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Autore: David19494    06/11/2011    6 recensioni
E' passata una sola settimana dal matrimonio fallito di Ranma e Akane.
La ragazza col caschetto è ormai decisa a rompere il fidanzamento, ma un inaspettato arrivo dal passato cambierà radicalmente le carte in tavola...
+++ALTRA STORIA RIPRESA DOPO 18 MESI+++
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Nabiki Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rieccoci finalmente, amici xD
Per via della poca ispirazione ma soprattutto del pochissimo tempo libero pubblico solo ora la storia, dovete perdonarmi! Pensavo di potercela fare nei giorni delle festività dei morti, ma purtroppo no!
Vi lascio dunque alla lettura del secondo capitolo :D




CAPITOLO 2 - Reunited Family

 
 
 
Non ci posso credere... Nabiki ha un gemello! Ora cosa succederà?

Ranma era rimasto basito davanti alla rivelazione del castano che gli era di fronte.

-Incredibile... ma come mai ho scoperto solo ora che avete anche un altro fratello, eh Akane?- domandò il codinato, rivolgendosi alla coetanea.

Cosa gli dico?!

-Io...-

Nobuki la interruppe con un cenno della mano.
 
-Spiegherò tutto a casa davanti a tutti, ok Ranma?-

-Come vuoi, Nobuki- rispose Ranma, prima di incamminarsi verso il Dojo con i due fratelli ritrovati.


Dopo qualche minuto arrivarono a destinazione. Percorsero il vialetto e si fermarono alla porta di ingresso.

-Sei pronto, fratellone?- chiese Akane, alzando la testa verso il fratello.

-Ovviamente, guardate adesso cosa faccio...- rispose lui, assolutamente a suo agio, aprendo la porta scorrevole prima di gridare:

-SONO A CASA!-
 
Si udirono, dopo qualche secondo, alcuni tonfi provenienti dalla sala da tè, dove si trovavano Genma-panda e Soun.

Quest’ultimo si precipitò all’ingresso.
Rimase paralizzato.

-Papà! Come va?- fece il nuovo arrivato, posando a terra i borsoni.

-Ma allora non era una mia impressione, sei stato tu ad urlare! Oh figliolo, bentornato!- sbraitò in lacrime il signor Tendo, prima di saltare addosso al figlio.

-Oh cielo.. fratellino, sei proprio tu?- esordì Kasumi con una mano sulla bocca, appena arrivata dalla cucina.

Nobuki in qualche modo riuscì a strapparsi dalla morsa del padre e guardò la sorella maggiore.

-Kasumi, sei sempre bellissima- disse lui, andandola ad abbracciare.
 
________________________________
 
 
Da qualche minuto ho cominciato a leggere davvero questo libro del senpai, visto il mio continuo annoiarmi.

-SONO A CASA!-
 
Quest’esclamazione dal piano inferiore fece sobbalzare Nabiki sulla sua sedia con le rotelline ai piedi.
 
Questa voce... no dai, non può essere mio fratello!
 
Con questo pensiero nella testa, Nabiki si alzò e uscì con calma dalla sua camera.
Arrivata alle scale si affacciò quel tanto che bastava per intravedere suo fratello gemello che veniva quasi soffocato dal padre. La ragazza col caschetto castano spalancò gli occhi, stupefatta.
 
È tornato davvero. Senza avvertire nessuno.
 
Cominciò a scendere le scale come un automa, con lo sguardo puntato su Nobuki che  era tra le braccia della sorella maggiore.
 
Lei ruppe il ghiaccio con un timido -Ehilà-.

Nobuki sciolse l’abbraccio e si girò dalla parte della gemella.

-Sorellina, ti trovo in forma- fece lui, sorridente.

-Anche tu- fu la risposta semplice ma allo stesso tempo contenuta di Nabiki.

-Allora, non si saluta?- disse Nobuki, allargando le braccia.

Nabiki esitò un momento, poi corse tra le braccia del gemello e si strinse a lui.

-Sono felice che tu sia tornato- disse lei, anche se moderatamente. D’altronde non piagnucolava come le sue sorelle.

È strano l’atteggiamento di Nabiki. Non l’ho mai vista così, così... fragile.
 
Ranma era rimasto a bocca aperta davanti alla scena dell’incontro tra i due gemelli.

-Dimmi un po’, Akane: sta bene tua sorella?- chiese nell’orecchio della ragazza col caschetto.

-Ma certo, baka! Devi sapere che Nobuki è l’unico essere umano, dopo la morte della mamma, capace di far cadere la barriera caratteriale di ghiaccio che Nabiki mantiene salda-

Quella affermazione lo colpì e non poco. Pensò che quella giornata stava diventando fin troppo piena di sorprese inaspettate.
 
-Chi c’è?- chiese la signora Nodoka, che era appena arrivata nell’ingresso.

Nobuki la salutò facendo un leggerissimo inchino in segno di rispetto, prima di spiegarle il tutto.

-Davvero? Questa mi è nuova! Non sapevo che avessi un figlio maschio, Soun- fece lei, rivolgendosi al capofamiglia.
 
-Perché non posi le valigie in camera e ci raggiungi a tavola per un tè?- propose Kasumi, con la sua solita dolcezza.

-Ok, vado e torno. Ranma, mi dai una mano?- disse Nobuki, riprendendo in mano un borsone e uno zaino e porgendone un terzo al codinato.
 
Ranma accettò il favore e salirono al piano superiore.
 
 
La camera di Nobuki era ignota ai Saotome: questa si trovava in soffitta, che si raggiungeva con dieci gradini in legno affianco alla camera di Kasumi, nell’angolo tra quest’ultima e quella degli ospiti. La stanza non era molto grande, ma comunque confortevole: vi erano un futon adiacente al muro, una piccola scrivania bassa vicino alla finestrella che dava al tetto, un armadio e una cassettiera in legno.
 
-Cavoli, pensavo che qui ci fosse una normalissima soffitta!-

-Possibile mai che in due anni che vivi in questa casa non ci sei mai entrato? Mia sorella viene qui due volte a settimana per rassettarla- spiegò il diciottenne, dopo aver riposto le sue cose.

-Forse hai ragione... ma il fatto è che sono stato molto, come dire, impegnato in questo periodo!- rispose Ranma, prima di cominciare a ridere insieme al castano.
 
Dopo questa breve conversazione i due ragazzi scesero in sala da tè.

_____________________________________________


L’orologio segnava mezzogiorno in punto quando Nobuki varcò la soglia della porta scorrevole della sala.
 
La sua attenzione fu subito catturata da un panda gigante.
 
Ma allora Nabiki non diceva pazzie, Ranma e suo padre non sono normali!
 
-Lei deve essere il signor Saotome, giusto?- esordì Nobuki, sedendosi nel suo vecchio posto a tavola.

"Come fai a saperlo??" recitava la scritta di un cartello in legno tirato fuori dal panda.
 
-Beh, devo dire una cosa che non sanno nemmeno papà, Kasumi e Akane: in questi due anni sono stato in contatto con Nabiki via lettera... quindi diciamo che so un bel po’ di cose sulle avventure di Ranma, Akane e i loro pretendenti... e ovviamente sono a conoscenza delle maledizioni dei Saotome- spiegò il nuovo arrivato, prima di sorseggiare una tazza di tè.
 
-È vero, figliola?- chiese Soun, rivolto a Nabiki.
 
Quest’ultima annuì semplicemente col capo.
 
-Bobooooo!!- il panda, che aveva le mani sulle guance in segno di stupore, fu subito sommerso dall’acqua calda di una teiera gettatagli in testa dal figlio.


-Argh, figlio degenere, non potevi prendere dell’acqua meno bollente?- si lamentò Genma, appena tornato umano.
 
Fermò la sua rabbia ad un tratto.
 
Aspetta un momento! Non ho pensato ad una cosa: ma se Soun aveva un erede maschio, perché ha fatto in modo che Ranma e io venissimo qui?!


-Ehi Tendo! Ora dovrai spiegarmi un po’ di cose!- fece Saotome, avvicinandosi con aria minacciosa al suo amico.
 
-Non si preoccupi signor Genma, non ho avuto, non ho ora e mai avrò alcuna intenzione di ereditare la palestra di mio padre, se è questo che la turba- l’intervento di Nobuki accese una fiamma di speranza in Saotome.

Nobuki, a quel punto, tirò fuori dal nulla un pallone da pallacanestro e lo fece girare sulla punta dell’indice della mano destra.
 
-Che significa, ragazzo?- domandò Genma, curioso.
 
-La mia passione è il basket! Non impazzisco per le arti marziali... è per questo che non ho accettato di ereditare la palestra, capite?- la sua affermazione colse gli ospiti di sorpresa.
 
Al fratello di Akane piace il basket, ecco perché indossa quella tuta sportiva!

Ranma stava ascoltando con molta attenzione.

-Incredibile, non l’avrei mai immaginato!- esclamò Genma, piacevolmente stupito. -È per questo che non mi hai detto niente di lui, vero Tendo?-

-Già! Tanto ve l’avrei presentato quando sarebbe ritornato a casa- rispose Soun, mettendosi una mano dietro la nuca.
 
-Ora, se volete, vi dirò tutto su di me- fece il giovane Tendo. Iniziò il suo racconto.
 
Nobuki, subito dopo la morte della madre, fu l’unico, insieme a Kasumi che doveva badare alla casa, a cercare di tirare avanti senza piangersi ulteriormente addosso.
Le due che l’avevano presa peggio furono Nabiki e Akane, oltre a Soun, ovviamente.
La ragazza col caschetto blu-nero non fu subito avvertita del decesso, poiché all’epoca aveva solo 5 anni. Le era stato detto che la mamma era andata in un posto e che sarebbe ritornata un giorno molto lontano.
Nabiki, proprio per il trauma causato da quella morte, diventò col passare dei giorni sempre più fredda e calcolatrice con gli altri.
Giorno dopo giorno, Nobuki cominciò ad innamorarsi degli sport che in un primo momento riteneva utili a sfogarsi ed a scaricare la tensione. Stessa cosa fece Akane, ma con le arti marziali.
Il ragazzo però apprezzò in modo particolare la pallacanestro, vista per la prima volta in TV quando aveva 10 anni. Soun non fu sfavorevole riguardo la scelta di Nobuki, ovvero quella di fare il cestista professionista da grande, poiché aveva già stipulato l’accordo di unire la propria palestra con quella di Genma Saotome facendo sposare suo figlio con una delle proprie ragazze.
Appena giunto al liceo, Nobuki si iscrisse al Club di basket del Furinkan. All’inizio del secondo anno scolastico, però, il professore di educazione fisica e allenatore del Club, il signor Konno, ebbe una dura discussione con il giovane Tendo.

-... e fu così che decisi di cambiare aria, scegliendo la scuola superiore a Seoul che frequentavano i miei amici d’infanzia, Sakamoto e Yagami. Mi sono trovato benissimo laggiù, abbiamo vinto campionati su campionati e siamo diventati la miglior squadra, a livello liceale, del Paese- finì Nobuki, prima di terminare di bere il tè.

-Ma ora dicci perché sei tornato proprio in questo periodo... siamo nel bel mezzo dell’ultimo trimestre- la richiesta di Nabiki fece calare uno strano silenzio sulla sala da pranzo.
 
-È cominciato tutto tre giorni fa. - iniziò il castano - Stavamo facendo gli allenamenti pomeridiani, quando ad un tratto è arrivato in palestra un assistente tecnico che chiedeva di me: mi ha detto che qualcuno voleva parlarmi al telefono. Dall’altra parte della cornetta c’era un uomo che diceva di parlarmi dal liceo Furinkan; costui mi ha riferito che il prof Konno è stato licenziato una settimana fa ed ha voluto a tutti i costi che io tornassi a giocare per il liceo più prestigioso di Nerima, anche se per poco tempo, visto che sono del terzo anno. Colui che mi ha chiesto di tornare a casa è Murasami, il nuovo prof di educazione fisica: lo conoscete, vero?- domandò infine agli altri tre liceali seduti intorno al tavolo.

-Sì certo, è molto bravo!- rispose Akane.
 
-Dopo averci pensato un minuto, ho accettato la richiesta, entusiasta di ritornare a casa e di riabbracciare voi. Sakamoto e Yagami si sono offerti di seguirmi per venire a vincere il campionato primaverile giapponese-
 
-Ma allora perché non ci hai avvertiti del tuo imminente ritorno?- domandò Soun, inarcando un sopracciglio.

-Beh, volevo farvi una sorpresa... ecco tutto- fece Nobuki, guardando dapprima il padre, poi le sorelle.
 
-Ho capito... ANCHE SE NON RIESCO ANCORA A CREDERE CHE IL MIO RAGAZZO SIA TORNATO DA ME!- piagnucolò il capofamiglia, com’era di suo solito.
 
 
Dopo quel buffo piagnisteo, Nobuki chiese a Ranma di trasformarsi in ragazza.
 
-Mi dispiace, ma da una settimana sto cercando in tutti i modi di non toccare più l’acqua fred... È GELIDAAA!- sbraitò l’ormai Ranma-chan, dopo essere stata investita da un secchio d’acqua di infima temperatura gettato spudoratamente da Genma.
 
-Razza di deficiente! Io ti ammazzo!- esclamò furente la rossa, iniziando a combattere col padre nel giardino.
 
A Nobuki comparve un grosso gocciolone dietro la nuca.
 
-Oh non devi stupirti fratellino, lo fanno ogni giorno!- disse Nabiki, la quale sembrava aver ripreso del tutto la sua calma naturale.
 
Chissà... forse, ora che è tornato mio fratello, a scuola comincerò di nuovo a guadagnare qualcosa vendendo le sue foto alle ragazze del terzo che in prima sbavavano per lui!

-A cosa stai pensando con quella faccia maliziosa, sorellina cara? Questa volta non trufferai nessuno con le mie foto! Speravi che mi fossi dimenticato della tua stramaledetta mania di fare soldi, eh? Dì la verità!- Nobuki aveva una sola caratteristica in comune con la gemella: l’intelligenza.
 
Che gioia! Ora la famiglia è finalmente riunita... anzi no... manchi solo tu, mamma.
 
Akane diede uno sguardo al cielo, prima di essere chiamata a tavola con gli altri per il pranzo.
 
La giornata passò velocemente per lasciare spazio alla notte.
 
_____________________________
 
 
La mattina della nuova settimana, allo stesso tempo, non si fece attendere.
 
Questa volta ad uscire di casa non erano più in tre, ma in quattro.
 
-Sai, mi fa un certo effetto andare a scuola insieme, Nobuki, sono passati due anni dall’ultima volta!- asserì Akane, mentre camminavano in direzione del Furinkan.
 
-Beh, dovrai abituartene, scema, almeno per i prossimi due mesi!- sostenne Ranma, che camminava come al solito sulla ringhiera del canale cittadino.
 
-Guarda che l’unico scemo qui in mezzo sei tu!- ribatté lei imbronciata, facendogli la linguaccia.
 
 
In poco tempo arrivarono nell’atrio esterno della scuola.
 
-Ehi ragazze, guardate chi c’è...- disse Nabiki, rivolta alle compagne di terza.
 
Queste ultime si girarono nella direzione dei gemelli e presero a fissare quello maschio.
 
-Ma tu sei Tendo!- disse una, tremando dalla gioia.
 
Improvvisamente le ragazze cominciarono ad urlare impazzite.

-È davvero così amato tuo fratello, Akane?- chiese Ranma.

-Prima che se ne andasse all’estero era lo studente più popolare della scuola!- rispose lei, mentre guardava la folla in festa.
 
Nobuki fu presto raggiunto anche dai suoi due amici.
 
-Buongiorno ragazzi, come vi trovate qui a Nerima?- domandò lui, dopo averli salutati.
 
-Tutto bene per ora!- fu la risposta di Sakamoto.
 
-Ehi Nobuki, guarda quello, chi è?- disse Yagami, indicandogli un ragazzo dall’aria superba che si stava avvicinando a loro.

-Ma grazie! Non sapevo che mi stimavate fino al punto di organizzare una parata in mio onore!- fece Tatewaki Kuno, ridendo poi sguaiatamente.
 
-Guarda, guarda chi si rivede!- esclamò Nobuki, ironico.
 
-Aspetta, io ti conosco....non può essere! Sei Nobuki Tendo?!- si stupì Aristocrat.
 
-In carne ed ossa, Kuno!-
 
 
 
 
TO BE CONTINUED
 
 
***************************************************


Ehilà, lettori!
Allora, che ve ne pare? Aspetto i vostri commenti!
Alla prossima! :D
David
  
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