Ho
scritto la storia per il 12
Mesi di Fanfiction
Il prompt di novembre è Halloween
Personaggi:
Rose e Hugo Weasley, Lily Luna Potter e Albus Severus Potter; Ron
&
Hermione.
Rating: Verde
Genere:
Commedia
Introduzione: La notte di Halloween quattro bambini si raccontano storie di paura al sicuro dentro casa. Ma la vicenda del cavaliere senza testa, iniziata da Hugo, non è destinata ad arrivare alla conclusione... Rose, infatti, ha in mente qualcosa per movimentare la serata...
NdA:
E' la prima volta in assoluto che scrivo sulla Nuova Generazione (se
si esclude "Il Diplomato", ma lì la cosa era mista), non
tanto perchè sia ostile ai giovani, ma perchè di
solito preferisco
altri personaggi.
Ho
voluto fare un tentativo - novembre deve essere stato il mese del "ma
sì, dai, proviamo cose nuove!"
Ho immaginato che la famiglia Weasley viva nella campagna inglese, più o meno l'ambiente della Tana.
Chi ha paura della casa infestata?
Era
la notte di Halloween.
A
casa Weasley, quattro bambini stavano seduti al buio, sotto una tenda
improvvisata con le lenzuola tolte dai letti.
L'atmosfera
era febbrilmente eccitata.
Hugo
prese in mano la torcia, unica fonte di luce, e iniziò a
parlare.
Era giunto il suo turno di raccontare una storia di paura.
Lily
e Albus si concentrano sul ragazzino lentigginoso, ma la mente di
Rose era lontana.
Per
quanto spaventose potessero essere le loro storie, si trattava
comunque di invenzioni di fantasia.
I
brividi percorrevano le schiene, i respiri si mozzavano al momento
culminante del racconto, ma per quanto realistiche potessero essere
quelle emozioni, tutti sapevano benissimo che in realtà
erano al
sicuro, dentro casa, e che niente di niente poteva capitare loro.
La
bambina scosse la testa, spazientita.
A
soli 9 anni, era già tremendamente desiderosa di avventure e
di
brividi veri.
"Il
cavaliere percorreva la brughiera, il suono degli zoccoli della sua
cavalcatura rimbombava nel buio..."
Il
fratellino andava avanti col racconto, la voce bassa e spettrale.
"E
se invece di raccontare solo storie di mostri e fantasmi, non
andassimo a cercarli?" Rose con la sua domanda ruppe
l'incantesimo della cavalcata spettrale del barone senza testa.
"Roseeee",
la rimproverò Hugo, "mi stai interrompendo."
"Scusami",
buttò là velocemente lei, per niente pentita.
Il
bambino si ricompose in un attimo e iniziò di nuovo a
raccontare.
"Il cavaliere percorreva la brughiera..."
"Cosa
dicevi, Rose?" Fu Albus a bloccare l'avanzata dello sventurato
cavaliere, questa volta.
Hugo
si arrese all'evidenza, quella storia era proprio nata sotto una
cattiva stella.
La
ragazzina prese a illustrare l'idea che le era balenata in mente...
"Qui
vicino c'è una casa...", pausa ad effetto per conquistare
l'attenzione generale, ma ormai l'intero gruppo era avvinto
indissolubilmente alle sue parole, "una casa disabitata."
Le
sopracciglia di Lily saettarono verso l'alto. Traduzione: E
allora?
"La
gente del villaggio, però, dice di avere sentito rumori
strani
provenire da lì, come se ci fosse qualcuno..."
"Ma
non hai appena detto che è disabitata?" La cugina
più piccola
era nota per ragionamenti deduttivi di quel tipo.
"Nessuno
di umano ci vive, sì. Ma pare che sia infestata dai
fantasmi..."
Un
brivido percorse la schiena dei tre ascoltatori.
Albus
ruppe il silenzio: "Sono solo storie."
"Perché
non andare a controllare, allora?"
La
proposta rimase lì, sospesa tra loro, come una voluta di
fumo che
esce dal camino.
Tre
paia di occhi erano fissi in quelli azzurri di Rose, tre visi
incuriositi e timorosi allo stesso tempo la scrutavano.
"Mamma
e papà ci hanno proibito di andare...", provò a
protestare
timidamente Hugo.
La
sorella lo fulminò con lo sguardo.
Era
tipico del fratellino tirare fuori i divieti dei più grandi,
quando
non era convinto di fare qualcosa.
"Nessuno
lo verrà a sapere", tagliò corto lei.
Spostò
lo sguardo dall'uno all'altro, cercando sul loro volto una conferma o
un diniego.
Alla
fine fu Albus a spezzare per primo il silenzio.
"Io
ci sto." Certo non poteva tirarsi indietro o dimostrarsi da meno
della cugina, di qualche mese più piccola di lui e femmina
per
giunta.*
"Anche
io", disse Lily, per non essere da meno del fratello.
Hugo
non disse niente, si limitò ad annuire rassegnato.
Rose
aprì piano la porta della loro stanza. Mise la testa rosso
vivo
fuori per controllare che il passaggio fosse libero. Nessuna luce
né
rumore proveniva dalla stanza dei genitori, lì accanto.
Evidentemente stavano già dormendo.
La
bambina fece segno alla sua piccola squadra di esploratori di venire
avanti, cercando di non fare rumore. Raggiunsero il piano terra con
relativa facilità.
Il
gatto Feelix li osservò passare dalla sua postazione sul
divano, ma
non fece commenti di sorta.
La
notte era fredda all'esterno. Il cielo era sereno, trapuntato di
stelle.
Le
zucche di Halloween che i quattro si erano divertiti ad intagliare
nel pomeriggio, formavano una buffa fila sulla veranda. La candela
magica all'interno di ciascuna continuava a brillare, nonostante la
brezza fredda che soffiava da ore.
Rose
guidò il gruppo oltre il cancelletto del loro giardino, sul
sentiero
in terra battuta che portava verso la campagna aperta.
Nessuno
parlava.
Il
silenzio era opprimente intorno a loro, neppure una civetta solitaria
faceva risuonare il suo richiamo in quella notte di fine ottobre.
Dopo
alcuni minuti di camminata, oltre un piccolo gruppetto di alberi che
si erano trovati ad attraversare, la casa sospetta comparve davanti a
loro. Spiccava dall'alto di una collinetta sulla desolazione
circostante. Era abbastanza vecchia, poco curata, e sembrava del
tutto vuota.
"Eccola
lì." Rose sentì il bisogno di spezzare
l'immobilità e
l'assenza di suoni, anche solo per rimarcare l'ovvio.
Cenni
di assenso, nessuna risposta.
Il
drappello proseguì la marcia.
Arrivati
sotto la veranda consunta, si fermarono di nuovo.
"Sei
proprio sicura che sia una buona idea? Possiamo ancora tornare
indietro...", provò a farsi sentire di nuovo Hugo.
Un'altra
occhiataccia della sorella lo fece tacere.
Rose
si era già voltata verso la casa e, saliti di slancio i due
gradini,
si fermò un momento prima di afferrare la vecchia maniglia
con mano
ferma e girarla. Quando sentì la serratura scattare, spinse.
Con un
cigolio sinistro, la porta iniziò a muoversi, lasciando un
varco
buio per il loro passaggio.
La
ragazzina non permise alla paura o al dubbio di impossessarsi di lei.
Alzò
la testa e fece un passo verso l'ignoto.
Non
si vedeva niente.
Accese
la torcia che provvidenzialmente si era portata dietro. La luce,
però, illuminava solo un piccolo cono intorno a lei, oltre
quella
linea sottile l'oscurità era fitta.
Per
quanto un groppo senza nome le fosse salito in gola nel mettere piede
in quell'ambiente estraneo, non poteva certo mostrarsi spaventata
davanti ad Al.
"Dai
venite!" si rivolse al suo piccolo seguito, che ancora indugiava
sulla soglia. "Non c'è niente di cui avere paura."
I
cugini e il fratello si fecero avanti, attratti dalle sua parole,
quando capirono che per il momento non c'era niente da temere.
Entrarono
comunque nella casa in punta di piedi. Le si fecero più
vicini, con
passo malcerto.
Rose
si puntò la torcia sotto il viso, illuminandosi e facendo
una
smorfia.
"Buuuuu.
Ci sono i fantasmi."
E
scoppiò a ridere. Quel suono riscosse anche i due cugini,
che
sciolsero un po' della tensione, abbozzando un sorriso.
Hugo
restava il meno convinto di tutti. Non gli piaceva proprio trovarsi
lì.
"Oh
avanti Hugo!", lo rimbeccò Lily vedendo la sua espressione,
"Non c'è niente di cui avere paura."
Aveva appena finito di pronunciare la frase, che un fruscio improvviso li fece sobbalzare tutti.
"Cos'è
stato?" chiese Al, tremante.
"Il...
vento?" provò a ipotizzare Rose cercando di mantenere la
calma.
Era una ragazzina coraggiosa, non si sarebbe certo fatta spaventare
da un nonnulla come quello.
Ma
nonostante tutto, anche lei aveva la schiena percorsa da un brivido
freddo.
Puntò
la torcia intorno, illuminando arredi tarmati e finestre sbarrate
dalle imposte.
Poteva
filtrare l'aria da quelle persiane apparentemente serrate?
Prima
di trovare una spiegazione razionale al movimento di poco prima, uno
scricchiolio sordo arrivò dalle scale in legno.
I
quattro alzarono gli occhi verso il pianerottolo, giusto in tempo per
vedere due figure sfocate prendere forma dal buio.
Scapparono
a gambe levate.
Sulla
porta si spintonarono, per essere i primi a lasciare quella casa
maledetta.
I
genitori avevano ragione, c'era davvero qualche presenza lì.
* * * *
Le
due figure velate si fermarono sul pianerottolo.
"Ahahahahah."
La risata proveniente da una delle due ruppe il silenzio irreale
della casa. Due mani pallide si spostarono verso l'altro... e
tirarono giù il cappuccio rivelando una testa rosso fuoco.
Al
fianco dell'uomo, una donna dai capelli ricci e castani apparve da
sotto l'altra tunica chiara.
"Direi
che per qualche tempo non dimenticheranno la lezione, che dici?"
chiese l'uomo.
"Non
credo che basti così poco per scoraggiare nostra figlia...",
rispose lei.
Ron
Weasley attirò a sé la moglie, stringendola tra
le braccia.
"Sei
sempre un asso, con i trucchi ad effetto..." Le posò un
bacio
lieve sulla fronte. "Quasi quasi ci ho creduto anche io ai
fantasmi, quando hai fatto muovere la tenda."
Hermione
sorrise.
"Conservare
qualche paio di Orecchie Oblunghe di scorta si è rivelata
un'ottima
mossa. Non avremmo mai saputo del piano di Rose, altrimenti."
L'uomo
strinse ancora di più la moglie al petto, ma uno strano
fruscio lo
fece sobbalzare.
"L'ho
ammesso, sei brava, ma adesso puoi anche smetterla, eh? I bambini
sono già scappati a casa."
La
donna lo fissò con occhi vigili, scuotendo la testa.
"Io
non ho fatto proprio niente."
I
due si fissarono per un secondo, prima di affrettarsi anche loro
verso la porta di ingresso.
Chissà
che le storie raccontate per spaventare i più piccoli non
nascondessero in fondo un pizzico di verità - pensarono
mentre si
chiudevano la porta della strana dimora alle spalle e si
smaterializzavano dentro casa propria.
Quella
era la notte delle streghe, la notte di Halloween... meglio non
disturbare gli spiriti con presenze umane non gradite!
* * * * * * * * *
* Non so se Albus sia effettivamente nato prima o dopo a Rose. Mi sono presa questa piccola licenza poetica, perché secondo me era meglio per la storia! ^^