-Si può sapere cosa stai combinando?!- gli urlai contro quando lo trovai nella mia camera a frugare
nei cassetti.
-Non trovo più il mio I-pod e ieri sera ero in camera tua, Touko-chan- marcò
particolarmente l’ultima parola e mi rivolse uno dei suoi sorrisetti.
Arrossii e subito dopo mi arrabbiai cacciandolo dalla stanza.
-Cosa cavolo stai dicendo?! Ieri sei venuto solo per ricordarmi che oggi non c’era allenamento e te
ne sei subito andato! Esci subito dalla mia camera!-
Alzò le braccia in segno di resa sorridendo ancora, sornione. –Non ti scaldare. Me ne vado, me ne
vado- mise le mani in tasca e se ne andò a passi lenti.
Sospirai chiudendo la porta con un colpo di tacco. Mi buttai a peso morto sul letto pensando a cosa
avrei dovuto fare.
M’inginocchiai guardando fuori dalla finestra che stava proprio sul letto e vidi Tsunami sulla
spiaggia. Fissava il mare e non aveva con sé neanche la sua tavola, tutto per colpa mia.
L’avevo lasciato, ma non potevo restare ancora con lui… ormai non provavo più nulla se non
amicizia, solo amicizia.
Mi lasciai andare di nuovo sul letto e coprii gli occhi con un braccio. Cominciai a piangere,
silenziosamente.
Mi ero innamorata così tanto di un ragazzo menefreghista a cui non importava niente di me.
Pensai a Fuyuka; in realtà non sapevo se era lei quella innamorata di Fudou o era lui che l’amava.
Fatto sta che come avevano cominciato a parlare e a stare insieme, così finirono. All’improvviso,
come un fulmine a ciel sereno.
Rika sapeva tutto; sapeva ogni cosa che riguardasse anche solo un po’ l’amore. La prima volta che
notò l’intesa fra Fudou e Fuyuka me ne parlò, ma, appena vide la mia espressione, cambiò subito
discorso. Ne rimasi sorpresa, non perché l’avesse capito, ma perché non mi disse niente; mi
conosceva, sapeva della mia riservatezza, mi disse un giorno senza che io le ponessi alcuna
domanda. Ormai era mia amica da due anni e lo era diventata quasi subito anche se all’inizio
facevamo fatica a sopportarci, avevamo molte cose in comune, ovviamente sapeva tutto di me e di
come mi sentivo, anche solo dalla mia faccia.
Rimasi in camera. Avevo paura che se fossi uscita lo avrei incontrato di sicuro e non era una paura
infondata. Le nostre stanze erano le ultime del corridoio, una di fronte all’altra.
Se anche non lo avessi incontrato di sicuro avrei visto l’interno della sua camera, come sempre,
perché lui la lasciava aperta. Sia quando usciva che quando stava dentro, persino dopo aver fatto la
doccia ce l’aveva aperta. Non si vergognava di niente.
Mi chiesi se lo faceva di proposito siccome stavo proprio di fronte a lui. Forse per sfottermi e per
farmi imbarazzare, per ridacchiare della mia faccia paonazza una volta averlo visto mezzo nudo.
Per quale ragione sono sicura? Perché mi era accaduto. Era già accaduto.
Uscii. Mi ero stufata. Se lo avessi incontrato, lo avrei affrontato.
Aprii la porta della mia camera e, come al solito, la sua era già spalancata tanto da permettermi di
vedere tutto. Perlustrai la stanza con lo sguardo fino a quando lo vidi entrare dalla porta interna,
quella che dava al bagno.
Feci finta di aggiustarmi i capelli e me ne andai prima che lui mi vedesse. Forse gli avrei parlato un
altro giorno.
 
~~~~~~
 
 
AnColo dell’AutriciA:
 
Sono ritornata con un capitolo corto, lo so = u = Ma non avevo più idee ed allora l’ho interrotto così, prima di scrivere catastrofi = u =
Fudou: Hai fatto già una catastrofe aggiornando, stavano meglio senza di te
ç u ç Ma… ma… cattivo ç u ç Perché tratti male tua moglie? Q _ Q
Fudou: Perché mi sento meglio
ç u ç *si appallottola nell’angolino*
Fudou: *sospira*
Mi ami? ç u ç
Fudou: No
Mi ami? ç u ç
Fudou: No
Mi ami? ç u ç
Fudou: No
Mi ami? ç u ç
Fudou: NOOO
Buaaaaaaaaah ç A ç *si chiude il sipario questa volta senza incepparsi*
Ci avete messo l’olio? ° u °