Fanfic su artisti musicali > Jesse McCartney
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Autore: Atena89    11/07/2006    5 recensioni
Anya, una ragazza 17enne di Roma, durante una passeggiata per Via del Corso si imbatte per caso nel suo cantante preferito: Jesse McCartney. I due si scontrano e nel trambusto, per errore, si scambiano i telefonini. Nessuno dei due si accorge dello scambio, fino a che il manager di Jesse chiama. Quando l’equivoco viene chiarito, però, Anya scopre che il cantante, e quindi il suo telefonino, è già ripartito da Roma per continuare il suo tour mondiale e ora si trova in Grecia. Rendendosi conto che lei potrebbe anche rinunciare al suo cellulare ma la famosa rock star no, riesce a convincere i genitori a farla partire per risolvere il problema. Durante la sua permanenza in Grecia imparerà a conoscere meglio Jesse, proverà esperienze nuove, realizzerà il suo sogno segreto e troverà anche l’amore….
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare anche questo capitolo, permettetemi di dire una cosa:

SIAMO I CAMPIONI DEL MONDO!!!!!!!! ^__^ FORZA ITALIA!!!!!!!!!

Ok, ora ke mi sono sfogata… buona lettura!

 

Capitolo 10: Si torna indietro..

Anya non seppe mai quanto tempo di preciso rimase in quel vialetto a piangere. Solo quando sentì dentro di se che non ce l’avrebbe fatta a rimanere un secondo di più in quella città, decise di tornare all’albergo. Lungo la strada chiamò l’aeroporto, cambiando il suo orario di partenza previsto. Voleva tornare a casa, non voleva più vedere niente che le potesse ricordare Jesse o parlare con qualcuno che avesse avuto a che fare con lui.

 

Jesse rientrò nel teatro e, molto controvoglia, riprese le sue prove. Si bloccò un paio di volte quando le canzoni che interpretava gli facevano venire in mente Anya, finché non ci rinunciò totalmente. Hank era super arrabbiato. Non capiva perché il ragazzo si comportava in quel modo e non capiva nemmeno dove fosse andata a finire Anya. Per la cento milionesima volta chiese a Jesse che fine le avesse fatto fare, e per la cento milionesima volta lui rispose:

-         Hank non lo so! Come te lo devo dire! Non so dove sia, ma puoi metterti l’animo in pace… non credo che la rivedremo più….-

Chiunque conosceva Jesse poteva notare quell’ala di tristezza che veleggiò nella sua voce durante le sue parole, ma ad Hank non importava come lui si sentisse in quel momento. L’unica cosa che gli interessava era il fatto che il suo “affare” più grande era sparito e doveva assolutamente capire perché: forse c’era ancora modo di rimediare.

-         Perché? Che cosa le hai detto? Accidenti ai giovani… possibile che devi sempre rovinare tutto!?-

-         Senti un po’ tu! Io non le ho detto proprio niente! Comunque ti ho già detto che non ti devi preoccupare: il concerto stasera si farà, con o senza di lei! Tanto è questo che ti importa no?-

Con appena un velo di amarezza, Jesse si allontanò dal suo manager per andare a rintanarsi nel suo camerino.

 

Appena riuscì a tornare nella sua stanza, Anya prese il suo cellulare e chiamò Noemi. Ricominciando a piangere e sfogandosi con la sua migliore amica, si mise a preparare la valigia. Buttò tutto quello che le capitava sotto mano nello scomparto principale, senza curarsi dell’ordine: era l’ultimo dei suoi pensieri. Al telefono, Noemi non disse una parola fino alla fine del racconto di Anya; poi cominciò a rincuorare un po’ la ragazza:

-         Oh tesoro mi dispiace tantissimo! Dio se solo potessi essere lì con te! Prima ti abbraccerei forte, poi andrei da quel californiano da strapazzo e lo gonfierei di botte!-

-         Grazie… Mi sento uno straccio…- Anya non riusciva quasi a parlare.

-         Lo so.. Senti, vuoi che chiami io a casa tua per avvertire del tuo ritorno? No credo tu ti senta in grado di poter rispiegare tutto daccapo!- disse Noemi

-         Si guarda mi faresti un favore enorme!-

Detto questo Anya disse a Noemi l’orario preciso della sua partenza, in modo tale da permettere loro di potersi regolare per andarla a prendere. Completamente sconfortata prese il suo bagaglio, scese di sotto e avvertì la reception che lei stava andando via e che per il pagamento dovevano rivolgersi ad Hank. Sistemate le ultime cose uscì fuori e aspettò con pazienza l’arrivo di un taxi.

 

La folla davanti il teatro stava cominciando ad aumentare, le ragazze greche presenti erano super eccitate, Jesse ne poteva quasi sentire le urla fino al suo camerino. Non si sentiva veramente in grado di poter fare un concerto decente quella sera. Pochi minuti prima aveva chiamato l’aeroporto, sospettando che Anya volesse ritornare il più presto a casa sua, e i suoi sospetti furono confermati: l’aereo sarebbe partito da lì a un’ora. Doveva fare qualcosa… non sapeva se poteva fermare Anya in qualche modo, ma doveva pur provarci! E se non ci fosse riuscito, almeno si sarebbe sfogato e avrebbe potuto cantare decentemente! Presa la sua decisione, cominciò a fare dei piccoli esercizi respiratori, per prepararsi al concerto.

 

La strada tra l’albergo e l’aeroporto era piuttosto lunga, dato che il primo si trovava verso il centro della città mentre il secondo era più in periferia. Seduta sul sedile posteriore del taxi, Anya teneva gli occhi puntati fuori, ma non stava veramente guardando ciò che le passava davanti. Nella sua mente scorrevano le immagini dei bei momenti passati con Jesse. Se non fosse stato per il fatto che lei stessa aveva sentito le parole di Hank, non si sarebbe mai potuta capacitare di quello che era successo. Ancora non riusciva a credere che il ragazzo le avesse mentito il quel modo, soprattutto perché sembrava così sincero! E poi la sua espressione quando lei gli aveva detto la verità… Scollò bruscamente la testa tentando di cacciare quei pensieri dalla mente. “Anya la devi piantare!”si disse” Ti ha mentito, punto e basta! Non ha scuse!”.

Il tempo rispecchiava esattamente l’umore di Anya: era cupo e grigio. Ticchettando prima piano, poi sempre più forte, una pioggerella estiva scese dal cielo, impedendo alla ragazza di continuare a fissare l’esterno della vettura. In un inglese assai discutibile, il tassista disse ad Anya:

-         Mi scusi signorina, le dispiace se accendo la radio? Questo tempo mi fa una tristezza!-

-         Faccia pure non c’è problema…- il tono di Anya era rassegnato.

Il tassista girò un paio di stazioni, fermandosi infine sulla frequenza della principale radio Ateniese. La speaker stava blaterando chissà cosa in greco, ma ad un tratto ad Anya sembrò di distinguere chiaramente le parole “Jesse McCartney”. Per prima cosa pensò si trattasse di un semplice scherzo della sua mente, viste anche le condizioni in cui si trovava. Poi però alla voce della speaker si sostituì il rumore tipico di persone in attesa dell’inizio di qualcosa, e un piccolo stacchetto musicale(lo stesso che Anya aveva sentito al concerto di Jesse a Roma) introdusse il cantante. “Ma allora è una persecuzione!” pensò scoraggiata Anya. Evidentemente il concerto di Jesse era un tale evento, che avevano deciso di trasmetterlo anche per radio. Anya non credeva di poterlo sentire…. Sperò con tutte le sue forze che il tassista cambiasse stazione, rendendosi conto che non glielo poteva chiedere lei, tuttavia lui la precedette e, quasi come se le avesse letto nella mente, disse:

-         Le dispiace se lascio qui? Sa, a mia figlia piace molto questo cantante e siccome non è potuta andare al concerto, glielo voglio registrare!-

Arrendendosi ormai ai fatti e non potendo impedire a un padre di fare un regalo alla figlia, Anya rispose che non si doveva preoccupare. Si mise con la testa appoggiata al finestrino, fissando le gocce di pioggia che cadevano, e cercò di non ascoltare.

 

Jesse fece il suo ingresso sul palco e un urlo stridulo si alzò dagli spalti. Lui però non ci fece caso, anzi, si avvicinò alla piccola band che lo accompagnava e consegnò loro un piccolo foglietto. Sopra c’era scritto il nuovo ordine delle canzoni che avrebbe eseguito quella sera. Con lo sguardo perso chissà dove si diresse verso il microfono, lo prese in mano e con un gesto zittì la folla. Attese un attimo che ci fosse abbastanza silenzio, poi si fece coraggio e disse:

-         Salve a tutti! Ragazzi prima di cominciare vorrei dire due parole. Vi prego di non interrompermi con urla e cose varie, perché per me è molto importante. Vedete, io nelle mie canzoni parlo spesso dell’amore. Un amore nascosto, dolce, ritrovato o perso. Ma in tutta la mia vita, neanche una volta, mi è mai capitato di poter provare quelle cose che vado cantando. In questi giorni però, qualcosa è cambiato. Una ragazza speciale è entrata nella mia vita, sconvolgendola completamente e rendendomi il ragazzo più felice del mondo. Con lei riuscivo a provare cosa vuol dire veramente essere innamorati…. Ed è per questo che stasera vorrei dedicarle questo concerto. Se mi sta ascoltando, vorrei che sapesse che ogni singola parola di ogni singola canzone che canterò sarà rivolta a lei, per farle capire quanto tengo a noi due….-

Jesse fece un segno alla band e quelli cominciarono a suonare la prima canzone.

 

All’interno del taxi, Anya inizialmente non fece caso al fatto che Jesse prima di cominciare a cantare stava dicendo due parole. Anche a Roma lo aveva fatto… Cercò di distrarsi, di non sentire quello che stava dicendo, ma le parole le entrarono a forza nella mente. E più Jesse parlava, più Anya si rese conto che stava parlando di lei. Il ragazzo non le stava solo dedicando il concerto, stava dichiarandole il suo amore davanti a tutte quelle persone e, incosciamente, le stava chiedendo di tornare. Anya era distrutta. Quelle parole l’avevano toccata nel profondo del cuore, ma non sapeva cosa doveva fare. Sarebbe dovuta tornare indietro? Dire a Jesse quanto anche lei lo amava? ….Ma Hank? Le sue parole l’avevano veramente sconvolta! Eppure… Anya si chiese se Jesse avrebbe potuto farle una dichiarazione del genere solo fingendo. Aveva bisogno di una spiegazione, non poteva andarsene così e rischiare di perdere l’amore della sua vita. Era ancora indecisa su cosa fare, quando attaccò la prima canzone. Le note le risuonarono nella mente, accompagnate dalle immagini del loro “quasi” primo bacio: Jesse stava cantando Why don’t you kiss her.

Anya credeva di aver pianto tutte le lacrime che aveva, ma al suono di quella musica eccole di nuovo nascere nei suoi occhi e scendere giù per il suo bel viso. La ragazza chiuse gli occhi e, nonostante le lacrime, si aprì in un leggero sorriso. Non aveva più dubbi: sarebbe tornata. Al diavolo Hank, l’unica cosa in cui credeva era l’amore che sentiva dentro di lei; quello che sapeva stava provando anche Jesse.

Alzandosi di scatto dal sedile, si sporse verso il tassista e lo pregò di tornare indietro. Quello era piuttosto confuso, ma Anya riuscì a convincerlo a cambiare direzione e a dirigersi verso il teatro.

  
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