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Autore: Rowena    19/11/2011    3 recensioni
Primo settembre 2017: una volta che i nipoti grandi sono partiti con l’Espresso per Hogwarts, Molly chiama a raccolta figli, generi e nuore per mettere in moto un piano tutto suo; Charlie sta per tornare dalla Romania per un breve soggiorno a casa, come la mamma lo ha pregato, e la famiglia deve agire. Molly, infatti, non sopporta l’idea che il suo secondogenito non si preoccupi di crearsi una famiglia e vuole rimediare forzando la sorte: la sua strategia prevede fargli incontrare qualche strega nella speranza che cambi idea. Quello che Molly ancora non sa è che Charlie ha già incontrato una ragazza davvero fuori dal comune…
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '19 anni dopo'
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Hermione Granger arrivò in Romania di giovedì, quasi una settimana dopo il suo colloquio con il cognato Bill. Le servirono due giorni per accettare la storia che il mago le aveva raccontato – e se si convinse, fu solo per la copia del giornale che le fece leggere – altri due per decidere se accettare di aiutare uno dei suoi cognati e altrettanti ancora a dare indicazioni al marito per occuparsi in sua assenza di se stesso, della casa e del figlio che ancora non frequentava Hogwarts.
Hermione sapeva bene che Ron probabilmente sarebbe corso alla Tana al primo tentativo fallito di accendere i fornelli, ma doveva almeno dimostrare che si fidava di lui, prima di assentarsi per un paio di settimane, anche perché non gli aveva spiegato di che faccenda si trattasse in realtà. Bill le aveva chiesto il massimo riserbo, perfino con il marito, per paura che la notizia arrivasse a Molly: la madre iniziava ad avere una certa età, per quanto fingesse di essere ancora in forma, e non si era mai ripresa dalla perdita di Fred. Scoprire che un altro dei suoi figli rischiasse la prigione o, peggio, la vita… No, sarebbe stato un colpo troppo grave, per lei. Il mago voleva aiutare il fratello, ma era sua intenzione anche evitare altri scossoni non necessari a sua madre.
Per cui ecco arrivare Hermione Granger in Romania, con un terribile senso di colpa per aver celato la verità al marito, a cui in genere non nascondeva nulla, e con un altrettanto terribile freddo al naso.
«È un vero piacere averti qui, Hermione» l’accolse Charlie con un sorriso, aiutandola a togliersi il giaccone e la spessa sciarpa di lana.
«Non dire altro», lo fermò lei, «o ti dimostrerò quanto so essere simile a tua madre. Inizio a farti la morale subito o vuoi prima offrirmi un caffè?»
Il mago accusò il colpo senza replicare: anche se conosceva poco Hermione, sapeva che aveva un carattere ostinato e un interesse singolare a scoprire la verità in ogni questione. Ma aveva un senso della morale altrettanto unico, e detestava gli intrighi.
L’idea che un suo congiunto fosse implicato in una simile faccenda doveva metterla molto a disagio. «Voglio dirti che sono davvero felice che tu abbia deciso di venire qui, e che non è stata una mia idea. Volevo cavarmela da solo» spiegò prima di andare a sedersi a tavola.
«Stando a quello che mi ha detto Bill, rischi più che altro di affondare da solo. Ora ci penso io: che cos’hanno contro di te?»
Charlie fece un bel respiro e cominciò a spiegare, partendo da quel pomeriggio nella foresta. Iniziava a pensare che sarebbe stato meglio trovare il modo di registrare la sua voce con la magia, così da farla partire in automatico ogni volta. Ormai aveva perso il volte di quante volte aveva raccontato quella storia, iniziava a farsi noiosa perfino per lui che l’aveva vissuta.
Hermione, dopo essersi accomodata a sua volta, aveva tirato fuori il suo blocco per gli appunti comprato in una cartoleria babbana e una biro da lei incantata, che scattò subito a scrivere ogni risposta del mago con una rapidità spaventosa. Non avrebbe mai ammesso che aveva preso quell’idea da Rita Skeeter, ma era un ottimo sistema per registrare le deposizioni senza aver bisogno di un assistente al seguito. «Hai motivi concreti per avere questi pregiudizi nei confronti degli Auror o sei paranoico come Malocchio Moody?»
«La crisi del ’99, come la chiamiamo alla riserva. Si tratta del disastro peggiore mai avvenuto nel centro, ma fu colpa di un umano, un esterno. Lo zio di Toculescu, a dirla tutta, l’Auror che mi sta accusando. La loro famiglia ha sempre rivendicato il diritto di cacciare gli esemplari di Cornolungo che proteggiamo, è come se non capissero che il nostro unico scopo è difendere queste specie incredibili e prevenire la loro estinzione».
Oskar Toculescu, raccontò, aveva tentato di far mettere la riserva sotto il controllo del Ministero, certo che delle persone sane di mente non potessero davvero dedicare la vita alla protezione dei draghi. Secondo lui, l’allora responsabile doveva essere a capo di un traffico di preziose sostanze magiche che potevano far fruttare milioni.
Quando i suoi superiori e il Dipartimento per la Cura e il Controllo delle Creature Magiche non gli avevano dato retta, Oskar aveva deciso di prendere la situazione in mano personalmente: si era presentato alla riserva con un pugno di maghi suoi amici e colleghi pretendendo di fare un’ispezione di tutti gli ambienti, i recinti, i laboratori…
Charlie era nella foresta a controllare una zona di confino in cui era scattato un incantesimo d’allarme, in quel momento, ma ricordava bene di aver visto il fumo alzarsi anche a miglia e miglia di distanza. «Ti giuro, è facile fare qualcosa che le dragonesse non gradiscono, specie quando sono in cova, ma quello era pazzo: voleva contare le uova, controllarle una per una… Non so cos’abbia fatto davvero, nessuno ne ha la certezza, ma una femmina di Ungaro Spinato perse completamente il controllo e attaccò la struttura principale della riserva».
Oskar aveva cercato di usare l’incidente a proprio vantaggio, ma la situazione era troppo pericolosa, ogni mago disponibile era corso a dare una mano per spegnere l’incendio e domare la dragonessa prima che combinasse seri danni a se stessa, alle sue uova e alle persone che lavoravano lì.
Hermione rabbrividì: ricordava la cattiveria con cui il drago aveva inseguito Harry durante la prova del Torneo Tremaghi, l’astuzia, la violenza del suoi attacchi. Non avrebbe mai voluto trovarsi faccia a faccia con uno di quei lucertoloni e la cavalcata in fuga dalla Gringott per lei era stata più che sufficiente. «Cosa accadde?»
«Dovemmo sopprimerla, alla fine, era ormai fuori controllo» ricordò Charlie con tristezza. Non era l’esemplare che aveva scortato in Inghilterra, era perfino più pazza, ed erano stati costretti a ucciderla, sebbene non fosse stato semplice. «Provammo a dare le sue uova a un’altra femmina, ma ne calpestò alcune. Quelle salvate furono tenute al caldo in laboratorio, fino a che non cominciarono a puzzare di marcio. In più, molti di noi furono feriti, ustionati anche seriamente. Rischiammo tutti moltissimo».
Il fuoco, le urla… Charlie ricordava di aver pensato subito alla battaglia di Hogwarts, allora ancora memoria recente, e di aver avuto davvero paura. Poi si era riscosso, pensando soprattutto che la minaccia era un drago, e non esseri umani – che temeva ben più delle sue lucertole – ed era sceso in campo a dare una mano. Aveva collaborato a sopprimere la femmina con la morte nel cuore, le aveva chiesto perfino scusa, e poi aveva aiutato a soccorrere i suoi compagni. Detestava rivangare quella notte e Horatiu Toculescu lo obbligava a farlo spesso, per quanto trovasse divertente punzecchiarlo con quella storia.
«E Oskar?»
«Ah, lui? Dopo aver capito di non avere il minimo controllo sulla situazione, impazzì sul serio. Tentò di attaccare il drago, che non reagì in maniera tranquilla. Sei sicura di volerlo sapere, Hermione?»
La strega scosse il capo. «No, posso immaginare da sola».
Non credo, pensò Charlie, che comunque non scese nei dettagli. Non aveva senso gravare la cognata di quei ricordi spiacevoli: le urla dei suoi colleghi, l’odore agro e la cenere portati dal vento, l’inquietante riverbero delle fiamme… Non aveva più provato così tanta paura fino a quando non aveva visto il volto trasfigurato di Luc mentre lo attaccava con tutte le sue forze.
«Ci fu un’inchiesta, successivamente, e mentre noi cercavamo di riprenderci il Ministero scoprì che forse poteva essere interessante controllarci di più, anche per accontentare i Toculescu, che pretendevano vendetta per la perdita».
«Visto il personaggio, io avrei festeggiato», borbottò Hermione. «Quindi si tratta di una famiglia influente, con buone conoscenze?»
«Se ti dicessi che sono parenti dei Malfoy?»
Non era possibile, anche lì! Era una vera e propria persecuzione… «Il giorno in cui troverò un luogo in cui non arriva la loro presenza nefasta, mi ci trasferirò» replicò esasperata. Non era per le vecchie ripicche della scuola, come per Ron, ma la mole di lavoro che le toccava svolgere in cui era implicato Lucius era sempre notevole. C’era stato un periodo in cui la Gran Bretagna magica sembrava aver trovato un nuovo sport nazionale: fare causa ai Malfoy. E anche quando quell’ondata di procedimenti ridicoli era cessata, Hermione aveva scoperto che quella famiglia aveva le mani in qualunque settore produttivo della magia e che molto spesso erano citati in giudizio da clienti, dipendenti, fornitori… Per sua sfortuna.
«Potremmo usare questa storia come prova, ad ogni modo», continuò. «Ci sono tutti i presupposti per accusare questo giovane Toculescu per abuso d’ufficio per motivazioni personali».
«È quello che speravo di sentire. Ho voluto proteggerla, ma quel tipo userà questi fatti come prove della mia colpevolezza, crede… Crede che l’abbia creata io».
Hermione sospirò: quella sarebbe stata la parte peggiore della vicenda da spiegare e volgere a favore di Charlie. «A proposito, lei dov’è?»
«Sta facendo una serie di esercizi di autocontrollo nel boschetto qui dietro, non ti preoccupare. Aveva bisogno d’aria, l’hanno tenuta rinchiusa per diversi giorni nella cella dove è morto il tizio che ci ha attaccato».
Comprensibile che avesse voglia di stare all’aperto. Nemmeno alla strega sarebbe piaciuto essere costretta in un luogo simile.
«Bill mi ha detto che la dottoressa che ti aiuta a gestirla ha stabilito che è in grado di intendere e di volere».
Charlie annuì, cambiando posizione sulla sedia. «È così, infatti, e potrebbe perfino testimoniare».
«Non voglio fare il passo più lungo della gamba», rispose distrattamente la donna bloccando la biro e prendendo un appunto in un angolo del foglio. «Vorrei essere sicura che non si riveli un’arma contro di noi: chiunque condurrà gli interrogatori, e di conseguenza parlerà per il Ministero, cercherà di metterla in difficoltà, magari anche insinuando menzogne sulla vostra relazione, allo scopo di scatenare una reazione che metta in dubbio il giudizio della tua esperta».
«È meschino», rispose il padrone di casa, abbastanza disgustato.
Hermione scosse il capo senza battere ciglio: «È il modo in cui ragionano gli avvocati e devi essere preparato a tutto. Anche lei».
«Beh, quanto meno sembra saperne parecchio».
I due si accorsero solo in quel momento della ragazza drago, che si stava sfilando i guanti. Alle sue spalle, Ovidiu fece un cenno con la mano prima di prendere di nuovo la porta: avrebbe atteso che l’incontro con l’avvocato – perché il ruolo della nuova arrivata era lampante – fosse finito, così che non potessero usare anche una sua distrazione come prova dell’esagerata ingerenza da parte delle autorità.
«Juditah ti saluta, Charlie: un Patronus – si chiamano così quegli animali fumosi e argentati che portano i messaggi? – l’ha informata dell’arrivo di un ragazzo morso recentemente, così lei è subito corsa a gestire il ricovero in ospedale. Ted è andato con lei, tornerà per cena».
Kari diede una lunga occhiata alla nuova arrivata, poi andò a sedersi davanti al camino acceso.
Hermione ignorò quell’atteggiamento e riprese a parlare con Charlie: «Purtroppo in tribunale si è pronti a scendere davvero in basso, per vincere un procedimento, e bisogna essere pronti a rispondere a ogni tipo di accusa, per quanto ridicola e folle in modo composto e controllato. Tra voi, da quello che mi hai detto, è nata una sorta di legame simbiotico: non credo per niente nella Divinazione, ma posso profetizzare che sarà il primo argomento su cui punteranno».
«E cioè?», a quanto pare la ragazza drago era più interessata di quello che aveva lasciato intendere. «Si concentreranno sul fatto che Charlie mi ha reso così per soddisfare…»
«Basta così!», s’intromise il mago con un certo imbarazzo. Aveva chiesto a Misha cosa si diceva di lui alla riserva, dopo che Kari gli aveva riferito alcuni pettegolezzi, e ciò che il collega gli aveva riportato lo faceva ancora vergognare. «Il consiglio della riserva ha deciso di testimoniare, manderanno il mio vice e una ricercatrice per dimostrare che la trasformazione non è avvenuta nelle nostre strutture. Altri potrebbero essere chiamati per ricostruire l’attacco da parte di Luc, miei colleghi che hanno assistito, ma ancora non sono stati fatti nomi».
Verificare i testimoni, parlare con i due già selezionati. Hermione poteva vedere davanti ai suoi occhi il lavoro aumentare a dismisura. «Questi già sicuri sono affidabili?»
Charlie non sapeva come rispondere. Dal suo punto di vista sì, però… Non in un modo che il suo avvocato avrebbe gradito. «Parleranno per difendere i permessi e l’indipendenza della riserva. Io sono sacrificabile in questo senso».
«Sono tuoi amici, come possono fare una cosa simile?», domandò sempre più stizzita Kari. L’idea di un processo l’agitava molto.
Era difficile da spiegare, il mago lo sapeva, tuttavia doveva far capire alla ragazza come stavano le cose. Ricordava quando aveva discusso con Silente, dopo l’incidente di suo padre che lo aveva portato a rischiare la vita: allora era un ragazzino che non aveva compreso nulla dell’importanza dell’Ordine. Da quando era diventato responsabile della struttura che tanto amava, però, aveva finalmente accettato ciò che il vecchio preside aveva cercato di insegnargli, durante la guerra.
«Ciò che facciamo è troppo importante: i programmi di riproduzione e di scambio con le altre riserve, il nuovo progetto di legge sui commerci e sui rifornimenti di composti magici derivati dai draghi... È una cosa più grande di me. La nostra riserva è un punto di riferimento anche per le sue regole e la condotta irreprensibile. Ho lavorato più di vent’anni per renderla ancora migliore, per cui non permetterò che vada in malora a causa mia, dovessi rimetterci sulla mia pelle».
La donna tacque, guardandolo torva come a ricordargli che anche lei era in pericolo, ed Hermione tossicchiò per riprendere il controllo della situazione: «Ad ogni modo, se sosterranno che la trasformazione non è stata indotta nella riserva, cosa che dovremo dimostrare lavorando insieme, Charlie sarà scagionato da tutte le accuse».
«Sempre che Toculescu non fabbrichi prove che mi riconducano a un fantomatico laboratorio malvagio», ironizzò il mago.
Aveva la sensazione che il suo avversario fosse davvero pronto a tutto.
«La situazione sembra addirittura fin troppo sotto controllo, ma per sicurezza chiederò alla corte il permesso d’interrogarti sotto Veritaserum. Te lo dico ora così che tu ne sia informato, ma ovviamente…»
«Niente veleno!» esclamò Kari, così velocemente da soffiarlo come se fosse un gatto.
Hermione sbatté le palpebre, perplessa. «Come, prego?»
Charlie sospirò: la sua amica si era impressa nella memoria il nome del siero della verità che aveva ucciso l’altra donna usata come cavia da quando aveva ricordato quel dettaglio.
«Qualsiasi cosa le abbiano fatto, il Veritaserum per lei è letale, non l’ho visto con i miei occhi ma Kari è certa che un’altra vittima di questi esperimenti da scienziato pazzo sia morta dopo che gliel’hanno somministrato».
«Io l’ho visto, ed è stato atroce».
«Dovremmo provarlo con i fatti: potrei fare una ricerca sui composti magici che fanno reazione con il Veritaserum, oppure uno dei tuoi ricercatori potrebbe provare a vedere cosa succede mescolando un suo campione di sangue con il siero».
«Può essere un’idea», borbottò Charlie. Georgeta l’avrebbe ucciso, probabilmente, ma lo avrebbe di certo accontentato.
«Ovviamente questa è solo una strategia a grandi linee», concluse Hermione raccogliendo i molti fogli riempiti dalla sua biro incantata. «Nei prossimi giorni presenterò un’istanza per verificare il comportamento di quell’Auror e chiederò una copia di tutte le prove da lui raccolte. Quando avrò letto l’intero fascicolo, deciderò come ci conviene proseguire».
Kari sembrava ancora scettica. «E se non dovesse funzionare?»
«Se mi sono cacciato in un guaio che nemmeno Hermione Granger può risolvere… Beh, vuol dire che ho combinato un vero casino», concluse Charlie con un sorriso.
La strega scosse il capo, ignorando la lusinga del parente acquisito. «Secondo me abbiamo molto materiale da volgere a nostro vantaggio. Tuttavia, se la corte converrà che la riserva non è responsabile della trasformazione, dovremo fornire una buona alternativa su cui indagare. Se avessimo qualche indizio importante da scambiare, potrei provare a concludere un patteggiamento con più facilità».
«Le informazioni sono nella memoria di Kari», le rispose il cognato, rivolgendosi poi alla ragazza drago. «Dobbiamo trovare il modo di farti ricordare».
Charlie sapeva che quella decisione non le sarebbe piaciuta: le aveva chiesto tante volte di sforzarsi per farsi tornare qualcosa in mente, eppure c’era riuscita soltanto quando Luc aveva toccato le corde giuste, suggerendole cosa era capitato.
Neanche a pensarlo, e Kari stava già replicando: «Quando ci provo, poi mi viene una crisi, lo sai… Perché non iniziare dal fascicolo del traditore, se non da lui stesso?»
Stava sempre seduta a terra, sul ruvido intreccio del tappeto, fissando il fuoco o lo scomodo divano poco distante per non dover guardare i due maghi che l’ascoltavano. Non voleva che intuissero il suo disagio: le domande, i dubbi su quello che ricordava, l’insistenza perché si sforzasse… Non avevano ancora fatto un tentativo da quando aveva iniziato le lezioni con Juditah per trovare il proprio autocontrollo per non dover prendere la pozione in dosi troppo abbondanti, eppure non si sentiva ancora pronta. Non era neanche sicura di voler recuperare la memoria sul rapimento, ciò che le era stato fatto e via dicendo: aveva già una bassa opinione del genere umano, dopo l’abbandono del suo fidanzato quando gli aveva rivelato di essere incinta, ma recuperare i ricordi sull’esperimento che aveva subito sarebbe stato di gran lunga peggio.
Ignaro di tutti questi pensieri, Charlie cercò di spiegare meglio cosa lo preoccupasse. «Ho fatto congelare il suo corpo apposta per poterlo conservare, così da dargli un’occhiata in un momento più tranquillo, soprattutto perché la sua mutazione è più recente», rispose quietamente, sforzandosi di mantenere sotto controllo i suoi sentimenti in quel momento… Il piano del tavolo improvvisamente era diventato molto interessante, con le sue venature, i nodi del legno. Mosse le dita a seguire il profilo di una macchia scura, mentre cercava di separare il ragazzo con cui aveva lavorato a lungo dall’essere che li aveva aggrediti in quel modo terribile. «Secondo me è stato trasformato apposta per attaccarci, la chiave è lui, eppure quelli del Ministero non ce lo faranno toccare ancora a lungo, se non si convinceranno che non vogliamo nascondere qualche prova».
«Bisognerà trovare un accordo per congiungere le indagini», suggerì Hermione con diplomazia. «Chi meglio del tuo staff potrebbe fare da consulente in questo caso? Insieme a loro lavoreranno gli Auror, e tutte le informazioni dovranno essere condivise. Mi sembra l’unica soluzione».
A Misha non sarebbe piaciuto, il mago poteva già immaginare i suoi commenti a riguardo. Tornò a fissare la schiena di Kari, un po’ indispettito per quell’atteggiamento: «Quando ti sentirai pronta, vorrei provare un Legilimens».
A sentir nominare quell’incantesimo, entrambe le donne non sembrarono molto convinte. La strega aveva dubbi che il cognato potesse davvero riuscire in una magia così complessa, nonostante lui garantisse di essere naturalmente portato, ma la ragazza drago era visibilmente spaventata.
«Non mi piace, una volta ci hai già provato e ti ho morso!», esclamò voltandosi di scatto. A Charlie parve che i suoi occhi avessero cambiato colore, ma si convinse che fosse un inganno della sua mente per via della luce fioca nella stanza. «Dovendo escludere il Veritaserum, mi sembra una soluzione fattibile. Ci assicureremo che questa volta tu non perda il controllo, te lo prometto».
Kari non sembrava affatto convinta, ma non disse nulla e annunciò che andava a farsi una doccia.
Quando ebbe lasciato la stanza, Hermione si concesse un sorriso sarcastico: «Però, speravo che Bill avesse esagerato sul suo caratterino».
«E non hai ancora conosciuto il mio migliore amico qui, Misha», rispose Charlie un po’ sovrappensiero. Le reazioni di Kari erano strane: l’arrivo dell’avvocato non l’aveva tranquillizzata, tutt’altro, e l’idea d’interrogatori e udienze non le piaceva affatto, evidentemente. Forse, nonostante le lezioni di Juditah, la stava sottoponendo a uno stress eccessivo. «Dalle tempo, in ogni caso. Non ti conosce, ancora: quando vedrà cosa sai fare, cambierà idea».
La donna sbuffò: in quel momento desiderava soltanto tornare in albergo a Bucarest, dove aveva prenotato una stanza, e fare un bel bagno caldo. Poteva già immaginare la piacevole sensazione dell’acqua rovente sulla pelle, ne aveva davvero bisogno per riscaldarsi un po’ – in fondo non era abituata al freddo inverno della Romania – e per analizzare da capo tutte le informazioni che aveva ricevuto da Charlie. «Per oggi fermiamoci qui, tanto non potremo risolvere tutto in una sera».
«Vuoi fermarti per cena, Hermione?»
«Senza offesa, ma ho una bella camera in hotel che mi attende. E fai entrare quel povero Auror che è rimasto in veranda per non ascoltare i nostri discorsi, ormai sarà intirizzito!»
La donna scomparve con un crac, mentre il cognato ancora ridacchiava. Chissà che idea si era fatta la perfettina Hermione Granger della situazione in casa sua, probabilmente credeva che avesse trasformato il suo cottage in un bizzarro ostello della gioventù. Vista l’età media dei suoi ospiti, a pensarci bene, non si poteva darle torto… Meglio cominciare a preparare la cena, si disse, mentre Ovidiu faceva la sua comparsa in cucina starnutendo.
Nonostante l’opinione che la donna poteva avere di lui, però, Charlie credeva fermamente in quello che aveva detto prima a Kari: se la strega non fosse riuscita a tirarli fuori dai guai, nessuno avrebbe potuto fare di meglio.




Angoletto dell'autrice: Capitolo un po' statico, ma ne avevo bisogno per introdurre Hermione. Non è un personaggio che uso molto e spero di averla resa decentemente, me la immagino super avvocato in carriera che non ha ancora rinunciato ai suoi sogni di ragazza (tipo CREPA). Il prossimo sarà più in movimento, l'ho già quasi finito, e... Ah, come dite? Sì, torno a lavorare alla tesi, che è meglio .______.
See yah!

Rowi
   
 
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