Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Danielle V    20/11/2011    3 recensioni
Solo una cosa sarà diversa : questa volta il vampiro sono io, Sherrie Cooper. E questa è la mia storia.
-
«Questo dovrebbe confortarmi? Uno sconosciuto mi porta in un bosco,a notte fonda, dice di sapere tutto di me, mentre io non ricordo nulla e dovrei stare calma?»
Genere: Generale, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Red Valley.

Capitolo 1.
 




Un liquido freddo e pungente continuava a bagnarmi il viso, costantemente.Sentì di non essere su un letto, ma bensì stesa a terra, su una strato di foglie bagnate,umide e impastate con la terra che avevano sotto.Respirai a fondo e sentì un mix di odori di natura.Terreno umidiccio,corteccia d’albero,profumo di bosco e pioggia. Probabilmente era quella che mi stava facendo perdere la pazienza,trafiggendo lentamente ogni  mia parte di pelle allo scoperto.
Decisi finalmente di aprire gli occhi.
Quello che mi si presentò davanti era un bosco a tutti gli effetti.Gli odori che pochi secondi prima aveva percepito si materializzarono davanti ai miei occhi. Strizzai gli occhi, un po’ per togliere le gocce d’acqua che avevano deciso di rendermi cieca, e un po’ con la speranza che una volta riaperti mi si fosse presentato ,davanti a me, uno scenario diverso.
In realtà non ero né spaventata,né scioccata.Semplicemente non capivo come ci ero finita in un bosco, di notte,e con una simpaticissima pioggia fitta a coronare il tutto. Alzai lentamente il busto ,rimanendo seduta a terra, girandolo piano a 180° per poter squadrare meglio il paesaggio intorno a me.
C’era anche un po’ di nebbia, come al solito, qui a Red Valley . Guardai i palmi delle mani sporchi di fango e di foglie appiccicate, e riluttante le passai sul jeans per ripulirle.Chissà in che stato erano i capelli, per fortuna non c’era nessuno nei paraggi per vedere quell’orrore.
Pensandoci,non avevo nemmeno idea di che ora fosse.Guardai il cielo in cerca della luna,e la trovai dritta su di me,piena e splendente. Era circa mezzanotte , deducetti.
Mi alzai lentamente decisa ad andarmene da lì il prima possibile,ma non appena fui in piedi una figura si piazzò davanti a me.
Guardai prima le scarpe. A punta nere laccate. Oh oh ,qualcuno ha i soldi qui. Feci salire lo sguardo lungo il pantalone di jeans nero,in contrasto con la delicatezza delle scarpe, per poi farlo scorrere lungo una maglietta ,anch’essa nera, di leggero cotone coperta appena da una giacca –indovinate di che colore?- di pelle aperta. Arrivai al viso. Decisamente un bel viso. Un po’ scavato,ma abbastanza affascinante. Due occhi grandi e verdi si univano al mio sguardo, piccoli boccoli color cioccolato contornavano il viso,pallido,del ragazzo.
E’ strano come non mi sentivo , nemmeno ora, spaventata o ancor peggio terrorizzata.In fondo ero da sola con uno sconosciuto,in mezzo ad un bosco, in piena notte. E pioveva.
Rimanemmo a guardarci per qualche minuto,fino a quando non decisi che –forse- era arrivata l’ora delle domande.
“Chi sei?Perchè mi trovo qui?”  buttai fuori tutto d’un fiato,senza nemmeno pensare realmente a cosa volessi dirgli. Sentì la mia voce roca, probabilmente avevo preso freddo, tossì leggermente per schiarirla.
Il ragazzo non mi rispose, si limitò ad abbozzare un leggero e tirato sorrisetto beffardo.
La situazione iniziava a non piacermi.Va bene tutto, ma anche presa in giro no. Curvai le sopracciglia in un’espressione tutt’altro che amichevole e ribadì le domande fatte pochi istanti prima.
“Qual è il tuo nome?” fu la sua risposta.  Alzai un sopracciglio. Da quando alle domande si risponde con altre domande? Non gliel’hanno insegnata l’educazione a questo tizio? Voleva sapere il mio nome, come se fosse affar suo. Il mio nome era….era.
Vuoto.
Qual’era il mio nome? Una leggera forma di panico si impossessò di me.Non ricordavo il mio nome.Cercai di pensare ad altro, per esempio in che città abitavo,come ero arrivata lì,il nome di mia madre e di mio padre.Ma nulla.Zero.Vuoto.
Com’era possibile che la mia mente fosse completamente vuota?Un buco nero , senza fondo.
Stavolta il panico si impossessò di me completamente, indietreggiai un poco,mi guardai in giro –ora si- spaventata e disorientata.Guardai quell’uomo davanti a me ,lo vidi ricambiare lo sguardo un po’ preoccupato. Il respiro si fece pesante , e la gola iniziò a stringere.
“Hei” si avvicinò allungando una mano verso di me.Mi spostai violentemente. “Hei, tranquilla.Ho io tutte le risposte”
Questo dovrebbe confortarmi? Uno sconosciuto mi porta in un bosco,a notte fonda, dice di sapere tutto di me, mentre io non ricordo nulla e dovrei stare calma?
Il panico si trasformo in rabbia, e lo spavento in furia. Pochi secondi e lo avrei distrutto.Completamente. Sentì crescere in me un furia accecante,mai provata prima. Il sangue fluiva rapido nelle vene sotto il mio viso , ed un fastidioso dolore alle gengive comparve all’improvviso.
“Calma, devi stare calma.Fai un grosso respiro” continuò avvicinandosi ancora un poco. La rabbia si stava impadronendo di me, così, in qualche secondo di lucidità decisi di seguire il consiglio e di riempire profondamente i polmoni di quell’aria impastata di erba ,fango e pioggia.
Indietreggiai di un altro passo , e prendendo un grosso respiro lo guardai dritto negli occhi.
“Chi sei e che cosa ci faccio qui? Voglio saperlo subito.”
“Mi chiamo Victor O’Sullivan.Sono irlandese. Non devi aver paura di me, non voglio farti del male.” Sospirò “non te ne farei mai…”
Udì appena le l’ultima frase da lui pronunciata,rimasi un attimo perplessa, ma la smania di scoprire chi fosse e cosa mi era successo era maggiore.
“Ok,Victor..ora potresti dirmi gentilmente perché mi hai portato in questo posto di notte? E perché” deglutì “perché non ricordo nulla su di me.Hai detto che hai tutte le risposte, cosa aspetti a darmele?Perchè io sto impazzendo.”
Si avvicinò di nuovo.Su di lui era comparsa un’espressione dispiaciuta e spaventata. Era bello.
“ Il tuo nome è Sherrie Cooper. Sei una ragazza di 18 anni ,e questo è il bosco di Red Valley, la cittadina in cui abiti. Hai una sorella , Roxanne e due migliori amici Dylan e Harmony.” Lo guardai , confusa. “Sei fidanzata con un ragazzo che si chiama Colin Lewis. Lui è proprio innamorato di te, si vede lontano un miglio. Tu sembri più distaccata invece.”
“Inizi ad inquietarmi. Come sai tutte queste cose?E chi mi dice che sono vere?”
“Se siano vere o no ,presto lo scoprirai.” Si fermò qualche secondo , per poi riprendere la sua spiegazione “ Ascolti musica rock, ma non ti dispiacciono gli altri generi.Tua madre è una donna dolcissima di nome Evangeline, tuo padre non l’hai mai conosciuto. Tua madre ti ha sempre detto che è morto per sbaglio in una rapina.Hai un gatto grigio di nome Venom che ami tantissimo.” Si avvicinò ancora e ancora, fino ad arrivare ad una distanza massima di 20 centimetri da me.
“Senti, qua la situazione sta degenerando.Non so chi sei, non so chi sono , stai dicendo un sacco di cose di cui non ho la conferma.Io….” presa da un attimo di panico e confusione presi a correre verso quella che ,avevo intuito,fosse l’uscita del bosco.Corsi più veloce che potei, facendomi mancare il respiro.
 
 

*

 
 

Mi ritrovai sul ciglio di una strada. Nessuna abitazione intorno a me ,soltanto un cartello stradale sul quale comparivano le parole “Red Valley - centro” ed una freccia indicava la sinistra.
Allora sulla cittadina non mi aveva mentito, pensai.
Iniziai a camminare velocemente verso il centro,strofinando le mani lungo le braccia nel tentativo di riscaldarmi. In realtà non ne avevo bisogno.Il freddo non lo sentivo minimamente.
Continuai lungo la strada senza una reale meta.Non conoscevo quel posto, o meglio, non lo ricordavo.Non sapevo nulla di me di niente e di nessuno,ma non ero spaventata.Forse un pochino, quel tanto da farmi scappare da uno psicopatico che mi aveva rapita. Camminai per quelli che mi sembrarono venti minuti, quando all’improvviso sentì il rumore di una macchina arrivare da dietro di me.
Mi fermai e guardai la vettura avvicinarsi.

“Dio mio Sherrie! Dove diavolo eri finita?Sei impazzita?! Tua madre ha chiamato a casa di Harmony e lei le ha dovuto mentire dicendole che eri da lei, in bagno! Sali su questa fottutissima macchina e dimmi che hai combinato!” un ragazzo dai capelli nero corvino e occhi nocciola , urlava gesticolando appena da dentro la macchina.
Così ,non aveva mentito nemmeno sul nome.Mi chiamavo Sherrie allora.
Lo guardai un attimo stupefatta , e salì sull’auto.
“Allora?” mi incitò riprendendo a guidare
“Ehm…Stavo facendo una passeggiata.” Che scusa pietosa, dissi a me stessa.
“ Cosa? Hai fumato qualcosa per caso? Che diavolo ti prende?Fare una passeggiata a quest’ora della notte?”
Sospirai.Non sapevo nemmeno chi fosse e già mi stava facendo irritare. “Non ho voglia di parlarne ,davvero.Portami a casa.”
“Certo che ti porto a casa. Domani però spiegherai tutto a me e a Harmony .” si girò e mi guardò qualche secondo “Ci hai fatto prendere uno spavento.Prima…” tossì ,schiarendosi la voce “so che ti sembrerà assurdo ma prima, al telegiornale hanno detto che una ragazza era stata investita da un’auto,ma che quando l’autista era uscito per soccorrerla il corpo della ragazza non c’era più. L’uomo ha confessato di aver investito la ragazza facendole sbattere la testa sul vetro della macchina ,ed i segni sostengono la sua causa.C’erano dei schizzi di sangue ma del corpo nulla.”
Deglutì.Non sapevo perché ma sentivo che quell’incidente avesse a che fare con quel ragazzo del bosco.
“E perché mi stai dicendo questo?” domandai,curiosa.
“L’uomo ha chiaramente detto che la ragazza aveva lunghi capelli rosso fuoco.”
 
Guardai i miei capelli. Rossi.
 La ragazza aveva lunghi capelli rosso fuoco.
 


 

*




 
Arrivammo davanti ad una villetta color panna ,con tanto di vialetto recintato.
“Eccoci qui” disse il ragazzo. Si avvcinò e mi posò un bacio sulla guancia. Il contatto con il suo corpo caldo ,fece accendere in me una strana sensazione, simile alla fame.O alla sete.
Scrollai leggermente la testa da quei pensieri ,assurdi e gli sorrisi. Era simpatico, e premuroso.Non poteva che esser una persona.
“Buonanotte Dylan.” Dissi, sicura di non aver sbagliato il nome.Infatti, mi sorrise,augurandomi anche lui una buona notte.
Scesi dalla macchina ed attraversai il vialetto. Suonai il campanello.
 
La porta si spalancò e una donna bionda sulla quarantina mi si presentò davanti.
“Sherrie, oh mio Dio! Potevi dirmelo che eri a casa di Harmony! Mi sono spaventata non sai quanto! Al telegiornale prima-“
Non le feci finire la frase “Si lo so, mamma” tentennai qualche secondo sull’ultima parola “me l’ha detto Dylan.Ma sono qui, non sono io la ragazza!”
Un sorriso si disegnò sul volto della donna che mormorò un “menomale”. Si spostò dalla porta in modo da farmi passare, ancora con un leggero sorriso sulle labbra.Feci un passo ma non riuscì ad entrare in casa. Ci riprovai ,ma niente.Era come se ci fosse una barriera, come una lastra di vetro che non mi lasciava passare. Guardai mia madre che iniziò a diventare perplessa.
“Sherrie dai entra!” mi rimproverò. Tentai di entrare di nuovo, questa volta con successo. Misi piede in casa e la porta di chiuse dietro me.
Stupore,confusione e sconcerto si impadronirono della mia testa.
Che diavolo mi stava succedendo?




_____________________________________________________
 

Spero non abbia fatto troppo schifo anche il primo capitolo.
Ringrazio Little Bad Rachel,Rucch che hanno recensito il prologo.Sweet_Child_O_Mine che l'ha messa nelle preferite. katy95,Little Bad Rachel e Rucch che l'hanno messa nelle seguite.
Ringrazio inoltre chi ha semplicemente letto e chi leggerà.
Grazie♥
Al prossimo capitolo,
Danielle.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Danielle V