Titolo: look
in my eyes, you're killing me.
Genere: Generale,
Sentimentale, Drammatico.
Autrice: railen.
Rating: giallo.
Capitolo: eighth
chapter ~ Gocce di memoria.
Personaggi: Shannon
Leto // Remy (Personaggio inventato)
Note
dell’autrice: Non sono
in ritardo. MA VA. Eh… SOON di sta pippa
ù.ù Però meglio tardi che mai, giusto?
Che dire. Il titolo ha un
senso logico, questa
volta! E’ una canzone di Giorgia, per chi non lo sapesse. Eh
beh, se leggerete
il capitolo, ne capirete il senso. Se non lo
capite… fatevi visitare ù.ù XD
Detto ciò, buona
lettura <3
you're killing me
Miami.
Ormai era tutto il pomeriggio che stavano in spiaggia e Jared ne aveva
approfittato per fare qualche ripresa che voleva mettere nel video di
Closer To
The Edge.
Il sole stava tramontando e la band si era adoperata per fare un
falò.
Jared sembrava aver accettato la presenza di Remy, tanto che non aveva
detto
niente quando lei era arrivata ed era andata verso Shannon. Anzi, dopo
un po’
era stato lo stesso batterista a stufarsi delle occhiate cliniche che
il
fratello lanciava in loro direzione, così si era alzato,
aveva preso Remy per
mano ed erano andati a fare una passeggiata.
Remy
era attualmente impegnata a saltellare sulla spiaggia, lasciando
impronte sulla
terra bagnata che poi venivano cancellate subito dopo
dall’arrivo delle onde.
Shannon, dietro di lei, la seguiva lentamente e rideva di tutta la
gioia che
sprizzava la ragazza. Aveva abbandonato le scarpe e le calze vicino al
falò,
arrotolato i pantaloni in modo da non bagnarseli e come al solito
portava una
canotta larghissima, grigio scuro. Gli occhi erano coperti dai Carrera
con la
montatura arancione.
Remy si voltò, camminando all’indietro.
Allargò le braccia in una sorta di
sbeffeggiamento ma anche in un chiaro invito a farsi abbracciare.
«Ehi! I quarant’anni si fanno sentire,
forse?». Saltellò ridendo. «Sei
lento!».
Shannon
scattò immediatamente, colpito nell’orgoglio. Ad
averli quarant’anni come li
portava lui. In poco raggiunse la ragazza che non aveva tentato in
nessun modo
di scappare.Aveva solo allungato le braccia nel vano tentativo di
tenerlo
lontano. Shannon la prese per i polsi, l’attirò a
sé e poi le sue mani andarono
ai fianchi, sollevandola. Remy si aggrappò a lui ridendo.
«Chi è vecchio, scusa?».
Goffamente si incamminò verso il mare. La ragazza raccolse
istintivamente le
gambe per non bagnarsi, lasciando che l’uomo sostenesse tutto
il suo peso.
Shannon provò a lasciarla cadere, ma lei si teneva a lui.
«Se cado io, vieni con me!», lo minacciò.
«Sicura?».
Shannon portò le mani a quelle della ragazza che si erano
intrecciate dietro la
sua nuca. Provò a staccarle e quando ci riuscì,
si accorse di avere le gambe
intorno alla vita.
La
lotta non durò molto. Shannon si sbilanciò
all’improvviso, mentre tentava di
staccarsela di dosso.
Caddero
nell’acqua poco profonda e si rialzarono velocemente. Remy
era completamente
fradicia, mentre Shannon aveva solo le gambe bagnate.
L’uomo
scoppiò a ridere nel vedere la faccia sorpresa di lei, che
teneva la bocca
aperta guardandolo, con i capelli appiccicati al viso.
Indietreggiò e scappò verso la spiaggia,
immediatamente inseguito da lei che
gli fu addosso in breve tempo. Shannon si voltò con un
sorrisone a piegargli le
labbra piene, l’afferrò per i fianchi e si
lasciò cadere a terra. Remy lo
seguì, avvinghiata a lui.
Rotolarono
sulla sabbia e l’uomo ebbe la meglio, ritrovandosi sopra di
lei.
La osservò per qualche istante, troneggiando su di lei.
Aveva qualche ciocca
dorata attaccata alle guance mentre altre erano sparse sulla sabbia,
sporche di
granelli.
Shannon le scostò quelle attaccate al viso, mentre lei
intrecciava le dita
dietro alla nuca di lui. Si sporse a baciarle le labbra, la mano
sinistra a
toglierle i Rayban che ne coprivano gli occhi, mentre la destra prese a
percorrere le poche curve che aveva.
La lingua di Remy non trovò difficoltà ad entrare
nella bocca di Shannon, che
non si fece assolutamente pregare. Quando si staccarono, le labbra
dell’uomo
scesero sul collo, la mancina andò stringerle un seno da
sopra la maglietta
rossa che indossava e la destra si stava occupando del bottone dei
jeans.
«Shannon», mugugnò Remy controvoglia.
«Non è il caso… Non siamo soli sulla
spiaggia».
«Ma adesso non c’è nessuno
qui…».
Quello dell’uomo fu appena un sussurro, mentre la sua mano si
faceva spazio
all’interno delle mutandine della ragazza.
Remy sospirò e chiuse gli occhi, allargando maggiormente le
gambe per
permettere all’uomo un maggiore spazio di manovra.
Voltò il viso, mentre le mani trattenevano i capelli di
Shannon.
«Oh
cazzo, stanno arrivando Emma e Jared!».
L’uomo
si alzò di scatto e tolse la mano dall’occupazione
precedente. Si guardò in
giro senza scorgere nessuno.
Remy
rise e sfuggì dall’uomo, rotolando su un fianco.
Shannon si diede qualche secondo per riprendere fiato e rallentare il
ritmo del
cuore. Non era bello farsi beccare dal proprio fratello e dalla sua
assistente
in atteggiamenti intimi con una ragazza. Jared sarebbe morto cieco.
Si
adagiò sulle ginocchia e fissò Remy poco lontana
da lui, impegnata a ridere.
«Mi
stavi prendendo per il culo».
«Mi
sembra ovvio».
L’uomo
le si avvicinò e con uno scatto rapido le tolse gli occhiali
da sole che
rivelarono le pupille fini come aghi. Il fatto che lei continuasse a
sorridere
innocentemente lo faceva arrabbiare più di tutto il resto.
«Sei
strafatta».
«Che
novità, vero?». Il sorriso le si
allargò.
«Avevi
detto che quando sei con me preferisci non essere sotto
l’effetto della droga».
«E’
vero, però non posso resistere a lungo senza».
Shannon contrasse la mascella e lanciò gli occhiali da sole
sulla spiaggia. Si
alzò subito, pronto ad allontanarsi.
«Ho
capito e hai ragione. D’ora in poi fai quel cazzo che vuoi,
mi sono rotto di
dovermi preoccupare per qualcosa che non sono in grado di
risolvere».
Prima
che potesse avanzare, Remy lo afferrò per un polso. Quando
si voltò lesse la
sua espressione dura.
«Era
ora che ci arrivassi, Shannon». Si alzò in piedi,
lasciandolo andare.
L’uomo
tornò sui suoi passi, deciso a mollarla lì e a
tornare dai suoi amici. Doveva
distrarsi in qualche modo e magari, se ci riusciva, doveva anche
divertirsi.
«Lo
so che mi disprezzi e che mi odi». La voce della ragazza gli
arrivò distinta
alle orecchie. Si fermò senza però tornare
indietro e senza guardarla. «Ma tu
vuoi qualcosa che non c’è, Shannon. Tu, come me,
odi la mia infinita debolezza
che non mi permette di combattere».
A
quel punto Shannon invertì la marcia e tornò da
lei. Quando le fu davanti, le
prese il viso tra le mani con forza e Remy si aggrappò ai
suoi polsi.
«Tu
non hai idea di quanto sia difficile stare a guardarti quando ti fai
del male.
Se ti rendessi conto di quanto sei bella e vitale senza droga, senza
troppi
problemi…».
Le
sfiorò le labbra con un bacio gentile. «Sono qui
per aiutarti eppure sembra che
la mia presenza ti dia fastidio».
Remy
non rispose. Se avesse detto che non le dava fastidio il comportamento
morboso
che aveva nei suoi confronti, avrebbe mentito. A volte voleva
semplicemente che
sparisse, ma le volte che lo voleva accanto erano di più.
Voleva lasciarlo
andare ma allo stesso tempo lo voleva.
Il
suo era un comportamento egoista.
Oltretutto
non si aspettava che Shannon fosse così. Avrebbe dovuto
mandarla a quel paese,
come avrebbe fatto Jared. Sarebbe stato meno complicato per entrambi.
Si
allontanò dalla sua stretta e l’uomo la
lasciò andare. Si sedette sulla sabbia
e strattonò Shannon per un polso, che la guardò
interrogativo.
«Tu
vuoi sapere come mi sento, giusto? Sono disposta a raccontartelo, se ti
metti
qui, sdraiato sulla spiaggia insieme a me e mi ascolti».
Forse
non era capace di fare il duro. O forse la curiosità era
più forte del suo
orgoglio. Fatto sta che Shannon si sedette al suo fianco, poi si
sdraiò e
incrociò le mani sulla pancia.
«Così
va bene?».
«Perfetto».
Remy
gattonò intorno a lui e si sdraiò nel senso
inverso al suo, in modo che
avessero le teste vicine. Allargò le braccia e
sospirò quando sentì la mano di
Shannon che prendeva la sua. Voleva dimostrarle che lui era
lì e che non
l’aveva abbandonata anche se avrebbe dovuto farlo.
«La
prima volta che ho fatto uso di eroina», disse la ragazza con
un tono basso e
lieve, come se avesse paura che qualcuno oltre a Shannon la sentisse,
«è stato
durante una delle uscite con le compagne dell’ospedale
psichiatrico. Eravamo
andate in un bar a prendere qualcosa da mangiare. Era giusto per
passeggiare e
per farci prendere un po’ d’aria. Entrammo in
questo locale e ognuno di noi
prese qualcosa, poi ci sedemmo. Io ero di fianco alla vetrata e
osservavo
fuori, così notai quello che stava succedendo».
L’uomo fissava il cielo, ma avrebbe tanto voluto guardare
Remy in faccia per
poter leggere le sue emozioni. Forse era quello il motivo della strana
posizione in cui si trovavano: la ragazza non voleva che Shannon
entrasse nella
sua anima ora che la stava mettendo a nudo.
«C’erano dei ragazzi, lì fuori. Uno era
uno spacciatore e poi c’erano due
ragazzini che avranno avuto al massimo sedici anni. Li ho guardati per
parecchio. Sembravano agitati, mentre aspettavano la loro roba. Quando
lo
scambio è avvenuto, sono spariti. Sono rimasta a guardare lo
spacciatore con
questa strana idea in testa… Prima di allora non avevo mai
provato della droga,
però avevo letto parecchio sull’argomento e
c’era chi diceva che in qualche
modo ti fa stare bene. E io avevo
bisogno solo di quello».
Si fermò un secondo, i pensieri altrove. Non era
più lì, non stava più tenendo
la mano di Shannon, non c’era più il suono della
risacca delle onde sulla
spiaggia.
Era
tornata nella sua città Natale e si era appena alzata dal
tavolo del bar per
andare fuori.
«Andai a fumare fuori dal locale e mi misi a fissare quel
tipo. Si accorse di
me e della mia occhiata. Non sapevo cosa volevo fare di preciso, ma
alla fine
attraversò la strada e venne da me. E con un sorriso
rassicurante mi salutò e
mi chiese: “vuoi qualcosa?”».
Chiuse
gli occhi e a quel punto fissava il volto del giovane ragazzo davanti a
lei.
Aveva un paio di anni in più, i capelli biondo cenere e
grandi occhi caldi
color nocciola. Quel sorriso rassicurante poi, su un volto
apparentemente
innocente erano l’arma migliore che possedeva. Chi poteva non
fidarsi di un
viso simile?
«Gli ho detto che avevo bisogno di calmarmi, di rilassarmi e
mi ha risposto che
aveva del valium. Ho rifiutato perché già me lo
davano in ospedale, perciò ho
chiesto se aveva qualcosa di più forte e ha tirato fuori una
bustina con
dell’eroina». Rise al ricordo, poi
proseguì. «Quando la presi, mi tremava la
mano, perciò il ragazzo capì subito che era la
mia prima esperienza e mi spiegò
cosa dovevo fare e come dovevo farlo. Nessuno si era accorto di quello
scambio,
perciò tornai normalmente all’ospedale, quasi
eccitata all’idea di provare
l’eroina».
Smise di parlare e aprì gli occhi, stringendo ulteriormente
la mano a Shannon
per accertarsi della sua presenza. Il suo corpo era lì, ma
la mente chissà dove
si era cacciata. Beh, non l’avrebbe disturbato, ma sarebbe
andata avanti con il
racconto.
«Sai tutte quelle cazzate che si raccontano i drogati?
“La provo una volta e
mai più”. Beh, è proprio una cazzata.
Una volta che la provi stai fin troppo
bene e quando passa l’effetto, la rivuoi perché
tutta la merda è ancora lì, è
tornata. Dopo quella prima volta, l’effetto è
durato quasi una settimana. Stavo
bene, veramente bene. Ero talmente pacifica da non creare alcun
disturbo a
nessuno, anche le infermiere ne erano stupite. Ma come tutte le cose
belle,
alla fine l’effetto è finito e sono diventata
più irrequieta di prima».
Si
alzò, sollevando il busto. Shannon la imitò, ma
lei ormai era già in piedi e
gli stava porgendo la mano. «Inutile dire che ho continuato.
Quando uscivamo
per la solita gita il mio spacciatore era lì. E quando ho
capito che le uscite
settimanali non mi bastavano… beh, ho incominciato a
telefonargli e in un’ora
lui era all’ospedale come visitatore. Un giretto nel parco e
io mi ritrovavo
con l’eroina nella tasca dei jeans».
L’uomo fissò la mano che la ragazza gli porgeva.
«Che vuoi?».
«Dobbiamo
andare. Ci staranno cercando e tra poco Jared ti chiamerà,
ne sono sicura.
Magari crede che ti abbia ucciso per poi nascondere il corpo».
Shannon sbuffò insoddisfatto.
«Manca ancora una cosa al tuo racconto»,
precisò fissandola negli occhi chiari.
«Il motivo».
«Che vuoi che ti dica… stare in un ospedale
psichiatrico è deprimente».
«Immagino. Ma volevo sapere il motivo vero.
E vorrei capire cosa c’entra la tua famiglia in tutto
questo».
Il
sorriso beffardo di Remy vacillò. «Allora mettiti
l’anima in pace perché non te
lo dirò mai. Le motivazioni moriranno insieme a
me».
A lei non disturbava parlare di sé stessa in quel modo,
perché pensava che
tutti dovevano morire prima o poi, di qualsiasi cosa. Anche se avesse
smesso
con l’eroina e fosse riuscita a diventare una dolce nonnina
novantenne, prima o
poi sarebbe morta. Ma a Shannon quelle parole facevano rabbrividire
perché
sembravano troppo vicine, come se fossero dietro l’angolo ad
aspettarla.
Remy scrollò le spalle guardando uno Shannon sovrappensiero
e lo precedette,
almeno finché non sentì la suoneria
dell’iPhone dell’uomo. Si voltò
incuriosita
nel momento in cui lui lo estraeva dalla tasca e dava
un’occhiata allo schermo.
Guardo lei e inarcò un sopracciglio, esasperato. La ragazza
nascose un sorriso:
come aveva previsto, Jared aveva chiamato.
Shannon rispose immediatamente. «Stiamo arrivando, nessuno
è stato ucciso».
Ma a Jared non interessava se il corpo di Shannon giaceva o no in fondo
al
mare. «TI HANNO FOTTUTO
Il fratello maggiore rimase stordito ma riuscì a recuperare
tutte le parole, ad
abbassarle di tono e a metterle a posto formando una frase di senso
compiuto.
«Ma che cazzo…? Certo che l’avevo
legata! Me l’hanno fregata? Ma porca…».
Si passò una mano tra i capelli, cercando di placare
l’ira e la vendetta che
sentiva salire dallo stomaco e gli stavano imporporando le guance.
«Sto arrivando. Aspettatemi».
Chiuse la chiamata e raggiunse Remy che teneva gli occhi incollati
sullo
schermo del Blackberry che sembrava funzionare anche dopo il tuffo in
mare.
L’afferrò per mano senza troppi complimenti e la
trascinò con sé.
«Un
figlio di puttana mi ha fottuto la bicicletta»,
imprecò arrabbiato. La sua
bicicletta. Non era una semplice bici, aveva un valore affettivo. Era
anche la
bicicletta che aveva usato per Kings and Queens, quindi era doppiamente
importante.
«Oh, lo so». E passò il Blackberry a
Shannon a cui saltarono subito all’occhio
due tweets del fratello incazzato a morte con chiunque avesse osato
tanto.
Addirittura scatenava gli Echelon alla ricerca del bastardo che se
fosse stato
beccato in fragrante avrebbe avuto ben poca vita di cui godere.
Davanti all’imbecillità di suo fratello non
poté fare a meno di ridere. Ci
mancava solo quella, in effetti. Non solo aveva sulle spalle il macigno
della
storia di Remy più un pizzico di curiosità per
capire cosa avesse scatenato la
ragazza a fare un passo del genere; ci mancava anche la bicicletta
rubata.
Ripassò lo Smartphone alla ragazza e le lasciò la
mano per poi cingerla per le
spalle, avvicinandola a sé. Sfregò una guancia
sui suoi capelli e lei si
aggrappò alla sua canotta.
Remy si sentiva meglio. Non aveva mai parlato a nessuno di quello che
le
succedeva, ben pochi sapevano che lei era una drogata. Ma ora Shannon
era a
conoscenza del perché ne abusasse, anche se questo non
voleva dire che lo
avrebbe accettato.
Però al momento sorrideva e stare stretta
all’abbraccio dell’uomo le faceva
bene.
Questo perché non sospettava nemmeno lontanamente quello che
Shannon aveva
intenzione di fare.
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Lo so. Come al solito sono una ritardataria assurda. E il bello
è che ho anche
qualche capitolo scritto, solo che ogni volta mi dimentico di postare
D: Mi
dimentico, mi faccio distrarre… son un cado disperato.
Rinchiudetemi insieme a
Jared e al Very Soon XD
Ma sono qui! Non prometto di aggiornare con regolarità in
futuro, anche perché
scrivo solo quando ne ho veramente voglia come è giusto che
sia, sennò piango
dalla frustrazione ù_ù Ma che poi sto lavorando
anche a nuove FF! E’ un casino,
tante idee e poco tempo per scriverle. O meglio, poco tempo tra
Facebook,
Twitter, GDR, blog di musica… un po’ un casino ._.
A tal proposito ho scritto una FF HOT (*__*). Ve la linko, si sa mai
che vi
viene voglia di leggerla: je
t’enculerai comme le diable.
Detto ciò, sperando che questo capitolo triste e demenziale
vi sia piaciuto,
passiamo alla parte che più mi piace, i ringraziamenti
<3
Flo:
O Ire ò_ò Come ti
chiamo? XD Ma guarda che ci sono almeno 98543653593657963 persone
più brave di
me a scrivere, io non sono niente di che XD
Massììììì, Jared
che rompe le palle
per sapere cosa fa Shannon nel suo tempo libero, con una ragazza che
gli gira
intorno è copsa da tutti i giorni XD Se poi si fanno certi
festini sul tour
bus… XD Io so che tu sai. Cioè, tu sai che io so.
Manco mi ricordo quello che
ho fatto ieri ma va bene xD Kisses <3
Giulls: Awwwww, non ti perdo
perché
non ti ho in mio possesso ù_ù e perché
sono una persona ordinata XD Non ho più
dinero nel cellulare, sennò ti messaggerei ancora
ç__ç Sai che per BTMYH ho
ricevuto lamentele che dicevano che non aggiorno da un anno e un mese?
Mi ha
fatto sentire uno schifo ._. Va beh, spero che ti piaccia questo
capitolo <3
Ti voglio bene, tesoro!
CutePoison83: Io la continuo
l’FF
ù__ù tutto sta poi nel vedere quanto ci metto ad
aggiornare XD ARGH! GT! D: Li
odio, non posso farci niente ._. Spero ti sia piaciuto anche questo
capitolo
*-* <3
Rò: Non fare la stupita
quando
torno, mi fai sentire di merda ç_ç Lo so di
essere un’assenteista, ma così me
lo fai notare troppo XD Io torno sempre, solo che non si sa quando XD
Però mi
capisci e quindi ne sono felice *__* *rotola di felicità su
un prato appena
tagliato* D: Ma sai che anch’io vorrei scrivere di notte?
Solo che non ho un
portatile e il computer fa un casino assurdo e se i miei mi beccano al
pc, mi
tagliano le mani *fissa i moncherini*
ROMA T___T Volevo venire anch’io, ma le poche finanze me
l’hanno impedito. Ho
sentito parecchi resoconti sul concerto e di Jared mezzo morto. Non che
a
Milano stesse meglio, ad un certo punto ha dovuto sputare con molta
nonchalance
perché era arrivato al limite ._. ma almeno CTTE
l’ha cantata senza l’aiuto di
Antoine (ma con l’aiuto degli Echelon XD). Però
anche se malato è una forza
della natura. Ma anche Shanon, Tomo e Tim… oddio, li amo
ç_ç
Ma ora passiamo al capitolo ù_ù mica scrivo per
niente, eh XD
Ora sai qualcosa del passato di Remy. Okay, non sai le motivazioni che
ci sono
dietro, ma sai com’è arrivata alla droga!
Prestissimo (in termine di capitoli,
in termine di tempo non si sa xD) avrai tutte le risposte possibili
ù_ù
Uhauahauahauahauha, i fratelli sono fighi XD Insomma, so cosa significa
avere
dei fratelli (e io e mio fratello maggiore abbiamo gli stessi segni
zodiacali
di Shannon e Jared, quindi do DOPPIAMENTE cosa si prova xD)
perciò so
descrivere un rapporto di questo tipo. Poi chissà se Jay e
Shan sono davvero
così demenziali. Secondo me sono anche peggio D:
Non solo ho capito la recensione, l’ho anche commentata XDDD
Spero che ti sia
piaciuto anche questo capitolo e che recensirai perché mi fa
un sacco piacere
*__* <3
R Artemis: Sono contenta che questa
storia è WOW, anche se ci metto anni ad aggiornare D: Beh,
le santarelline
hanno rotto le scatole ù_ù volevo qualcuno fuori
dagli schemi e comunque la
storia che avevo pensato e che sto scrivendo la richiedeva :) Beh,
Jared e
Shannon si vede anche ad occhio nudo quanto siano protettivi
l’uno verso
l’altro, non è difficile scrivere tutto questo
<3 Grazie mille per tutti i
complimenti e perdona il ritardo ç_ç