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Autore: Lorelei95    11/11/2011    4 recensioni
Avete presente, almeno lontanamente, la storia del gobbo di Notre-dame? Quella con Esmeralda e Febo e gli zingari?
Bene, allora dimenticateli tutti, perchè, al loro posto, compariranno i personaggi di Naruto!
La storia non è una versione manga del romanzo di Victor Hugo, ma un racconto di due giovani opposti che avranno a che fare con i pregiudizzi della loro epoca. Senza dimenticare gli amici(e i nemici) che tenteranno di aiutarli(di dividerli).
Contando di avervi incuriosito, avverto che sarà una storia di alcuni capitoli, quindi non vi ruberà troppo tempo.
Leggete ed entrate a Parigi nel 1482!
Genere: Commedia, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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E' per me un piacere tornare a decantare la vicenda di questi giovani, di due mondi così lontani che si incontrano in una magica città: Parigi.

Non avrei mai pensato di poter attirare un tale numero di persone ma, a quanto pare, non sono l'unica affascinata da questa storia toccante, ovviamente rivisitata per l'occasione. Devo ringraziare tutti voi che avete commentato(e non), spingendomi a continuare quest'originale esperimento, del quale avete dovuto attendere così tanto per l'aggiornamento(e di questo ne sono mortificata.) Come avevo accennato questa sarà una ff breve, di soli 4 capitoli, ma spero comunque di non deludere le vostre aspettative e non farvi attendere ancora inutilmente.

Grazie, Lorelei95(alias Chiara)


Capitolo 2

Prendo con cautela l'orecchino d'argento, poggiandolo sul palmo della mano, accarezzandone la forma liscia e perfetta, come incantato.

Sorrido timidamente e me lo infilo, specchiandomi in un piccolo vetro riflettente.

Arrossisco davanti alla mia immagine, chiedendomi se appaio più bello con quel regalo addosso.

Mi sembra ancora così strano ricevere un dono senza uno specifico motivo.

Sasuke mi sta conducendo in un mondo talmente nuovo che mi chiedo se mai potrò raggiungerlo ed arrivare a valere quanto lui. All'inizio era stato tutto un gioco biricchino, mentre mi assaporava ballare sul bordo della Senna, come se esistessi solo io. Mai mi sarei aspettato di poterlo rincontrare e quando i miei occhi l'hanno scorto, ho provato una speranza nuova e pura, desiderando con tutta l'anima che fosse venuto per me e me solo.

Non aveva importanza che sicuramente avremmo litigato e che lui avrebbe dimostrato la raggiante nobiltà rispetto alla mia rozzezza. E' l'averlo qui, affianco a me, che mi riempie di adrenalina e di un fortissimo sentimento di seduzione. Voglio che mi guardi con occhi focosi e languidi, voglio poter ballare notte e giorno per lui e lui solo.

Ormai è inutile mentire a me stesso, quando non sono con lui conto i minuti.

Ma temo ancora che un giorno, dal suo cavallo nero di razza, Sasuke mi abbandoni, vedendo finalmente l'abissale differenza tra noi, e spezzandomi il cuore.

Gaara, Temari, Kiba, Ino: tutti mi hanno avvertito di fare attenzione a quell'uomo, perchè era falso, come tutti coloro che popolano le città in cui si fermiamo, ma io non voglio sentire, perchè non credo a quelle parole tese per proteggermi ma che mi stanno solo facendo soffrire.

Posso non credere agli occhi neri del Capitano che si illuminano quando mi vede?
Posso non credere all'avventatezza con cui si tuffa nelle mie labbra e alle mani che mi accarezzano con affetto la testa, quando la tengo appoggiata sul suo petto? Al battito frenetico del suo cuore quando lo stuzzico in pubblico, in un mix di eccitazione e tensione?

Sorrido malizioso al mio riflesso, toccando un'ultima volta quello splendido gioiello che solo Sasuke poteva donarmi; sono pronto a farlo impazzire.

Guardami, Uchiha, su questa piazza durante la Festa dei Pazzi io danzerò per te.






La gente è entusiasta e gioiosa.

Oggi è la Festa dei Folli e possono essere tutto ciò che desiderano.

Solo io rimango fisso nei miei abiti, come capitano delle guardie.

Purtroppo non sono l'unico quest'oggi a rappresentare la giustizia ma c'è anche Madara, mio zio e primo giudice della città.

Ho tentato in tutti i modi di strappargli quel ruolo, lui così corrotto e meschino, capace solo di bastonare e torturare coloro che non comprende.

Ci odiamo, ma siamo nobili e il buon costume ci impone un comportamento consono alla presenza del popolo.

Sospiro, raddrizzandomi sul cavallo quando sento la folla esultare e concentrandomi poi sul palco.

Naruto è avvolto in abiti leggeri, come una piuma in balia del vento, e balla, incendiando gli animi di tutti.

E' una tentazione malsana la mia, ma non posso farne a meno e che Dio ne sia testimone.

Lo osservo che agita i fianchi magri e accompagna i suoi gesti con le mani dalle dita affusolate che rimangono tali persino quando mi afferra con forza i capelli, passionale per i nostri baci violenti.

Mi lecco istintivamente il labbro inferiore, senza staccare gli occhi da quell'angioletto biondo che si finge demone.

So che sta giocando con me e che mi sta sfidando; è un ragazzo coraggioso, testardo e impudente, tranne quando lo attiro verso il mio corpo in presenza dei suoi compari gitani, come Gaara, il ragazzo dai capelli vermigli.

Naruto mi intenerisce quando arrossisce e si vergogna per i miei modi un po' superbi e per i miei doppi sensi, che lo mettono in difficoltà con i suoi amici, ma non potrei fare a meno del suo viso imbronciato.

Sale un ovazione dal pubblico che mi riscuote dai miei pensieri.

Naruto ha preso una lancia ad un gendarme e, dopo averla conficcata nel pavimento in legno, ci si struscia contro.

Sogghigno e fisso quella scena unica: è estremamente timido eppure riesce a mostrarsi in modo così peccaminoso anche davanti a chi non conosce.

Mi ha spiegato che per lui non ha importanza, a lui interessa fare spettacolo e divertire la gente per alleggerirla dai loro problemi.

Il suo turno finisce ed esce il trasformista, che spaventa la folla con i suoi travestimenti mostruosi creati con pochi stracci.

Si chiama Kakashi e Naruto me l'ha presentato, solo che non mi ha prestato molta attenzione; Naruto afferma che è sempre stato così, anche quando lui era molto piccolo.

Naruto ha perso i genitori quando era ancora in fasce ed è stato raccolto dalla compagnia di Tsunade prima che venisse sbranato dai cani affamati.

Secondo la storia che mi è stata narrata, il padre di Naruto era un cavaliere di ventura e aveva incontrato nel suo viaggio una popolana di cui si era perdutamente innamorato.

Lei era rimasta incinta e lui aveva deciso di lavorare per un nobile delle vicinanze, così da sfamare la moglie e il futuro nascituro.

Purtroppo era morto poco dopo la sua nascita in seguito ad un agguato ai danni del nobile, lasciando però una cospicua somma alla donna.

Così riuscirono a vivere in maniera benestante per alcuni mesi, fino a quando i compaesani della giovane, gelosi delle sue ricchezze, l'accusarono di stregoneria all'Inquisizione.

Tutte le sue grida disperate per confutare le accuse furono considerate come una negazione della sue reali capacità magiche e per questo fu arsa sul rogo, da quegli stessi abitanti che l'avevano vista crescere.

Il piccolo allora era stato raccolto da un buon uomo che, sapendo già quale futuro lo avrebbe atteso, l'aveva dato agli zingari di passaggio, in modo tale che lo allevassero e non morisse a causa della brutalità degli uomini. Quel signore era un cavaliere della stessa compagnia del padre del bimbo; Jiraya era il suo nome, che aveva poggiato il fagotto tra le mani della prosperosa Tsunade, insieme a dei soldi, supplicandola di crescerlo, come fosse figlio suo e con un unica richiesta, che gli fosse mantenuto il nome sceltogli dai genitori: Naruto Uzumaki.

Quel racconto mi aveva smosso nel profondo, facendomi comprendere che se non si fossero verificati quegli eventi, io non l'avrei mai conosciuto, in alcun modo.

La presenza di quel biondo gitano mi ha reso più irrequieto ma, allo stesso tempo, più vivo.

Sento una passione violenta nel vederlo danzare; il mio sguardo diventava avido ogni volta che mi soffermo sulla sua figura mossa dalla musica, anche se con un carattere tanto distante dal mio.

Per essere una figura pubblica del mio livello come quella di un capitano della guardie ci vuole serietà, compostezza, fierezza e non posso perdermi in dilettevoli piaceri in cui Naruto mi tenta, portandomi sull'orlo del baratro della voluttuosità con ingenua spensieratezza, intrigante libertà e strabiliante leggerezza.

Non lo reputo mai tempo perso, quando passo un intero pomeriggio, l'unico libero che ho, con lui e semplicemente lo ascolto, mentre mi racconta della sua vita, dei suoi sogni, delle sue ambizioni, e allora lì, sulla riva della Senna ormai luogo preferito per incontrarsi, lo osservo rapito, adorando il riflesso dell'acqua sulla sua pelle scura e il suono raggiante della sua voce.

All'inizio mi era opposto di trascorrere la giornata in un luogo tanto visibile alle malelingue, infondo sono un nobile, un militare, che non avrebbe dovuto certo immischiarsi alla feccia che contamina da sempre la città ma Naruto mi ha sfidato sfidato, quasi deriso per questa mia paura. Io sono un cittadino francese e come tale non sono limitato nelle scelte, sono libero di prendere le mie decisioni, ma dietro quel discorso ho percepito l'invidia malcelata di Naruto, notando quanto fosse forte il suo desiderio di essere accettato da quel mondo, solo per poter stare assieme a me.

E ora io desidero poterlo assaporare ogni secondo, con gli occhi, col cuore, con le mani, per verificare d'averlo accanto e di non essere solo incorso in una splendida illusione.

Allora guardo con occhio critico la folla, tesa in spasmi d'ilarità e gaiezza; forse posso sparire un attimo approfittando della confusione generale per cercare il mio gitano, che tanto si è mosso per me, su quel palco di legno e ferro.

Sbircio dietro di me, in direzione di Madara, che brucia con lo sguardo il saltimbanco del momento, causandomi un brivido lungo la schiena.

Cos'è questa sensazione di gelo che mi sta attanagliando il cuore? Questa mano fredda che mi accarezza la cute e mi spaventa?

-Capitano Sasuke.- Mi affiancano Izumo e Kotetsu*, due miei sottoposti, distraendomi dalla mia momentanea ansia.

-Ditemi, qualcosa non va?-

-No, Capitano.- Mi risponde Kotetsu, sempre con la sua caratteristica benda posta alla base del naso e i suoi capelli disordinati. -E' tutto sotto controllo. Il giudice Madara però richiede la vostra presenza.-

Reprimo uno sbuffo di fastidio, chiedendo invece:-Cosa vuole?-

Replica Izumo questa volta, guardandomi con il solo occhio visibile perchè l'altro coperto dal ciuffo troppo lungo. -Non ci è stato detto, sappiamo solo che il Giudice desidera parlarvi e ciò riferiamo.-

-Ottimo lavoro allora, potete andare.- Li osservo ancora un secondo, ripetendomi per l'ennesima volta quanto siano affiatati quei due uomini, per poi andare da Madara, seduto sul suo scranno privato ed elevato, posto a ricordare la differenza tra lui e la plebe.

-Sasuke-. Mi chiama apatico il Giudice, ticchettando le dita sul bracciolo del seggio.

-Madara.- Rispondo con poca velata fiele.

-Mi sorprendi, caro nipote, nel non cacciare questi zingari, che rubano dalle nostre tasche e ingravidano le nostre donne. Dovremmo perseguitarli come lebbrosi ed invece, come ogni anno da quando hai rilevato la carica di capitano delle guardie, questa festa viene svolta da loro che ipnotizzano e confondono la nostra gente.-

Faccio un ghigno sprezzante.-Caro “zio”, non possiamo scacciarli visto che non hanno infranto ancora alcuna legge. Come polo culturale, Parigi si è sempre dimostrata aperta all'immigrazione e non mi pare sia il caso di mancare questa tradizione ed incorrere nella disapprovazione del Re, facendogli dubitare su chi abbia messo al potere nel Palazzo di Giustizia.-

Madara mi scruta mentre commenta con parole avvelenate:-Forse dovrebbe domandarsi su chi ha consigliato come Capitano delle guardie. Se non fosse per la sua presenza alle tue spalle, ti avrei già fatto ammazzare.-

Con una risata di scherno commento, rimanendo ancora una volta colpito da quanto sia facile incorrere in errore, osservandoci dall'esterno, vedendoci come figure politiche affiatate mentre in realtà vorremmo solo sguainare le spade e infilzarle nel petto dell'avversario.

-Non riderei se fossi in te. Tu non hai idea di cosa posso fare,- e qui fa una pausa concludendo in un sibilo basso -e su chi posso farlo.-

Con un basso grugnito lo istigo, cercando di far intendere che la minaccia non mi preoccupa, girandomi ed allontanandomi mentre sento nuovamente crescere in me quella stessa sensazione di inquietudine che mi aveva precedentemente colpito.

Quindi incito il cavallo ad avanzare, tentando di lasciare l'apprensione alle spalle, e, evitando la folla, mi porto dietro al palco, tra i tendoni, dove ora corrono trasformisti, ballerini ma nessun biondo di mia conoscenza.

Scendo agilmente dal purosangue e lo tengo per le briglie, mentre con gli occhi cerco Naruto di cui sento la mancanza che, prepotente e ingombrante, preme sul mio petto; quando si nasconde alla mia vista mi agito, non sapendo dove si trova e cosa stia facendo. Non è gelosia la mia, lui è libero di fare ciò che meglio crede ma l'unico a cui può rivolgere i suoi occhi azzurri, le sue labbra, le sue mani, il suo sorriso, sono io perchè mi appartiene.

-Allora , che dite, Messer Capitano? Come vi sentite a mischiarvi tra i gitani?-

Sogghigno e mi giro, trovandomi di fronte Naruto nella sua rara bellezza che piega i delicati boccioli di rosa sul suo volto in un sorriso, tutto accentuato dal rossore delle gote e del respiro affannato. Deve aver corso per raggiungermi e questo mi fa pensare che, sempre a causa mia, il suo cuore pulsa più rapidamente e lo mette in fermento, anche se non siamo vicini.

-Devo dire, -comincio sempre con il ghigno sul viso, avvicinandomi di un passo -che per ora mi sento molto a mio agio avendo trovato un ragazzetto molto carino e disponibile che mi segue e mi accompagna ovunque, sembra quasi abbia un certo interesse per il sottoscritto.-

Di conseguenza lui fa un sorriso malizioso, accostandosi tanto da far toccare i nostri petti, da far sfiorare i nostri nasi e da confondere i nostri respiri.

-Non è che il vostro ego vi dice questo solamente per farvi piacere? Immagino sia il vostro ego smisurato a dirvelo ma magari è anche un vostro desiderio inconscio l'essere amato da questo giovane.-

Io perciò mi sporgo su di lui, per sussurrargli in un orecchio:-E come lo spieghi che porti l'orecchino che ti ho regalato?-

Quello si irrigidisce e comincia a balbettare, mentre io mi discosto e mi godo le mille sfumature che compaiono sul suo visto.

-Noo..on è come pensi! Cio..oè, mi piace e allora.. Vo..olevo metterlo e tu non c'entri nulla!-

-Shhh..- Gli poggio un dito sulla bocca, per frenare quel fiotto di parole che vogliono uscire, bloccando per un secondo il suo respiro.

Non ha proprio idea di quanto sia bello, imbarazzato così.





Non so se mi distraggono di più i suoi occhi o la sua mano che, dalla mia bocca, passa sulla mia guancia e delicatamente si infila tra i miei capelli attirandomi a sé.

Lo osservo rapito, affogando nei suoi occhi scurissimi e dannati; eh, io l'ho detto dal primo momento che era un angelo caduto...

Con una mano tremolante gli accarezzo una guancia, appoggiando l'altra sulla parte alta della sua schiena, così ampia e solida.

Ho un po' di tremarella, stiamo per baciarci in pubblico, con persone che posso parlare male di Sasuke e lui non se ne preoccupa, mi guarda rapito ed incantato.

Delicatamente pongo le mie labbra sulle sue, che si scontrano per vezzeggiarsi, con un debole fruscio. E' così raro vederlo calmo e non preda della passione, ed è magnifico.

Ci concediamo solo un bacio rapido, a schiocco, ma a me è sembrato il più bello in assoluto.

Gli sorrido timido e mi abbraccia stretto, contro il duro metallo della sua corazza che sembra piegarsi a quell'intensità.

Sono travolto dalle emozioni, eppure oltre la spalla di Sasuke noto un uomo vestito in nero, dai tratti fieri e composti, che ci fissa, con un sorriso sinistro e ride, per chissà quale motivo.



*Izumo e Kotetsu sono i due ninja della Foglia giugici alla prima prova dei chunin. Magari ve li ricordate meglio nel combattimento contro Hidan e Kakuzu, insieme a Shikamaru e Asuma.

  
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