AIUTAMI
°02°
*Grazie
a tutte le ragazze (Angel island, Elrohir,
Lucylu, Shak4, Brinarap, Stateira, Kiba91) che hanno commentato il primo
capitolo…GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEE…..spero di non
deludervi! ^___-*
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-
Ma sei completamente impazzito???
Volevi staccarmi il braccio???
Mi giro verso il do’hao.
Ma quanto grida?
Non era assiderato e in uno stato
catatonico-depressivo?
Rispondo con indifferenza al suo
sguardo di fuoco. Dopo pochi secondi rivedo il rossore sulle sue guance.
Abbassa repentinamente lo sguardo, fissandolo sul pavimento candido che sta
bagnando.
Si massaggia il braccio con cui
l’ho tirato dentro casa. Ha un’espressione corrucciata e infastidita.
Non mi sembrava di averlo tirato
così forte…
Comunque mi sembra un dato
trascurabile…data la situazione.
-
Allora?
– lo osservo cercando una spiegazione a tutto ciò che sta avvenendo questa
notte.
Voglio
prima sapere che cosa ci fa qui.
E
ignoro (devo dire molto stoicamente) i brividi di freddo che percorrono il mio
corpo (e suppongo anche il suo) e il sonno.
-
“Allora”…………………..cosa? – mi osserva con un’espressione sorpresa…oserei dire
ebete.
Come
se non si trovasse (completamente bagnato) dentro la casa della “baka kitsune”
(come dice lui), dopo essere venuto di sua spontanea volontà qui e dopo aver
palesato la sua presenza per almeno dieci miglia (con quel maledetto
campanello!). Alle quattro di notte.
Naturalmente non potrei mai
sprecare tanto fiato per dirgli tutte queste parole.
Sono sempre stata una persona concisa.
E diretta.
-
Che
cosa ci fai qui? – incrocio le braccia contro il petto. Sono completamente
bagnato…domani come minimo avrò una bronco-polmonite. Tutta per colpa sua.
Il do’hao riabbassa lo sguardo.
Ecco di nuovo il rossore. Fantastico….ha di nuovo riattivato la funzione-verginella-impaurita.
Cosa ho fatto di male?
Passa qualche minuto. La
situazione non cambia. Lo vedo impacciato e tremendamente imbarazzato.
Possibile che questo ragazzo che
mi ritrovo davanti sia lo stesso Hanamichi Sakuragi che
strepita baldanzoso in palestra ogni giorno???
Per la prima volta penso che
forse tutto ciò che fa…il modo in cui si comporta…il
modo in cui parla………………………….sia soltanto…………..una recita.
Un
suo starnuto mi riscuote dai miei pensieri. Anche lui ha freddo. Ed è bagnato
come me. Anzi. Più di me…sarà stato molto tempo sotto la pioggia.
Alza
la testa. Mi guarda negli occhi. Con sguardo risoluto.
E
comprendo che non mi dirà perché è venuto qui questa sera. Almeno per ora.
Sospiro
impercettibilmente. E va bene.
-
Do’hao…- scuoto leggermente la testa.
-
Baka
kitsune – e lo fisso mal celando un po’ di sorpresa. Perché il tono con cui
l’ha detto era…tranquillo. Non c’era odio. Né ira. E il sorriso imbarazzato e
gentile che mi sta rivolgendo ora (quasi mi stesse chiedendo grazie per aver
compreso la sua reticenza a parlare) mi turba.
Non
so come rapportarmi con questo “nuovo”
Sakuragi.
Quindi…riportiamo
il nostro rapporto ad un livello…più “normale”.
-
Do’hao…mi stai bagnando tutto il pavimento.
Ok
Kaede. Una frase meno scontata e stupida non potevi trovarla. Grande.
Però
Sakuragi abbozza un mezzo sorriso ironico. Ha capito.
-
Dovresti
ringraziare il tensai…è acqua sacra questa - E osserva divertito le gocce d’acqua
scivolare dalla sua maglietta e dai suoi jeans sul pavimento. Come un bambino.
Mi
accorgo solo ora che non indossa un giubbotto. O un qualcosa di più pesante. Ma
da dove veniva? Possibile che sia stato colto all’improvviso dal temporale?
E
poi…………....a quest’ora? Non capisco…
-
Tz….-
mi dirigo verso il piano di sopra. Devo farmi una doccia. E anche lui. Gli
andranno i miei vestiti?
-
Dove
vai? – mi osserva. Ha un qualcosa di strano. Ma mi sfugge cosa. Senza
quell’espressione idiota che assume sempre in palestra…è diverso. Ma questo non è
importante ora.
-
A
lavarmi. Vieni- incomincio a salire le scale.
Ma
quando non lo sento dietro di me mi blocco. Non sarà rimasto immobile giù nel
soggiorno?
Sbuffando
ridiscendo le scale.
Come
volevasi dimostrare.
È
rimasto dove lo avevo lasciato. Un altro starnuto. Continua a passarsi
lentamente la mano sopra il braccio. Ormai più che una pozzanghera ha un lago
sotto i suoi piedi. Mi aspetta un bel lavoro di pulitura.
Ma
chi me l’ha fatto fare??
-
Do’hao…vuoi l’invito scritto per muoverti?
Alza
il viso guardandomi. Poi abbozza un sorriso imbarazzato.
-
Non
voglio sporcarti ulteriormente la casa- e con la mano indica le sue scarpe
sporche di fango (che effettivamente hanno insudiciato l’ingresso) e l’acqua
sotto di lui.
…………………………………………ok…………………………………..
Forse
sto ancora dormendo. Sì. È tutto un sogno.
Deve essere un sogno.
Cioè…il
ragazzo che ho di fronte non è Sakuragi. Non può essere lui. È troppo gentile.
È troppo educato. È troppo…cazzo è troppo tutto!
Sto
per avere un esaurimento nervoso. Ho freddo. Ho sonno. E sono in compagnia di
un clone che si spaccia per Hanamichi Sakuragi.
-
Togliti
le scarpe. Ti aspetto sopra…do’hao – mi giro sbuffando. Voglio solo ritornare a
dormire.
-
Aspetta…-
il suo tono è incerto. Cos’altro c’è???? -…….e i……tuoi?
Mi
blocco sul gradino della scala.
I
miei genitori?
Interessante
che si sia posto la domanda solo ora.
E non prima mentre svegliava l’intero vicinato e cercava di sfondare la porta!
Ma
effettivamente…non sarebbe cambiato nulla.
I
miei…non ci sono da tempo in questa casa. Da tanto. Se non avessi dei
ricordi…penserei di essere cresciuto in solitudine da sempre.
-
Non
ci sono – forse ho usato un tono troppo lapidario. Lo vedo rattristarsi…perché?
Scuoto
la testa, ricominciando a salire le scale. Non voglio la compassione di
nessuno. Di nessuno.
Entro
dentro la mia stanza. Devo prendere un pigiama e anche dei boxer per quel
do’hao. E devo anche tirare fuori dall’armadio il futon primaverile. Non ne ho
un altro pesante. Si dovrà accontentare.
Ad un tratto mi rendo conto che è la prima volta
che ospito qualcuno qui dentro. Anzi.
Che
provvedo a qualcuno che non sia me stesso. Tranne Micky naturalmente. A
proposito…dov’è finito?
Non
ho il tempo di pensarlo, che sento un miagolio isterico provenire dal piano di
sotto, unito all’urlo di Sakuragi.
Cos’altro
avrà combinato quel do’hao???
Sento
i suoi passi veloci e pesanti sopra le scale (con una grazia elefantina aggiungerei), per poi vedermelo sbucare in
camera tutto affannato. Non ho il tempo di dire nulla che si richiude la porta
dietro le spalle, appoggiandosi sopra.
È impazzito?
Dopo
pochi secondi sento Micky graffiare la porta da fuori. E dal rumore, mi sembra
abbastanza nervoso. Come minimo starà lasciando dei solchi di un centimetro.
Incomincia
anche a miagolare, chiedendo (anzi, il mio gatto non chiede mai), ordinando che
gli sia aperta la porta.
Mi
sono sbagliato. Non è nervoso. È incazzato nero.
-
Do’hao
cosa hai fatto al mio gatto?
Alza
la testa di scatto alla mia accusa. Si arrossa tutto in viso, indicandomi la
sua gamba destra, dove spicca un graffio lungo e sanguinante.
-
COSA
HO FATTO AL TUO GATTO?? DOVRESTI CHIEDERMI COSA HA FATTO QUELLA BELVA A ME!
Ma
perché grida? Che fastidio.
-
Non
è una belva. È un gatto. È il mio gatto.
E
spero che mi abbia capito. Nessuno maltratta il mio gatto.
Tranne
me naturalmente.
Mi
avvicino al do’hao, facendolo spostare (nonostante le sue proteste) dalla
porta. Quando la apro mi ritrovo Micky, in un solo balzo, fra le braccia.
Incomincio
ad accarezzarlo lentamente, cercando di farlo calmare. Ha il pelo così liscio e
morbido. Di un nero lucente. Quando lo gratto sotto il mento, lo sento
miagolare estasiato. Socchiude gli occhietti grigi…incominciando a fare le
fusa.
-
Belva
ruffiana – un suo sussurro. Infastidito.
Riporto
l’attenzione sulla Scimmia rossa.
Si
accorge del mio sguardo accusatore.
Arrossisce
mentre incomincia a sbraitare una valanga di parole.
-
E’
inutile che mi guardi in quel modo baka kitsune! Non è colpa mia! Era buio per
le scale, come facevo ad accorgermi di quel botolo nero e antipatic…
- un miagolio infastidito lo interrompe... – vedi???
Mi odia!!! Gli ho solo calpestato la coda e mi ha aperto uno squarcio lungo la
gamba con quegli artigli che si ritrova! – e m’indica di nuovo la gamba.
Se
non fossi Kaede Rukawa…credo che sorriderei (davanti
a lui). La scenetta è comica. Un bestione alto 2 metri che sbraita contro un
gatto…sembra un bambino a cui gli hanno rotto il giocattolino nuovo.
-
E
mi ha pure inseguito per le scale! - muove le braccia in modo plateale.
Ora
riconosco il Sakuragi di sempre. Quel suo parlare istrionico, esagerato. Quel
suo gesticolare scoordinato.
Ora
lo riconosco.
E
mi rendo conto che il tutto...è orrendamente……………………………falso.
E non me ne ero mai accorto.
Che stia cercando di alleviare la
tensione che c’è fra noi? Di allontanare dai miei pensieri, il perché lui sia
qui…ora….stanotte? Il perché abbia suonato alla mia porta?
E va bene Sakuragi.
-
Hai
finito? – lo osservo con sguardo scettico, mentre continuo ad accarezzare
Micky.
Per
pochi minuti regna il silenzio nella camera. Gli unici suoni impercettibili
sono il suo respirare affannoso, il suono cupo e grave delle fusa di Micky e il
lieve tamburellio della pioggia contro la finestra.
Lancio
uno sguardo veloce alla mia sveglia luminosa. Sono già le cinque di mattina.
Per
fortuna domani è domenica.
Lascio
andare Micky per terra, per poi prendere il pigiama e la biancheria che avevo
appoggiato sul mio futon (prima di tutto quel baccano).
-
Tieni.
Il bagno è la stanza in fondo al corridoio. Dentro troverai un telo con cui
asciugarti. Sbrigati.
Osserva
stranito i vestiti. Poi borbottando contro le “volpi malefiche e insensibili” e
lanciando un ultimo sguardo di puro odio contro Micky, se ne va in bagno. Sento
la porta chiudersi.
Sospiro.
È
una situazione………………………………….strana.
Mi
accosto alla finestra. Piove. Continua a piovere. Io amo la pioggia. Lava via
tutto. Dolore. Colpe. Odori.
Dopo…rimane
solo il nulla.
Micky
si struscia contro le mie gambe. Lo riprendo in braccio, guardandolo negli
occhi.
-
Però…è
vero che sei un po’ ruffiano – sorrido.
Arruffa il pelo, soffiandomi
contro. E permaloso. Proprio come me.
Si divincola dalla mia stretta,
cadendo elegantemente per terra. Ridendo cerco di riafferrarlo, ma mi blocco.
Sakuragi è sulla soglia della
camera. E la sua espressione è attonita. Sorpresa.
Il mio riso scompare. Odio che
qualcuno mi veda così. Senza barriere.
-
Togliti
quell’espressione dal viso do’hao – mi dirigo con passi veloci verso di lui.
Sussurra
un incredulo “Sai ridere”.
Infastidito
esco dalla camera.
Micky
mi segue. Entro in bagno, incominciando a svestirmi. Finalmente mi tolgo gli
abiti freddi…ma come ho fatto a rimanere per tutto questo tempo con questa roba
bagnata addosso? Tutta colpa del do’hao!!!
Micky si acciambella vicino alla
porta del bagno.
-
Cos’è…fai
la guardia che lui non entri?
Sbuffo divertito. Emette un
piccolo miagolio…
Potevo avere solo io un gatto del
genere. Bah..
Dopo aver riempito la vasca con
l’acqua calda mi ci immergo fino alla testa…chiudo gli occhi rilassandomi. (nota
1)
In poco tempo i brividi di freddo
e i pensieri (per lo più rivolti verso Sakuragi) svaniscono. Scivolano
sull’acqua…mischiandosi alla schiuma.
Che
pace. Ripenso a quante
volte mi sono addormentato in questa vasca. E ai vari raffreddori che avevo il
giorno dopo.
Quando sento le palpebre farsi
sempre più pesanti mi alzo. Voglio dormire nel mio futon. Non qui. Esco dalla
vasca, riempiendo un secchio d’acqua tiepida.
Mi siedo sullo sgabello di legno
e incomincio a lavarmi. Osservo la pelle arrossata. È troppo chiara. Mi guardo
intorno e mi accorgo che Micky si è infilato sotto un cumulo di vestiti, posti
in un angolo della stanza.
Devono essere di Sakuragi. Quel
do’hao li ha lasciati qui.
Osservo Micky…………………………………………….ma
cosa sta facendo?
Penso all’improvviso che voglia
lasciare qualche “piacevole ricordino” sopra i vestiti della Scimmia. E’ vero
che è colpa sua sono sveglio a quest’ora….e se mi
sono preso tutto quel freddo. Però…
-
Micky…spostati
da lì.
Ma
non si sposta. Anzi.
Non
mi degna di uno sguardo.
Lo
vedo stringere fra le unghiette la maglietta nera di Sakuragi…e…………………leccare
le maniche?
-
Baka
neko cosa stai facendo???
Mi alzo di scatto dallo sgabello
(rischiando anche di scivolare) avvicinandomi a quello stupido gatto.
Cerco di togliergli dalle zampine
la maglietta, ma Micky si aggrappa con forza.
-
Smettila…così
la strapperai!
Miagola
infastidito cercando di mordermi la mano. È insopportabile
quando ci si mette.
Gli
lascio la maglietta. Sento i suoi miagolii soddisfatti (grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr….baka
baka) prima di ridedicarsi alla leccatura.
È
impazzito……….cosa avrà da leccar…….interrompo i miei pensieri.
Fisso sorpreso la mia mano sinistra. Quella che
aveva stretto una delle due maniche della maglietta.
È
sporca. D’acqua. Rossa.
Rossa?
-
Micky………………………………….cosa stai leccando? – un dubbio
incomincia a insinuarsi in mente.
Vedo
sotto la maglietta allargarsi una piccola pozza d’acqua (di cui la maglietta è
pregna). Acqua rossa. Acqua mista a…
Micky
si interrompe. Mi osserva per un lungo attimo. La sua
coda nera si muove lentamente nell’aria. I suoi occhietti grigi possiedono una
luce strana. Felina. Quasi….primordiale.
Non adatta ad un gatto domestico.
Stai leccando del……………………………………sangue.
Ecco perché.
Il Suo……………………..sangue.
Note
Nota 1:
E’ una nota “postuma” (novembre 2009). Quando ho scritto questa scena ho fatto
un errore davvero grossolano, non tenendo conto della tradizione giapponese
dell’Ofuro (おふろ).
A differenza della nostra abitudine confermata di immergerci nella vasca per
lavarci, in Giappone è l’esatto contrario. Prima di immergersi nella vasca, ci
si lava (normalmente sedendosi su uno sgabello) e in seguito si entra nella
vasca. Nella scena invece che descrivo, avviene il contrario. Chiedo perdono.