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Autore: Clorinde    19/11/2011    2 recensioni
Quello che cercava Pansy non era altro che un modo per tenersi aggrappata alla vita.
Aveva riempito ogni spazio della sua casa di Cd e vinili, imparando a gustarsi lentamente, intingendo un dito nel mare salato dell'unica arte effimera.
Aveva imparato a smettere di preoccuparsi del mondo e curarsi solamente di sé.
Aveva trovato un modo per non ferire il suo animo, riuscendo a ricucirlo con fili impregnati di sangue e di disperazione.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Sussurri e Obblighi

Capitolo Terzo

[Pansy]



Avrebbe voluto saper respingerlo.

Avrebbe voluto trovare la forza di fargli lo stesso male che lui le aveva inferto.

Invece, Pansy, se ne stava in piedi davanti la porta a fissare gli occhi scuri e seri di Blaise Zabini. Sembrava non fosse mai cambiato nulla, come quando si bussavano alle porte delle rispettive camere per abbracciarsi, farsi forza, dimenticare.

Ma se per lei erano momenti preziosi, quelli passati fra le sue braccia, per lui erano stati istanti di debolezza, attimi da nascondere dietro la porta di una spoglia camera.

-Lo sai perchè sono qui, Pansy.- disse entrando ed ignorando la fiacca protesta del braccio di Pansy che tentò di riportarlo fuori.

-Tu hai una cosa che mi appartiene.- concluse girandosi a fissare la schiena di Pansy, irrigidita dal terrore e dalla rabbia.

-Avevamo fatto un patto, Blaise.- rispose sommessamente Pansy. -Io non ho parlato. Non ho detto nulla, eppure tu sei qui.-

-Dammela! Ridammi la mia bacchetta!

Pansy si voltò e marciò su di lui, sfilò la bacchetta dalla tasca dei jeans e la puntò contro il petto di Blaise.

-Non serve che ti ricordi cosa potrebbe succedere se qualcuno venisse a sapere di te, della tua nuova vita... Vuoi veramente che tuo padre ti distrugga come ha fatto con tua madre? Sei così cieca, Pansy? Tutto questo non è destinato a durare.-

Pansy annuì e con un incantesimo non verbale evocò una bacchetta di legno chiaro, che planò accanto a loro ed atterrò sul palmo aperto di Blaise che sorrise.

Un sorriso breve e reale che Pansy realizzò di aver dimenticato.

-Se dovesse succedere qualcosa a lui... A mio padre, me lo farai sapere?- chiese la ragazza aprendo la porta di casa.

-Ci proverò, Parkinson, ci proverò.

Si fissarono a lungo, irrimediabilmente divisi dalle loro scelte eppure ancora uniti dal sottile filo dei ricordi. Blaise accennò a un saluto con la mano e si smaterializzò, lasciandola sola, sul pianerottolo cupo di un appartamento anonima, con lacrime invisibili che percorrevano un viso pietrificato dal passato.


[Ron]



Ronald Weasley si era sempre considerato un ragazzo di campagna, nato e cresciuto nel bel mezzo di campi più o meno coltivati, considerava la città, il luogo ideale dove divertirsi ogni tanto.

Non avrebbe mai pensato che nel giro di qualche mese si sarebbe ritrovato a vivere in mezzo a quella confusione, a prendere i mezzi Babbani e a cercare costantemente di non travolgere nessuno in quelle piccole vie stracolme di gente.

Nessuno avrebbe scomesso che sarebbe sopravvissuto.

Eppure eccolo lì, nel bel mezzo di palazzi e auto, destreggiarsi alla ricerca di un significato da dare alla sua esistenza.

Aveva perduto sangue del suo sangue. Fred

Aveva sentito la sua anima spezzarsi.

Aveva perduto il calore che gli riscaldava il cuore. Hermione

Si ritrovava solo, con un lavoro in un bar, un appartamento condiviso con un silenzioso ragazzo e le centinaia di lettere di sua madre accatastate l'una sopra all'altra.

La sua vita poteva continuare a scorrere nell'anonimato, su binari incerti ma decisamente separati rispetto al suo passato, se non fosse che vide una ragazza dal cappotto rosso trainare una bici femminile e guardare le vetrine.

Nonostante non la vedesse da quella maledetta notte, la riconobbe.

I capelli corvini, l'estrema magrezza, le labbra piegate costantemente all'ingiù, l'espressione fredda del suo viso.

Completamente sorpreso si lasciò sfuggire un sussurro: Parkinson?






  
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