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Autore: Guazzo89    14/07/2006    2 recensioni
"Harry si trovava fuori da Privet Drive 4, in una notte buia e senza stelle. I lampioni erano spenti, e questo conferiva alla strada un'aria di desolazione. Improvvisamente apparve il rumore di un motore, che quasi lo assordò."

Harry si ritrova dentro se stesso, dentro la sua memoria, alle prese con i suoi ricordi migliori e peggiori. Riuscirà, armato del senno di poi, ad accettare la sua vita per come è stata, o continuerà a illudersi che avrebbe potuto fare meglio? Alla fiction l'ardua sentenza!
Potrei introdurre dei momenti di qualche coppia inerente ad Harry (principalmente Harry/Ginny), ma saranno momenti sporadici. Il rating è, per adesso, PG ma potrebbe aumentare nelle parti successive
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi il terzo capitolo. Sembra che ogni tanto riesca anche a mantenere le promesse, visto che questo aggiornamento è stato abbastanza veloce^^
Spero che il capitolo vi piaccia^__^

MEMORY OF A HERO

Quando la nebbia si risollevò Harry si ritrovò nella sua cameretta di Privet Drive. La stanza era vuota e vi regnava il disordine; a terra era pieno di vestiti sporchi e la scrivania era affollata di libri e fogli di pergamena. In un angolo del tavolo si trovava in equilibrio precario una grossa gabbia chiusa da un lucchetto; dentro una civetta bianca dormiva con la testa sotto l'ala.

Il ragazzo aveva appena finito di esaminare la stanza, che si sentì un forte CRACK. Vicino ai suoi piedi apparve un esserino verde, con due orecchie a punta, e un naso allungato; i suoi occhi marroni scrutarono la stanza, soffermandosi sul letto e sull'armadio. L'elfo si avvicinò a quest'ultimo, e lo esaminò accuratamente, poi si diresse verso il letto e ci si sedette sopra. Era li seduto da pochi istanti, quando si sentì una voce da oltre la porta

"Ricordati! Devi fare come se non esistessi!"

"Va bene zio Vernon" rispose un'altra voce.

Al suono di queste parole, l'elfo era saltato in piedi sul letto, cercando di nascondersi in un angolo buio. Si era appena rannicchiato nell'angolino vicino al cuscino quando la porta si aprì. Sulla luce proveniente dal corridoio si stagliavano due figure molto diverse. La figura più grossa si allontanò subito, e si sentì la sua voce ripetere le stesse parole di poco prima.

L'altra persona entrò, e si richiuse la porta alle spalle, calando la stanza in una sorta di semioscurità. Sparita la forte luce che li accecava Harry e l'elfo videro un ragazzino mingherlino e con i capelli neri che si dirigeva verso il letto.Il ragazzo fece un balzo quando distinse nell'oscurità una sagoma che si alzava dal suo letto, e accese la luce sul suo comodino.

"Cosa sei?" Harry si era leggermente tranquillizzato, trovandosi davanti un essere così piccolo

"Io sono Dobby, signore. Dobby l'elfo domestico. E lei, signore, è Harry Potter, giusto" i grossi occhi marroni salirono alla fronte del ragazzino

"Sono proprio io" Harry si appiattì la frangia "Ma non ho nessun bisogno di un elfo domestico"

"Harry Potter, signore, io sono venuto qui per avvertirla" la voce dell'elfo era leggermente stridula "Harry Potter non deve tornare ad Hogwarts"

"Perché no? Perché non posso tornare a quella che è la mia vera casa?"

"Harry Potter non può tornare a Hogwarts. Hogwarts è pericolosa per Harry Potter"

"Perché pericolosa? Succederà qualcosa di brutto?"

L'elfo fece una strana smorfia, a metà tra la rabbia e la determinazione, prima di iniziare a parlare

"Harry Potter, signore... succederà qualcosa di pericoloso... Dobby... Dobby non può dirlo"

L'elfo si scaglio verso la lampada sul comodino di Harry e iniziò a darsela in testa molto violentemente. Il ragazzo fu colto alla sprovvista da questo gesto, e quando finalmente riuscì a bloccare Dobby, l'elfo aveva diversi lividi sulla fronte.

"BASTA DOBBY" Harry abbassò subito la voce, per non farsi sentire dai suoi zii "Smettila!" sussurrò, costringendo Dobby a sedersi, e tenendolo fermo "Se non vuoi nemmeno dirmi perché, non c'è motivo che io resti qui... I miei zii mi odiano, e poi non ho amici. Devo tornare dai miei amici ad Hogwarts"

"Allora, se Harry Potter non vuole ascoltare Dobby... Allora Dobby dovrà costringere Harry Potter a restare qui"

L'elfo si liberò agilmente dalla presa di Harry, e sgattaiolò fuori dalla porta. I due Harry cercarono di bloccargli la strada. Quello più vecchio arrivò alla porta prima dell'elfo e ci si appoggiò, ma Dobby gli passò attraverso come se si fosse trattato di un fantasma. Quando anche il ragazzino stava abbassando la maniglia, Harry gridò

"Non lo fare! NON SEGUIRLO!"

Era come se non fosse successo nulla, il ragazzino afferrò la maniglia e corse giù dalle scale inseguendo l'elfo. Harry cercò di andare loro dietro, ma quando fece per oltrepassare la porta, il suo cammino fu sbarrato.

"Che cazzo succede ora?"

Sembrava che una parete invisibile occupasse l'apertura della porta. Harry la percosse per un po', prima di rendersi conto che era molto resistente. Allora decise di estrarre la bacchetta. Era disposto a tutto, pur di andare in soccorso del ragazzino, anche a distruggere mezza camera.

"REDUCTO"

Un raggio violetto partì dalla punta della bacchetta e si scontrò con la parete invisibile. Dal punto esatto dello scontro si propagò un esplosione, anch'essa violetta, che avvolse molti dei mobili vicini alla porta. Harry corse verso la porta, incurante di quello che aveva attorno. Solo quando si schiantò per l'ennesima volta sulla parete invisibile si diede un'occhiata intorno. Tutto nella stanza era ancora in perfette condizioni; nulla sembrava essere stato danneggiato dal suo incantesimo.

Poi, improvvisamente, Harry sentì il rumore di qualcosa che si spiaccicava, e subito dopo un forte crack. Passò qualche secondo prima che la voce di zio Vernon si alzasse urlando dalla cucina.

Proprio in quel momento successe una cosa che Harry proprio non si aspettava. Si era preparato mentalmente a tutto, dal vedersi salire insieme a zio Vernon infuriato, al calare della nebbia, ma quello che successe lo spiazzò. Non apparve nessun banco di nebbia. L'unica cosa che successe fu che le voci provenienti dalla cucina (ormai non era più solo zio Vernon che urlava) vennero improvvisamente distorte. Era lo stesso effetto che avviene quando si manda avanti veloce un film, le voci erano diventate metalliche e irriconoscibili, e dopo pochi secondi smisero.

Al loro posto si sentì un rumore di passi; passi molto veloci; nessuno avrebbe potuto camminare a quella velocità. Ancora pochi secondi e un triste Harry Potter entrò in camera, ad altissima velocità, seguito dai suoi zii, con delle facce veramente arrabbiate. Era come se qualcuno avesse schiacciato il pulsante per mandare avanti veloce, sul telecomando.

Una volta che Harry si fu seduto, e i suoi zii si furono posizionati di fronte a lui, la voce di zio Vernon ricominciò a urlare, anche se non sparì quello strano effetto. Dopo poco gli zii uscirono velocissimi dalla stanza, e il ragazzino si sdraiò sul letto e spense la luce. Passarono giusto pochi istanti prima che il sole tornasse a splendere alto fuori dalla finestra.

Di prima mattina la sagoma di zio Vernon apparve fuori dalla finestra, chiaramente in cima ad una scala leggermente traballante, e iniziò a fissare una grata alla finestra di Harry. Il ragazzino si svegliò per il rumore, e in un lampo fu fuori dalla stanza. Venne immediatamente ricondotto dentro da una zia Petunia alquanto arrabbiata, che gli sbatté la porta dietro le spalle, chiudendola a chiave.

Ed ecco che zio Vernon scese dalla scala e la portò via. Poco dopo Harry sentì il rumore del trapano dall'altra parte della porta di camera sua. Lo zio installò delle serrature supplementari e poi, usando una sega, tagliò una guardiola nella porta. Finito il lavoro richiuse per bene la porta e girò accuratamente le due chiavi.

Harry era immobile, in piedi vicino alla finestra, e si guardava camminare avanti e indietro per la stanza. Occasionalmente vedeva la porta che si apriva, e il ragazzino usciva per pochi istanti. Tre volte al giorno, la guardiola si apriva, e una scodella di minestra veniva fatta passare. Harry vide il sole tramontare e sorgere diverse volte, prima che qualcosa cambiasse.

Accadde tutto una notte. Improvvisamente si sentì picchiettare sul vetro. Il ragazzino steso a letto si alzò a velocità normale, mentre Harry cercava di riabituarsi alla normalità. Si avvicinò alla finestra e guardò fuori, una voce bassa lo raggiunse

"Harry, è pronto il tuo baule?"

Harry guardò fuori, e ciò che vide gli fece spalancare gli occhi. Fuori dalla finestra si trovava un'auto volante, guidata dai gemelli Weasley

"Dai Harry, siamo venuti a prenderti, ti portiamo alla tana!"

Il ragazzo si riprese subito; afferrò le poche cose sparse per la stanza e le buttò nel baule, poi lo afferrò insieme alla gabbia di Edvige e li portò vicini alla finestra. Afferrò il gancio che Ron gli porgeva, e lo agganciò alle sbarre. Appena attaccato la macchina partì a tutta velocità a mezz'aria, scardinando le sbarre. Il baule si aprì, e Harry lanciò dentro i suoi bagagli, prima di saltare sul sedile posteriore. Appena la porta si fu chiusa la macchina partì a tutta velocità, ignorando la grata che ancora penzolava dietro alla macchina, e le urla di zio Vernon che li inseguiva correndo per la strada in vestaglia.

La nebbia calò veloce, oscurando ad Harry la vista della macchina volante e dello zio, che correva come un pazzo. Ci volle quasi un minuto prima che la nebbia iniziasse a sollevarsi. Quando la visuale del ragazzo fu completa, si accorse di trovarsi in un luogo chiuso, pieno di gente.

Un orologio batté undici colpi, mentre le persone correvano attraverso Harry. Questo si guardò un po' in giro, e su un lato individuò una serie di binari, ognuno con la sua targa in legno sospesa. Il ragazzo si trovava vicino al binario numero tredici, quando vide un gruppo di persone affannarsi attorno alla barriera tra il binario nove e il binario dieci.

Immaginando quello che stava succedendo, Harry si avvicinò, appena in tempo per vedere le caviglie di Arthur e Ginny Weasley sparire dentro al muro. A pochi metri dalla barriera vide se stesso, le mani appoggiate sul carrello, di fianco a Ron, anche lui col suo carrello. I due ragazzini si scambiarono poche battute, prima di cominciare a correre verso la barriera che divideva i due binari.

Mano a mano che i carrelli si avvicinavano, Harry si rendeva conto di quello che stava per succedere. Erano solo ad un metro dal muro di cemento, quando il ragazzo si mise a correre verso di loro; doveva impedire che si schiantassero!

Corse verso di loro, urlando, ma questo non bastò a fermare la loro corsa, e i carrelli si schiantarono sul muro. Le persone più vicine al luogo dello scontro di fermarono immediatamente, non sapendo cosa fare. Ci volle poco, perché arrivasse un poliziotto, chiamato da uno di quelli che avevano assistito allo scontro. Li aiutò a rialzarsi, e a sollevare i loro carrelli, prima di scambiare due parole con loro. Quando si fu accertato che era tutto a posto si allontanò, diretto verso il treno sul binario nove.

Ora Harry era abbastanza vicino per sentire i due ragazzini che parlavano.

"E ora che cosa facciamo?" chiese Harry, toccando il muro, che restò solido sotto i suoi polpastrelli "La porta sembra bloccata!"

"Ormai il treno è partito, non riusciremo più a prenderlo. Aspettiamo che tornino mamma e papà... spero che sappiano cosa fare"

Harry non riuscì a trattenersi; non era sicuro che lo potessero sentire, ma nonostante ciò decise di parlare

"Perché non volate a Hogwarts con la macchina?"

Subito la sua voce fu coperta da quella di Ron

"Potremmo usare la macchina! Basterà seguire il treno!"

"Sei sicuro di saperla guidare?"

"Si, sono sicuro. Ho visto tante volte i gemelli che lo facevano! Dai, andiamo alla macchina; di corsa, prima che il treno si allontani troppo"

Harry guardò i due ragazzini correre verso l'uscita, spingendo i carrelli a velocità folle, e scusandosi con tutte le persone con cui si scontravano. Presto sparirono tra la folla, e Harry non provò nemmeno a seguirli, sicuro che presto la nebbia lo avrebbe avvolto. Così avvenne, e Harry si ritrovò immerso dentro ad un grigio uniforme.

La nebbia calò, ed Harry si ritrovò stretto dentro ad un armadio, insieme ad altre due persone; tutto intorno a loro si trovavano pesanti mantelli. Harry guardò le facce dei suoi due compagni, e li riconobbe subito. La cicatrice di uno, e i capelli rossi acceso dell'altro non passavano certo inosservati. Vide le loro facce, e capì che erano concentrati, nel tentativo di ascoltare ciò che veniva detto fuori dall'armadio.

Una voce femminile molto dura risuonava sopra le parole di più persone, chiedendo il silenzio. Ci volle qualche minuto perché tutti si zittissero, ma, quando finalmente regnò la pace, la voce si fece più chiara, e non ci fu più bisogno di premere l'orecchio contro l'anta, per capire ciò che diceva.

"Signori, vi devo dare una pessima notizia. Temo che dopo gli accadimenti di oggi la scuola verrà chiusa definitivamente" la voce si interruppe, e qualcuno si soffiò il naso, mentre gli altri ascoltavano attenti

"Oggi è successo l'inevitabile. E' sparita una studentessa..." la voce fu interrotta dalle domande degli altri professori. Improvvisamente ritornò il caos che c'era all'inizio, prima che la voce femminile riuscisse a ristabilire l'ordine

"La signorina Weasley è sparita; e sul muro della sala grande è apparsa una scritta fatta col sangue" la professoressa McGranitt continuò a parlare nonostante le voci dei suoi colleghi aumentassero di livello "Il suo scheletro giacerà per sempre nella camera... Signori, bisognerà avvertire il ministero. Speriamo che non sia successo niente di male alla signorina Weasley, ma non ci sono molte speranze di ritrovarla"

Harry distolse lo sguardo dall'anta dell'armadio, e lo porto su Ron, la cui faccia era una via di mezzo tra la disperazione e l'incredulità. Sembrava che dovesse piangere da un momento all'altro, quando l'altro ragazzino gli cinse le spalle, e cercò di consolarlo, sussurrandogli in un orecchio.

La nebbia scese a coprire quella scena di amicizia e di disperazione.

Quando la nebbia si risollevò, l'aria era pervasa da un bellissimo canto. Harry si trovava in una stanza vastissima; il pavimento sembrava per metà allagato, e su un lato si ergeva l'immensa statua di un mago barbuto.

In un angolo un ragazzino stava rannicchiato, con un cappello in testa; un serpente immenso si muoveva velocemente verso di lui. Tra le gambe della statua si trovava invece un ragazzo bruno, in piedi, con un enorme sorriso stampato in faccia; ai suoi piedi giaceva un corpo con lunghi capelli rossi.

Ormai il serpente era a meno di un metro dal ragazzo rannicchiato, quando questo si alzò, togliendosi il cappello e estraendone una spada, che riluceva nella debole luce. La puntò davanti a se appena in tempo; il serpente si era lanciato in avanti, con la bocca spalancata, pronto ad attaccare. Si trovò una lama infilzata in gola, e un fremito percorse il suo corpo; con quelle che dovevano essere le sue ultime forze tentò di chiudere la bocca, ma incontrò la resistenza del ferro, che spezzò uno dei suoi denti.

A giudicare dall'urlo, però, quell'ultimo disperato attacco aveva avuto successo; il ragazzo cadde a terra con una smorfia di dolore a coprire il suo terrore, e tenendosi il bracci destro stretto al petto. Il serpente si accasciò, la bocca spalancata. Il ragazzo tra i piedi della statua rise sonoramente, divertito dal dolore del suo avversario e urlò

"Avrai anche sconfitto il mio servitore, ma non potrai mai sconfiggere me!"

"GINNY!" il ragazzo aveva risollevato la testa a fatica

"Mi dispiace Harry, ma la tua amichetta non ti può più sentire. Ormai è quasi morta" La sua risata venne troncata dal gesto di Harry, che si alzò coraggiosamente, afferrando la zanna spezzata del basilisco "Credi davvero di potermi uccidere con quella? Sei un illuso!"

Harry si lanciò verso il suo nemico, che aveva ricominciato a ridere, tenendo alta sopra la testa la zanna. Quello che fece, però, soffocò la risata, rendendola un gorgoglio agonizzante. Il ragazzino si era gettato a terra, e aveva infilzato il diario ai piedi di Riddle con la zanna intrisa di veleno. Tutto l'inchiostro del diario si riversò sul terreno, mentre Voldemort lanciò un ultimo grido agonizzante.

Harry rimase steso a terra, guardando il suo nemico scomparire nel nulla. Quando non ci fu più alcuna traccia di Riddle, Harry si alzò, e un uccello meraviglioso si posò sulla sua spalla. Questo sembrò dare nuova forza al ragazzo, che si chinò per scuotere la rossa. Dopo qualche minuto si rialzarono a fatica; lui la sostenne, mentre camminavano verso l'uscita della sala.

Quando furono all'imboccatura del corridoio, Harry lanciò indietro un occhiata sprezzante, rivolta alla statua e al cadavere del basilisco, poi sparì nell'oscurità, e la nebbia calò ad avvolgere l'altro Harry, nascondendone le lacrime di terrore e orgoglio.

Ringraziamenti personali^^

daisy05 Grazie per i complimenti (visto che ora sono certo di poterli definire tali^^). L'uomo della nebbia? Speriamo che questo riesca a fare venire un po' di nebbia anche da me, così magari farà un po' più freso e il pc darà un po' meno problemi. Ma questo centra poco con la ff^^ Spero di riuscire a scrivere il prossimo capitolo prima di partire (dovrei riuscirci, se non mi viene a mancare l'ispirazione-___-) Ancora grazie, e per quanto riguarda il "mattone", come lo chiami ingiustamente tu, sono rimasto un po' indietro, ma uno dei miei obbiettivi è di rimettermi in pari.

ginnylondon Grazie per i complimenti, anche se continuo a non essere così sicuro di scrivere bene (-___-) per quanto riguarda Harry/Ginny ci saranno sicuramente i momenti già presenti nei libri (anche se dovrei dire nel libro, visto che prima del 6° non c'è niente) e poi... bah... forse posso dirlo... diciamo che ci sarà anche qualcosa in più, se non cambio tutto lo schema della fic (cosa che ogni tanto mi succede, raramente, ma succede)

Elenè Grazie, anche se ci ho messo un po' a capire perché due recensioni sul primo capitolo :P

Bene, il capitolo (soprattutto la seconda parte) è venuto fuori molto di getto, quindi vi prego di scusarmi per eventuali errori che non ho notato rileggendo (spero che la mia prof di italiano non legga mai ciò che scrivo-____-)
Non ho altro da dire, se non: al prossimo capitolo che, come penso (spero) avrete immaginato dovrebbe comprendere il 3° anno

  
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