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Autore: Magnis    03/11/2011    0 recensioni
Per uno strano caso del destino, Shinichi deve convivere con Ran per una settimana. Se poi ci mettiamo anche Kazhua ed Heiji e le bravate di Sonoko...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4 – Pasta alla carbonara e pizza napoletana.


Ti vidi nel tuo giorno nuziale
E t'invase una vampata di rossore,
Quantunque felicità ti brillasse d'intorno
E il mondo fosse tutto amore innanzi a te.

E il baleno che s'accese nei tuoi occhi
(quale ch'esso fosse per me),
Fu quanto alla Beltà di più conforme
Potesse svelarsi alla mia vista dolente.

Fu quel rossore, credo, pudore di fanciulla-
E ben si comprende che così fosse.
Ma un più fiero incendio quel baleno
Sollevò- ahimè!- nel petto di colui

Che ti vide nel tuo giorno nuziale,
Allorché ti sorprese quell'acceso rossore,
Quantunque felicità ti brillasse d'intorno
E il mondo fosse tutto amore innanzi a te.


Edgar Allan Poe “Canto”

Tamburellava nervosamente sul tavolo, guardando Heiji. Erano vestiti come due damerini. Smoking per Heiji, giacca e cravatta per Shinichi, che si tirava l’oggetto appeso al suo collo, nel tentativo di strapparlo. Colpa di Yukiko, che mentre era arrivato il messaggio di Ran e Kazhua, che volevano incontrarli per chiedere loro scusa, era lì e aveva letto il messaggino, costringendoli a conciarsi così. E fu una fortuna, perché quel ristorante era di grande eleganza. Aveva appena aperto, e quella era la loro prima serata. Come avevano fatto Kazhua e Ran a trovare un posto?

Dopo dieci minuti di attesa, Kazhua e Ran entrarono nella sala, con lo sguardo perso. Una volta trovato il tavolo di Shinichi ed Heiji, si sedettero davanti a loro. Portavano due abiti che lasciarono allibiti i ragazzi. Era un abito corto al ginocchio e di seta nera, per Ran, e un tubino azzurro per Kazhua.
Colpa di eri, che lesse il messaggio inviato dai due ragazzi a Kazhua e Ran, e le costrinse a conciarsi in quella maniera. Ehi, un momento. C’è una piccola incongruenza: se Heiji e Shinichi avevano ricevuto un messaggio da Kazhua e Ran per la cena, ma anche le due ragazze ne avevano ricevuto uno a testa dai due ragazzi… Chi gli aveva mandati veramente?!

Non fecero mai incontrare gli occhi, fin quando arrivò la cameriera, che sghignazzava.
- Desiderate?
Lo diceva, in tono isterico, come una palla piena di risate che stava per esplodere, ma non poteva. Shinichi, si avvicino e toccò il viso della ragazza, accarezzandolo lentamente.
- Amico, ma che fai?! Nemmeno la conosci! – diceva Heiji. Si avvicinò al suo orecchio e sussurrò qualcosa del tipo “Non puoi far ingelosire Ran con la prima che incontri!”
Shinichi era neutro, ma all’improvviso tirò via la pelle della ragazza. Con grande sorpresa, apparì Sonoko sghignazzante, che si buttò per terra dal ridere, mentre Shinichi, con il gomito poggiato sul dorso della mano, sbuffava. Heiji la guardò terrorizzato, mentre Kazhua e Ran si stringevano convinte che Shinichi, dallo Sherlock Holmes del nuovo millennio si fosse trasformato in Jack lo Squartatore dei nostri giorni.
- C’eri tu fino dall’inizio, vero Sonoko? – disse Shinichi, quasi scocciato.
Dopo altre e due risate, la ragazza si rimise in piedi. Poggiò le amni sul tavolo.
- Ero venuta per chiedere a Shinichi di partecipare all’inaugurazione di questo locale della compagnia Suzuki, anche se la cosa sarebbe stata molto complicata. Ho visto, poi, che c’erano anche i due di Osaka. Vi avevo sentito litigare, e mi sono limitata a sbirciare dalla finestra. Quando ho visto che Ran e Kazhua se ne andavano a casa di Eri, ho escogitato tutto: invaiando i messaggi a loro, fingendo di essere voi e viceversa, sareste venuti tutti, e io avrei fatto il doppio ruolo, avrei sia convinto Shinichi e poi…
Si portò una mano sul fianco, mentre con l’altra indicò il cielo: - E poi, sarei stata Sonoko-Cupida! Devo ringraziare Yukiko che mi ha fato questa maschera e Eri per avere spinto Ran e Kazhua qui!
I ragazzi rimasero a bocca aperta. Ma che diceva?!
Sonoko spiegò a Shinichi che doveva salire sul palco per un’intervista. Shinichi spiegò chiaramente che se anche fosse morto, non ci sarebbe salito.
- Ma pensa alle fans che ti farai! Ti ameranno tutte! E poi, può salire anche il tuo bel detective di Osaka! – fece Sonoko, puntando il dito verso Heiji.
Shinichi diede un’occhiata a Ran. La vide furiosa, per la frase di Sonoko ‘ti ameranno tutte’. Non sapeva spiegarsi perché, ma acconsentì anche se contro voglia.
Intanto Kazhua, stava per sbranare la ragazza. Ma come si permetteva di dire ‘bello’ ad Heiji?!
- Lui non salirà sul palco. – preciso a Sonoko.
Ma subito dopo fu smentita da Heiji, che accettò.
Ran, prese per il braccio (l’unico funzionante) Shinichi e chiese di accompagnarla al bagno.

Difronte alle porte del bagno, Shinichi, era appoggiato al muro osservando un tavolo dove era seduta una ragazza bionda. Ran uscì e lo raggiunse.
- Si può sapere perché non ci hai portato Kazhua, qui con te? Cioè, dico, sono un ragazzo, mica posso entrare e dirti “Ti ha sbavato la matita, mia piccola Ran!”. Non saprei manco metterla la matita io! Per non parlare del…
- Vuoi stare zitto?! – urlò Ran.
La ragazza guardava con aria circospetta il loro tavolo.
- Non capisco che cavolo guardi.
- Heiji e Kazhua.

I due erano seduti al tavolo. Avevano gli occhi piantati sul piatto. Heiji continuava a ripetere cose del tipo “non capisco perché non posso!” e Kazhua, ad ogni sua parola, stringeva sempre più il pugno.
- Sei uno stupido. Se io sono alle tue dipendenze, voglio essere la tua manager e decido io, cosa è meglio per te.
- No, idiota, so io cosa è meglio per me.
Possibile che ora si ci mettesse anche lei?! Quanto poteva essere stupida. Fare il giochetto stupido della segretaria e dl capo. Peccato che nei film, la segretaria fosse sempre e solo l’amante, del capo. Pur di fargli sputare una minima parola dolce, era capace di fargli vomitare sangue.
Si rimisero a guardare il piatto, vuoto.

- Non so più cosa fare. Urlano e sbraitano solo, eppure si vogliono bene.
Ran si mise le mani nei capelli e si sedette per terra. Shinichi guardò le sue gambe scivolare sul marmo. Ricominciò a fissare la biondina del tavolo vicino ai bagni.
- Chi è quella?!
Ran era affianco a lui. Ma non stava seduta, fino a cinque secondi fa?
- Una ragazza innamorata.
- E tu ti sei innamorato di lei?
- No, ma anche se lo fossi non avrei speranze, perché è innamorata e non ricambiata. E per questo è ancora più innamorata di quanto si possa pensare.
- Di sicuro è innamorato di uno di quei ragazzi seduti al suo tavolo.
Shinichi scosse la testa. Spiegò a Ran, che quella ragazza aveva cacciato ben tredici volte il cellulare dalla borsa guardando lo schermo, nella speranza di un messaggio o una chiamata. E poi fece notare, che nonostante fosse una cena di gala, la ragazza non era curata come tutte le altre ragazze della sua comitiva.
- Vedi, anche tu sei venuta in bagno per sistemarti e sei tutta agghindata. Quella ragazza sta aspettando il suo principe azzurro, anche se da come guarda sconsolata il cellulare, sarà successo qualcosa. A proposito, perché ti sei rimessa la matita? Insomma, che bisogno c’era?
Ma poteva essere così stupido? Ok. Dedurre il lavoro o la disciplina sportiva di una persona, ma leggerne i sentimenti come se fossero un libro aperto era impossibile. Eppure non riusciva a leggere Ran, che più aperta di un libro squartato, non poteva essere.
Sul palco diedero l’annuncio che stavano per cominciare i balli di coppia.
- Io mi sono truccata per un ragazzo. Io mi sono truccata così, per…
- Ho, capito. Per la persona che sta venendo nella nostra direzione.
Shinichi sbuffò, e si passò una mano nel ciuffo. Ran si voltò a guardare chi stesse venendo verso di loro.
No, non era per lui che si era truccata.
- Ciao Ran, buonasera Shinichi. Come va il braccio? – disse il dottor Araide, facendo il premuroso.
- Pare che non sono morto. Buon divertimento, Ran!
E andandosene, alzò il braccio in senso di saluto.

Era seduto da solo a tavola. Con una scusa del tipo ‘in quanto tua segreteria, ti devo insegnare a ballare!’, Kazhua aveva trascinato anche Heiji nella danza. Con aria scocciata, facendo finta di annoiarsi, invece avrebbe voluto urlare. Guardava Ran che dopo un bel ballo con Araide, sedeva al suo tavolo parlando con amici di lui. Rideva, di gusto. Almeno così pareva a Shinichi.

Si sforzava di ridere sonoramente, per farsi notare ed ogni tanto gli lanciava occhiate furiose. Perché aveva lo sguardo fisso sul piatto?! Insomma, non la degnava nemmeno di uno sguardo. Ormai le sue risate erano risate nervose ed isteriche. Lo avrebbe ucciso.

All’improvviso un uomo entrò correndo nel ristorante. Non aveva proprio l’abbigliamento adatto. Sembrò essersi perso, ma invece cercava qualcuno. Una volta trovata quella persona, si buttò ai piedi della biondina che Shinichi prima stava guardando e davanti a tutti, le fece una proposta di matrimonio.
La biondina scoppiò a piangere. Nella felicità, si baciarono tra gli applausi di tutti i presenti. Ran guardava Shinichi.
Il ragazzo batteva le mani controvoglia, quasi lo obbligassero e alzava gli occhi al cielo, come se aspettasse una punizione divina su quei due.

Oddio che cosa schifosa doveva essere. Le loro labbra non si staccavano più. Tipo essere fulminati entrambi, no? Era contento per la ragazza, ma quella cosa gli faceva schifo. O forse solo invidia? Al ritorno di Heiji e Kazhua, tornò anche Ran. Mangiarono Pasta al sugo, carbonara e una bella pizza. Poi, arrivò il momento dell’intervista sul palco di Shinichi ed Heiji.
Saliti sul palco, i due salutarono le persone che cominciarono a chiamare ripetutamente il nome del detective dell’est, lasciando Heiji nella penombra. Una volta seduti, li raggiunse Sonoko. Era lei la loro intervistatrice?!
- Ecco a voi, i più grandi detective del Giappone… Shinichi Kudo, da Tokyo [la folla applaudì, Shinichi si alzò e ringraziò tutti con un inchino] ed Heiji Hattori, di Osaka.
Heiji ripeté la stessa operazione di Shinichi. Ma forse il deserto era più rumoroso.
Il ragazzo, urtato, riprese posto.
- Dunque Shinichi, vuoi dirci qualcosa?
- Solo che spero finirai presto.
Sonoko forzò un sorriso. – Sempre simpatico il nostro amico, eh?

Dopo l’intervista, Shinichi salutò tutti e dicendo di non sentirsi bene tornò a casa. Nel taxi si rese conto che lo stomaco gli faceva molto male. Ma non era un dolore… era un fastidio. Era come se mille bachi erano stati lì per un decennio e solo allora stessero nascendo farfalline colorate. Che si aggrappavano al suo stomaco, tirandolo. Era fastidioso. Tornato a casa, guardò l’orologio. Erano le dieci e mezza di sera. Presto.
Si passò una mano nel ciuffo ed aprì la porta, buttandosi poi, sul divano.
Brontolava e pensava a quale potesse essere il problema. Ripensò a Ran che rideva freneticamente seduta vicino ad Araide. Oddio, che nervoso. Però gli scappò un sorriso. Vederla felice, lo rendeva abbastanza sereno.
Due o tre minuti dopo, rientrarono solo Kazhua ed Heiji. La ragazza, assonnata andò al piano di sopra, mentre Heiji si sedette davanti all’amico.
- Che bella serata sta sera, e senza che glielo vai a dire, Kazhua stava benissimo con quel vestito. Oddio, che spettacolo. – disse Heiji, buttando la testa all’indietro.
- Ma Ran?
- Eccola, la domanda che aspettavo! – Heiji si sfregò le mani. – E’ con quel dottore.
- COOOOSA??? Quello stupido dottore! Ha venticinque anni e lei ne ha solo diciassette! E voi l’avete lasciata fare?!
- Sapevo avresti reagito così. E’ per questo che ho scovato qualcuno che lo conoscesse e ho preso il suo indirizzo. Tieni. – gli porse un biglietto. – credo andrai a salvare la tua bella principessa!
E sghignazzò. Cosa rideva? Quelle erano cose serie. Afferrò la giacca e si slegò la cravatta buttandola sul pavimento per poi sbottonarsi i primi due bottoni. Era soffocante la situazione. Cose serie… Aveva pensato che erano cose serie?
Corse verso l’ingresso. Poi indietreggiò.
- Solo per tua informazione, la vado a prendere perchè quello potrebbe essere un maniaco.
- Ed io sono Babbo Natale. – rispose Heiji, vedendo quella porta vibrare per la forza con cui era stata chiusa.

Ringraziò il taxista e scese sotto casa. Suonò ripetutamente. Gli aprì Araide con un bicchiere di vino in mano.
Cretino. La stava facendo ubriacare. Con l’unico braccio che poteva usare lo prese per il colletto e lo buttò contro il muro, chiedendogli moooolto cortesemente, dove fosse Ran. “non è qui”. Fu la risposta. Dove cavolo era?
- A casa di un uomo. La stavo riaccompagnando e lui ci ha fermati. Ho visto che Ran lo conosceva e l’ha seguito. Non mi sono preoccupato più di tanto. Aveva sulla venticinque o ventisei diceva di essere un ispettore di polizia. Ma non aveva l’accento di Tokyo.
Shinichi si fece un po’ i conti e salutò Araide, scusandoti.
C’erano Takagi, Shiratori e Chiba, ma erano tutti di Tokyo. Poi Yamamura. Era l’unico sospettato. Prese il cellulare e tramite un giro di telefonate, riuscì ad ottenere il suo indirizzo. Chiamò il taxi e si fece accompagnare fino alla prefettura di Gunma.
 
  
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