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Autore: MarziaShadowOrchid    08/11/2011    5 recensioni
Un aereo che si schianta su un isola non segnata sulle mappe.
I nostri eroi dovranno vivere in un ambiente ostile, tra dichiarazioni d'amore, amicizia e complotti alle spalle, ma i veri nemici sono gli abitanti dell'isola. Pian piano faranno sparire ognuno di loro. Ecco qui una nuova fic! Non vi preoccupate aggiornerò anche le altre. Saluti, MarziaShadowOrchid ^.^ (Pokeshipping, Contestshipping, Soulsilvershipping, Ikarishipping, Penguinshipping, Ferriswheelshipping, Egoshipping, Rocketshipping e Brock/Erika non so il nome di questa shipping)
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“AAAAAHHHHHHH!!”
SBANG!!
Il volo era finito, il viaggio terminato e il buio aveva avvolto i passeggi.
 
“Ash!! Ash!!! ASH!! Svegliati ti prego…” implorò la rossa disperata.
Il corvino aprì cautamente gli occhi, sentiva la testa pesante a causa del colpo dello schianto e la schiena era tutta indolenzita.
“Che è successo?” chiese guardandosi intorno, la prima cosa che vide fu il viso rigato dalle lacrime di Misty.
“Misty? Stai piangendo!?” chiese sorpreso, non aveva mai visto la sua amica piangere e adesso vedeva chiaramente le lacrime rigargli il volto sporco a causa del polverone che si era alzato durante lo schianto.
“Ma che dici scemo! Non sto mica piangendo!”
“Mi sembrava…Hey! Ma dove siamo finiti?! E dove sono Brock e Gary?!” chiese Ash preoccupato alzandosi dal sedile storto.
“Non preoccuparti! Brock è andato a dare una mano agli altri, Gary è svenuto l’abbiamo portato fuori e io ho aspettato che ti riprendessi” gli spiegò Misty porgendo un fazzoletto ad Ash per pulire le faccia fuligginosa.
“Andiamo a dare una mano anche noi!”
“Sì” acconsentì Misty.
 
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“Resisti Lucinda!! Adesso ti tirerò fuori da lì!” urlò disperato Kenny cercando di liberare Lucinda intrappolata sotto un pezzo gigantesco di lamiera.
Kenny strinse i denti e spinse con tutta la forza che aveva in corpo per liberare Lucinda, che giaceva a terra svenuta.
“Vuoi una mano?” gli chiese il ragazzo dai capelli viola seduto vicino a loro sull’aereo.
Il ragazzo ha tutti i vestiti strappati e sotto l’occhio ha un lungo taglio che sanguina ancora. Kenny ci pensò qualche secondo poi lo invitò ad aiutarlo con un cenno del capo.
Non mi sta molto simpatico…ma devo salvare Lucinda e lui mi può dare una mano.
I ragazzi iniziarono a spingere, la lamiera traballò ma non riuscirono ancora ad alzarla.
“Aspettate vi aiuto io!” esclamò un ragazzo di colore aiutandoli.
I tre ragazzi riuscirono a librare il corpo di Lucinda da sotto le lamiere.
I tre ragazzi rimasero sorpresi e inorriditi, tutto il corpo della ragazza era ricoperto di sangue e l’odore metallico arrivò fin alle loro narici.
Un gigantesco squarcio tagliava a metà l’addome della ragazza.
“Lu-lucinda…” balbettò Kenny.
Brock si avvicinò al corpo di Lucinda e lo esaminò, poi gli prese un polso per sentire il battito.
“è ancora viva! Però sembra che la lamiera gli abbia trafitto tutto il corpo, dobbiamo portarla in un luogo riparato!” Brock la prese in braccio avvolgendo il copro in una giacca per fermare l’emoraggia.
“Sì ma dov’è un posto riparato?” chiese Paul volgendo lo sguardo dietro di loro.
C’era sabbia ricoperta dei resti dell’aereo e da dei tronchi d’albero bianchi, piante tropicali tutte intrecciate e se spostavi lo sguardo sul lato destro della spiaggia si innalzava una minaccioso scogliera appuntita.
Kenny corse verso la foresta e stese la sua giacca “Gli sembra protetto, stendila qua!” esclamò Kenny agitato.
“Sarebbe meglio non farla appoggiare sul suolo ma è l’unica alternativa che abbiamo!” Brock stese la ragazza stando ben attento ad avvolgerla stretta.
“Occupatene tu! Vado a cercare qualcuno che sappia qualcosa di medicina!”
“Certo…” Kenny fece appoggiare la testa della ragazza sulle sua gambe.
Ma perché è successo tutto questo a noi?!
 
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“Qualcuno sa qualcosa di farmaceutica?!” urlò Brock alla spiaggia ove erano sparsi i resti dell’aereo e tutti i superstiti rimasti.
“Io sì!” una donna in kimono alzò una mano mentre con l’altra stava fasciando la gamba di un una ragazza dai capelli corallo.
“Sono Erika e sono laureata in farmaceutica, ha bisogno di un aiuto?” gli chiese con tono tranquillo nonostante la situazione in cui si trovavano tutti.
Brock ammirò molto quella donna così calma e controllata.
“Piacere io sono Brock ! studio medicina e ho bisogno di un suo aiuto c’è una ragazza con uno squarcio sull’addome!” esclamò Brok asciugandosi con una mano il sudore, quel posto era molto umido.
“Ok andiamo!”
 
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“Ouch…che botta!” esclamò Barry aprendo piano gli occhi.
Si stupì nel vedere il viso di una ragazza molto vicino al suo.
“Hey! Ma che...” esclamò sorpreso.
“Stai fermo!” gli ordinò la ragazza fasciandogli rudemente il braccio.
Barry sentiva un dolore fastidioso venire dal braccio e la stretta fasciatura non migliorava certo le cose.
La ragazza continuava il suo lavoro mantenendo un espressione fredda e tranquilla, i suoi occhi marroni erano incorniciati da dei ciuffi di capelli rossi che sparavano da tutte le parti scomposti, i vestiti erano rovinati e sporchi di sangue in certi punti.
La ragazza finito il lavoro si asciugò una gocciolina di sudore e si mise gli occhiali da sole “Così dovrebbe andare bene…” e si alzò per incamminarsi da un'altra parte.
“Hey aspetta! Dove vai?!” gli chiese Barry alzandosi traballando un pochino.
“Una ragazza dai capelli neri mi aveva chiesto se potevo occuparmi di te e io l’ho fatto, adesso vado in esplorazione per capire in che cavolo di posto siamo finiti” rispose incamminandosi verso la foresta.
“Aspetta almeno dimmi come ti chiami! Ti vorrei ringraziare!”
“Mi chiama Zoey” rispose tranquilla lei voltandosi appena.
“Ok, grazie di tutto Zoey! Aspetta! Anche la tua spalla sembra sanguinare!” esclamò agitato Barry guardando la maglietta rossa.
“Me ne occuperò dopo” detto questo si incamminò.
“Hey aspettami! Voglio venire anch’io” Barry raggiunse Zoey.
 
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Camilla guardò terrorizzata la sua coscia.
Strinse la cintura di sicurezza forte tre i denti mentre con le mani si avvicinava ai grossi pezzi di vetro che gli trafiggevano la carne della gamba da parte a parte.
Rocco era seduto nel sedile di fianco al suo, non aveva ripreso ancora conoscenza.
Lacrime di dolore iniziarono a rigargli il viso.
Afferrò con la mano il primo pezzo di vetro e lanciò un grido di dolore quando lo estrasse.
Fissò terrorizzata il pezzo di vetro gocciolante del suo sangue e lo lanciò sul pavimento ormai bucato dell’aereo.
Andò avanti così per altri dolorosi venti minuti gridando di dolore per ogni pezzo estratto.
Sentiva che ormai le forze la stavano abbandonando.
Quando due ragazzi la tirarono fuori dall’aereo e gli medicarono la ferita come potevano.
“Come vi chiamate?” chiese Camilla in un sussurrò con le poche forze che gli rimanevano.
“Io mi chiama Ash e lei è Misty, adesso stia tranquilla e si riposi…” gli rispose il ragazzo.
“Grazie…”
 
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“Sorellina svegliati! Ti prego svegliati!” Urlò Max strattonando Vera.
L’aereo stava perdendo molto carburante e sarebbe bastata anche solo una scintilla per far esplodere tutto.
“Non si è ancora svegliata?” chiese Drew guardando preoccupato Vera.
“No, pare che abbia preso un grosso colpo alla testa, dobbiamo portarla via da qui! l’aero può esplodere da un momento all’altro!” esclamò agitato Max.
Drew fisso per un attimo la ragazza svenuta, i suoi vestiti erano distrutti come quelli di tutti gli altri e un rivolo rosso di sangue passava sopra la palpebra chiusa e andava ad accarezzare la guancia rossa.
“Ci penso io” Drew sollevò la ragazza tra le braccia e la portò fuori da quel inferno di metallo.
Max ringraziò mentalmente quel ragazzo che in quel preciso momento aveva salvato la vita a sua sorella.
Drew posò la ragazza sulla sabbia e gli prese una mano che tremava nel sonno
“Adesso ci sono qua io…”


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“Ha bisogno di una mano?” chiese Tracey ad una ragazza dalla lunga chioma marrone.
Lei si tirò su dal pavimento dell’aereo e fece un cenno di diniego con il capo.
“Io ce la faccio ma questo ragazzo…non riesco ad alzarlo” spiegò White indicando N che aveva subito un grosso taglio sul viso.
Il sangue colava da un grosso taglio che partiva dal centro della fronte per poi scendere sul naso ed arrivare alla guancia mentre il ragazzo giaceva sul sedile privo di conoscenza.
“è una ferita molto grave! Meglio portarlo fuori! A momenti quest’aereo esploderà!” spiegò Tracey alzando il ragazzo e trascinandolo fuori con l’aiuto di White.
Poggiarono il ragazzo sulla spiaggia di fianco ad altre persone ferite.
White iniziò a pulire la ferita e vide che il taglio era molto profondo.
“Se la caverà?” chiese preoccupata a Tracey.
Certo era il suo rivale ma gli dispiaceva lo stesso vederlo in quelle condizioni.
“Credo di sì…ma il viso rimarrà sfregiato…la cicatrice potrebbe essere rimossa con un intervento di chirurgia estetica ma nelle condizioni in cui siamo ora dovrà tenerla per un po’…”  rispose Tracey bagnando uno straccio con l’acqua di una bottiglietta.
White abbassò lo sguardo e si soffermo nuovamente sul viso di N.
Un viso così bello rovinato per sempre…
 
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“Smettila mamma! non voglio svegliami! È ancora presto…” esclamò Cetra rannicchiandosi sul pavimento.
Ma come può essere così scema?!
Pensò Silver scuotendo nuovamente Cetra per svegliarla.
La loro situazione non era certo delle migliori.
Erano incastrati sotto un mucchio di pezzi di sedile e vari materiali dell’aereo.
Cetra aprì piano gli occhi e cercò di tirarsi in piedi con un balzo ma, visto lo spazio ristretto in cui erano intrappolati, sbatte la testa e si risedette.
“Ahi!!! Da qui non si esce!” esclamò massaggiandosi la testa.
“Grazie…fin qui c’ero arrivato anch’io!” rispose sarcastico Silver.
“Dobbiamo trovare un uscita!” I due ragazzi si misero a pensare.
“Incomincia a fare un po’ caldino qua sotto!” Cetra si slacciò un bottone della camicia.
“O no… non dirmi che sta andando a fuoco! L’aereo sta andando a fuoco! Dobbiamo uscire immediatamente da qua se non vogliamo venire bruciati vivi!” Silver iniziò a spingere con tutte le sue forze verso i muri della prigione in cui erano rinchiusi.
“Aspetta! Ti aiuto anch’io!” Cetra iniziò anche lei a spingere.
L’aria diventava sempre più scura e irrespirabile.
I due ragazzi si lasciarono scivolare a terra e iniziarono a tossire.
“Siamo spacciati, che fine del cavolo!” Silver strinse i dente le parole uscirono come un sibilo minaccioso.
“No! Non può finire così!!” Cetra con un balzo si alzò stando ben attenta a non battere la testa e tirò un pugno rabbiosa verso le pareti che li imprigionano.
Tentativo inutile.
Pensò Silver, ma si dovette ricredere perché la parete oscillò facendo franare tutta la roba che li imprigionava.
“Sì! Cetra non si batte!!” esclamò la ragazza felice.
Ma come cavolo ha fatto?! Pensò stupefatto Silver.
Ma come cavolo ho fatto?! Pensò incredula Cetra.
“Non c’è tempo da perdere! Usciamo da qui!” Silver si affrettò a prendere Cetra per mano ed a correre insieme fuori.
I ragazzi uscirono dall’aereo appena in tempo, perché questo esplose scaraventando i ragazzi a terra.
“Silver stai bene?!” chiese Cetra che era finita addosso al ragazzo.
“Sì tutto ok…” balbettò lui imbarazzato dalla posizione in cui erano finiti.
Quella giornata non poteva essere più faticosa di così.
 
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Angelo osservò l’aereo esplodere.
Le alte fiamme rosse accese si innalzarono dritte come alberi dall’aereo per poi ricadere scoppiettanti.
L’aria era intrisa dell’odore intenso e soffocante del metallo fuso e del carburante.
La carcassa dell’aereo continuò a divampare senza accennare a spegnersi.
Tutto era avvolto in un intenso color rosso.
Come il fuoco che divampava.
Come il colore che era diventata la sabbia.
Come il sangue ancora caldo che sgorgava dai corpi dei feriti e delle vittime.
Il ragazzo osservava la scena appoggiato ad una palma che era diventata il suo sostegno.
Guardava raccapricciato i feriti che non smettevano di sanguinare e le persone che correvano da una parte e dall’altra cercando di essere d’aiuto.
Questa volta hai vinto tu, caro Destino, ma la prossima volta non mi farò trovare impreparato…
 
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Primo giorno dalla caduta dell’aereo.
 
“Ho bisogno di un altro po’ di quelle erbe!” esclamò Brock cercando di fasciare lo squarcio all’addome di Lucinda.
Il ragazzo dava chiari segni di un esaurimento nervoso.
Era lì ormai da un paio di ore ma non riusciva a fare un granché…se le cose andavano avanti così rischiavano di perderla.
Erika portò delle foglie dalle venature blu e aiutò Brock a fasciare la ferita, alla fine con grande sforzo di tutti e due riuscirono a stabilizzare la ragazza.
“E questa è fatta! Occupiamoci degli altri!” Erika riprese a correre come un fulmine precipitandosi da N.
Brock si lasciò cadere esausto sulle ginocchia, tutta l’adrenalina continuava a scorrerli nelle vene, qualcuno gli appoggiò una mano sulla spalla.
Il moro alzò lo sguardo e vide il suo amico Ash.
“Si stato grandioso Brock….adesso dobbiamo pensare a dove dormire stanotte sta incominciando a fare buio…” gli sorrise Ash.
“Certo, direi di spostarci verso questo lato della spiaggia, per allontanarci dai resti dell’aereo e poi dobbiamo reclutare tutti quelli che possono lavorare per costruire delle tende!” ordinò Brock rialzandosi.
“Agli ordini!”
 
Che fresco piacevole…
Gary aprì piano gli occhi.
“Finalmente ti sei svegliato! Come ti senti?”
Gary si guardò intorno spaesato e tocco il pezzo di stoffa bagnato che aveva sulla fronte.
“Pel di carota? Che ci fai qui?” chiese ancora confuso guardando la ragazza che lo fissava preoccupata.
“Riuscirai mai a ricordarti il mio nome?” chiese lei imbronciata.
“Forse” rispose con un sorriso beffardo sul volto Gary.
“Vedo che stai meglio! Perfetto! Serve una mano per montare l’accampamento di questa notte! E tu fai proprio al caso nostro! Andiamo!” lo fece rialzare Misty.
“Ok, ok andiamo! Che mal di testa…” si lamentò Gary.
“Niente scuse!”
 
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Zoey seguì un ragazzo che aveva riunito i superstiti capaci di lavorare e adesso stava dirigendo il gruppo su un altro punto della spiaggia più adatto per accamparsi.
Tutti iniziarono a lavorare, Zoey tenne fermi dei grossi tronchi mentre il ragazzo che la seguiva da un po’ di tempo come un cagnolino li legava insieme.
Barry e Zoey stesero un telone di plastica recuperato dall’aereo e lo legarono ai tronchi a mo di tenda.
La ragazza si asciugò la fronte sporca di sudore e riprese a lavorare, il braccio le doleva ma non lo dava a vedere.
“Lavori come un ragazzo” Barry la osservò divertito mentre lei alzava dei grossi pezzi di legno senza l’aiuto di nessuno.
Devo lavorare come un ragazzo, visto che c’è qualcuno che sta fermo a girarsi i pollici” gli fece notare Zoey.
“Stai per caso insinuando che sono inutile?!” si arrabbiò Barry.
“Un po’…” rivelò Zoey.
Barry alzò gli occhi e vide altre persone al lavoro.
Da quello che era riuscito a capire il ragazzo con i capelli viola taciturno che stava spostando un grosso masso si chiamava Paul, quello con i capelli neri che sta sistemando un telone Ash, il ragazzo di colore più grande Brock, Tracey quello con la camicia bianca, Misty la ragazza che stava spostando un grande tronco e Rocco l’uomo che stava sistemando la legna per il fuoco.
Barry si rimboccò le maniche, doveva fare qualcosa anche lui.
 
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“Scusate…potreste andare a cercare dell’acqua dolce? Io non posso allontanarmi dai feriti ma voi potreste andare?” chiese Erika a due ragazzi.
Cetra e Silver annuirono e si diressero verso la foresta.
“Secondo te dove dovremmo andare?” chiese Cetra guardando la fitta boscaglia che si estendeva davanti a loro.
“Direi di addentrarci di più…dove ci sono le piante dovrebbe esserci l’acqua…” rispose Silver indicando la foresta.
“Ok! Allora in marcia!”
Dopo quaranta minuti di ricerca dentro una foresta fitta, scura e piena di pokèmon pericolosi, Silver era allo stremo delle sue forze.
Non era mai stato un tipo atletico, al contrario di lui Cetra dirigeva il gruppo e saltellava da una parte all’altra ancora piena di energia.
Questa ragazza non è umana.
Silver arrivò a questa conclusione dopo aver studiato molto attentamente la ragazza davanti a lui…capace di abbattere una parete con un pugno, ancora piena di energia dopo quaranta minuti di camminata e con il sorriso sulle labbra nonostante tutto quello successo.
“Acqua!” Silver fu risvegliato dai suoi pensieri dal grido lanciato da Cetra.
Davanti a loro si presentava una spettacolo meraviglioso.
Un’ imponente e bellissima cascata d’acqua cristallina si gettava in un lago con il fondo di ciottoli ricoperto da ninfee e altre piante acquatiche che sfoggiavano fiori di diverse tonalità di rosa.
Cetra si avvicinò all’acqua e ne bevve un sorso.
“è buonissima!” esclamò felice iniziando a lavarsi il viso e le braccia sporche di terra e cenere.
Silver fece lo stesso poi riempì le bottigliette vuote che gli avevano dato i ragazzi all’accampamento.
Cetra si tolse la maglietta “Hey! Che stai combinando?!” esclamò imbarazzato Silver.
“Ne approfitto per farmi un bagno! Se non ti interessa di rimanere sporco fai come vuoi, io mi lavo! Se ti annoi puoi tornare all’accampamento…”
“No, ti aspetto…saresti un pericolo pubblico se tornassi da sola e ti potresti perdere…” detto questo si sedette su una roccia ricoperta da muschio verde e si voltò per lasciare la propria intimità alla ragazza.
 
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Max era super concentrato.
Stava cercando di creare una radio.
Aveva recuperato la radio rotta dell’aereo, un Mp3 mezzo distrutto e un po’ di fili di ferro.
Stava collegando i fili della radio con quelli dell’Mp3 stando ben attento a non rompere i sottili fili di rame.
Quel operazione lo teneva molto occupato… così evitava di pensare alla sorella che non si era ancora ripresa dopo aver preso un grosso colpo alla testa.
Adesso c’è Drew con lei non mi devo preoccupare.
Questo pensiero lo rendeva più tranquillo.
Alzò gli occhi dalla radio e osservò il cielo che era diventato di un tenue colore rosa.
Davanti a lui c’era solo il mare…una distesa immensa interrotta ogni tanto dalla barriera corallina che frenava le onde che arrivavano alla spiaggia.
Si girò verso l’accampamento, lì tutti i superstiti del volo stavano lavorando per costruire delle tende decenti per passare la notte.
Per il momento andavano tutti d’accordo ma Max era sicuro che non sarebbe andata sempre così bene.
In fondo quello era solo il primo giorno.

ANGOLO AUTORE
Eheheheh è una vita che non passavo di qua...^-^
Non riesco più ad aggiornare, ho poco tempo! e scarsa ispirazione...
Ma per voi cercherò di trovare il tempo ^^
Saluti, MarziaShadowOrchid
  

  
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