Crossover
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Autore: HikariKanna    14/07/2006    4 recensioni
Non leggerete mai più "I promessi sposi"alla stessa maniera!(ammesso che vogliate rileggerli,dopo!)Io e le mie amiche Kikyo e Anty li abbiamo dovuti "studiare" per un anno intero...inutile dire che li sopportiamo ben poco!>.< Con citazioni originali,cross-over fra tutti gli anime che conosciamo, da digimon a sailor moon passando per InuYasha e Ranma! Sappiamo bene che non è l'unica parodia su questo libro(che Manzoni ci rifletta sopra...),ma vogliamo sapere che ne pensate!XD
Genere: Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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I PROMESSI SPOSI

I PROMESSI SPOSI

2 CAPITOLO: “Nuvole e lenzuola”

Don Sesshomaru non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe stato giorno di battaglia;quindi,una gran parte della notte fu spesa in consulto angoscioso.

Non far caso alla intimidazione ribalda,né alle minacce ricevute dai bravi e fare il matrimonio era un partito che non volle neppure prendere in considerazione. Confidare al “futuro”(x modo di dire)sposo ciò che stava accadendo e cercar con lui qualche via d’uscita,Dio liberi!

“Non si lasci scappare parola…altrimenti…ehm…la proposta del mio amico…”aveva detto uno di quei bravi;e,al sentirsi rimbombare quell’”ehm” nella mente,Sesshomaru non pensava a trasgredire una tal legge,e si era pentito di averne parlato con Jaken. I suoi sospetti,infatti,non erano infondati:il nostro caro Jaken stava creando un sito internet: www.il_segreto_di_sesshomaru.com ,su cui stava scrivendo tutte le vicissitudini del padrone per scovarne un consiglio adeguato. A ogni decisione che Sesshomaru rifiutava,si rivoltava nel largo letto:ma aveva paura di dare le spalle all’altra piazza,immaginando Jakotsu sdraiato affianco a lui che lo coccolava con tante carezze,che lo facevano rabbrividire e sussultare a ogni cosa che lo sfiorava:ma in realtà si trattava solo delle sue coperte o del vento che spirava dalla finestra aperta. La soluzione migliore era guadagnar tempo,sperando che i suoi pretesti inventati sarebbero stati utili contro il “giovane”sposo ignorante.

“Figliuol caro,se tu ti senti il bruciore addosso,non so che dire,ma io non voglio andarne di mezzo”:fermato così un poco l’animo poté finalmente chiudere occhio…ma che sogni!

Bravi,Kuno,lo sposo,viottole,rupi,fughe,inseguimenti,grida,conigliette,infine Jakotsu che ammiccava maliziosamente…e così si svegliò nel cuore della notte urlando. Scese in cucina per un altro bicchiere del suo sakè,ma vide Jaken armeggiare col computer e subito svenne,una volta capito cosa stesse facendo. Jaken,con molta fatica lo riportò nel letto e la mattina dopo quando si svegliò con un bel bernoccolo sulla fronte per la caduta cercò di fargli credere che era stato tutto un sogno e che non era successo niente. Quindi Sesshomaru si alzò e stette ad aspettare lo sposo con timore;cominciò a girare nervosamente per la stanza,almanaccando un piano per scamparsela:aprì un armadio per cercare delle lenzuola pulite con cui ottenere una corda per calarsi dalla finestra,ma per poco non ci rimase secco.

“Che schifo,sono capitato nell’armadio di un maschio!”
Disse una voce che sembrava provenire dalle lenzuola:ma le lenzuola non parlano! E così Sesshomaru cominciò a rovistare tra le lenzuola per scoprire a chi appartenesse la voce:non l’avesse mai fatto!

Un ometto basso stava fissando il povero curato con degli occhioni enormi e luccicanti(avete presente il gattino di Shrek 2?):era fin dall’adolescenza,ovvero da circa un secolo,orfano ed esercitava la professione di copertura di filatore di seta. In realtà egli era un ladro di biancheria,professione ereditaria,per dir così,della sua famiglia;professione,negli anni addietro,assai lucrosa. Il lavoro andava di giorno in giorno scemando;ma,l’emigrazione continua de’ lavoranti, attirati negli stati vicini da promesse,da privilegi e da grosse paghe, faceva sì che non ne mancasse ancora a quelli che rimanevano in paese.  Possedeva anche una base segreta in modo da potersi ritenere agiato:quantunque quell’annata fosse ancor più scarsa delle annate antecedenti,e già si incominciasse a provare una vera carestia,pure il nostro “giovine”,da quando aveva messi gli occhi addosso a quella donna,era divenuto massaio e si trovava provvisto bastantemente. Comparve dinanzi a don Sesshomaru in gran gala,con penne di vario colore al cappello,con un oggetto indistinto nel taschino dei calzoni,con una certa aria di festa e nello stesso tempo di braverìa.

“Happosai!Tu qui?! E fra i miei panni ! “

“Son venuto,signor curato”rispose l’altro uscendo dal cassetto”per sapere a che ora le comoda che ci troviamo in chiesa.”

“Di che giorno volete parlare?”chiese il curato,più curioso però di scoprire cosa nascondesse nel taschino.

“Come,di che giorno? Non si ricorda che s’è fissato per oggi?”

“Oggi?”replicò Sesshomaru come se ne sentisse parlare per la prima volta.”Oggi,oggi…abbiate pazienza,oggi non posso.”

“Oggi non può!Cos’è successo?”

“Prima di tutto,non mi sento bene,vedete.”

“Mi dispiace;ma quello che ha da fare è cosa di così poco tempo e di così poca fatica…”

“E poi,e poi, e poi…”

“E poi che cosa? La canzone?”

“E poi sarà come morire!”

“Morire!Che imbrogli ci può essere?”

“Sei troppo giovane per conoscer quanti impicci nascono in queste materie…io son troppo dolce di cuore,penso a far le cose secondo il piacere altrui,e poi mi toccan de’ rimproveri,e peggio.”

“Per amor del cielo!Non mi tenga così sulla corda!”

“L’unica corda che conosci tu è quella ove si stende la biancheria.”

“Non cambiate argomento,sono ben cent’anni che aspetto che questo matrimonio sia celebrato.” Poi,con tono falsamente commosso e le lacrime agli occhi,ricordò:” Ah,io ero ancora giovine!Avevo solo diciotto anni quando incontrai…”
”Noi poveri curati siamo tra l’ancudine e il martello:voi impaziente;vi compatisco,povero giovane…abbiate pazienza.”
”Cosa debbo fare per mettere tutto in regola?”

“Sapete voi quanti siano gli impedimenti dirimenti?”
”Che???”

Error,conditio,votum,cognatio,crimen,cultus disparitas,vis,ordo,ligamen,honestas,si sis affinis…

Don Sesshomaru snocciolò a memoria tutte queste parole,che aveva imparate dal suo avo Don Abbondio,ma Happosai non era così facile da abbindolare:”Che vuol ch’io faccia del suo latinorum? Che significa?”

“Ehm…sono comunque frasi ad effetto!”

La verità è che neanche Don Sesshomaru conosceva l’arcano significato di quelle parole.(le autrici,invece,dall’alto della loro cultura,ve lo spiegano:scambio di persona,errore sulla condizione civile di una persona,vincolo religioso, consanguineità fra gli sposi, delitto che condizioni il patto matrimoniale,differenza di religione,costrizione nel consenso matrimoniale, ordinazione sacerdotale,legame matrimoniale già contratto, motivi di onestà,affinità tra un coniuge e i parenti dell’altro…secondo voi,noi sappiamo cosa vuol dire?)

Happosai iniziò ad andare in escandescenze:” Dunque,se non sapete le cose,abbiate pazienza e rimettetevi a che le sa!”

“Via,caro Happosai,non andate in collera, che sono pronto a fare…”Non pronunziò la parola “tutto”, perché comprendeva nel suo insieme il matrimonio e l’accettazione della proposta del bravo”…tutto quel che dipende da me,io,io vorrei vedervi contento;vi voglio bene,io. Eh!…quando penso che stavate così bene;cosa vi mancava?V’è saltato il grillo di maritarvi…”

“Che razza di discorsi sono questi?!”irruppe Happosai,con un volto tra l’attonito e l’adirato.

“Ecco!Mi rimproverate la mia troppa bontà. Ho facilitato ogni cosa per servirvi più presto:ma…ma ora mi son venute…basta,so io.”

Happosai si scandalizzò:come aveva potuto non scoprire che Sesshomaru era una donna?Come mai non era riuscito a rubargli,anzi a rubarle,neanche un reggiseno?

Dunque,senza nemmeno salutare,schizzò dentro un altro cassetto e disparve.

Nel frattempo Jaken aveva appena finito di stirare le pellicce del padrone,e salì per riporle nei cassetti,quando…

“EEEEEEEEEEEEEEK!E chi siete voi?(paladino di Francia!XD…avete letto “Il cavaliere inesistente”?)

“Sono l’uomo che svolazza nella notte,sono il cassetto che accoglie la candida biancheria…io sono Darkwing D…ops,ho sbagliato nome!”

“E chi rimette a posto tutta la biancheria?”

In quel momento Happosai si avvide che era Jaken.

“Oh,buongiorno Jaken!Sapete forse cos’è nato?”

“Oh!Vi par egli ch’io sappia i segreti del mio padrone?”

“L’ho detto io che c’era un mistero sotto!”pensò Happosai.

Nel frattempo Sesshomaru si stava preparando per ritornare all’osteria.

“Via,Jaken”continuò”siamo amici…ditemi quel che sapete,aiutate un povero figliuolo.”

“Sentite,Happosai,io non posso dir niente,perché…non so niente,ma quel che vi posso dire… www.il_segreto_di_sesshomaru.com !”

Happosai ringraziò e svolazzò fuori,mentre Jaken inveiva e metteva a posto tutto:in un momento il ladro di biancheria fu all’uscio di Don Sesshomaru,entrò,andò diviato al salotto,ove lo trovò in ghingheri,e corse  verso lui,con fare ardito e con gli occhi stralunati.

“Eh!eh! Che novità è questa?“disse Don Sesshomaru.

“Io so il vostro segreto!”

“Che?che?che?”balbettò il povero sorpreso,con un volto fatto in un istante bianco e floscio,come un cencio ch’esca dal bucato. E,pur brontolando, Sesshomaru spiccò un salto per lanciarsi all’uscio,ma Happosai che doveva aspettarsi quella mossa e stava all’erta,vi balzò prima di lui,girò la chiave e se la ingoiò.

“Ah,ah!Parlerà ora,signor curato!Tutti sanno i fatti miei,fuor di me. Adesso voglio sapere i vostri!”

“Happosai,Happosai!Per carità,badate a quel che fate;pensate all’anima vostra.”

“Penso che lo voglio saper subito,sul momento.” E così dicendo mise,forse senza avvedersene,la mano sull’oggetto che gli sporgeva dal taschino:un tanga!

“Misericordia!”esclamò con voce fioca Don Sesshomaru.

“Lo voglio sapere.”

“Chi v’ha detto…”

“No,no,non più fandonie. Parli chiaro e subito.”
”Mi volete impuro?”

“Voglio sapere ciò che ho ragione di sapere.”

“No,non posso maritarvi più:quel tanga vi macchia di peccato.”

Happosai se ne andò subito via,per correre al computer. Se Sesshomaru non parlava,ci avrebbe pensato il sito!

Happosai tornò nella sua tana segreta,e andò subito a controllare il blog:e ivi era dipinto con colori terribili il brutto incontro,e nel leggere,accorgendosi sempre più di una gran collera che aveva in corpo e che fino ad allora era stata repressa,iniziò a pensare che il colpevole potesse essere qualcuno di sua conoscenza. All’improvviso vide la scritta:”Se vuoi scoprire chi è il malandrino clicca qui!”e naturalmente cliccò.

Ivi uscì la scritta:inserire password.

Happosai pensò subito che la password fosse “DonSesshomaru”,visto l’incondizionato amore che il mostriciattolo nutriva per lui. E digitò “DonSesshomaru”…sbagliato! Per una volta, e ribadiamo una volta sola,il mostriciattolo era stato furbo. Comparve una gif gigantesca di Kuno-sama, il signorotto del luogo,che gli faceva una sonora pernacchia,dandogli dello stupido. BAKA!!!L’immagine si moltiplicò e il computer saltò in aria:un virus!

“Ah,cane!” urlò Happosai. “E come ha fatto?Devo scoprire cosa c’entrava Kuno-sama!”

Con una tecnica ninja degna di Yacky,Sanzo e Panzo disparve nel fumo e si avviò di nuovo da Sesshomaru.

Nel frattempo il povero curato continuava ad urlare:”FATEMI USCIRE DI QUI!!!”

“Vi farò uscire di qui”disse una voce alle sue spalle”se voi mi dite perché c’è la gif ,sul vostro sito,di Kuno-sama!”

“Quale sito?!”replicò Sesshomaru ancora più spaventato.

“Non fate finta di non sapere!Parlate!Ditemi,cosa c’entra Kuno-sama col vostro incontro passionale?”

Alla parola “passionale”,Sesshomaru fece tre passi indietro:quella parola fu proferita con tale energia,che perse tutte le forze per opporsi al minaccioso futuro sposo,che aveva subito riconosciuto.

“Mi promettete,mi giurate di non parlarne con nessuno,di non dir mai…?”

“Prometto di non avere cattive intenzioni.” E dietro alla schiena,aveva le dita incrociate,a dimostrare il contrario.

“Certo,Happosai,che siete un grullerello ,se non l’avete ancora compreso…”e dunque fu costretto a raccontare tutta la storia dal principio,dovendo proferire il nome del malfattore,la minaccia e le ragioni del suo agire. Così finalmente Happosai capì che Kuno-sama era stato il mandante dei due terribili bravi;e corse via dalla finestra per dire tutto alla sua amata,non mantenendo la promessa di restituire la chiave(anche perché non sapeva come fare…ma noi sì!XD).

“Ehi,e la chiave??”.Ma non avendo risposta…

“Jaken!Jaken!”gridò Sesshomaru,dopo aver invano richiamato il fuggitivo. Jaken non rispose:don Sesshomaru non sapeva più in che mondo si fosse.

Lui venne finalmente,col mouse bruciacchiato attorno al collo,e con la faccia tosta,come se nulla fosse stato.

Risparmiamo al lettore i lamenti,le condoglianze,le accuse,le difese,i “Voi solo avete parlato”,e i”Io non ho parlato!”,tutti i pasticci insomma di quel colloquio.

Sesshomaru gli ordinò semplicemente di non trovare le chiavi di riserva,e se qualcuno avesse bussato,di dire che era molto malato.

Nel frattempo,Happosai,con passo furioso e roso dai dubbi,arrivò davanti a casa della promessa,ed entrò nel cortile una fanciulletta che si trovava nel cortile gli corse incontro gridando :”Lo sposo!Lo sposo!”

Happosai le mise entrambe le mani sulla bocca,perché una non bastava per zittirla,e le intimò con l’atteggiamento di un boss mafioso e il rigoroso accento siciliano:” A chiamare la sposa,Momoka,va’!”

Ma,prima che la bambina potesse entrare,uscirono dalla casa le tre bellissime sorelle di Konatsu,vestite non da Kunoichi,ma alla Olivia Newton-John(alla fine di Grease) con le giacche di pelle aderenti,con gli occhiali da sole e coi pantaloni strettissimi e col sigaro cubano lungo 40 centimetri.

Happosai ascoltò per caso i loro discorsi.

“Grazie,ci siamo divertite molto,oggi!”disse la prima.

“Ci vediamo quando avrai bisogno di cambiare d’abito.”

E la terza continuò:”Certo che Happosai è proprio fortunato…”e,detto questo,ammiccò e si congedò anche lei.

Momoka gli fece cenno d’entrare,ma Happosai cominciava a nutrire i primi dubbi.

Nella stanza c’era una strana luce intermittente e colorata variamente. Un barman,Zanza(il nome della malavita),gli offrì un bicchiere di una bevanda strana con dello “zucchero” sopra. Happosai bevve la soluzione,mentre la sposa gli si stava avvicinando,facendosi scudo alla faccia col gomito;il suo vestito era un misto tra l’uovo di Pasqua,Pippi calzelunghe e la divisa di Usagi alias Sailor Moon:intorno al collo aveva,ricavate dall’albero di Natale,delle lucine intermittenti,portava un bel busto di broccato con le maniche separate e allacciate da bei nastri,una minigonna sopra dei pantacollant attillati prestatile dalle sorelle Kunoichi,a pieghe fitte e minute,due calzettoni vermigli,due pianelle con la testa di Winnie the Pooh ,e un cappello alla Paperino. Tutto a ricami. Chinando il gomito sul busto per aggiustare i capelli naturalmente grigi colorati di verde fosforescente per il gran giorno,spartiti sopra la fronte,con una bianca a sottile drizzatura;si ravvolgevano dietro il capo,in cerchi molteplici di trecce,trapassate da foglie d’alloro,che si dividevano all’intorno,quasi a guisa dei raggi di una bicicletta,come solo uno che è drogato potrebbe fare. E Zanza ne sapeva qualcosa. Finalmente si poté scorgere il volto,sotto la folta capigliatura:due cetrioli che coprivano gli occhi,il resto della faccia verde,mentre la bocca s’apriva al sorriso. Happosai sputò tutto il contenuto del bicchiere,compresa la chiave.

“Obaba…cough cough…quanto sei carina!La tua bellezza mi lascia senza fiato.”

Lei aggrottò le sopracciglia e i cetrioli caddero,scoprendo così le pupille verticali e le iridi colorate di rosso sangue.

“So tutto.”disse lei,mentre Happosai indietreggiò e finì nelle braccia di Zanza,che lo lasciò immediatamente cadere.

Obaba,tenendo in mano l’occhio delle tre parche di Hercules,continuò imperterrita.

“Passato,presente e futuro…l’idromassaggio andrà alla grande!”

Ma Happosai non poteva più ascoltarla,visto che era sotto effetto della droga.

Improvvisamente,si trovò lì Jakotsu,che pareva volesse rianimarlo con la respirazione bocca a bocca,e Happosai si aggrappò ai suoi capelli,e si perse in un bacio appassionato con la lingua.

Zanza,che sotto l’effetto della droga sembrava Jakotsu e che voleva solo rianimarlo,ottenne l’effetto contrario,e svenne lui.

“Un febbrone”commentò Obaba,tastandogli la fronte e masticando una carota. “Lo sapevo!Le nozze saranno rimandate.”

 

Noi ringraziamo coloro che hanno avuto il coraggio di leggere,e coloro che continueranno a farlo(vero che lo farete?Altrimenti Jakotsu verrà a farvi visita presto!).

 

 

 

 

   
 
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