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Autore: Seri and Pe Pornduction    07/07/2006    4 recensioni
Non ci sono storie, LUI deve essere mio. Mi riferisco ad Harry Potter ovviamente! La superstar del mondo magico! Nel caso in cui si rivelasse una delusione, c'è sempre Draco Malfoy su cui ripiegare, il purosangue più ricco del Mondo Magico. Se nemmeno lui andasse bene, mi toccherebbe trovarmi un amante. Fra tutti questi impegni, magari trovo anche il tempo di salvare il mondo...
[introduzione cambiata]
Genere: Commedia, Parodia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Seri and Pé Pornduction ha detto: “La fanfiction su Simona Sue aiuta a salvare il fandom dalle Mary Sue e a portare il sorriso, o almeno si spera”.


SIMONA SUE CONTRO IL PLAGIO

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SIMONA SUE A IMPATTO ZERO

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SERI AND PÈ PORNDUCTION

presenta


UNA STRADA GIÀ BATTUTA


Correzioni di Izumi



FANFICTION PARODICA



A chi ci ama,
perché siamo splendide e intelligenti
perché siamo spiritose e divertenti
perché senza di noi sarebbe tutto una noia
e a tutti piace fare baldoria

A chi ci ama,
dedichiamo questa storiella
che non pretende di essere in assoluto la più bella
solo un sorriso vogliamo strappare
e a riflettere alcune persone portare


(Seri and Pé Pornduction – Modestia)




*



Prologo

Era una notte buia e fredda, di quelle in cui nemmeno le stelle si arrischiano a fare capolino nel cielo; un forte vento scuoteva gli alberi della Foresta Proibita, creando vortici con le foglie secche cadute negli ultimi giorni autunnali.
Due figure ammantate avanzavano con fatica lungo la strada che portava verso Hogwarts, combattendo contro le gelide folate che penetravano fin dentro i loro vestiti come tante lame ghiacciate. Si fermarono solo davanti all'enorme ingresso del castello, guardandosi continuamente attorno per la paura di essere stati seguiti. Una raffica più violenta delle altre face cadere il cappuccio di una di quelle due persone, che inutilmente tentava di trattenerlo con le mani, e una cascata di boccoli dorati vennero scompigliati con furia dal vento ma, prima che la donna potesse di nuovo coprire i suoi capelli, la figura accanto a lei, con premura, afferrò il cappuccio e glielo risistemò. Avvicinandosi, si accorse che stava tremando e la strinse a sé.
« Mona, hai freddo? »
Lei scosse il capo in segno di diniego, ma ricambiò la stretta. L'uomo bussò con forza sul grande portone di legno e subito si sentirono dei passi frenetici, seguiti dallo sferragliare del catenaccio che veniva tolto per permettere ai due fuggiaschi di entrare. Dall’interno comparve la testa di un uomo che fissò per un attimo i nuovi venuti.
« Silente vi sta aspettando » disse prima di scostarsi per lasciarli passare.
Gazza li guidò per i silenziosi corridoi di Hogwarts, in cui l'unico rumore udibile era prodotto dal vento che si infrangeva sulle finestre, facendole vibrare. Il custode avrebbe voluto una spiegazione, almeno da parte loro, per quello strano arrivo, dato che il preside non si era degnato di fargli sapere nulla, ma tutto ciò che ottenne fu un pacato e gentile ringraziamento sussurrato dalla giovane donna.
A malincuore Gazza dovette lasciare i due ospiti davanti al Gargoyle di pietra che custodiva l'entrata dell'ufficio del preside, e così si allontanò, sperando di beccare qualche studente fuori dalle camerate.
« Avresti potuto ringraziarlo anche tu ».
Una leggera sfumatura di rimprovero era contenuta nella voce della donna.
« Lo sai che non è nel mio stile... Cioccorane ».
Al suono della parola d’ordine, il Gargoyle di guardia si spostò a lato strusciando contro il terreno e i due si avviarono per la stretta scalinata che portava alla presidenza. Silente era seduto dietro la scrivania, con tre tazze fumanti davanti a lui e uno strano scintillio negli occhi.
« Vi stavo aspettando. Avete avuto qualche intoppo? » si informò sorseggiando il the bollente e scrutandoli da sopra gli occhiali a mezzaluna.
« No, tutto è andato come doveva » replicò l'uomo permettendosi solo a quel punto di abbassare il cappuccio e rilassare i muscoli, che fino ad allora erano stati tesi per la tensione e la paura.
« Molto bene Severus. La parte più rischiosa del piano è riuscita ».
Silente, con un colpo di bacchetta, fece fluttuare una tazza in mano a Piton, per poi rivolgersi alla donna accanto a lui, ancora sulla difensiva anche in quell’ambiente sicuro e famigliare.
« Non ti accomodi, Mona? »
A quelle parole la donna si tolse con grazia il cappuccio, rivelando un viso dai lineamenti aggraziati. Aveva una folta chioma di boccoli biondi, che, nonostante fossero stati scompigliati dal vento, le donavano ancora un’insolita grazia, che non poteva che affascinare chiunque si fosse soffermato ad osservare quel volto sul quale spiccavano gli occhi azzurri e le guance leggermente arrossate per il freddo.
« Grazie professore » rispose Mona, sedendosi compostamente su una delle poltrone.
Prese la tazza e cominciò a sorseggiare il the che ridiede calore al suo corpo intirizzito.
« Hai già pensato a cosa farai fuori dall'Inghilterra? » chiese Silente scrutandola con attenzione.
Mona sembrò rifletterci per qualche secondo.
« Una vita normale, niente più magia ».
Piton ebbe un sussultò a quelle parole, ma nessuno sembrò accorgersene.
« Ne sei certa? È una decisione importante, vorrei che ci riflettessi con cura ».
« Ci ho già riflettuto e ho capito che la strada che stavo percorrendo non era quella giusta ».
Nella stanza scese il silenzio e l’unico rumore udibile era prodotto da Piton, che pareva sorseggiare tranquillo il suo the. Poi poggiò con delicatezza la tazza sul piattino e si voltò verso la donna con uno sguardo addolorato.
« Sai che non potrò venire con te? »
« Severus… »
« So che una vita con me sarebbe infernale e so anche che tu non mi ami abbastanza per fare una tale scelta, ma non posso lasciarti partire senza avere la certezza di aver fatto tutto per trattenerti. Non andartene, ti prego ».
Mai Piton si sarebbe ritenuto in grado di fare una cosa così degradante come implorare qualcuno, ma per lei… per lei si sarebbe abbassato a fare qualsiasi cosa, solo per poter godere ancora una volta del suo sorriso.
Mona non seppe cosa rispondere e abbassò lo sguardo per evitare gli occhi dell’uomo.
« Io… » riuscì soltanto a pronunciare stringendo con forza il mantello tra le mani.
Si sentiva in colpa, ma, come aveva detto lui, non lo amava abbastanza. In tutta sincerità non credeva neppure di amarlo.
Silente tossicchiò per interrompere il silenzio imbarazzante che era venuto a crearsi e i due parvero accorgersi in quel momento della sua presenza.
Piton si mosse sulla poltrona a disagio, rendendosi conto delle parole pronunciate davanti ad un’altra persona.
« Mona, vuoi una caramella? Gazza le ha requisite qualche giorno fa a degli studenti, affermando che fossero pericolose, ma tutt'al più sono rischiose per la linea » disse il preside ridacchiando da solo per la sua battuta e ammiccando in direzione della donna.
« No, grazie preside. Non riuscirei a mangiare nulla in questo momento » declinò l'offerta Mona.
« Tu, Severus? »
Piton si limitò a lanciare un'occhiata di disgusto alle caramelle e poi al preside, che abbassò il contenitore borbottando « Non sapete cosa vi perdete ».
« Bene Mona, se hai già deciso, direi che tu possa ripartire. Ho incaricato una persona di fiducia per accompagnarti. Non arriverà che all'alba, dunque direi che tu possa riposarti un po' prima di ripartire » disse Silente mettendo via la scatola di caramelle, non prima di averne prese un paio per sé.
« Grazie di tutto ».
« Non c’è bisogno di ringraziare. Hogwarts è sempre aperta a chi decide di combattere il male. Severus, accompagni tu Mona nella stanza che le è stata preparata? »
Piton annuì e si alzò facendo un cenno alla donna. Lei salutò il preside e poi seguì silenziosamente l’uomo fuori dall’ufficio. Per un po’ nessuno dei due parlò e ad accompagnarli ci fu solo l’imperversare della tempesta fuori dal castello.
« Capisco che tu voglia rifarti una vita… »
« Ti prego, non ritorniamo sull’argomento » lo interrupe Mona con voce stanca.
« Anch’io voglio rifarmela… » disse Severus, ignorando le sue parole « ma non voglio scappare e soprattutto voglio che ci sia tu accanto a me ».
« Severus... » si interruppe non trovando le parole giuste da dire « non credo che questo sia possibile ».
« Perchè? »
Senza che se ne fossero resi conto avevano raggiunto la stanza dove Mona avrebbe passato il resto della notte.
Mona sentiva lo sguardo di Piton fisso su di sé.
« Severus, non ti amo » disse appoggiando la mano sulla maniglia e alzando per la prima volta gli occhi su di lui.
Piton spalancò gli occhi sconvolto e non riuscì a muovere un solo muscolo, mentre osservava la donna che amava entrare nella stanza, per poi sparire alla sua vista e dalla sua vita.



continua...

  
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