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Autore: Holding_up_my_Gun    05/11/2011    1 recensioni
“No Spence, io voglio farlo, non posso continuare a farmi del male, non posso continuare a soffrire per lui, il mio cuore è abbastanza distrutto e se continuerò così non riuscirà ad andare avanti”.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brendon Urie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Not to Break my little Heart

Capitolo 2





I ragazzi entrarono nel bar più vicino, ed il bassista accontentò tutte le richieste di Brendon, comprandogli anche un lecca-lecca alla fragola, conoscendo la golosità del più piccolo, soprattutto parlando di porcherie.
“Ehi ti va di fare una passeggiata? Così per chiacchierare un po’” chiese il più grande, appena uscito dal bar.
“Ok” rispose Brendon con la caramella in bocca.
Giunsero in un grande parco, pieno di alberi, panchine, chioschi delle bibite e giostre per bambini, insomma era abbastanza attrezzato, ma nonostante ciò non c’era anima viva. Solo qualche anziano vecchietto, che gettava briciole di pane in un piccolo laghetto per dare da mangiare a delle papere ed alcuni bimbi intenti a saltare la corda.
“Allora, la band come…” fece Jon, che fu subito interrotto da un Brendon abbastanza eccitato alla vista delle giostrine per bambini.
“Uuuuuh voglio salire sull’altalena! Jon spingimi!” urlò correndo verso la giostra.
“Va bene” sbuffò il ragazzo “ma non credi di essere un po’ troppo grande per queste cose?”
“Nah, non si è mai troppo grandi per divertirsi” disse con un sorriso a 315 denti.
“D’accordo”
“Che bello! Che bello! Era da tanto tempo che non salivo sulle giostre!” squittì, ma fatti a mala pena due giri si annoiò, scese per poi correre subito sul grande scivolo accanto.  Stava per salire le piccole scale della giostra, quando si girò per chiamare l’amico.
 “Joooooon  vieni a farmi una foto mentre scivolo” urlò con vocetta stridula “oppure un video così poi lo mettiamo su Youtube e la gente potrà vedere quanto mi diverto con il mio amicone Jon Walker”
Il più grande, bofonchiando parole incomprensibili, prese il suo cellulare, quando un bimbo sorpassò Brendon, scivolando al posto suo.
“Ehi c’ero prima io!”
Il bimbo si limitò a fargli la linguaccia e a scappare via.
“Cosa?! Nessuno può fare la linguaccia a Brendon Urie, vieni qui piccolo…” urlò iniziando ad inseguirlo.
“Ehi basta così, lascialo stare e smetti di fare il bambino” lo rimproverò Jon, trascinandolo lontano dalle giostre di peso.
“Ma Joooon lui mi ha superato! Ha fatto il cattivo!” continuò ostinato.
“Ok adesso basta, conto fino a tre e se non la smetti, torniamo a casa” lo minacciò il bassista. “UnoDue…”
“Ma papà non voglio tornare a casa!” iniziò a lagnarsi, guadagnandosi un’occhiataccia di Jon.
“Ok ok la smetto, ritorno ad essere Brendon Urie, l’uomo” disse scherzoso.“Su dai cosa mi stavi dicendo? Sono tutto tuo, avanti spara.”
“Beh, io volevo parlarti della band, allora come vanno le cose? Si, insomma con i nuovi ragazzi, intendo.” Teneva lo sguardo basso, come se dire quelle parole gli procurasse una fitta al cuore, il suo tono era cambiato, non era più quello severo di prima, era più cupo e quelle parole erano come state immerse  in un bagno di nostalgia mista ad un po’ di gelosia. Ma di questo Brendon non se ne accorse, era un ragazzo piuttosto tardo in certe cose, quando si trattava di musica capiva al volo le cose, ma quando si parlava di sentimenti altrui, era una frana.
“Sì va tutto alla grande, i ragazzi sono fantastici, Dallon è simpaticissimo e Ian è adorabile. Spero diventino componenti definitivi della band, con Dallon stiamo scrivendo una nuova canzone, sai è molto bravo a scrivere e anche a disegnare” gli sorrise.
Già Dallon, quello che doveva essere il suo sostituto, quello che adesso durante i concerti, stava alla sinistra di Brendon con un basso in mano, occupando il suo posto. Da un lato era contento che Brendon fosse felice, ma dall’altro, quelle parole gli procurarono un dolore allo stomaco. Pensava davvero che senza di lui e Ryan, Spencer e Brendon non avrebbero continuato con la band? Che stupido che era. Le persone vanno avanti. Era davvero un idiota a provare gelosia per quel ragazzo, era stato lui ad andarsene dalla band, era stata una sua scelta. Allora perché si sentiva così? Forse non se ne era andato proprio di sua spontanea volontà, forse era stato condizionato da Ryan, forse perché non voleva lasciarlo solo. La sua mente iniziò ad interrogarsi su tutti questi dubbi, su tutte queste incertezze alle quali non sapeva dare risposta, quando udì la voce di Brendon, che lo fece trasalire, riportandolo alla realtà.
“Ehi Jonny stai bene? Sembri caduto in trans” disse iniziando a ridere.
“Sì tutto ok, sono felice per te, per Spence e per la band” gli rispose con un sorriso amaro sulle labbra. “Dai adesso andiamo, si è fatto tardi, forse qualcuno si starà preoccupando per te.”
“Oh, non mi sono nemmeno reso conto delle ore che sono passate. Con te il tempo passa in fretta” gli disse abbracciandolo.
“Ti accompagno, dove abiti?”
“Sai che non lo so.”
“Scherzi vero?” domandò Jon leggermente preoccupato.
“Mmmma certo! Ho una memoria di ferro io, ricordo tutto nei minimi dettagli, riuscirei a trovare la via di casa anche in mezzo ad una foresta.”
“Si certo, infatti ti sei perso in un piccolo quartiere perché non riuscivi a ricordare la strada che avevi preso.”
“Vabbé questi sono solo piccoli dettagli” si giustificò.
“Andiamo scemo” rise Jon.   
 
 




Salve eccomi di nuovo con questa cosa (come a me piace chiamarla) di fanfic con il 3° capitolo. In questo periodo mi ero bloccata per questo ho pubblicato solo adesso D:
Ringrazio sempre Just a line in a Song per avermi seguita e per aver recensito :) grazie sei il mio angelo :D e ringrazio anche mia madre per urlarmi contro dall'altro lato della casa e disturbarmi ogni qual volta mi metto a scrivere -.- quindi se ho fatto qualche errore non è stata colpa mia U.U
Fatemi sapere quello che pensate e... ciao ._.

  
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