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Autore: Luli87    29/10/2011    7 recensioni
E dopo la prima parte di "Effetti collaterali", ci siamo con la seconda! Avete freddo? Questi due capitoli vi sapranno scaldare un po'... non troppo eh, ma un po'! Buona lettura!
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fermi, ancora sdraiati sul divano, vi fissate allegri. L’alcool dà effetti particolari e il caldo dell’estate proprio non aiuta. Nonostante l’aria del ventilatore, inizi a sudare, con il peso di Rick addosso. Fai per alzarti e lo scrittore, capendo le tue intenzioni, ti anticipa, spostandosi. In piedi, vicini, ancora mano nella mano, vi osservate curiosi e apparentemente imbarazzati. Entrambi sapete bene dove arriverete da lì a breve, ma entrambi non sapete come iniziare il “discorso”, anche se ne morite dalla voglia.
“Io…” inizi tu.
“Io…” sussurra contemporaneamente lui.
Ridete insieme. Quante volte vi è capitato di dire le stesse cose, contemporaneamente?
Quante volte iniziate la stessa frase o uno completa una frase dell’altra?
Praticamente ogni giorno. Il vostro feeling è unico.
Lo scrittore china leggermente il capo, segno che puoi parlare prima tu.
“Ho bisogno di rinfrescarmi un attimo, mi gira un po’ la testa, vado…” dici, indicando verso il bagno.
“Ti accompagno?” propone lui, interrompendoti.
Ridi divertita: “No, Castle, grazie. Sono grande e forte, posso arrangiarmi da sola.” Rispondi, agitando una mano, “poi è sempre casa mia, so come muovermi.”
“Obiezione vostro onore” afferma convinto, mettendoti una mano dietro la schiena e portandosi un tuo braccio dietro il collo, facendoti avanzare di qualche passo, “Per come hai barcollato poco fa credo che prima di arrivare al bagno tu possa cadere.”
Come puoi dargli torto? Sei inciampata nella tua stessa casa, dopo aver bevuto tre drink, e fatichi a respirare soprattutto per via del caldo. Annuisci e ti arrendi all’evidenza, facendoti aiutare dallo scrittore.
Davanti al bagno però, lasci la sua mano, apri la porta ed entri lentamente, senza staccare i tuoi occhi dai suoi: li socchiudi appena, regalando allo scrittore un magnifico sorriso.
“Da qui posso proseguire da sola, Castle.”
“Sicura? Se insisti potrei anche aiutarti a…”
Ma prima che possa finire la frase, gli hai già chiuso la porta in faccia, con una sonora e divertita risata.
 
Lo scrittore sbatte la fronte contro la porta, due volte. Non insiste, non bussa. Ti lascia tranquilla.
Si guarda intorno: il tuo appartamento gli piace, è spazioso, luminoso, semplice ed elegante, rispecchia alla perfezione la tua personalità. Cammina per tutta la stanza, sfiora il divano, guarda le poche fotografie con cui hai arredato le pareti, attende trepidante il tuo ritorno. Nella sua mente, già gusta tutto ciò che lo aspetta… Che vi aspetta.
Fa molto caldo e Castle si avvicina ad una finestra. Non vuole aprirla, per timore di essere colpito da una ventata calda di afa. Si volta appena e la sua attenzione viene catturata dal frigorifero. Magnifico refrigerio. Prima di aprirlo però, viene colto da un lampo di genio. Apre quindi il freezer e sorride vedendo ciò che nella sua mente aveva sognato e sperato vivamente di trovare. Afferra la vaschetta contenente i cubetti di ghiaccio e li versa tutti in un bicchiere, bagnandoli con meno di un dito d’acqua. Soddisfatto, riempie di nuovo di acqua la vaschetta e la ripone nel freezer, tornando poi a sedersi comodamente sul divano, appoggiando il bicchiere sul tavolino in fronte a sé. Accavalla le gambe, si sistema il ciuffo ribelle di capelli che gli cade sulla fronte e osserva dritto verso la porta del bagno, in attesa di te. Manca poco, davvero poco, e ti sorprenderà.
  
Hai aperto l’acqua fredda del lavandino e hai subito lavato le mani, i polsi e il collo. Ti osservi allo specchio nel mentre ti rinfreschi. Sei stanca, si vede dallo sguardo che hai. Ma sei serena e la sola presenza di Castle nel tuo appartamento ti manda su di giri.
Le gocce d’acqua sfiorano la tua pelle e ti regalano piccoli momenti di sollievo da quel caldo infernale. Ma non vuoi trattenerti troppo, lo scrittore ti starà aspettando.
Apri la porta e, al contrario delle aspettative, non è lì ad attenderti. Te lo immaginavi attaccato alla porta: ti saresti aspettata di tutto. Invece ti volti verso il soggiorno e lo vedi: è seduto comodamente sul divano a gambe accavallate, con le braccia aperte sullo schienale, tranquillo. Ti guarda in silenzio, con quel suo matto sorriso stampato sul viso. I suoi occhi magnetici subito incatenano i tuoi. Sposta leggermente un braccio e batte il palmo della mano sul cuscino accanto a sé: ti sta invitando a raggiungerlo. 
“Avevi ancora sete?” chiedi, osservando il bicchiere sul tavolino.
“Un po’.” Mente.
Ti avvicini, sposti un cuscino accanto a lui e lo allontani, per farti spazio. Ti siedi e porti una mano sulla fronte, massaggiandotela. Ancora ti gira la testa, per il caldo e per l’alcool. Ma il ventilatore sta facendo un buon lavoro, regalandovi qualche soffio di aria, di respiro, di sollievo.
Castle ti osserva serio, silenzioso. Poi allunga un braccio verso di te e ti prende la mano che poco fa avevi appoggiato sulla fronte. Guardandoti negli occhi, fisso, porta la tua mano all’altezza della sua guancia e, automaticamente, apri il palmo e lo appoggi sulla sua pelle, accarezzandolo. Non sei tu a guidare quel gesto, quelle carezze: è lui. Stringe piano il tuo polso e lo muove, organizzandogli un percorso, una danza sul suo viso. Guancia, mento, bocca, naso, fronte; e di nuovo guancia, collo, mento, bocca. Le sue labbra si muovono sulla tua mano, baciando la tua pelle, una volta, due, tre. Non sai come, l’istinto ti spinge a muoverti verso di lui, portando anche l’altra tua mano sul suo volto, sulla guancia, sulla fronte, tra i suoi capelli. E il tuo corpo, attratto da una forza irresistibile, si sposta avvicinandosi a quello dello scrittore che, piacevolmente, si stringe a te, abbracciandoti, portando le sue mani tra i tuoi capelli, dietro al tuo collo, lungo la tua schiena.
E le vostre bocche, sempre più vicine, non sanno far altro che sorridersi reciprocamente e schiudersi insieme, per poi appoggiarsi l’una sull’altra, smaniose ed impazienti di assaporarsi.
  
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