Anime & Manga > Junjou Romantica
Ricorda la storia  |       
Autore: lostinthefreedom    09/11/2011    8 recensioni
Usami è una persona che non si scompone minimamente neanche dopo aver ricevuto una notizia tragica, ma sarà lo stesso anche dopo aver "scoperto" che il suo amato Misaki lo tradisce? Lo scoprirete in questa mia nuova ff a capitoli, mi raccomando aspetto numerose le vostre recensioni. Buona lettura!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Driiin, Driiin…» la sveglia suonò e come al suo solito Misaki la spense con una manata tanto forte da farla cadere e sbattere contro il parquet di ciliegio con un violento tonfo.
«Ung…unm…» mugolò Misaki che oramai si era svegliato dal suo tenero sonno. Dopo alcuni brontolii e molto malvolentieri, il ragazzo scese dal letto con gli occhi ancora chiusi e si diresse verso il bagno come un automa, arrivato di fronte al lavandino aprì l’acqua, mise le mani a mo’ di conca e raccolse un po’ di acqua che si buttò in faccia e di botto aprì gli occhi. Ora era sveglio, ma la sua lentezza nel fare le cose non era mutata, con gesti piccoli e lenti si lavò i denti e con due pettinate mise a posto quella rafia di capelli spettinati che si ritrovava tutte le mattine, poi ritornò in camera trascinando i piedi, non voleva sprecare energie neppure per quello e si diresse verso l’armadio, lo aprì e lo ispezionò alla ricerca di qualcosa che si abbinasse con qualcos’altro senza che i colori facessero a pugni, alla fine optò per un paio di jeans e una t-shirt azzurra. Dopo aver gironzolato per 10 minuti in tutta la stanza alla ricerca delle scarpe, guardò l’orologio e notò che erano le 7:45, in un lampo gli occhi di Misaki si accesero e aumentarono di tre taglie e subito dopo escamò:
«ODDIO!!!! Arriverò di nuovo in ritardo!» con un gesto svelto si piegò e prese lo zaino contenente i pochi libri che gli servivano per la giornata e si mise a correre come una saetta giù per le scale con lo zaino in spalla e le scarpe in mano, ma inciampando nei pantaloni fece un ruzzolone fino ad arrivare al piano di sotto sbattendo la faccia contro il pavimento.
«Ahi, ahi…» si lamentò Misaki inerme a terra, ma due forti braccia lo presero di peso e lo tirarono su senza il minimo sforzo: era Usami.
«Buongiorno Misaki» disse Akihiko sollevando Misaki da terra di almeno mezzo metro e dandogli un leggero bacio sulle labbra. Misaki iniziò a scalciare e a dimenarsi per scendere sbraitando:
«Stupido Usagi, sempre a cogliere l’occasione per fare il maniaco pervertito!!!! Mettimi immediatamente giù!!» allora Usami lo rimise a terra e un sorriso comparve sulle sue labbra.
«E adesso cos’hai dai ridere?» chiese Misaki sbattendosi i pantaloni e la maglietta per pulirli dalla polvere.
«Niente, è solo che sei troppo tenero e attraente quando fai l’imbranato, tutto qui» rispose Usami sfoggiando un meraviglioso e sensuale sorrisetto malizioso che mandò in iperventilazione Misaki facendolo diventare tutto rosso, così per non farlo notare ad Akihiko, iniziò ad agitarsi e a dire cose come:
«Sai, il nostro professore ha parlato di te, poi ci ha dato anche un volantino per la tua ultima inaugurazione che si terrà dopodomani alla libreria Seiko… aspetta che te lo prendo!« Perfetto, era riuscito a cambiare discorso.
«In realtà Misaki…»
«Ahi!» disse il ragazzo, perché quando aveva preso dallo zaino il volantino, si era tagliato l’indice con un lembo del foglio, allora stava quasi per portarselo alla bocca quando Usami gli afferrò la mano e disse:
«Aspetta, fammi vedere…» facendo finta di controllare il dito lo avvicinò sempre di più al viso e senza permettere a Misaki di bloccarlo lo leccò con la punta della lingua un paio di volte e poi lo mise tra i denti stringendolo in una dolce morsa. Il ragazzino del tutto allibito dal comportamento di Akihiko, iniziò a sclerare togliendo il dito dalla bocca tiepida e accogliente di Usami e urlando:
«AAAHHHHH!!!! Hai visto!? Prendi subito la palla al balzo, tu! Pervertito! Stupido! Maniaco!» dopo aver agitato un po’ le braccia e aver gesticolato qualcosa di incomprensibile, si mise lo zaino in spalla e concluse voltandosi e dirigendosi verso la porta.
«Io vado»
«Ti accompagno» disse Akihiko con un tono lievemente dispiaciuto ma per niente scomposto anche dopo esser stato rifiutato dal suo amato Misaki un’altra volta.
«No, vado da solo, grazie comunque» terminò il ragazzo chiudendo la porta dietro di sé.
Mentre Misaki percorse il tragitto che separava l’appartamento dall’università pensò ancora al gesto di Usami.
«Quello stupido! Come si è permesso!? E non è la prima volta, fa sempre così, lui mi prende e pretende che io mi faccia fare tutto come vuole lui e quando vuole lui come un pupazzo, ma adesso basta! Metterò in chiaro le mie idee e dirò ad Usagi che sta esagerando e che quando vuole fare le certe cose con me… anche io devo essere… disposto a farle e non succube suo!» poi però si blocco ad uno stop e fece un’ultima riflessione.
«Però… a me non dispiace quando lui cerca di baciarmi o altro… anzi, mi sento amato e importante, però mi sento così al centro dell’attenzione che mi imbarazzo e mi oppongo a Usagi-san, ma lui lo fa perché… perché… perché mi ama, credo» questa volta i suoi pensieri furono dettati dal cuore e non dalla rabbia del momento, così decise di dire questo a Usami, che si sentiva in imbarazzo ma che anche lui lo amava, però non voleva dirlo a parole, voleva farlo tramite fatti veri e propri, esatto, questa sera voleva comandare lui, farlo diventare suo e fargli capire quanto Usami fosse importante, voleva fargli battere forte il cuore per poi farlo fermare di botto come Akihiko faceva con lui.
«Lo farò! Mi impegnerò e ce la farò!!» dopo questo ultimo pensiero Misaki accelerò il passo e arrivò fino all’università, dove gli studenti in ritardo stavano entrando come lui dopo 5 minuti dall’inizio delle lezioni, così passò davanti ad un gruppo di ragazzi che facevano parte della sua classe, ma con cui non aveva mai avuto niente a che fare e si sentì dire dietro:
«Ehi ragazzino, questa volta non ti fai accompagnare con la super spider rossa dal tuo caro amico “lo scrittore”? Ehi dico a te, damerino da quattro soldi, chi ti credi di essere? Pensi di farti più figo così?...» gli insulti e le prese in giro continuarono, ma Misaki non ci fece caso e andò in aula a sedersi al suo posto di fianco al Sempai.
«Buongiorno Misaki» disse il Sempai con un tono troppo felice per essere un semplice buongiorno, allora il ragazzo gli disse:
«Buongiorno Sempai, di buon umore oggi?»
«Bhè, penso che tu sappia il perché» rispose con gli occhi che gli brillavano più di prima.
«Veramente no… è successo qualcosa di importante…» non fece nemmeno in tempo a finire la frase che il professore fece zittire tutti dicendo:
«Come ben sapete oggi abbiamo un ospite speciale, quindi diamo il benvenuto allo scrittore Akihiko Usami!»
«CHE COSAAA?!» urlò Misaki, allora tutti si voltarono verso di lui e abbassò la testa immediatamente la testa arrossendo visibilmente.
«Buongiorno a tutti» ecco, era lui, Usami era entrato nell’aula con un fare sciolto che a Misaki parve incondizionatamente sensuale e irresistibile. dopo queste parole il cervello di Misaki si spense automaticamente, era rimasto ad osservare il modo di fare di Usami, il suo modo di girare per i banchi facendo entrare in sintonia gli studenti, la sua scioltezza e fluidità nel parlare, poi si soffermò ad osservarlo fisicamente, non che non conoscesse ogni singola parte del suo corpo, ma vederlo nel suo ambiente, quello della scuola, era una cosa veramente interessante. Improvvisamente il cervello di Misaki ebbe una bizza, si accese solo quando udì la domanda:
«Scusi, ma lei ha attualmente una ragazza?» era la domanda posta da una ragazza in prima fila e dalle sue amiche sedute accanto, speranzose di ricevere un no come risposta, così Misaki si mise bene all’ascolto e sentì rispondere:
«Sì, sono attualmente impegnato e lo sarò per la mia intera esistenza» questa fu la risposta di Akihiko e Misaki non poteva crederci, aveva detto che sarebbe rimasto con lui per tutta la sua vita. Il cuore del ragazzo iniziò a battere all’impazzata per l’emozione e rimase in quello stato di trance assolutamente celestiale per tutto il tempo della presentazione di Usami, si svegliò di nuovo solo al suono della campanella della fine delle lezioni, ma soprattutto quando Usagi gli toccò la mano e gli disse dolcemente:
«Allora dormiglione? La mia presentazione è stata così noiosa da mettersi a guardare il soffitto con aria sognante?» Misaki ebbe un sussulto e disse freneticamente:
«No, no, non è come credi… in realtà io pensavo ad una persona… insomma…» non riuscì a finire il discorso perché andava talmente veloce e incespicando gli si era arrotolata la lingua.
«E a chi pensavi? Una persona? Chi è?» chiese Akihiko mettendosi seduto sul banco e avvicinandosi a Misaki con sguardo indagatore.
«…Emmm… lo capirai questa sera… ora scusa ma devo andare in biblioteca a fare delle ricerche, tornerò tra due ore» rispose il ragazzo ricordandosi del progetto di storia da concludere, così Usami si rialzò, stropicciò con la mano destra i capelli a Misaki e ridendo sotto i baffi per la buffa nuova pettinatura del ragazzo disse:
«Certo, non c’è problema, io invece tornerò verso le 10, mi auguro che non sia troppo tardi per scoprire a cosa, o meglio, a CHI pensavi»
«N-no, non ti preoccupare, n-non sarà troppo t-tardi» rispose Misaki balbettando pensando già a quella sera quando avrebbe dovuto farsi avanti, allora quando stette sull’orlo di un esaurimento disse di fretta:
«D’accordo, devo andare, a stasera Usagi-san!» e correndo giù per le scale, e inciampando un paio di volte, si diresse fuori dall’aula e scomparve dietro la porta. Appena arrivato in biblioteca si sedette e pensò:
«O mio Dio! E ora come faccio?! Io non so se avrò il coraggio di… insomma… non so neanche come si fa!!!» allora si mise le mani nei capelli e iniziò a sclerare e a urlare, poi si ricordò, o meglio, venne ripreso dalla bibliotecaria, che doveva fare silenzio, così si alzò di botto e si disse:
«Chi se ne importa del compito di storia! Devo andare a casa a prepararmi su un altro argomento e per farlo devo leggere l’intera collezione… dei boys-love! Cercherò di imparare ogni singola riga e vignetta e questa sera sarà tutto perfetto e il mio legame con Usagi andrà anche al di fuori dell’eternità!» Pensato questo e dopo aver gesticolato un po’, Misaki uscì dall’università e andò in direzione dell’appartamento suo e di Akihiko, quando quattro ragazzi gli si misero davanti e gli dissero:
«Allora questa mattina il messaggio non ti è entrato in testa e ragazzino?»
«”Questa mattina”?» pensò Misaki, poi si ricordò di quei ragazzi che neanche aveva visto in faccia che continuavano a punzecchiarlo ma alla quale non aveva dato attenzione. Allora il ragazzo, che sembrava un bambino, attorniato da quegli “armadi giganti”, rispose balbettando:
«Veramente io...»
«Non ci piacciono quelli che se la tirano, hai capito? E nemmeno le persone tarde, perciò ora il concetto te lo facciamo capire noi» disse quello che sembrava il capo della banda, allora Misaki si voltò per scappare, ma era troppo tardi, ormai lo avevano accerchiato. Due ragazzi lo tennero con le braccia dietro la schiena e gli altri due iniziarono a prenderlo a calci e pugni, il povero ragazzo cercò di liberarsi, ma quegli animali erano troppo forti per potersi ribellare. Misaki urlava, singhiozzava e imprecava, ma ormai tutti quanti erano usciti da scuola e nessuno lo poteva sentire, di conseguenza si prese tutti i maltrattamenti, finchè non lo lasciarono lì, accasciato su se stesso quasi moribondo. Dopo un tempo indeterminato Misaki si alzò, si maledisse per non essere andato con un Usami a casa e tutto dolorante e zoppicando ritornò all’appartamento. Appena salì in camera sua si tolse la maglietta e i pantaloni e andò ad osservare le sue condizioni allo specchio: il viso non era stato toccato molto, ma in compenso aveva grandi segni rossi e lividi su tutto il petto, i fianchi e le gambe.
«Cavolo, sono ridotto proprio male… Ahi! Bhè, l’importante è il viso, se Usagi non mi vede mai a torso nudo o in mutande sono a posto, non se ne accorgerà e non lo farò preoccupare» pensò Misaki, poi gli venne subito in mente una cosa: la serata con Usami. Come avrebbe fatto a farlo suo, se non riusciva nemmeno a camminare? Come avrebbe fatto a non farsi scoprire? Allora si mise sul letto e iniziò a piangere, calde lacrime gli rigarono il volto e ricaddero sul cuscino formando leggere macchioline sulla fodera del cuscino. Ce la voleva mettere tutta, ma sembrava che fosse proprio il destino a voler tenere Misaki lontano da Usami, anche se metteva tutta la sua buona volontà non bastava. Il povero ragazzo, affranto e dolorante, si addormentò su quel letto senza neanche essersi rivestito e le 10 di sera arrivarono in un secondo. Usami rientrò in casa e fece il nome di Misaki un paio di volte, ma ovviamente non ci fu alcuna risposta, così salì in camera loro e lo vide lì, steso sul letto in mutande e ricoperto di lividi, Akihiko ebbe un sussulto e disse con voce triste e rauca:
«Ecco cosa intendeva con “lo scoprirai”, è pieno di lividi sui fianchi e ha dei segni rossi sul petto e sulle gambe: Misaki mi tradisce con un altro, ed evidentemente la persona a cui continua a pensare, non sono di certo io»
  
 

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Junjou Romantica / Vai alla pagina dell'autore: lostinthefreedom