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Autore: _StayStrong    05/11/2011    3 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“Draco, mia sorella non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” disse la donna leggendo negli occhi del figlio solo disprezzo, la sua voce era melliflua “Bellatrix finché ebbe la tua età era una ragazza dolce, affidabile, completamente sbagliata per la casa dei Serpeverde. Lei con noi non c’entrava assolutamente nulla con tranelli, cattiverie, dispetti, era sempre stata calma e posata. Cambiò dopo, con l’ascesa di Tom Riddle. Se ne innamorò perdutamente...” disse, i suoi occhi erano acquei mentre pensava a ciò che una volta era stata la sorella, nulla in confronto alla donna tra le sbarre.
“Lei, lei è figlia di Voldemort?” chiese Draco in un misto tra lo schifato e lo spaventato, no, lei non poteva assolutamente essere figlia sua, non aveva nessuna caratteristica dei Riddle
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Erin” disse alzando il volto verso Hermione, era scossa e tutto d’un tratto sembrava diversa, eppure non era cambiato niente, la ragazza si accasciò di fronte alla madre e la guardò negli occhi, lucidi di lacrime, era quasi come guardarsi allo specchio.
 

“Come mi hai chiamata?” chiese Hermione non smettendo di guardarla, la donna allungò una mano verso il viso della ragazza, le sue mani erano affusolate, scheletriche, diverse da quelle di una volta ma identiche a quelle che avevano scagliato le Cruciatus sulla figlia che fece violenza su se stessa pur di non ritrarsi di scatto a quel tocco, timoroso e delicato allo stesso tempo.
 

Posò prima le punta delle dita, poi tutto il palmo, la guardava come se fosse la prima volta, la prima volta realmente, faceva scorrere gli occhi sulla figlia dall’alto in basso, non ci credeva.
 

Non poteva credere che fosse li, con lei e che era lei.

 

Hermione guardò la donna e come si stava comportando, era visibilmente confusa e lei non sapeva se essere delusa o meno, non si aspettava nulla da quella visita, non si aspettava che la riconoscesse, né che si ricordasse di lei, niente, ma ora che era successo, si sentiva estremamente fuori luogo, avrebbe voluto abbracciarla, contro ogni previsione, ma si tratteneva.

Stupido orgoglio Grifondoro, pensò la ragazza, le stesse parole che avrebbe probabilmente pensato Draco, se solo fosse stato li con lei.

“Erin, mezzosangue” ripeté la donna ancora, ancora più confusa, con un tono molto più soave e leggero della voce acuta e sgraziata delle altre volte, la stessa voce dei ricordi di Narcissa e di Piton, una preghiera leggera, sottovoce, quasi a voler significare qualcosa.

Hermione era rigida, non sapeva che cosa fare, poi si fece coraggio e prese la mano della madre che era appoggiata sulla guancia e la posò sul suo cuore, mentre con quella libera toccò il petto della madre, dove sentiva pulsare quel cuore che pensava non avesse.

Si lasciò andare e il suo volto venne rigato dalle lacrime.

“Il mio cuore batte esattamente come il tuo, mamma. Hermione, Erin, sono comunque tua figlia. Non siamo poi così tanto differenti, abbiamo combattuto entrambe seguendo il cuore, anche se in tu l’hai fatto dalla parte sbagliata” disse la ragazza sentendo scivolare la mano della madre, lei la prese nella sua e la congiunse all’altra, aveva le mani incredibilmente gelide e poteva vedere la pura che stava provando, insieme alla confusione, esattamente come lei.

“Tu sei frutto di Male, non potevo tenerti con me” disse quasi come giustificarsi, Hermione si fregò via le lacrime con la mani con della mantella e poi strinse le mani della madre, più di quanto avesse fatto prima “Volevo darti qualcosa di migliore...” disse abbassando la voce ad ogni sillaba “E poi ti ho torturata” disse ancora, il dolore di Bellatrix era quasi palpabile, soprattutto dopo la vista della cicatrice di Hermione, scoperta dal tessuto del mantello.

“E’ passato, tu mi hai dato più di quello che potevo desiderare. Sono cresciuta piena di amore, in una famiglia dove io sono sempre stata messa al primo posto, dove mi sono stati insegnati dei valori, che mi hanno portata fino a qui, oggi” disse alla madre che aveva ripreso a guardarla negli occhi e aveva accennato un sorriso tirato, non era ancora del tutto convinta.

“Mamma, io non sono frutta del Male, io sono frutto della Luce che c’era in te prima di tutto questo e c’è n’è ancora di Luce, io posso vederla, prova a vederla anche te...” la pregò, vedendo Harry che si stava avvicinando alle sbarre ed osservava la scena sbalordito, prima di entrare anche lui nella cella e mettersi dietro alla ragazza, poggiandole una mano sulla spalla.

Bellatrix alzò lo sguardo verso Harry e poi lo abbassò ancora verso la figlia che la fece alzare tirandola su per le mani, senza lasciargliele un secondo. Il ragazzo cinse la vita con un braccio alla migliore amica, guardando con sospetto la donna che aveva davanti, non riusciva a fidarsi, ecco perché era entrato.

“Me la vuoi portare via?” chiese la donna rivolgendosi ad Harry, lui la guardò perplesso e strinse la presa alla vita della ragazza che se ne accorse.

“No, non mi porterà via” rispose Hermione al posto del ragazzo che evidentemente aveva perso l’uso della lingua per qualche strano motivo che non voleva sapere in quel momento.

“Non posso crederci, mia figlia...” disse ancora Bellatrix guardandola; era vero, le assomigliava terribilmente, assomigliava alla bambina cresciuta all’ombra dei Black, del Sangue Puro, di un Casato nobile quanto potente. Aveva gli stessi lineamenti dei Black, Bella poteva notare gli stessi suoi occhi e quelli della sorella Andromeda, lo stesso mento di Narcissa, ereditato dal padre, rotondo, non eccessivamente appuntito. Hermione, Erin era una Bella in miniatura, la Bella della Luce.

“In te deve esserci quella Luce che ho perso io, sei una del Trio...” disse ancora, Harry alzò il sopracciglio, non aveva mai visto la Lastrange in uno stato così umano.

“Dovresti essere fiera di lei, Mang...Bellatrix” disse correggendosi in tempo, non poteva insultarla così apertamente, doveva abituarsi all’idea che quella donna fosse la madre della sua migliore amica, dell’unica persona che gli rimanesse veramente, dell’unica parte di famiglia che non l’aveva mai abbandonato, lei era sua sorella.

La donna lo guardò interrogativa, ma non riuscì a reggere lo sguardo del giovane, Harry Potter rimaneva Harry Potter, il ragazzo che aveva perseguitato fino alla fine, quello che voleva morto, insieme alla figlia.

“Lo sono, ora che posso esserlo, lo sono” disse tirando a se la figlia e abbracciandola, Harry la lasciò andare e si godette quella scena, con due donne che non potevano essere così diverse ma così simili nello stesso tempo, poi un sussurro.

“Perdonami, ti prego, perdonami” disse Bellatrix alla figlia che, per tutta risposta, la strinse ancora di più in quella morsa d’orso.


 

Angolo della Francy:
Buona sera a tutti, volevo avvisarvi che il prossimo capitolo sarà quello finale e che
ho un'altra Dramione in corso, e volete leggere i primi due capitoli andate qui---> 
  If you only knew. 
e fatemi sapere che ne pensate! (:
Stay Strong,
#Francy

  
 

  
 

  
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