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Autore: amaryllis_G    07/11/2011    3 recensioni
Molti pensano che non siamo soli nel nostro universo. Altri invece pensano che non ci sia un solo universo. Derek, un ragazzo di sedici anni, si troverà a cavallo fra due dimensioni, abbandonando la propria vita normale per ricominciare in un mondo diverso, dove l'acqua non obbedisce alla gravità, dove meduse grosse come orsi vanno a caccia di carne umana e dove baccanti in preda all'euforia si comportano come lupe affamate...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi qui!!! Non muoio, ma torno allegramente a postare il secondo capitolo!!! Qui viene per la prima volta nominata una persona mooolto importante, e se nelle recensioni sarete interessati aggiungerò parte della sua storia nel prossimo capitolo! Buona lettura!! Se recensite le mie storie recensirò le vostre, e viceversa ;D

-Capitolo I-

Tentacoli Urticanti

 

Il varco era tiepido e luminoso, era come essere avvolti da una coperta calda e leggera. Il viaggio fu breve. Quando il varco luminoso si aprì di nuovo, Derek ne uscì, abbandonando la sensazione di tepore e purezza. Subito dopo il varco si dissolse, e Derek si guardò attorno. Il posto dove si trovava era piuttosto bizzarro, ma ciò non lo rendeva meno bello: il terreno era ricoperto di piastrelle grigio scuro, come quello delle nuvole in tempesta; le pareti erano ricoperte con le medesime mattonelle, la maggior parte delle quali era invasa da piante lacustri gigantesche che, per qualche bizzarro motivo, crescevano dal soffitto, e la stanza aveva l'odore di un boschetto incolto subito dopo un temporale estivo, quell'odore umido che faceva percepire l'aroma inconfondibile di tutta la vegetazione circostante. Tra le piante che infestavano i muri facevano capolino numerosi fiori, tutti di colorazione tra il blu oltremare e il viola. L'altro lato della stanza era la cosa più stupefacente che avesse mai visto: l'intera metà della sala, alta circa una quindicina di metri e larga venticinque, era occupato dall'acquario più grande che potesse esistere, la cui luce azzurra si rifletteva sulle mattonelle. Sembrava una finestra sull'oceano, profondo e ricco di vita e di colore, un abisso avvolto dal mistero. Avvicinandosi, Derek si accorse che il vetro non c'era: era semplice acqua, chiara e cristallina, che si prendeva gioco della gravità rimanendo al suo posto, increspandosi lievemente al tocco delle sue dita. L'acquario (se acquario lo si poteva chiamare) si affacciava su di una scogliera subacquea gigantesca, ricoperta da coralli e anemoni di ogni genere e tonalità. Normalmente ci si aspetterebbe un qualche genere di pesce colorato in un acquario, anche se quello poteva benissimo ospitare banchi di delfini: guardando l'acquario, sembrava che la sua profondità si estendesse svariati chilometri avanti. Mentre osservava meravigliato, una creatura azzurra in lontananza si avvicinava. A causa della distanza, non si riusciva ad individuare chiaramente di cosa si trattava, l'unica cosa certa era che aveva una forma rotonda e luminosa, simile ad una luna, che diventava più grande e più piccola ad intervalli regolari. Quando fu abbastanza vicina, Derek capì che si trattava di una medusa. Non una medusa come quelle che si possono incontrare in spiaggia, larghe si e no venti centimetri: questa era larga un metro e mezzo e lunga due, praticamente le dimensioni di un orso. Il cappello della medusa risplendeva di bagliori madreperlacei che riflettevano l'intero spettro cromatico, i lunghi tentacoli bluastri circondavano quelli più voluminosi, simili a nastri di velluto, bianchi e luminosi, che scendevano da sotto il cappello. La medusa si avvicinò al limite dell'acquario. Derek ebbe l'impulso di allontanarsi, ma si rassicurò: il vetro dell'acquario li separava. Ricordò pochi attimi dopo che in effetti il vetro non esisteva, ma era troppo tardi, pochi centimetri lo separavano da quell'enorme predatrice. La medusa allungò un tentacolo, avvicinandolo al vetro e attraversandolo con la facilità con cui si attraversa l'aria. Derek sentì un brivido corrergli giù per la schiena quando sentì qualcosa di morbido e sottile solleticargli la caviglia. Abbassò lo sguardo per notare che un tentacolo gli si era già avvinghiato alla caviglia, insidiandosi sotto il jeans per arrivare alla carne nuda. Il primo tentacolo l'aveva distratto per permettere al secondo di bloccargli la caviglia, mentre il corpo della medusa si faceva avanti per uscire interamente. Derek cominciava a cadere nel panico: le meduse erano predatrici carnivore, e viste le dimensioni di quella che aveva davanti, lui era un'eccellente porzione di carne. Perché il tentacolo che gli bloccava la caviglia non l'aveva ancora avvelenato? Le meduse, specie se grosse come questa, sono incredibilmente velenose. E come poteva la medusa sopravvivere e muoversi fuori dall'acquario?

Il primo tentacolo gli aveva bloccato il polso, quando notò che silenziosamente, altri due gli avevano bloccato la caviglia e il braccio che erano rimasti liberi, il tutto in una frazione di secondo. La paura lo teneva prigioniero, mentre cercava una via di fuga. La presa della medusa però era forte, e Derek sarebbe difficilmente riuscito a liberarsi. I tentacoli erano sottili e scuri, e il ragazzo provò a divincolarsi per fuggire, ma inutilmente. Senti le suole delle sue scarpe abbandonare il terreno mentre la medusa lo sollevava da terra, ignorando i tentativi della propria preda di liberarsi dalla morsa, e pronta a cibarsene. Con estremo orrore Derek vide altre due meduse, grosse come delfini, raggiungere la loro compagna, per poi uscire dall'acquario e cominciare ad aleggiare attorno al loro abbondante pasto. Derek era piuttosto magro e slanciato ma non molto forte e quindi incapace di sottrarsi a loro. Nonostante la carenza di volume della loro vittima, le meduse continuavano a girargli attorno, punzecchiandogli i fianchi e le cosce con i tentacoli, come per valutare l'abbondanza e la consistenza del cibo. Si muovevano nell'aria come se fossero ancora nell'acqua, forse con più lentezza, ma comunque aleggiando pericolose. La prima medusa, la più imponente delle tre, si fece avanti, la mole gigantesca aleggiava fuori dall'acquario, mentre i tentacoli simili a nastri, larghi almeno trenta centimetri, si facevano da parte, per ingoiare Derek attraverso delle fauci piuttosto bizzarre, che si trovavano al centro del cappello, sul lato inferiore, prima dell'attaccatura dei tentacoli. Derek vide la sua fine quando la sua testa stava ormai per entrare nelle fauci della medusa, quando la medusa si ritrasse, mollo la presa facendo cadere bruscamente a terra quello che doveva essere il suo pasto, ma che era ancora vivo. Derek vide con orrore che una quarta medusa, grossa quanto la prima, ma bianca e madreperlacea, i lunghi tentacoli neri che scendevano dal cappello, accompagnati da quei nastri velenosi, stavolta azzurri, si faceva avanti, mentre le altre si facevano da parte. Attraverso il limite dell'acquario e cominciò a contorcersi. Il cappello si divise in strisce, e si trasformò in una corona luminosa, mentre i tentacoli, simili a capelli, si spostavano, rivelando un volto e un corpo femminile. I tentacoli simili a nastri avvolsero il corpo della donna, coprendone le nudità e trasformandosi in una sorta di abito, dall'aspetto regale. La creatura era bellissima: Derek smise di pensare alla fuga, ammaliato dai suoi lineamenti. La donna aprì gli occhi: la pelle diafana, le unghie nere e i tentacoli scuri incorniciavano un volto su cui comparivano due occhi color del ghiaccio che lo fissavano.

-Paeonia, Euriale, Anaemone. Chi è questo intruso?- disse

-Mia regina- sussurrarono le meduse, flettendo il cappello in quello che doveva sembrare un gesto di riverenza. -Si è intrufolato nell'acquario e...-

-Non è possibile!!! Non dite eresie, l'Aquarius Medusae è protetto magicamente da ogni intrusione interna!! Si può entrare solo dall'entrata sull'oceano, e infrangendo la superficie dell'acqua le sentinelle avvertirebbero la presenza di un intruso e mi avviserebbero di conseguenza!! Ma non sono stata avvertita.- disse imperiosa la medusa, che sembrava piuttosto irritata.

Si voltò per dedicare totale attenzione a Derek, scrutando attentamente il suo volto, dal naso appuntito agli occhi verdi, fino ai capelli neri.

-Tu. Come hai fatto ad entrare qui?- disse con voce autorevole.

-Io...beh...- incespicò Derek, in risposta.

Per qualche motivo Derek adesso trovava molta difficoltà ad aver spiegato di essere entrato in un varco luminoso per seguire la persona che più lo terrorizzava, e di essere stato quasi mangiato da una medusa.

Il suo silenzio non fece che far irritare la medusa Regina, che sembrava perdere la pazienza.

-Allora? Se non rispondi dovrò prendere provvedimenti dolorosi.- ad un successivo silenzio, la regina rivolse un cenno d'assenso alle sue sottoposte, e senza che Derek se ne rendesse conto, le due meduse lo avevano afferrato per i polsi e lo tiravano da due estremi diversi, immobilizzandolo e rendendolo vulnerabile a ogni attacco, sia davanti che dietro. Derek era fortunato che non gli avessero iniettato del veleno: aveva almeno sei tentacoli su ogni braccio. La regina camminò fino ad arrivare alle spalle di Derek. Da quella posizione, Derek non poteva immaginare a cosa corrispondesse lo schiocco di frusta che udì improvvisamente. Un brivido corse lungo la sua schiena, mentre il terrore lo avvolgeva. Si voltò con uno sforzo immane per vedere che dall'indice della Regina partiva un lungo tentacolo bluastro, simile ad una frusta, e che era avvelenato, a giudicare dalla sadica espressione che traspariva dallo sguardo della Regina. Un altro schiocco violento del tentacolo lo persuase a voltare lo sguardo in avanti. Udì un altro schiocco della frusta, che però non colpì per terra, bensì sulla sua schiena. Derek sbarrò gli occhi, è quello che gli uscì dalla bocca fu un urlo assordante: la sua maglia era stata lacerata al momento della frustata, e il tocco del tentacolo era dolorosissimo. Un lungo taglio, sottile come un capello, si era formato sulla sua schiena, la pelle intorno ad esso era ustionata e corrosa dal veleno, che prolungava il dolore oltre il normale effetto della frustata. Un altro schiocco, e poi un altro, in punti diversi, uno sulla spalla, uno sul braccio. Nuove piaghe comparvero sulla sua pelle, mentre il veleno pungeva come decine di aghi roventi.

-Te lo chiederò un'altra volta. Come hai fatto ad entrare qui? Sappi che ti frusterò di nuovo se non mi risponderai.-

Con riluttanza, Derek raccolse le proprie forze, combattendo il dolore che lo pervadeva.

-Ho seguito un amico, che ha attraversato una specie di portale. L'ho attraversato anch'io, e mi sono ritrovato qui. Poi le meduse mi hanno attaccato.-

-Non ci sono portali che possano portare qui. Questo posto è l'Aquarius Medusae, un posto remoto e segreto, protetto da ogni intrusione interna dalla magia, e da quelle esterne dalle colossali meduse Guardiane. Non puoi essere passato da un portale e finire qui. A meno che non sia stato colui che ha imposto la protezione ad aver aperto il portale, ma ne dubito fortemente. Ad ogni modo, la prossima volta inventa una bugia più credibile. Hai profanato un'oasi di pace naturale e magica, e verrai punito.-

Dalle dita della mano destra della Regina si protesero cinque lunghi tentacoli avvelenati. La regina produsse un'altra frustata, che sarebbe stata molto più dolorosa, visto il numero di tentacoli. Derek chiuse gli occhi, preparandosi ad una nuova ondata di dolore, gli occhi umidi per la sofferenza patita fino a quel momento. Tuttavia, la frustata gli rimbalzò addosso, e si accorse di avere di nuovo libere le braccia, quando le sue ginocchia cedettero dal dolore e lui si accasciò a terra, sanguinante. Le ferite non si rimarginavano, ma non provocavano una grossa perdita di sangue. Si limitavano ad infettare la pelle, infliggendo una sofferenza lunga e debilitante. Si girò, stordito ed indebolito dal veleno, per vedere la Regina inchinarsi davanti a Felix, apparentemente sbucato dal nulla.

-Anthea, posso sapere perchè stai punendo questo ragazzo?- disse Felix.

-Mio signore, si è intrufolato attraverso un portale a quanto dice, ma è impossibile, lo stavo costringendo a...-

-No, Anthea, penso sia entrato dal mio, lui vede.-

Anthea lo fissò stupita.

-È un mio amico, lascialo stare con noi, e ti prego di dare ordini alle tue sottoposte di non attaccarlo. Manda le sentinelle in ogni angolo del nostro mondo e del suo, affinché trovino ogni traccia di attività magica, devo scoprire chi ha mantenuto aperto il mio portale. In ogni caso è bene che controlli io stesso che non sia entrato attraverso un qualche genere di Intersezione...-

Felix si rivolse direttamente a lui stavolta. - Derek, ti spiace se analizzo un attimo la tua memoria? Ti sentirai solo un po' stordito, niente di più, lo prometto, e poi penserò a curare le tue ferite, Anthea non ci va leggera con gli intrusi, ti chiedo scusa anche da parte sua...-

Derek osservò la medusa ritirarsi e tornare nell'acquario nella sua forma originale, dopo un cenno rispettoso di saluto, scomparendo nelle profondità. L'analisi mnemonica era un'esperienza bizzarra, era come se il cervello di Derek fosse immerso nella gelatina, mentre dita e mani frugavano al suo interno. Tuttavia l'esperienza fu breve e, come Felix aveva promesso, totalmente indolore.

-Bene- disse Felix ad operazione conclusa -vedo chiaramente che hai usato il mio di portale, quindi non ci sono problemi. Se avessi usato per caso il portale di un altro mago, questo avrebbe dimostrato una falla nel mio sistema di sicurezza, e sarebbe stato un problema grosso...-

-Quindi sei tu a possedere e salvaguardare questo posto?- chiese Derek.

-Si, l'intero castello...-

-C-castello...?-

-Giusto, dimenticavo che entrando direttamente nell'Aquarius Medusae non hai visto niente, ma sarà meglio che tu lo visiti tra qualche giorno, le ferite sono dure da curare, la Regina ha un veleno molto forte...- lo informò.

Felix si avvicinò al muro grigiastro, aprì la mano e appoggiò il palmo sulla pietra fredda. I suoi occhi tornarono azzurri e luminosi, ma stavolta Derek non ne era spaventato. Mormorò qualcosa, e dal suo palmo si dipartirono frasi in una lingua antica, che scivolavano sulla roccia come serpenti, per poi scomparire. I singoli mattoni si mossero in avanti, uscendo dal muro e ricomponendosi formando un'entrata simile a quella di una grotta. La grotta era bloccata al suo interno da una lastra di marmo che la occupava interamente. Ad uno schiocco di dita la lastra si abbassò, rivelandone altre a seguire, che si abbassarono fino a formare una gradinata. Una volta saliti, si trovarono in un corridoio privo di finestre, che presentava numerose fioriere appese al soffitto, dalle quali ricadevano tralci di fiori rampicanti violacei, simili alle campanule. Quando le loro suole si staccarono dall'ultimo gradino, le lastre si rialzarono fino a tornare allo stesso livello, occultando l'entrata. Il corridoio era in realtà un cubicolo secondario al vero corridoio, molto più grande e decorato da finestre gotiche. L'intera struttura era in marmo chiaro, e attraversandolo Derek rallentò il passo per osservare il panorama offerto dalle finestre. Il castello doveva affacciarsi su di un oceano, questo spiegava l'acquario e la vista panoramica: un cielo notturno, punteggiato da stelle e decorato con qualche nuvola occasionale si addossava su di un oceano del medesimo colore.

Arrivati ad una stanza, Felix aprì la porta e fece entrare Derek. La stanza era spoglia ma ampia, con un letto ed una grande finestra. In un angolo, faceva capolino un tavolo in legno scuro, che contrastava con il candore delle nuvole.

Derek non poté resistere, una domanda che lo assaliva da parecchio doveva trovare risposta.

-Felix...-

-Si, di cosa hai bisogno?- rispose, intento a prendere numerose provette, piene di liquidi variopinti.

Derek era sdraiato sul letto, mentre Felix preparava il medicinale per le frustate, che continuavano a bruciare come se il tentacolo fosse stato incandescente.

-Ma la faccenda della magia, del portale e tutto...come funziona di preciso?

Felix lo guardò, ricordando di parlare con qualcuno che era stato catapultato in una dimensione piuttosto bruscamente, passando un quarto d'ora in compagnia di meduse sadiche e velenose.

-Hai attraversato il portale per sapere come mai vedevi i miei occhi cambiare colore mentre altri non se ne accorgevano, cercando una risposta anche ad altri fenomeni di cui io ero la causa. Penso che il tuo potere, per quanto sia misterioso, abbia agito inconsciamente, bloccando la chiusura del mio portale, e attirandoti al suo interno. Questo perché anche tu sei un mago. Quello degli occhi era una prova a cui ho sottoposto gran parte della popolazione della tua zona. Sei l'unico che ha avuto un risultato positivo. Tra tutti loro, tu sei l'unico che riesce a vedere il Mana. Il Mana è l'energia magica che regola la funzione e l'ordine della natura e delle cose, che proviene dalla terra stessa, a cui i maghi attingono. La tua capacità di percepire il momento in cui usavo il Mana è un dono prezioso, segno di una forte predisposizione alla magia. Quando ti riprenderai, potrai decidere se anche tu vuoi imparare la magia. Poche settimane passate qui equivalgono a pochi minuti nella tua dimensione, quindi puoi stare tranquillo, riguardo alla tua, chiamiamola così, "altra vita". L'unguento deve riposare, so che con il dolore inferto dalle ferite sarà difficile, ma cerca di riposare anche tu, d'accordo? Ci vediamo domani.- disse Felix, congedandosi.

Un mago, eh? Non sembrava una cattiva idea, ma forse era tutto un sogno. Oppure no? No, le ferite infliggevano un dolore che doveva essere terribilmente vero. Se poteva diventare un mago, poteva lasciarsi indietro la sua vita? Era il caso di considerare questa possibilità.

Il padre e la madre di Derek non erano molto presenti. Erano entrambi grandi lavoratori, ma erano piuttosto distaccati l'uno dall'altra, così come con Derek. Sia suo padre che sua madre erano due rinomati artisti moderni, che dedicavano quasi tutta la giornata al lavoro. Derek, dal canto suo, non poteva che imparare a diventare indipendente, vista la mancanza dei suoi genitori e, essendo figlio unico, imparò che ciascuno può essere il miglior amico di se stesso. Grazie a questo concetto, ha sviluppato un forte senso di autonomia, sebbene mancasse totalmente di ambizione: dovendo risolvere da se tutti i propri problemi, tendeva ad accontentarsi sempre della propria situazione. Riflettere attenuò un pochino il dolore, e riuscì ad addormentarsi. Dopo un sonno senza sogni, si alzò quando la luce del sole cominciò a penetrare attraverso le tende. Diede uno sguardo al grande orologio appeso al muro, le cui lancette indicavano il numero romano VI e III. Le sei e un quarto, presto per svegliarsi. Lasciò che il proprio corpo si accasciasse di nuovo sul grande cuscino. Poi sentì i morsi della fame. Si alzò, accorgendosi che le piaghe bruciavano molto meno: il veleno si era indebolito, proprio come aveva detto Felix. Cominciava a provare una certa fiducia verso il ragazzo, che mano mano prendeva il posto della paura, convinto che le cose per lui potessero veramente migliorare. Pieno di questo ottimismo, indossò il jeans che aveva messo il giorno precedente, ma ricordò che la sua maglietta era praticamente distrutta. La fantastica sensazione di entusiasmo, da lui provata raramente, si affievolì. Si accontentò nuovamente, e rimase con la T-shirt con cui aveva dormito. Una volta fatta colazione e aver trovato Felix, poteva chiedere a lui una maglia, in fondo era poco più magro di lui.

Tuttavia, trovare Felix si rivelò più complicato del previsto: il castello sembrava un labirinto, Derek si perse più volte e più volte si ritrovò al punto di partenza.

Affondò la faccia nelle mani, cercando una soluzione, quando si sentì chiamare, aprì gli occhi e si girò, ritrovandosi faccia a faccia con gli occhi scuri di Felix.

-Dov'eri finito? Pensavo volessi mangiare...non conosco le tue abitudini, sinceramente, ma penso sarebbe opportuno cambiare maglia, non credi?-

-Per l'appunto. Le frustate delle meduse hanno distrutto la mia, e ti cercavo per procurarmene una...-

rispose.

-Capisco. Vieni con me, così potremo fare colazione, poi penseremo alla tua maglia, ok?-

-E sia- concluse Derek.

 

***

 

Dopo un'abbondante colazione e una nuova maglia, il buon umore era tornato nell'animo di Derek, che seguiva Felix lungo l'ennesimo corridoio. Osservava le mura e i particolari del castello con lo stesso entusiasmo di un bambino in una pasticceria, affascinato da quel mondo così misterioso.

-Dove stiamo andando?- chiese, smettendo di osservare le porte che superavano.

-Dobbiamo mettere l'unguento sulle tue piaghe, ormai la macerazione dovrebbe essere completa...-

Nonostante fossero tornati alla camera dove aveva dormito, Derek non aveva affatto riconosciuto ne la stanza, ne la strada per giungervi.

-Non posso darti una mappa, solo delle indicazioni, e sei pregato di non mettere niente del genere per iscritto, ancora non lo sai, ma siamo in guerra.- concluse Felix, bocciando la richiesta di Derek di una mappa.

-In guerra?!? Perché?-

-Questa dimensione è regolata dal Mana. Il Mana è una forma di energia e bisogna attingervi per utilizzarla. Il Mana proviene dalla terra stessa. Originariamente, il Mana era un'energia unica e inscindibile in forme secondarie, ma a causa di un conflitto, la sua integrità è stata compromessa. Ora, a seconda della fonte, utilizziamo il mana per controllare un certo elemento. Attingendo Mana dall'acqua posso controllarla, attingendola dal fuoco posso appiccare fiamme dove preferisco. Ogni mago ha determinate capacità nell'utilizzo del Mana, e fra i maghi spiccano sette individui dotati di particolare talento. Questi maghi formano L'Ordine, suddiviso in due gruppi distinti da una rigorosa gerarchia. Tre persone sono scelte dal Mana, e ne diventano parte stessa, il Mana del Fuoco ha scelto una persona, e così anche il Mana della Natura e il Mana dell'Acqua. I tre prescelti formano la Triade Regia. In battaglia sono affiancati dai rimanenti membri, il cui Mana è specializzato in campi più ricercati e arcani. Questi quattro maghi prendono il nome di Quartetto Cavaliere. In seguito a numerosi conflitti all'interno della Triade, l'Ordine ha subito una scissione, i singoli membri della Triade si sono divisi, e i membri del Quartetto hanno seguito coloro che ritenevano meritevoli dei loro servigi. Questo è il conflitto che ha compromesso il Mana, suddividendolo per elementi. Come conseguenza di questo conflitto, i prescelti sono in costante conflitto l'uno con l'altro, e finché saranno in conflitto io sono coinvolto direttamente, in quanto membro della Triade Regia. Sta a te scegliere da che parte stare. Il Membro Incandescente della Triade è al momento sconosciuto, questo conflitto ha una datazione così antica da essere ritenuta leggendaria. Io e il Membro Naturale siamo alleati, ma questi è scomparso recentemente, temo a causa di una setta che ha intenzione di assimilarne il potere, attraverso un rito oscuro. Ma di questo ci occuperemo in seguito, Florence sa cavarsela egregiamente.-

Derek riflettè a lungo, mentre l'unguento caldo leniva il dolore delle sue ferite e le rimarginava.

-Ho già deciso- disse ad un tratto.

-Cosa?- rispose Felix incuriosito.

-Da che parte stare. Scelgo ovviamente di stare dalla tua parte.-

Felix sorrise. Era un tipo piuttosto affabile, a cui piaceva sapere di essere apprezzato, come in questi casi. Ma decise di avvertire Derek delle conseguenze.

-Ne sei sicuro? Una volta deciso, non puoi tornare indietro. Se decidi di manovrare il Mana di un certo elemento, dovrai sottostare al rituale. Sei sicuro di volerlo fare?-

-Si.- rispose senza esitazione.

-Hai intenzione di vivere in questo mondo, e di lasciarti alle spalle la tua vita precedente?-

-Si, ho già riflettuto a lungo, e visto che non ricavo niente che mi renda felice dalla mia "altra vita", voglio restare qui, dove ho un posto, e un amico.- replicò. Per la prima volta sentiva di appartenere ad un mondo, e di condividerlo con qualcuno. Sentiva di poter essere più felice.

-Se vuoi, posso rimuoverti dalla memoria di tutti. Sarà come se non fossi esistito.-

-Si. Ho deciso di rischiare, non ha senso per me vivere a testa bassa ed evitare ciò che si pone sulla mia strada, sia essa positiva o negativa. Ho deciso.-

-E va bene.- disse Felix -domani verrai consacrato al mio Manalito.- concluse.

  
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