.

“Non ci credo!” commentò incredula Kathrine “E scusa chi ti ha dato tutte queste informazioni?”.

“La segretaria del suo fan club… pensa che mi stava per dare pure il suo numero di scarpe e il suo colore preferito, ma ho rinunciato… in fondo, non ti interessa, no?” commentò tagliente Grace.

“Già, esattamente…” finì Kathrine, mentre rivolse lo sguardo ancora di fronte a sé. Anche se precise, le informazioni di Grace non l’avevano soddisfatta del tutto… in realtà, non le avevano spiegato il motivo di quel suo strano interesse e la causa della diversità di Kevin, che tanto l’avevano colpita. Era un ragazzo normalissimo, a parte il particolare della sua vita estremamente indipendente, eppure era dalla mattina che si chiedeva ossessivamente che cosa c’era in lui che non riusciva a farle scordare la sua immagine dalla mente. Ricordava che qualcun altro le aveva già parlato di qualcosa di simile, ma non riusciva a richiamare alla memoria di chi si trattasse.

Ad un tratto, la voce di Grace la richiamò dai suoi pensieri: “Kitty, io devo andare a prendere Teddy dall’asilo… vuoi venire con noi?”.

La ragazza annuì soprappensiero, poi continuò a camminare, mentre Nick e la sorella si lanciavano uno sguardo significativo. Kathrine non era certo il tipo da rimanere con gli occhi spalancati a pensare a chissà che… possibile che fosse solo opera di Kevin Shirayuki?

 

 

Kathrine era in piedi davanti all’asilo di Teddy, mentre aspettava i suoi amici, che erano corsi dentro per dividere l’agguerrita sorellina da un paio di bambini, a cui le stava dando di santa ragione. Non si ricordava che o Nick o Grace fossero mai stati così da bambini… eppure qualcosa, a parte l’amicizia tra i loro genitori, li aveva uniti da quando erano piccoli. Kathrine sapeva di essere interessata sempre e soltanto a persone particolari e che, per qualche ragione, si distinguessero dalla massa amorfa della gente, che frequentava, ma che non considerava alla fine più di tanto. Grace l’aveva colpita perché era sempre allegra e spensierata, proprio come sua madre Paddy; anche quando qualcosa le andava male, tipo un compito o litigava con qualcuno, cosa che le accadeva spesso data la sua lingua lunga, non se la prendeva, ma affrontava le cose difficili con un sorriso, riuscendo nella maggior parte delle volte ad averla vinta. Cosa completamente opposta, era stato il suo interesse per Chiyo Aoyama; in lei, l’aveva colpita il suo volto bellissimo e triste, il suo essere sempre lontana anni luce dalla realtà contingente, e le aveva sempre ricordato una grande eroina tragica del teatro greco, divisa da qualche intimo e profondo dissidio. La melodrammaticità di Chiyo era visibile in ogni cosa che faceva, anche inconsapevolmente, e questo l’aveva colpita, come l’aveva impressionata la dolcezza di Nick. Era surreale il modo che aveva di comportarsi, sempre attento a non ferire nessuno, sempre disponibile ad aiutare tutti, e questo le aveva fatto piacere, soprattutto quando era rivolto a lei. Conosceva l’enorme tenerezza dell’amore dei suoi genitori per lei, ma non arrivavano mai a Nick, che era capace di mangiare fino alla fine un orrendo tortino, che semmai aveva cucinato lei e che per altri era immangiabile.

E poi, c’era questo ragazzo, Kevin Shirayuki… va bene che era carino, ma c’erano altri ragazzi più belli di lui e che su di lei non avevano fatto presa. Invece, lui l’aveva lasciata tramortita e distratta per tutta la giornata, incapace di pensare ad altro…

Ecco! Adesso ricordava chi le aveva descritto qualcosa di simile! Sua madre, quando da bambina le aveva chiesto del suo primo incontro con suo padre Ryan…

Non ricordava molto della conversazione, ma solo poche e significative parole… lui mi trafisse il cuore, e solo con uno sguardo… non ho mai capito che cosa mi abbia fatto… eppure, non l’amavo ancora, ma già sapevo che il mio destino era con lui…

Kevin l’aveva trafitta al cuore? Impossibile, non era da lei… andava fiera della sua ben nota freddezza e della sua razionalità nei rapporti affettivi, che difficilmente generavano in passioni travolgenti o in slanci affettuosi troppo forti… chissà, magari mi sono solo spaventata perché mi è praticamente svenuto addosso…

Ad un tratto, mentre concludeva soddisfatta il corso dei suoi pensieri, sentì una fredda goccia d’acqua caderle lungo il collo. Sobbalzò, sollevando di più il suo ombrello, credendo che si fosse abbassato, permettendo alla pioggia di caderle addosso, ma vide invece un’ombra dietro di lei, che le parlò con una voce calda e profonda, la voce di un uomo, nonostante la giovane età.

“Ciao ragazzina! Che fai? Aspetti il tuo ragazzo?” l’apostrofò Kevin Shirayuki. 

Kathrine arrossì, come se lui le potesse leggere in faccia i suoi ultimi pensieri, poi replicò: “Non vedi che è un asilo? Chi dovrei aspettare, secondo te, un bambino di cinque anni?”.

Kevin sgranò gli occhi, come se lei avesse detto la cosa più normale del mondo: “E io che cosa ho detto? Stai aspettando il tuo ragazzo!”.

Kathrine, capito il senso della sua battuta, si voltò stizzita, dandogli le spalle e borbottando: “Mi lasci in pace, cortesemente?”.

Lui si parò di fronte a lei, sporgendosi oltre il suo ombrello ed avvicinandosi pericolosamente al suo viso, dicendole con aria beffarda: “E se ti dicessi di no, ragazzina?”.

Lei, che per un attimo era rimasta immobile, lo fissò provocatoria negli occhi blu e disse decisa: “Ti prenderò a calci, ti va bene come soluzione?”. 

Lui si allontanò, sorridendo, e le disse: “Va bene, ragazzina, ti lascerò in pace… volevo solo chiederti di aiutarmi…”.

“Aiutarti?!”.

“Sì… mi sono appena iscritto al corso di Teatro e la Professoressa mi ha detto che sei una delle sue allieve più brillanti… dato che ci sarà un’audizione per il ruolo di Romeo nella prossima recita e che a te hanno già dato quello di Giulietta, vorrei che tu mi aiutassi a prepararmi per il provino…”.

“Non se ne parla proprio!”.

“Perché?” chiese lui con aria angelica.

Lei, senza perdere la calma, spiegò pazientemente, sebbene ribollisse per quella sua espressione serafica e tranquilla, che già immaginava frutto di un’accurata preparazione mentale: “Perché ho molto da fare e da studiare, perciò…”.

“Va bene, questa è la motivazione, che la mamma ti ha detto di dare, facendo attenzione alla buona educazione…” le disse ironicamente, agitando avanti e indietro l’indice “Ma quale è la vera ragione?”.

Lei, arrossendo, replicò velocemente: “Mi sei antipatico, non ti sopporto, non fai altro che prendermi in giro e ti sei preso troppa confidenza come me senza che io te l’avessi data… va bene adesso?”.

Kevin sorrise dolcemente, spiazzando la ragazza, e disse: “Te ne avevo chiesto solo una… e poi ci voleva tanto a dirmi la verità?”. Lei rimase a bocca aperta, guardandolo fisso in volto, mentre lui continuava a sorriderle. Fu allora che Grace e Nick si decisero a tornare, trascinando la riottosa Teddy. Entrambi osservarono la scena da lontano, stupiti da quello che vedevano: Kathrine, vistosamente imbarazzata ed impacciata, e, come se non bastasse, davanti ad un ragazzo. Grace sorrise tra sé e sé, abbastanza divertita, rendendosi conto che quel ragazzo altri non doveva essere che il famoso Kevin Shirayuki. Nick, dal canto suo, era praticamente livido: la sua passione era sempre stata la fotografia, sin da quando era bambino, e doveva ammettere che, se non fossero stati quei due, magari avrebbe preso la sua macchina e li avrebbe scattato una stupenda foto. Perché? Erano semplicemente perfetti assieme, anche troppo…

Teddy smaniava per scendere a terra, dopo aver riconosciuto da lontano Kathrine, per cui aveva una forte simpatia, e alla fine Grace la lasciò andare. La bambina corse incontro alla ragazza, che si risvegliò dal suo torpore, provocato dagli occhi azzurri di Kevin, e la prese in braccio. Anche Kevin si accorse della presenza di Grace e Nick, e allora, sorridendo tra sé e sé, diede un leggero buffetto sulla guancia di Kathrine, per poi dirle semplicemente: “Allora ci vediamo presto… Kathrine…”. Lei sussultò, mentre un brivido le correva lungo la schiena: detto da lui, il suo nome sembrava completamente diverso. Possibile che avesse quel suono alle orecchie degli altri?

Lui si allontanò lentamente, come era arrivato, mentre Kathrine lo osservava. Grace affiancò l’amica e le disse: “Certo che è veramente un bel tipo…”.

Lei annuì impercettibilmente, poi chiese, sbattendo le palpebre: “E chi ti dice che sia lui il ragazzo, di cui ti ho parlato?”.

“Molto semplice” rispose con un sorriso, prendendo l’amica sottobraccio “E’ praticamente impossibile che due persone siano riuscite a farti assumere quella espressione nella stessa giornata…”.

 

 

Kathrine camminava pensosamente verso casa, ripensando ancora a Kevin. Che cavolo aveva di tanto particolare per non cancellarsi dalla sua testa? Maledizione… era da quando aveva lasciato Grace e Nick a casa loro che ci ripensava e non veniva a capo di quel misterioso rompicapo… magari, era perché lui non la conosceva e allora non l’aveva trattata come tutti gli altri ragazzi che conosceva che la riempivano di ossequi e di lodi, cercando di fare presa su di lei, non riuscendoci assolutamente, anzi Kevin l’aveva presa continuamente in giro… mah, non sapeva davvero più che cosa pensare… l’unica soluzione che le balenò in mente fu quella di parlarne con sua madre… in fondo, era stata lei a dirle che aveva provato qualcosa di simile… non che le facesse impazzire l’idea, considerato che non andava per niente d’accordo con lei, ma non poteva certo rivolgersi a suo padre… tutto per far finire quella assurda situazione, non era per niente abituata a rimanere troppo preoccupata per qualcosa…

Corse verso casa sotto la pioggia battente, fino ad arrivare davanti al cancello di ferro battuto di casa sua. Percorse velocemente il vialetto d’ingresso, evitando le numerose pozzanghere e salutando il loro giardiniere, che proprio allora stava andando via. Entrò in casa e lasciò le scarpe bagnate e l’ombrello, altrettanto zuppo, e salutò la madre e Marie, che erano in cucina intente a cucinare qualcosa, o meglio Marie cucinava e Strawberry cercava di capire che cosa sbagliava lei, di solito. Miky, intanto, stava giocando con il loro cucciolo di cane, Derek, mentre di Ryan nemmeno l’ombra.

“Non capisco Marie, è esattamente la stessa cosa che faccio io…” stava dicendo Strawberry alla loro governante, che evitava di fare commenti.

“Mamma, scusa avrei bisogno di parlarti un attimo... puoi venire per favore?” interruppe Kathrine, che non si era ancora cambiata.

Strawberry la guardò, stupita, era un evento rarissimo che la figlia le chiedesse qualcosa dato che di solito preferiva di gran lunga confidarsi con suo padre. In fondo, Kathrine era la copia esatta di Ryan, era normale che lei ci litigasse venti ore al giorno… perciò non se lo fece ripetere due volte e lasciò Marie, che respirò di sollievo.

Si accomodarono nel grande salotto rosa pesca, lontane dalle orecchie indiscrete di Miky. Kathrine esitava a parlare, poi finalmente si decise: “Mamma, oggi ho conosciuto un ragazzo…”.

Strawberry avrebbe voluto dare libero sfogo alle sue preoccupazioni di mamma, ma si limitò a dire un semplice: “Capisco…”.

Kathrine, incoraggiata dal silenzio della madre, proseguì, appoggiando le mani in grembo: “E’ una persona particolare, e mi ha colpito molto… ma non riesco a capire perché… e allora mi sono ricordata che tu mi avevi detto che era successa una cosa simile, quando incontrasti papà per la prima volta…”.

Strawberry sorrise teneramente tra sé e sé al ricordo di quel lontano giorno, e disse: “E scommetto che adesso vuoi sapere che cosa provai quando vidi tuo padre… e magari vuoi confrontarlo con quello che hai sentito tu, non è vero?”.

Kathrine annuì, arrossendo, mentre la madre sorrideva impercettibilmente: “Quel giorno, ero uscita con un ragazzo che mi piaceva molto…”.

“Chi era? Era papà?” chiese Miky, materializzandosi dal nulla e facendo sobbalzare le due.

“Miky, fatti i fatti tuoi!” eruppe Kathrine all’indirizzo del fratello, ma Strawberry rispose tranquillamente: “Non importa, Katy… comunque, non era vostro padre… era il ragazzo più carino della mia scuola di allora e, dopo tanto, mi aveva chiesto finalmente di uscire con lui… ero felicissima… ma stranamente mi addormentai…”.

“Ma mamma, come cavolo facesti ad addormentarti?” chiese Kathrine divertita.

“Magari era noioso quel tipo…” commentò seriamente Miky.

“Volete fare silenzio!” esplose Strawberry, rossa in viso “Volete che continui sì o no?!”.

I figli annuirono e solo dopo qualche secondo, Strawberry riprese: “Insomma, dopo un po’, salutai quel ragazzo e decisi di tornare a casa… ma poi sentii uno strano rumore e decisi di tornare indietro…”. La donna si interruppe, sapendo che il seguito non era ancora pronta a raccontarlo né a Kathrine, e nemmeno a Miky, e cioè dei chimeri, della lotta contro gli alieni, contro Profondo Blu, del suo dolore per la morte del suo amato Ryan, e poi tutta quella assurda situazione, in cui si era trovata, sospesa tra lei, Elissa e l’angelo scarlatto… non ce la faceva ancora, e allora disse: “Era solo un rumore provocato da qualche animale, ma, mentre stavo tornando indietro, non vidi un crepaccio e vi stavo per caderci dentro… ma Ryan mi prese in braccio e con un balzo riuscì a non farmi cascare dentro…”.

“Davvero?” chiese Kathrine, colpita “E allora? Ti innamorasti di lui?”.

“Assolutamente no…” intervenne la voce di Ryan dall’ingresso, che, appena tornato, aveva udito solo le ultime battute della moglie “Mi fece penare un sacco di tempo, prima di capire che era completamente persa di me...”.

“Ryan, io stavo facendo un discorso serio!” urlò Strawberry al marito.

“E io allora? Non stavo facendo un discorso serio?” chiese innocentemente Ryan, mentre beveva un bicchiere di spremuta in cucina.

Strawberry, che stava per scoppiare dalla rabbia, disse tranquillamente: “Potresti levarti dai piedi? Io stavo parlando di una cosa importante con Kathrine!”.

Ryan sospirò, poi prese Miky e disse: “Andiamo, facciamo parlare in pace le femminucce…”. Miky accettò di buon grado, tanto oramai non gli interessava più quello strano discorso, e si andò a stravaccare in poltrona con il padre.

“Allora, stavo dicendo…” continuò Strawberry, cercando di riprendere il filo dei propri pensieri e ricordi, poi abbassò la voce: “… non mi innamorai assolutamente di lui in quel momento, anzi le poche parole che mi disse mi fecero saltare il sangue al cervello… non lo sopportavo, mi sembrava solo una persona molto viziata e snob, ma intanto avevo provato qualcosa di molto strano, non appena l’avevo visto… il cuore mi era scoppiato nel petto e avevo avvertito con estrema chiarezza che, da quel momento, avrebbe fatto parte della mia vita… non era amore, o almeno lo credo, perché a me piaceva troppo quell’altro ragazzo, ma forse una parte di me capii incosciamente che lui era parte di me, e che era con lui che dovevo stare…”.

“E che cosa successe dopo?” chiese Kathrine, che sembrava di nuovo quella bambina, che era stata e a cui piaceva ascoltare le fiabe narrate da sua madre.

“Fui costretta a passare molto tempo con lui…” rispose sibillina Strawberry, cercando di non sbilanciarsi troppo “E le cose, per i primi tempi, non cambiarono molto… non lo sopportavo, ma intanto, quando non ero con quel ragazzo, che era diventato il mio fidanzato, pensavo spesso a lui, semmai non in termini romantici e idilliaci, ma pensavo a lui… finchè un giorno, fummo costretti a separarci, e fu allora che il pensiero di lui divenne ossessivo nella mia mente… dopo poco, lasciai quel ragazzo e, quando lo rividi, riprovai la stessa sensazione di quella prima volta, ma stavolta più chiara e netta… capii di amarlo e di non poterlo lasciare andare di nuovo via… il resto lo sai… ci siamo sposati e abbiamo avuto te e tuo fratello…”.

Kathrine sorrise e chiese, con un filo di voce: “Pensi allora che io sia innamorata di quel ragazzo?”.

Strawberry rise leggermente, poi disse: “No, tesoro mio… non ci si può innamorare tanto facilmente di una persona… magari hai solo intuito che è una persona che potrebbe essere molto importante per te, se le lascerai spazio nella tua vita…”.

Kathrine annuì, poi abbracciò la madre e la ringraziò. Poi, sentii il campanello suonare e andò ad aprire.

 

Ecco finalmente il secondo chappy! Sono stata un po’ impegnata ultimamente e quindi non sono riuscita a pubblicarlo prima! Perdono!!! Un enorme grazie a coloro che hanno recensito il primo capitolo, purtroppo sono ancora di fretta quindi risposte, chiarimenti e ringraziamenti vari ed eventuali dovrò rinviarli al prossimo aggiornamento!!! Ciao ciao da Cassie chan!!!

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Cassie chan