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Autore: kymyit_ria    20/11/2011    3 recensioni
Signore e signori! (Più signore che signori) Io, kymyit, e la mia compare, Ria-chan, siamo ben liete di presentarvi i nostri parti quotidiani di boiate circa le due ciurme più devastanti del momento. Una raccolta sulle coppie fra la ciurma degli Heart e quella di Kidd, esclusi i capitani che copuleranno insieme a parte (però non mancheranno le Kidd/Killer o le Law/Penguin).
Il rating generale della raccolta sarà arancione, ma avvertiremo capitolo per capitolo che tipo di storia starete per leggere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Supernova
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con questa cosa dolce e smielata, quindi direi VERDE! Su Law e Caschan **



I biscotti della fortuna (Law/Casquette)


-“La noia è uno dei mali più gravi che abbiamo da sopportare.” di Marcel Proust.- lesse Penguin ad alta voce, divertito –Parole sante.-
Casquette sbadigliò annoiato, i turni di notte erano alquanto monotoni da un po’ di tempo a quella parte. Era un bene che non ci fossero problemi in vista, ma all’orizzonte c’era solo il nero delle profondità oceaniche e nient’altro, neppure il più piccolo mostro marino o banco di sardine a disturbare la quiete.
Davvero un deserto quel tratto di mare…
-“Gli uomini di poche parole sono i migliori.”- continuò ancora il moro, quasi canticchiando -William Shakespeare!-
Casquette scosse la testa e si alzò dalla sedia, sgranchendo le ossa di schiena, gambe e braccia.
-Vado a mettere su un caffè.- disse al compagno, tutto preso dai biscotti rinvenuti dalla dispensa.
-Mi raccomando, bello forte!- esclamò Penguin sgranocchiando il dolce.
-Ti farai venire la carie con tutti quegli zuccheri!- lo ammonì.
-Ehi, questo è adatto per Kirachan!- ribatté quello, quasi ignorandolo –Fanciulli angeli, in età diavoli…-
-Da quando quello sarebbe un angelo?- domandò interdetto il castano.
-Tu non puoi capire, Casquette…- disse trasognato l’amico, perso in chissà quali impuri pensieri. –Chi sta con i mocciosi s’imbratta la camicia! Parole sante…- ridacchiò.
Il castano inarcò il sopraciglio, guardando ora il compare, ora il vassoio dimezzato di biscotti della fortuna e i bigliettini sparsi fra i comandi.
-Sei un maiale e se diventi cieco, ti si cariano i denti o ti viene il diabete, non dire che non ti avevo avvertito.- lo ammonì, abbandonandolo ai suoi pensieri sconci.
Una volta in cucina si accorse della presenza del capitano in un angolo, seduto al tavolo col viso schiacciato in uno dei suoi tomi e il cappello ancora calato sul viso, ma in procinto di rotolare via.
I tratti del volto apparivano più rilassati del solito, il che era una sorta di evento, poiché Law soffriva d’insonnia e la maggior parte delle volte stava in guardia, spada alla mano, pronto a scattare e uccidere. Vederlo in quello stato, disarmato, rilassato, appagato dal sonno nonostante la scomoda posizione, fu una sorta di tuffo al cuore che costrinse il sottoposto a contemplarlo estasiato.
Disturbare il capitano sarebbe stato un autentico delitto, per cui, invece di accendere la macchina del caffè, Casquette, con molta attenzione e attento a non fare il minimo rumore, riempì due tazze d’acqua calda e vi sciolse del caffè in busta al ginseng. Penchan avrebbe capito, neppure lui resisteva al fascino “innocente” di Law.
Prima di rientrare in sala macchine però, il castano si attardò per contemplare un’ultima volta il sorriso dolce del comandante e gli posò piano sulle spalle una coperta, lasciandolo al suo riposo.
Avrebbe avvertito Bepo, l’unico che non rischiava d’esser fatto a fettine per aver svegliato il capitano che dorme.

-Come mai hai fatto questo?- protestò Penguin, un poco seccato.
Casquette sorrise con dolcezza –Il capitano se la dorme in cucina, non potevo disturbarlo.- disse, afferrando di fortuna il compagno che già schizzava fuori dalla sala macchine –Se lo svegli, ti farà a pezzi!- lo ammonì sudando freddo.
-Non m’importa!- ribatté il moro –Io devo vederlo!-
-Sarà l’ultima cosa che vedrai! Pensa alla tua barbie, su!!-
Al pensiero di perire senza poter più istigare il suo pulcino assassino, Penguin si placò, risedendosi composto a leggiucchiare biglietti dei biscotti della fortuna che aveva collezionato nel giro di quelle quattro ore di guardia.
Casquette prese un dolce fra due dita, insospettito dalla sua consistenza.
-Per curiosità… da quanto giacevano sul fondo della dispensa?-
-Un mese o due… credo… beh, ma non sono scaduti… forse... - disse l’altro, al che il castano decise che no, non avrebbe mangiato il biscotto e non avrebbe avuto la diarrea il giorno seguente. Però lesse la massima, tanto per far qualcosa.
“Un bacio legittimo non vale mai un bacio rubato… Guy de Maupassant…”
Le solite cazzate, insomma. Solo Penguin poteva trovarle divertenti, anche perché sembrava tutto preso nel selezionare le frasi più fraintendibili, probabilmente per ripeterle al suo caro e paziente “fidanzato”.
Dopo altre tediose ore di veglia, Casquette si accasciò sui comandi, sprofondando nel sonno più profondo e impenetrabile.
Penguin sorrise allora, scuotendo il capo a sua volta e fece per risvegliarlo, anche solo per convincerlo a smammare a letto, quando la porta della sala si aprì e Law fece il suo ingresso a passo felpato, avvolto da una morbida coperta. Inutile dire che Penguin si preoccupò alquanto per l’amico e fece per risvegliarlo all’istante, quando Law gli afferrò il polso, faccendogli segno col capo di lasciarlo dormire.
E gli sorrise, malizioso.
Casquette russava leggermente, quasi come un bambino.
Law scorse lo sguardo sul suo viso, studiandolo attentamente in ogni minimo dettaglio. Dalle labbra socchiuse alle ciglia chiare, dalle guancie abbronzate al setto nasale stretto che si divideva in due grandi narici. Eppure quelle narici apparentemente enormi a lui piacevano, forse perché era un tipo che non amava giudicare i particolari distaccati dal loro insieme. Dopotutto il corpo umano che tanto amava era una grande accozzaglia di cose completamente diverse, no?
Sotto lo sguardo attonito di Penguin si levò la coperta dalle spalle e la adagiò delicatamente su quelle del moro e nel chinarsi su di lui, gli scoccò un bacio leggero sulla guancia, sorridendo dolcemente, come poco prima, mentre dormiva e le mani di Casquette l’avevano svegliato nel tentativo di proteggerlo dal freddo.
Uscì dalla sala, senza dire nulla, senza lamentarsi del turno di guardia non rispettato, senza minacciare Penguin perché stesse zitto.
Dopotutto era un essere umano anche lui, no?

Note:  Spero abbiate gradito la cosa, non ho molta di dire se non che sono quasi crollata sulla tastiera perché non sto benissimo in questi giorni Q_Q
Vabbè, grazie a tutti tutti e baciotti, alla prossima chicca della mia Mogliettina!!

Kymyit
  
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