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Autore: Mary_B    22/11/2011    5 recensioni
Allegra è una ragazza normale all'apparenza, ma ha con se qualcosa di speciale, un baule pieno di sogni. Una gita con la sua amata classe a Londra le darà la possibilità di realizzarne uno....
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Ricordate, ragazzi, una sola mossa falsa e non farete più gite fino alla quinta >> la nostra professoressa di inglese, la prof Collina, ci minacciò per l’ennesima volta davanti ai nostri genitori. In effetti, anche io avrei avuto un po’ di paura all’idea di portare ventotto adolescenti a Londra per una settima con l’aiuto solo di quello zombie del prof di arte, Filoni. Mi girai verso i miei genitori, mia madre a stento tratteneva le lacrime mentre mio padre era emozionato almeno quanto me, mio fratello era semplicemente annoiato come sempre. La prof ci disse di caricare le valige sull’autobus, dopo aver messo nel bagagliaio tutti i nostri trolley e le borse varie andammo a salutare le famiglie, e poi, finalmente, salimmo sull’autobus.
<< Dio ci pensate? Fra tre ore saremo a Londra! >> esultò Erica, una delle mie amiche.
<< Tre ore? Sei ottimista, dobbiamo arrivare a Bologna, fare il check-in e poi farci quasi due ore di volo >> commentai.
<< Che pessimista, Allegra! >> ribatté Morgana
<<  Non è pessimismo Momo, è solo realismo >> la corressi con un sorriso, poi mi girai verso un’altra delle mie amiche, quella seduta di fianco a me, Elisa L. La “L” serviva a distinguerla dalle altre due Elisa della nostra classe, io la chiamavo semplicemente Partner: tutto era iniziato al corso per le certificazioni inglesi, ci avevano detto di scegliere un partner per lo speaking, e a noi era bastato uno sguardo per capirci.
<< Allora, Partner, sei pronta? >>
<< Neanche un po’, Allegra! E se mi dimentico tutto? >>
<< Sono qui per questo >> la tranquillizzai. Nella mia classe ero la migliore in inglese, riuscivo a parlarlo come se fosse Italiano, anche se, ogni tanto, mi mancavano delle parole. Dopo tre ore, finalmente, ci sedemmo in aereo: metà della classe turistica era occupata dalla mia classe, passavamo insieme 35 ore a settimana, ormai, dopo tre anni, eravamo una famiglia. Il volo non durò tanto, o almeno così ci sembrò, visto che passammo tutto il tempo a cantare, ridere e scherzare. Addirittura la Collina, la prof più severa della scuola, si stava rilassando con noi, poi arrivò il momento che mi spaventava di più, la discesa. Legammo le cinture di sicurezza e lentamente l’aereo perse quota fino ad atterrare, feci un bel respiro sollevata.
<< Ma non eri tu quella che non aveva paura dell’aereo? >> mi chiese Luca, uno dei quattro maschi della mia classe, seduto di fianco a me.
<< Taci, Luca >> sibilai. Scesi dall’aereo Filoni iniziò a raggrupparci vicino al terminal, ma io non c’ero, ero a Londra, con i miei amici, per una settimana. Io, per una settimana, nel loro stesso paese, stesso fuso orario, stesso clima … wow, incredibile. Sì, sto parlando dei One Direction. Sono diventata una Directioner per caso, ero sul mio sito di gossip preferito ed ho trovato un articolo su di loro, da allora la mia vita è cambiata. Adoro quei cinque idioti, adoro i ricci di Harry, la voglia sul collo di Liam, la vanità di Zayn, la timidezza di Niall e gli scherzi di Louis. Alzai lo sguardo verso il soffitto, era tutto di vetro, era come essere lì fuori ma senza tutto quel freddo, iniziai a girare su me stessa guardando su. Giravo, giravo, giravo … e poi, bum! Qualcuno mi ferma. Abbassai lo sguardo e mi ritrovai a fissare dei bellissimi occhi azzurri, conoscevo quegli occhi, conoscevo quel viso e no, decisamente non era possibile.
<< Hi, spinning top! >> Oh. Mio. Dio. Louis Tomlinson mi ha appena parlato.
<< Hi >> sussurrai
<< Tutto bene? >> mi chiese in inglese. Sentii che tutto ciò che avevo studiato nei dieci anni precedenti di Inglese mi abbandonava.
<< Sì >> risposi << Scusa, non volevo colpirti >>
<< Tranquilla, non è un problema, come ti chiami? >>
<< Allegra >>
<< Io sono Louis >>
<< Lo so >> stupida, stupida, stupida.
<< Una fan! >>
<< Già, grande fan >>
<< Da dove vieni? >>
<< Italia, sono qui in gita >>
<< Oh, io amo l’Italia! Anche il mio amico laggiù, specialmente il cibo italiano >> disse indicando qualcuno alle sue spalle, mi sporsi e vidi Niall Horan che parlava con il resto della band. Stavo per collassare.
<< Allegra! Vieni qui!! >> urlò la Collina, mi girai e urlai di rimando
<< Un attimo!! >> ritornai a Louis
<< Devo andare >>
<< Come?!? Di già! >>
<< Sì! Mi dispiace! >>
<< Come posso ritrovarti? >> in quel momento tirai fuori tutto il mio coraggio e presi una penna che avevo in borsa, presi la sua mano ed inizia a scrivere.
<< Facebook, questo è il mio cognome, è scritto che sono nata a New York e vivo a Los Angeles, è uno scherzo. E questo è il nome del mio hotel >> lasciai andare la sua mano e lo guardai un ultima volta negli occhi
<< Ciao Louis >> dissi in Italiano prima di correre verso la mia classe. Filoni iniziò subito a richiamarmi, ma sopportai in silenzio, sapevo di meritarmelo, e ne valeva la pena. Dopo un po’ guardai la Collina e le chiesi
<< Prof, che significa spinning top? >>
<< Trottola, Allegra >>

  
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