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Autore: Eloise_elle91    01/11/2011    2 recensioni
Parto dalle origini di Charlotte Petrova, della quale tutti parlano, ma la domanda fondamentale è: Chi è?
Bhè io cercherò di delinearvi il suo personaggio con le basi che ho, cioè Katherine ed Elena.
La storia è ambientata al tempo della "Guerra dei Cento anni" quindi tra il XIV e XV secolo (1300/1400 circa) e tratterà di Charlotte in prima persona, ovviamente di Klaus e degli altri Originari, che per me saranno sette, arriveremo a Katherine e infine ad Elena.
Cercherò di delinearvi soprattutto la psicologia oscura di ogni singolo personaggio, sperando che alla fine del percorso ogni lettore abbia capito il filo logico del mio racconto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17: Empatia

Quando Elena si svegliò aveva accanto a se il biglietto che aveva trovato ieri sera. Non sapeva ancora se andare o no all’appuntamento, sarebbe stato avventato, ma doveva rischiare, “tanto” pensò “più di morire due volte non posso”...
La festa finì tardi, tutti dormivano, aveva ancora mal di testa Elena, ma stranamente non aveva sognato niente, decise di passarci su; Meredith dormiva nella stanza a fianco alla sua; si Elena decise di passare la notte al pensionato, era più vicino alle cascate...

 

Elena prese il suo diario, lo aprì e cominciò a scrivere:
“Caro diario, la festa è finita e ancora una volta eccomi ritornata alla vita di sempre. Volevo passare la giornata con la mia amica Meredith, ma questo messaggio sembra più importante e sicuramente mi ruberà del tempo. Di solito non esco mai senza di te, ma stavolta credo che ti lascerò qui al pensionato. Conosco bene le cascate, ci andavo quando ero piccola e facevo sempre un bagno nell’acqua fresca con la mamma. Chi mi attenderà li ancora non lo so, ma al momento non mi interessa. Quello che voglio è sapere dov’è Stefan, chi è Charlotte e, perché no, anche come uccidere Klaus, ma soprattutto voglio trovare gli Originari. È un’idea che mi circola da quando Elijah mi parlò, seppur brevemente, della sua famiglia. Ovunque si trovino devo liberarli... il ciondolo che mi ha regalato Damon è bellissimo, come pure il regalo di Meredith, è una spilla molto bella e a forma di rosa, credo che la metterò oggi abbinata ai miei ciondoli... Stefan e Damon, è come se la storia si stesse davvero ripetendo, inquietante come cosa... Ora ti lascio. E”
 
Infilò il biglietto di ieri sera nel diario, lo chiuse e lo posò in borsa. La spilla le stava proprio bene, sembrava antica, ma era il genere di cose che affascinava Elena. Scese piano le scale, quando arrivò al pianerottolo si fermò di botto. C’era qualcuno in salotto; si affacciò poco e vide Jeremy che frugava nella libreria. Jeremy che cerca un libro? Beh, pensò Elena, aveva visto di tutto negli ultimi tempi. Chiuse gli occhi per un istante e all’improvviso le parve che il tempo si fermò, riuscì a sentire Jeremy dire “maledetti fantasmi, ma cosa vogliono da me?”
Elena aprì gli occhi subito: non poteva essere, Jeremy aveva la bocca sigillata, forse lo champagne non lo aveva ancora digerito bene. Oltrepassò il pianerottolo, arrivò alla porta e uscì senza farsi sentire. Erano le undici del mattino, non prese la macchina, non ne aveva bisogno. Andò a piedi; arrivò subito, erano uno spettacolo fantastico le cascate di prima mattina. Elena non sapeva di preciso dove andare, così si avviò verso la riva del torrente e si sedette a contemplare la meraviglia di quelle cascate, ma in realtà a ricordare anche un po’ la sua infanzia vissuta li.
 
Meredith era di fronte al camino, stava ammirando quella casa spettacolare con tutta se stessa. Aveva cercato Elena, ma forse dormiva ancora e non voleva svegliarla, infatti il cellulare era giù in salotto. Jeremy era uscito con un libro in mano dicendo che sarebbe andato in biblioteca. Non sapeva se era stato un bene ritornare a Mystic Falls, ma qualcuno doveva proteggerli, doveva avvertirli degli imminenti pericoli che si abbatteranno su di loro. A volte essere come lei non era per niente facile, poi una voce disse “Ah buongiorno!”
“Ciao Damon” disse Meredith “Hai visto Elena?”
“No, dorme?” rispose Damon
“Beh, visto che dorme, dimmi una cosa. Cosa sai della cripta giù alle rovine di Fells Church?”
Damon rimase immobile di fronte a quelle parole. Poteva sapere delle rovine, ma non della cripta; decise di fingere indifferenza “Quale cripta?”
“Oh andiamo, la so più lunga di te. I ventisette vampiri intrappolati all’interno, l’incantesimo fatto da Bonnie e da sua nonna per riaprire la cripta, ma aimè senza successo. So tutto di questa città Damon. Voglio solo sapere cosa sai della cripta”
“Come fai a sapere queste cose?”
“Qui le domande le faccio io. Non costringermi a usare la forza” disse Meredith estraendo un pugnale di legno...
“Come lo sai?”
“Ho avuto il piacere di affrontare tuo fratello a Manhattan, io so dov’è Damon, ma tu mi devi aiutare. Dobbiamo proteggere Elena da una cosa più grande di me, di te, di lei e di Klaus messi insieme”
“Proteggerla da cosa?”
“Dalla magia” disse Meredith lasciando Damon senza parole...
 
Una figura si muoveva nell’ombra, andava dritto verso le cascate. Ad un tratto la vide, seduta sulla riva del torrente che stringeva in mano delle collane. Era identica, in ogni sua parte, come l’ultima volta. Si avvicinò furtivo, non voleva spaventarla, sentiva i suoi sospiri, le sue ansie e le sue paure. Le sentiva il cuore battere forte; decise di perdere altro tempo, si nascose dietro un albero e disse “Ciao!”
Elena si voltò, ma non vide nessuno, anche se avvertiva la presenza di qualcuno... di sicuro non era sola, sospirò lentamente e forte e decisa disse “Ciao!”. Vide una figura muoversi dietro l’albero di fronte a lei, era una voce maschile quella che aveva sentito e quella stessa voce parlò di nuovo “Sei Elena? Elena Gilbert, imparentata con i Petrova?”
“Si, sono io. Sei Joey? Come fai a conoscermi?”
La figura uscì fuori. Si rivelò più di quello che Elena aveva immaginato: un ragazzo dal volto angelico e dagli occhi azzurri come il ghiaccio, erano più azzurri di quelli di Damon. Quegli occhi avevano ipnotizzato Elena. Sembrava un angelo...
“Sono Joey, Elena” disse il ragazzo avvicinandosi e tendendole la mano “finalmente ci conosciamo, ti ho aspettata così a lungo”
“Dici di sapere delle cose...”
“So molte cose Elena, ma quella fondamentale che so e che ho sempre saputo è che tu devi essere protetta e non parlo di una protezione contro Klaus, ma di una vera protezione”
“Come hai fatto a capirlo, sono mesi che cerco di dire a tutti che non voglio essere protetta da Klaus, ma...”
“Da te stessa” concluse Joey “Stai cambiando Elena, stai sviluppando delle doti vero? Ti sei mai sentita diversa dalle altre bambine quando eri piccola?”
“Mia madre diceva che non era un problema di mente. Io sentivo i pensieri delle persone, di tutte le persone, ma poi mi è passato... dopo la morte dei miei genitori, non ho percepito più nulla”
“Perché hai subito un trauma. Un trauma che ti ha cambiata così tanto che la tua empatia si è spenta, per un po’...”
“Empatia? La mamma aveva ragione? Cosa sono io?”
“Tu sei una persona eccezionale Elena, non devi spaventarti, andrà tutto bene. Sono qui per aiutarti”
“Sei un vampiro?”
“Sono molto di più” disse Joey avvicinandosi a lei e guardandola profondamente negli occhi disse “sono un Originario”
Quelle parole suonarono senza senso per Elena, tutti gli Originari erano morti... Elijah glielo aveva detto...
“Un Originario? Ma non è possibile, tutti gli Originari sono morti...”
“Ti sbagli Elena, anche Klaus non può darsi pace per non avermi ancora ucciso...”
“Ma come hai fatto a scappare?”
“Per questo dovrei raccontarti la vera storia della mia famiglia, per ora ti dico solo questo. Tutto è collegato alla cripta sotto le rovine di Fells Church, li Charlotte ha sotterrato il diario dove parla della storia degli Originari...”
“Un momento! Conosci Charlotte?”
“Si, la conoscevo” disse Joey con aria persa e distante “Era la tua prima doppleganger Elena”
 
 
“Meredith spiegati meglio” stava dicendo Damon “che vuol dire che bisogna proteggere Elena dalla magia? È grazie alla magia se Elena è ancora viva...”
“E non hai notato nulla di strano in lei in questo periodo? Non ha strani sogni o allucinazioni? È un Empatica Damon!”
“Cosa? Elena non può avere poteri, lei è umana. Non è una strega”
“Lei no, ma io si. Sono una strega Damon, precisamente faccio parte dell’ordine dei maghi di Salem, il primo ordine ad essere precisi. Sono tornata a Mystic Falls per un motivo preciso Damon...”
“Quale sarebbe?”
“Evitare che Elena si uccida da sola. Ho visto il futuro Damon, tutto, e c’è una parte dove Elena si toglie la vita perché non riesce a controllare i suoi poteri, così soggiogata da Klaus, si suiciderà”
Damon, per la prima volta nella vita, si dovette sedere e respirare, per calmarsi dalla tentazione di uccidere Meredith... “Hai il dono della preveggenza?”
“Sono una strega potente Damon, più di Bonnie, ho scoperto di essere una strega a tredici anni, per questo ho lasciato questa città. Era troppo pericolosa per me, così sono andata a New York e li ho incontrato un circolo di streghe e maghi che combattono contro Klaus. Li mi sono perfezionata, ho studiato e studio le pergamene antiche nella speranza di trovare una soluzione per riportare gli equilibri sulla terra”
“Streghe e vampiri non vanno d’accordo. E io rientro nella specie del vampiro che detesta le streghe e che non ci pensa due volte ad ammazzarne una”
“Io non voglio farti del male Damon, io non ce l’ho con te, ma conosco la vostra storia. Katherine in persona me l’ha raccontata, all’inizio pensavo fosse Elena, poi sono venuta a sapere dell’esistenza dei doppleganger e so che prima di Elena e Katerina, c’era una loro antenata, la loro prima doppleganger. Di lei si sa solo il nome”
“Un’altra sosia? E chi sarebbe?”
“è conosciuta come Charlotte Petrova”
“Charlotte? È questo il nome che Elena ripete in continuazione, fa sempre un sogno con questa Charlotte”
“Lo sapevo” disse Meredith a se stessa “Elena ha un forte legame con Charlotte, un legame particolare”
“Quale sarebbe?”
“Credo che lo spirito di Charlotte si sia reincarnato in quello di Elena”
 
Joey e Elena erano seduti in riva al torrente, non sapeva il perché, ma era la prima volta che succedeva: poteva fidarsi di lui, lo poteva sentire, sentiva la sofferenza che abitava il suo cuore...
“Prima di me però, c’è stata, c’è, un’altra doppleganger; Katerina Petrova”
“Si lo so, Klaus nel 1492 ha fatto in modo che nessuno sapesse che aveva trovato il suo gioiellino da collezione. Ma Katerina è diventata un vampiro, Charlotte, come te non ha mai voluto essere un vampiro...”
“Quindi è morta?”
“Per quello che ne so, si. Non abbiamo mai avuto indietro il suo corpo. Fu una battaglia epica Elena, una vera battaglia all’ultimo sangue” disse Joey estraendo tre diari piuttosto vecchi dalla sua borsa “ ecco, questi sono i primi tre diari di Charlotte. Qui potrai trovare tutte le risposte che cerchi, aspettano te per essere letti”
“Che vuoi dire?”
“All’epoca Charlotte fece lanciare un incantesimo ai suoi diari da una strega molto potente, amica sua e di Klea, mia sorella. L’incantesimo recitava così: finche a leggere questi diari sarà una Petrova umana sarà resa visibile ad essa il loro contenuto”
“Quindi solo la doppleganger umana può leggere questi diari?”
“esatto, e solo da te. Agli occhi di chiunque sembrano solo dei vecchi diari dove non c’è scritto nulla”
“Mia madre diceva che anche in una pagina bianca ci sono mille parole”
“è quello che penso anche io” disse Joey “allora. Dobbiamo lavorare sulla tua empatia...”
“Avevi una sorella?”
“Si, era sempre un Originaria, si chiamava Klea e non è stata fortunata come me. Morì nel 1848 uccisa da Klaus”
“Come mai?”
“In teoria mancava solo lei all’appello, ma lui non sapeva che io e Arianna eravamo ancora in circolazione... vedi Elena, lui non sa che io sono suo fratello”
“Ancora un’altra Originaria?”
“Per quello che so è ancora viva. Arianna è più grande di noi e di Klaus e sa bene come non farsi trovare. È lei a cercare te, l’ho vista una sola volta nel 1340, anno in cui morì anche Charlotte”
“Capisco...nella lettera hai detto di sapere dov’è Stefan...”
“Stefan Salvatore, sono secoli che cerco quel ragazzo e poi cosa vengo a sapere? Che è un vampiro e Klaus vuole usarlo per i suoi scopi...”
“Conosci Stefan?”
“Conoscevo la madre, ma è una faccenda troppo lunga da spiegare, ma ti dico solo questo. Devi stare lontano da Stefan, almeno per il momento; non è sicuro per te avvicinarti a lui, perché è proprio questo che vuole Klaus, vuole arrivare a te attraverso di lui”
“Cosa vuole più da me? Oramai il sacrificio è stato fatto, ha ucciso quasi tutte le persone a cui tengo e mi sorprendo come alcune di loro siano ancora con me... cosa vuole ancora da me?”
“Vuole trasformarti Elena, per questo è importante che tu impara a difenderti da sola. Non saremo sempre a coprirti le spalle. Devi avere delle basi per combattere e per affrontare un vampiro anche da sola. Non basta un paletto di legno. Ci vuole agilità, riflessi e con i poteri che hai Elena, se bene controllati, puoi fare quello che ha fatto anche Charlotte”
“Cioè?”
“Brandire la spada della verità, l’unica spada che potrebbe uccidere Klaus, per sempre”
“Una spada? Ma è assurdo...”
“Beh, chi ha vissuto prima di te ha fatto bene i calcoli, ma se ne vuoi sapere di più allora devi trovare il quarto diario di Charlotte, quello che spiega le origini della nostra famiglia, quello che spiega anche le origini della maledizione legata al sangue dei Petrova e dove si parla dei tuoi poteri”
“Funzionerà? Voglio dire tutto questo fidati di me e altro, noi non ci conosciamo nemmeno eppure, appena ti ho toccato, ho avuto l’impressione di averti sempre conosciuto, come se tu mi fossi stato sempre accanto...”
“Questo deve deciderlo solo il tuo cuore. Io non sono un vampiro che esterna molto le sue emozioni, ma in questo caso si. Io mi fido di te Elena, voglio aiutarti nel mio piccolo come ho fatto anche con Charlotte. Non ti lascerò da sola” disse prendendole la mano calda e morbida...
“Grazie” disse Elena “Ma come farò?” continuò prendendo in mano i ciondoli che aveva al collo. Joey posò subito lo sguardo su uno di loro, quello tondo e piccolo e disse “posso dare un’occhiata al ciondolo piccolo?”
“Certo” disse Elena “è pieno di verbena, me lo ha regalato Stefan prima che scoprissi che era un vampiro”
“Stefan giusto?” disse Joey osservando attentamente il ciondolo. Era proprio lui, identico a quello che portava lei, se solo lo avesse saputo prima, se solo fosse riuscito a trovarlo prima, forse Elena a quest’ora vivrebbe una vita normale...
“Stai bene Joey?” chiese Elena preoccupata
“Sto bene, è un ciondolo davvero bello, non che l’altro non lo sia” disse restituendole il primo e indicando quello con la pietruzza gialla...
“Questo è recente, un altro cimelio dei Salvatore” disse Elena con un sorriso, pensando che se Damon l’avesse vista con uno sconosciuto, per di più Originario, le avrebbe fatto una bella ramanzina...
“Credo che tu debba tornare a casa, questo è il mio numero” disse Joey dandole un bigliettino “se vuoi che ti aiuti con i tuoi poteri o magari vuoi solo parlare, sai dove trovarmi”
“Perché non vieni con me? Io non voglio nascondere più nulla alla mia famiglia e ai miei amici. Sono sicura che capiranno e poi una mano in più fa sempre comodo” disse sorridendo
“Si, speravo me lo dicessi. Tu e Charlotte siete molto simili. Poi ti parlerò di lei, ma poco alla volta...”
E si incamminarono verso il bosco per tornare sulla strada e andare al pensionato dove nel frattempo qualcuno si era accorto della sua assenza...
“L’hai trovata?” disse Meredith a Damon
“No, accidenti, ma dove può essere andata? Non ha nemmeno il cellulare con se!” disse Damon con la rabbia che gli stava salendo alle stelle, appena sarebbe tornata le avrebbe fatto uno di quei richiami che non se lo sarebbe dimenticato più...
Qualcuno bussò alla porta, Meredith corse e quando aprì si trovò di fronte Caroline che disse “cosa sono quelle facce?”
“Elena non si trova” disse Damon “per caso è con te Barbie?”
“No sbruffone, ma come non si trova?”
“Entra” disse Meredith “devo spiegarti un po’ di cose” e cominciò a raccontare di essere una strega e di tutto il resto. Alla fine Caroline disse “Oh, quindi sai che anche io sono un vampiro? E ti sei anche accorta che Tyler è un lupo?”
“Caroline so tutto, ho visto il vostro futuro, ecco perché sono tornata. Sono qui per aiutarvi”
“Oh mio dio” disse Caroline “ditemi che tutto questo è solo un brutto sogno, che domani mi sveglierò e sarò di nuovo una cheerleader”
Meredith la guardò inarcando le sopracciglia e disse “Temo di no Caroline, sta arrivando anche Bonnie?”
“Ha detto che sarebbe passata prima al Grill da Jeremy e poi veniva qui... non vorrei che Elena l’abbia fatto...”
“Fatto cosa Barbie?” chiese Damon con aria poco amichevole
“Beh, ecco... lei mi ha detto, ma era nervosa, non penso che parlasse sul serio, insomma, lei voleva andare a cercare Stefan” disse con voce piccola
“Cosa??!!” urlò Damon
“Damon non urlare!” disse all’improvviso la voce di Elena. Era appena entrata in casa e aveva sentito quasi tutto...
“Dove sei stata?” disse Damon avvicinandosi velocemente a lei “non avevi il cellulare”
“Sono andata alle cascate Damon e li ho incontrato una persona che vuole aiutarci...” disse Elena indicando un ragazzo che aspettava fuori
“Vieni Joey, entra”
Appena Joey entrò in casa Damon gli si avventò contro, ma Joey lo bloccò senza battere ciglio “Che fai Elena” disse Damon “lo sento lontano un miglio che è un vampiro”
Caroline si precipitò alla porta, ma Elena disse “Damon non è come pensi, lui è un vampiro, ma...”
“Ciao” disse Joey “Io sono Joey e sono un Originario, tu devi essere Damon” disse mollando la presa “se fossi in te, sarei un po’ più gentile con chi ti vuole dare una mano”
Meredith si affacciò e disse “Ma tu cosa ci fai qui?” lasciando tutti senza parole...
Fine capitolo 17
  

  
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