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Autore: Meme06    31/10/2011    7 recensioni
Si, sono di nuovo io con un'altra ffc su questo meraviglioso anime. Questo è il continuo di Siblings in love, spero solo che possa piacere come è piaciuta la prima ^ ^ Baci.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Siblings in love'
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- Per favore! - disse la sorella con le mani giunte e facendo gli occhioni da cucciolo bisognoso di coccole.

- No.

- Andiamo! Non ti chiedo più niente! - continuò a pregarlo lei.

- Mi sembra solo sciocco pregarmi per questa cosa, potresti risparmiarti i tuoi occhioni dolci per qualcosa di veramente importante, non credi? - ribatté il fratello.

- Come se a te non piacerebbe andare, è solo che sei troppo cocciuto per ammetterlo! - rispose lei abbandonando lo sguardo dolce e mettendo le mani sui fianchi, imbronciata.

Ikuto la guardò sorridendo. Le si avvicinò mentre la ragazza riduceva gli occhi a due fessure e lo guardava minacciosa. Lui si abbassò alla sua altezza facendola subito arrossire.

- E va bene… - disse. - ti ci porto…

- Evviva! - fece lei con aria trionfante saltando al collo del fratello.

- Ma… - oh oh, quel 'ma' non prometteva nulla di buono.

- Cosa? - chiese lei con la voce quasi intimorita.

- La metà del tuo cioccolato sarà mia. - le disse.

- Come?! - domandò la ragazza.

- Hai sentito benissimo, coraggio andiamo o faremo tardi. - fece lui e voltandosi si diresse verso l'ingresso seguito da Amu che avrebbe preferito strozzarlo in quel momento.

Proprio quel giorno ci sarebbe stata un'offerta speciale, nel negozio di dolci vicino casa loro, sulle barrette di cioccolata. Amu, golosa di quel tipo di dolce non aveva perso tempo e aveva chiesto a suo fratello di accompagnarla, perché non voleva andarci da sola e lo voleva vicino. Dopo quel sogno aveva sempre avuto una gran paura di perderlo. Aveva sempre il terrore che quando un giorno sarebbe tornata a casa avrebbe trovato un biglietto con su scritto 'addio' al posto di suo fratello. E questo le metteva addosso un'angoscia terribile.

Purtroppo però, la richiesta di accompagnarla aveva avuto un intoppo che lei non aveva calcolato. Ikuto andava letteralmente pazzo per il cioccolato. Eppure lei lo sapeva dopo tutti i dolci che gli aveva preparato. Ma quella volta non ci aveva proprio pensato.

- Hai intenzione di non farmi neanche un sorriso per tutta la strada fino al negozio? - chiese Ikuto fermandosi e guardandola.

- Eh? - chiese lei voltandosi.

- Cosa ti turba Amu? - persino lui se n'era accorto.

- N-niente… - rispose la ragazza voltandosi e riprendendo a camminare. Avrebbe dovuto fermarla? Forse avrebbe dovuto chiederle spiegazioni. Ma per il momento era meglio lasciar perdere.

- Ci siamo. - disse il ragazzo entrando con la sorella.

L'odore di cioccolato riempì loro i polmoni e sorrisero. Per solo un attimo però, visto che poi si accorsero della fila di tre chilometri che si presentava davanti a loro per prendere un po' di cioccolata.

La figura di sua sorella diventò pietra.

- Amu, sicura che vuoi…?

Non fece in tempo a finire la frase che la sorella lo trascinò a fare la fila.

Mentre erano in attesa ogni tanto il ragazzo guardava di sottecchi la sorella. Si era accorto da giorni che qualcosa non andava, che sembrava avesse paura di qualcosa di cui non parlava neanche con lui. Questo gli dispiaceva veramente, anche perché non riusciva a capire che cosa avesse.

- Hey Amu? - la chiamò il ragazzo.

La rosa alzò lo sguardo assente verso suo fratello.

- Dimmi… - mormorò.

Avrebbe potuto chiedergli quello che gli premeva fin nelle viscere, ma era meglio farlo a casa.

- Andiamo avanti, la fila si sta accorciando… - le disse.

Lei annuì e piano piano arrivarono al banco.

- Finalmente, noi siamo i prossimi! - disse trionfante la ragazza.

Quando la coppia che stava davanti a loro se ne andò Amu chiese subito una stecca di cioccolato.

- Mi dispiace signorina, le abbiamo finite tutte… - disse la donna dall'altra parte del banco.

- Ah? Cosa? - chiese delusa la rosa. - Oh…

- Mi dispiace molto. - ripeté l'altra.

Amu assunse un'espressione dispiaciuta e insieme a suo fratello uscì dal negozio.

- Uff… ci tenevo a mangiare un po' di cioccolata… - si lamentò la sorella mentre ritornavano a casa.

- Dai che a casa è rimasto un po' di cacao e sicuramente puoi farci qualcosa… - le disse cercando di tirarle su il morale.

- Forse hai ragione, quindi sbrighiamoci a tornare a casa… - rispose lei e iniziò a correre, seguita da suo fratello che la guardava con un mezzo sorriso mentre la raggiungeva e la superava.

- Primo! - esclamò trionfante mentre una Amu stanca morta lo raggiungeva.

- Santo cielo, ma non potevi per almeno una volta farmi vincere… - disse incrociando le braccia e guardandolo stizzita.

Lui si mise a ridere mentre apriva la porta e entrava dentro casa. Dopo qualche minuto anche la ragazza riuscì ad entrare dentro casa e dirigersi in cucina.

Stava per prendere gli ingredienti quando qualcuno la bloccò da dietro.

Si voltò trovando suo fratello che la guardava con uno sguardo strano.

- Che cosa c'è? - chiese lei provando a sorridere, ma vedendo il fratello poteva solo assumere solo un'espressione preoccupata.

- Tu mi devi delle spiegazioni… - le disse guardandola serio. Era arrivato il momento. Doveva chiederglielo.

- Di che cosa? - chiese lei confusa.

- C'è qualcosa che non va, lo so, e non capisco perché tu non voglia dirmelo. - rispose il ragazzo.

Lei abbassò lo sguardo.

- Ma no, cosa dici? - domandò la ragazza, neanche lei però ne era convinta. Rialzò il volto e si girò di nuovo. - Dai fammi preparare il dolce adesso.

Ikuto annuì e lasciò perdere dirigendosi nella sua stanza. Ormai aveva capito che a sua sorella ci voleva tempo e doveva sentirsi pronta a parlare. Meglio aspettare.


La ragazza aprì lentamente gli occhi. Si guardò intorno. Era tutto buio e la sveglia segnava le tre del mattino. Qualcosa l'aveva svegliata. Ora che ci pensava sentiva che il letto era molto più caldo e le coperte molto più pesanti. Non ricordava che il piumone fosse così pesante.

Alzò le coperte e urlò dallo spavento balzando fuori dal letto.

- Brutto maniaco che ci facevi nel mio letto! - gridò indicandolo con fare accusatore.

Il ragazzo si mise lentamente seduto. Sbadigliò e assonnato rispose:

- Che cos'hai da gridare? Guarda che stavo dormendo…

- Ti informo che stavi dormendo nel mio letto! - lo sgridò ancora la sorella.

- E allora? Avevo freddo… - si giustificò il ragazzo.

- Bella scusa, ma non ci casco! - la ragazza si avvicinò al letto e mise le mani sui fianchi avvicinando il viso a quello del ragazzo. - Esci subito dal mio letto.

Lui sorrise malizioso e dopo averla afferrata per un braccio la fece ricadere sul letto. Prese la coperta e coprì entrambi mentre Amu lo guardava totalmente arrabbiata.

- Che c'è? - chiese lui con fare innocente.

- C'è che questo non è il tuo letto e questa non è la tua camera e ti ripeto che io non ho alcuna intenzione di dormire con te. - ribatté la ragazza.

- Oh andiamo, chi parla di dormire? - le chiese con fare malizioso.

Non c'è bisogno di dire che Amu diventò porpora.

- Si vede che sei arrossita anche al buio… - la prese in giro il ragazzo, ridendo.

- Gattaccio pervertito che non sei altro!!! - esclamò.

- Hey, non urlare, vuoi che i nostri genitori sentano? - le chiese.

La ragazza tornò seria e lo guardò triste negli occhi.

- Già, loro non dovranno sapere mai niente. - disse tristemente.

- Niente di cosa, ancora il bello deve venire… - sussurrò il ragazzo.

Un pugno gli arrivò dritto in testa.

- Deficiente, hai sempre voglia di scherzare tu! - esclamò la ragazza per poi scoppiare a ridere.

Però d'un tratto si sentì presa per i polsi e trascinata sotto di lui.

- Io non ho mai detto che scherzavo…


Scusate il ritardo, ma non avevo ancora i capitoli ben definiti e divisi. Così dopo aver riordinato la mia mento ho deciso di scrivere il secondo capitolo. Spero che vi sia piaciuto! ^ ^

  
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