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Autore: itsfedej    19/11/2011    6 recensioni
Terri si è appena trasferita da Miami e a Los Angeles troverà molti amici e ci sarà una persona che le ruberà il cuore facendola innamorare per la prima volta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera!
Premetto che ho appena iniziato questa fanfiction ma ho ispirazione quindi ho deciso di pubblicarla!
Se non vi piacerà la cancellerò, spero il contrario però :D
Buona lettura xx




Odiavo gli aeroporti. Erano sempre pieni di gente felice che viaggiava per il mondo, solo o con il proprio partner, oppure c’erano lavoratori con la loro valigetta pronti per partire sperando di trovare un ambiente di lavoro migliore.
Io invece ero triste e frustrata dal momento che papà mi aveva trascinato fin qui e mi aveva obbligato a preparare una stupida valigia e a salutare tutti i miei amici. Cosa gli era passato per la mente?

«Tesoro, lo faccio anche per il tuo bene» era stata l’unica cosa che mi aveva detto prima di entrare nella sua camera e uscirne un paio di ore dopo con una valigia che per poco non scoppiava da quanta roba ci aveva messo dentro.

Mi fece segno di raggiungerlo al check-in e con un muso che mi arrivava ai piedi presi la mia roba e appena mi avvicinai scoprii finalmente dove eravamo diretti: Los Angeles.

«Dico, sei impazzito? Io non ci vengo!» urlai buttando la valigia per terra e facendo girare diverse persone ficcanaso.

«Te l’ho già detto Terri, non discutiamo qui, non mi sembra il caso!» mi rispose facendo un sorrisetto e guardò le persone per farle tranquillizzare.

«Non mi interessa! Tu non mi hai proprio detto niente, lo sai? Perché dovrei venire a Los Angeles con te? Ho dovuto lasciare tutti i miei amici sperando che fosse stata solo una vacanza. Lo è vero?» chiesi sperando in una risposta esauriente.

«Hai combinato non pochi casini qui e poi ho ricevuto una proposta di trasferimento. Problemi più trasferimento è uguale a: ti porto con me!»

«E non me lo potevi dire prima?» inarcai le sopracciglia «Scusa un attimo… Quindi mi vuoi dire che non sarà solo una vacanza?»

«Sorpresa! Ci trasferiamo, ho già trovato una villetta carinissima vicino alla costa.» disse entusiasta.

Lo volevo ammazzare! Non risposi neanche a causa del nervoso che mi stava salendo e le lacrime che stavano per scendere. Non era una tipa di quelle che piangeva sempre ma questa era una situazione diversa.
Presi il mio iPhone dalla borsa e mi misi ad ascoltare la musica, papà fece il check- in e ci sedemmo in attesa del nostro volo.
Los Angeles? Cosa aveva di diverso da Miami? C’era il mare, c’erano i ragazzi che andavano in giro senza maglietta e puttanelle che correvano dietro loro. Non cambiava assolutamente niente!

Per tutto il viaggio non rivolsi la parola a papà che ogni tanto mi guardava con la coda dell’occhio. Infondo a lui cosa importava di me? Bastava che avesse il lavoro e tutto il resto non contava.

«Tesoro io non vorrei sconvolgerti ancora di più la giornata, ma ora arriveremo e saranno le otto del mattino quindi da bravo genitore che sono, ho deciso che ti accompagnerò direttamente a scuola per il tuo primo giorno!» esclamò sorridendo.

«Cosa hai detto? No prego, fai pure eh. Non chiedermi cosa ne penso!» dissi alzando il tono della voce, «Mi hai rovinato la vita. Lo sai questo?» sapevo di averlo ferito ma non potevo tenermi tutto dentro.

Arrivammo e fuori c’era già un taxi che ci aspettava. Caricammo le valigie e un quarto d’ora dopo eravamo già davanti alla mia nuova scuola. Mi auto convincevo che sarebbe andato tutto bene.
Scesi dalla macchina senza neanche salutare e feci un sospiro di sollievo vedendo che dopotutto non era tanto diversa dalla scuola di Miami. C’erano le cheerleader che facevano le oche dietro i giocatori di basket, i secchioni seduti sulle panchine con un libro aperto davanti e le persone normali che chiacchieravano fregandosene di cosa succedeva nel frattempo.

Cercai l’entrata e come inizio non c’era male: andai addosso ad una persona.
«Scusa, colpa mia.» dissi subito, prima che la ragazza dai capelli biondi alzasse la testa per vedere chi le era venuta addosso, «Oh non ti preoccupare, è tutto apposto. Ma… non ti ho mai visto da queste parti, sei nuova?» chiese. «Già, sono appena arrivata a Los Angeles e mio padre ha avuto la brillante idea di farmi andare subito a scuola. Non è dolcissimo?» esclamai cercando di sottolineare il tono sarcastico nella mia voce.

Lei sorrise e raccolse i libri che le erano caduti al momento dello scontro. «Comunque io sono Jessica ma chiamami Jess!» mi diede la mano, «Piacere, io mi chiamo Terri» strinsi la sua mano e le sorrisi.

Nel corridoio passavano tantissime persone, non pensavo che una scuola potesse avere così tanti studenti.

Jessica scrocchiò le dita davanti alla mia faccia per farmi ritornare al presente. «Se hai bisogno di aiuto dimmi pure, sono del quarto anno e posso aiutarti» sorrise di nuovo.

«Per ora vorrei solo andare in segreteria a vedere in che classe sono e se mi danno la lista dei libri in modo che se domani dovessimo scontrarci di nuovo anche io dovrò abbassarmi per raccoglierli» dissi ridendo. Però mi fermai subito dopo che il mio sguardo era caduto su un ragazzo, forse il ragazzo più bello che io abbia mai visto. Si avvicinò a Jessica e le diede un bacio sulla guancia, «Hey, nuovi arrivi?» chiese facendomi l’occhiolino. Jessica mi prese sotto braccio «Joseph, lei è Terri!»

«Piacere» disse avvicinandosi e dando anche a me un bacio sulla guancia.

«Piacere mio, Joseph!» dissi.

«Ehm sì, chiamami Joe però che senò mi fai sentire vecchio!» esclamò e ridemmo tutti e tre.
Lo guardai dalla testa ai piedi, era davvero un bel ragazzo. Occhi marroni, barbetta sul viso, capelli a spazzola e vestiva alla moda.

Dopo averlo salutato, Jessica mi prese e mi trascinò fino alla segreteria.
  
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