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Autore: itsfedej    20/11/2011    6 recensioni
Terri si è appena trasferita da Miami e a Los Angeles troverà molti amici e ci sarà una persona che le ruberà il cuore facendola innamorare per la prima volta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera bellezze!
Siccome ho visto che almeno tre persone hanno recensito il capitolo precedente ho deciso di pubblicare anche il secondo capitolo (:
Grazie a tutte xx



Suonò la campanella e tutti corsero fuori dalla classe. Jessica aveva detto che le avrebbe fatto piacere passare un po’ di tempo con me così mi diede appuntamento davanti al mio armadietto.

«Eccomi» dissi con una faccia poco convinta dal momento che non era sola. Con lei c’era un ragazzo, credo della nostra età più o meno, riccio e con gli occhi marroni.

«Terri, lui è il mio fidanzato, Nick!» disse girando lo sguardo verso il ragazzo che le sorrise. Nick si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia. Mi piaceva questa usanza!

«Piacere riccio!» dissi scherzando e lui mi sorrise. Era come se l’avessi già visto da qualche parte ma non ricordavo precisamente dove, anche perché ero appena arrivata a Los Angeles.

Jessica prese i soldi dall’armadietto accanto al mio e andammo al bar nel piano inferiore, ci sedemmo e lei ordinò un caffè.

«Ah Terri ti ricordi il ragazzo che ti ho presentato prima? E’ il fratello di Nick, ha un anno in più di noi.» disse.
Ecco dove l’avevo già visto, dissi tra me e me.

«In effetti avete una certa somiglianza» dissi, «Bhe, ovviamente io sono più intelligente e anche il più simpatico, ma so che non l’avresti mai detto perché sembro un morto che cammina!» rispose e scoppiai a ridere.

«Ed è anche il ragazzo più dolce del mondo» aggiunse subito dopo Jessica.
Nick le sfiorò le labbra e in quel preciso istante mi accorsi che forse ero di troppo. Così li salutai e tornai davanti al mio armadietto che era il posto più sicuro che avevo trovato quella mattina.

Non mi sentivo a mio agio, stavo dicendo tante di quelle cose a papà nella mia testa che se le avesse sapute mi avrebbe sbattuto fuori di casa. Anzi, sarebbe stato anche meglio, me ne sarei tornata a Miami.

I miei pensieri furono interrotti da Joe, «Hey, pensierosa?» chiese, «Sì, ma mi passa subito, non ti preoccupare» esclamai guardando quanto erano belli i suoi occhi e il suo sorriso.

«Come mai ti sei trasferita?» domandò e non mi sembrava il caso di rispondergli male, infondo era stato gentile con me. «Colpa di mio padre, ma anche colpa mia.» risposi sperando che non mi chiedesse di più. «Cos’hai combinato?» ecco, lo sapevo.

Niente di speciale, diciamo che non sono una brava ragazza.» esclamai con un sorrisetto.

Mi accorsi che Nick e Jess si stavano dirigendo verso di noi e mi girai subito per aprire il mio armadietto.
«Hey, voi due!» disse Jess mentre Nick salutava con una pacca sulla spalla suo fratello.

«Stavate già flirtando?» chiese il riccio e io spalancai gli occhi.

«N-no, stavamo semplicemente parlando!» dissi agitata perché avevo gli occhi dei ragazzi addosso.

«Bene» si intromise Jessica, «Ho deciso che siccome la scuola è appena iniziata e tu sei nuova, stasera siete invitati a casa mia» concluse sorridendo.

«Festa?» chiesi eccitata, adoravo festeggiare a casa di altra gente, potevo fare quello che volevo.

«Mmmh no, una semplice cena tra nuovi amici, vero Joseph?»

«Verissimo» rispose determinato.

Jessica prese la mano di Nicholas e in quell’istante suonò la campanella. Salutai i ragazzi e rientrai in quella che doveva essere la mia nuova classe. Avevo chimica e la cosa non mi rallegrava neanche un minimo.

Presi il bigliettino che papà mi aveva lasciato prima che entrassi a scuola che mi indicava dove era la nostra nuova casa. Mi accorsi che non era molto lontana così decisi di fare due passi a piedi.

Quando tornai a casa papà non c’era. Sul tavolo aveva lasciato un post-it con scritto “Tesoro sono andato ad una riunione di lavoro, non so a che ora torno, ordina una pizza se ti va”. Era sempre il solito!

Mi guardai intorno: la casa era completamente vuota, a parte la cucina con l’isolotto e un mobile in salone. Salii al piano di sopra e c’erano quattro stanze. Una era il bagno, l’altra la camera di papà e poi c’era uno studio e la mia camera. Aprii la porta e appena entrai mi trovai in un mondo completamente diverso. Pareti dipinte di rosa, un letto a baldacchino e un lampadario giallo.

Feci un sospiro e poi urlai. Che diamine era quella schifezza? Odiavo il rosa, il letto a baldacchino, il pavimento, ODIAVO TUTTO.

Presi l’iPhone e mandai un messaggio a papà: “Preferisco dormire sotto un ponte piuttosto che dormire nella camera di Barbie. Eh approposito, stasera vado a mangiare a casa di un’amica”.

Scesi di nuovo al piano di sotto e cercai qualcosa di decente da mettere quella sera: un paio di jeans attillati, una t-shirt, una felpona e converse.
Presi le chiavi di scorta e mi diressi verso casa di Jessica.
  
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