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Autore: lostinthefreedom    27/11/2011    13 recensioni
Usami è una persona che non si scompone minimamente neanche dopo aver ricevuto una notizia tragica, ma sarà lo stesso anche dopo aver "scoperto" che il suo amato Misaki lo tradisce? Lo scoprirete in questa mia nuova ff a capitoli, mi raccomando aspetto numerose le vostre recensioni. Buona lettura!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Senza neanche accorgersene le sue gambe lo portarono a casa sua, quella che Misaki temeva non sarebbe più stata la sua casa da lì a qualche ora, allora per godersi gli ultimi attimi nel posto in cui aveva amato per la prima volta Usami e dove avrebbe anche voluto dimostrarglielo, salì al terzo piano del palazzo e tirò fuori la chiave dell’appartamento, quando aprì la porta rimase di sasso per lo stupore: Usami era lì, in piedi di fronte a lui con lo sguardo più tetro e oscuro che Misaki avesse mai visto sul suo viso. Il ragazzino rimase pietrificato per un tempo che non riuscì a determinare e riprese una forma umana solo quando udì le parole:
«Dove sei stato?» domando Akihiko incrociando le braccia e appollaiandosi sul bracciolo di una poltrona, ma rimanendo sempre con lo sguardo intrecciato a quello di Misaki.
«I-io ero in g-giro» rispose il povero ragazzino mente chiudeva dietro di sé la porta di casa senza nemmeno rendersene conto, forse per abitudine, poi, con un po’ di timore si voltò di nuovo verso Usami che gli fece un’altra domanda:
«Con chi?» questa volta nei suoi occhi Misaki vide una sfumatura di malinconia, come se Akihiko fosse spaventato dall’idea di sentire la risposta e il ragazzino decise che era meglio mentire, così disse cercando di essere il più convincente possibile:
«Da solo, m-mi ann-annoiavo a casa, così s-sono uscito a prendere una b-boccata d’aria» ma il suo tentativo naufragò ancora prima di andare in porto, perché i suoi balbettamenti fecero cambiare espressione a Usami, che ora sembrava una via di mezzo tra il corrucciato e l’infuriato, ma Misaki non riuscì a specificarlo perché Akihiko è troppo difficile da leggere per lui, però prima che Usagi potesse formulare la seguente domanda del terzo grado, il ragazzino si fece coraggio e disse:
«E tu, come mai sei già tornato?» questa volta riuscì a dare un tono alla sua domanda, la sua voce apparve quasi autoritaria, come se richiedesse assolutamente una risposta, così Akihiko si accigliò leggermente e rispose:
«Perché Aikawa-san ha rimandato la riunione, poi perché me lo chiedi? Ti da forse fastidio che io sia tornato? Avevi forse qualche altro programma?» chiese in fine con un sorriso malizioso sul volto, ma questa volta era diverso da quelli che faceva di solito, era più… distante. Allora Misaki tornò alla domanda e rispose in fretta per non dare l’idea di uno che sta cercando una scusa:
«No, no, certo che no! E questa risposta vale per tutte e due le domande!»
«Se lo dici tu…»
«Sì, lo dico io, e chi altrimenti?! Vado a farmi una doccia» ribatté all’istante Misaki con tono scocciato, poi si diresse verso le scale e iniziò a salirne uno alla volta con moderata lentezza, sia perché ogni volta che alzava la gamba per passare allo scalino successivo sentiva tutti i muscoli tendersi e dolergli sia per vedere se Usami avesse aggiunto qualcosa d’altro e così fu, perché non fece in tempo ad arrivare alla fine dalla scalinata che Misaki si sentì afferrare da dietro, spingere verso il muro ed essere voltato tutto in pochi secondi, per poi ritrovarsi faccia a faccia con Akihiko che quasi urlò:
«In realtà sono tornato prima perché non volevo che tu te ne andassi senza vederti un’ultima volta!» a quelle parole il ragazzino si sentì cedere:
«Mi vuole o no mi vuole? Non ci capisco un accidenti!» Pensò Misaki.
«In non ho nessuna intenzione di andarmene!» e senza accorgersene urlò a sua volta l’ultima parte.
Usagi tolse le mani dai polsi del ragazzino e facendo un passo indietro disse a voce leggermente più bassa:
«Ah, non vuoi nemmeno andartene?! Quindi vuoi che sia io a farlo, così che tu e lui possiate rimanere da soli felici e contenti vero?! Sai che ti dico, lo farei, me ne andrei anche solo per vederti felice, ma io purtroppo sono egoista e non posso vivere senza di te, quindi anche a costo di imprigionarti qui, tu non te ne andrai mai da me! Non te lo permetterò!» Misaki rimase allibito, Usami aveva davvero perso la pazienza e stava urlando, cosa che non aveva mai visto fare prima ad Akihiko, una persona che aveva sempre ritenuto impassibile, ma a quanto pare si sbagliava. Poi però gli vennero in mente le parole di Nowaki: “Un’altra donna”, “Sposarsi”, così iniziò ad andare verso Usagi per urlargli con le lacrime agli occhi:
«E la tua donna? Dove la metterai?» Akihiko credeva di non aver capito bene, così fece una faccia stranita e strabuzzò gli occhi.
«Come scusa?!» domandò lui con voce roca e al tempo stesso realmente stupita.
«La tua donna, quella con cui vuoi sostituirmi!» Misaki cedette, iniziò a piangere e a Usami venne l’istintivo gesto di abbracciarlo, ma il ragazzo lo fermò sul nascere e aggiunse:
«Se lo farai, sarà soltanto più doloroso, perché non voglio la tua compassione!»
«Misaki, tu vaneggi! Sei fuori di testa del tutto per caso?! Come ti è venuto in mente che io avessi un’altra… cioè, una donna?!» rispose Akihiko ormai allo stremo.
«Perché hai parlato di fare le valigie e ti riferivi solo a me! Ecco il perché!» di lì in poi iniziò un litigio botta e risposta:
«Ma questo solo perché tu mi tradisci con un altro!»
«Ora quello che vaneggia sei tu! Scribacchino da quattro soldi traditore e bugiardo! Io non ho fatto proprio niente!»
«A no?! E cosa sono tutti quei lividi sul tuo corpo?! Non cadi così spesso dalle scale! Ammettilo che mi hai tradito e sei andato con un altro!»
«Non è vero! Questi lividi me li hanno fatti dei bulli perché non sopportavano di vedermi accompagnato da te!» finalmente ci era riuscito, aveva detto quello che realmente era successo a Usami, il quale stava per ribattere, ma che si fermò non appena ebbe il tempo di riflettere sulla risposta.
«Come?! Stai dicendo sul serio?» Usami si avvicinò a Misaki.
«Certo che dico sul serio scemo!» detto questo si gettò tra le braccia di Usami, sprofondò il viso nel suo petto, gli cinse forte la vita con le sue piccole braccia e iniziò a singhiozzare come non mai.
«O piccolo mio, mi dispiace così tanto, non ne hai neanche idea, ma quando si tratta di te, io penso subito al peggio perché voglio fare di tutto per proteggerti e se mi fai pensare che delle persone ti hanno picchiato per causa mia, mi viene voglia di porre fine alla mia vita…» Misaki stacco appena la faccia dal petto muscoloso di Usagi e gli urlò:
«Tu non sei una persona normale! Oltre a essere maniaco e pervertito se anche tutto scemo! Non provare mai a dire certe cose un’altra volta, perché non sei l’unico che senza la persona che ama non può vivere!» Usami lo strinse forte a sé facendo quasi soffocare il ragazzo, che cinto dalle braccia del suo amato Usagi-san sembrava un bambino.
«Sai una cosa Misaki? Dovresti arrabbiarti più spesso, così non ti ricordi di trattenerti e mi dici tutto quello che provi e poi… sei dannatamente sexy quando diventi tutto rosso e ti gonfi per sembrare più grosso» l’ultima parte la disse sogghignando, ma quelle parole fecero diventare di un rosso scarlatto il viso di Misaki che per coprirlo lo ricacciò nel petto di Usami, che lo prese in braccio, scese le scale e si sedette sul divano facendo accomodare il ragazzino sulle sue gambe, poi mentre gli accarezzava i capelli per farlo calmare gli disse:
«Passo troppo tempo al lavoro, sono sempre indaffarato con le riunioni e qualche volta con quegli stupidi tour promozionali! Penso che potrei anche abbandonare il lavoro per stare con te» allora Misaki bofonchiò con il viso ancora incastonato nei pettorali di Akihiko e con un rumoroso singhiozzo gli disse:
«Ma noi possiamo trovare altri modi per stare insieme, quindi non pensarci nemmeno e poi, come faresti a guadagnare se non scriverai più?»
«Non userei mai più i miei soldi perché tu sei una felicità insostituibile, e se voglio ascoltare musica mi basta sentire la tua voce e il battito del tuo cuore, se ho freddo il tuo abbraccio vale più di ogni coperta e più di ogni camino acceso, se voglio guardare un film che da emozione mi basterebbe guardare i tuoi occhi per ore, se voglio sentirmi bene mi basta averti vicino, e se voglio ispirazione mi basta vederti per un minuto soltanto…. se voglio vivere per qualcosa, tu sei l’unica persona in grado di allungare la mia esistenza, ora e per sempre» questa fu la risposta di Usami, che fece smettere di singhiozzare, ma alzò il viso solo quando sentì una piccola goccia cadergli sui capelli e, quando si voltò verso Usami, non poté fare a meno di notare che una delle sue guance era rigata, rigata dalle lacrime. Allora il ragazzino strabuzzò gli occhi e domandò ad Akihiko stupito:
«Usagi-san, stai… stai piangendo?» rimase in attesa per pochi secondi, perché Usami aveva lo sguardo perso nel nulla, poi lo riportò sul volto sconvolto di Misaki e rispose tranquillamente con un sorriso amaro:
«Non è niente, ero solo riuscito a immaginare per un secondo la mia vita senza di te, scusa, mi sono scomposto troppo per il mio stile, ma come ti ho detto, tu stravolgi tutto dentro di me e mi rendi la persona che non vorrei essere o atteggiamenti che non vorrei assumere» Misaki si alzò in piedi per poi mettere entrambe le mani sulle spalle di Usami, infine lo guardò fisso negli occhi, prese tutte le forze che aveva in corpo e gli disse:
«Con me puoi essere sempre sincero, non dovrai mai nascondermi niente di te, perché… perché… IO TI AMO COSì COME SEI USAGI-SAN!» c’era riuscito, ce l’aveva fatta finalmente a dire le cose come stavano, ma per una volta voleva fare le cose come si doveva, così prima che Usami potesse dire qualcosa, il ragazzino si chinò verso di lui e con estrema delicatezza poggiò le sue labbra su quelle di Akihiko, poi si ritrasse e divenne immediatamente rosso fuoco.
«O mio Dio, ma se non riesco nemmeno a dargli un bacio, come avrei mai potuto fare a prendere l’iniziativa?!» e mentre il povero Misaki tutto depresso e insoddisfatto di sé stesso, abbassò lo sguardo fino ad osservare i suoi calzini e quelli di Akihiko, che a sua volta si alzò e prese tra due dita il mento di Misaki per alzargli il viso e incatenare i loro sguardi e senza indugiare nemmeno un secondo, diede un bacio estremamente dolce quanto passionale sulle tenere labbra del ragazzo, ma ovviamente il pervertito Usami non si accontentò, allora iniziò a dargliene sempre con più insistenza e più forza, fino a rimanere senza fiato, poi iniziò a torturare il collo di Misaki con piccoli morsi e qualche bacio.
«U-Usagi-san, magari domani, sai… mi fa male ancora tutto il corpo e… e… per quello che può servire, vorrei donarmi in forma…» ovviamente le ultime parole furono solo un sussurrò che scivolò lentamente dalle labbra ormai quasi violacee di Misaki.
«Certo piccolo mio, quando vuoi, io per te ci sarò sempre, però voglio chiederti un favore» quando Akihiko chiedeva era abbastanza insolito, perché la sua abitudine era prendere quello che voleva finché Misaki non si sarebbe arreso, ma il ragazzo rimase in attesa della richiesta, così Usami domandò:
«Posso parlare con te per tutta la notte, dicendoti quante volte voglio “Ti amo”?» Misaki si rasserenò all’istante, chissà cosa si era immaginato, e in un certo senso non gli dispiaceva per niente, così con un sorriso leggermente imbarazzato rispose guardando da un’altra parte:
«Certo» con quella sola parola Usami si illuminò, così prese per mano Misaki e si diressero verso la loro stanza. Dopo varie ore che Misaki sentiva la frase “Ti amo”, si stupì di udire una domanda abbastanza insolita e alquanto imbarazzante:
«Misaki, che cosa diresti a una persona che ti domanda a cosa non potresti mai rinunciare nella tua vita?» il ragazzo rimase spiazzato dalla domanda, ma giusto qualche ora prima avevano detto di essere sinceri l’uno con l’altro, quindi era suo dovere rispondere, così, sapendo che Usami lo stava guardando, Misaki chiuse gli occhi per poter avere un margine di lucidità, cosa abbastanza difficile, dato che Akihiko stava giocando con i capelli del ragazzo e con le dita disegnava piccole circonferenze sul petto. Allora si mise di impegno e aprì totalmente il suo cuore.
«Se un giorno qualcuno mi chiederà di cosa non potrei mai fare a meno nella vita, io non risponderò te, perché sarebbe troppo banale, ma dirò: il tuo profumo, i tuoi respiri sul mio collo, le tue mani e, soprattutto, la tua voce angelica che la notte mi sussurra ti amo» tenne gli occhi chiusi per un paio di minuti, ma non sentendo risposta e notando che Usami si era fermato, gli riaprì e si voltò, vedendo un’immagine assolutamente stupenda che gli tolse il fiato: Usami si era addormentato.
«è bellissimo, è… è… SI è ADDORMENTATO! NON POSSO CREDERCI!» Misaki non urlò ulteriormente perché non voleva svegliarlo, anche se in quegli istanti sarebbe stato capace di odiarlo, così rimase a gridare dentro di sé e a sclerare come al suo solito:
«Io sono riuscito ad aprire il mio cuore per la prima volta e lui che fa? DORMEEE! Ah, ma domani mi sente di sicuro eh! Gliele canto per bene!» poi però si voltò di nuovo verso il viso di Usami e sussurrò:
«Forse in un certo senso è anche meglio che non mi abbia sentito, perché la mia risposta sarebbe stata troppo mielosa e sdolcinata… bhè, allora avrò più tempo per pensare ad un’altra risposta, nel frattempo però non devo pensare ad una cosa certa, ti amo Usagi-san» detto questo ultimo sussurro diede un leggero bacio sulle labbra ad Akihiko e si accucciò al suo petto e, usando come ninna nanna il suo respiro regolare e il suo battito del cuore, si addormentò tranquillamente abbracciato a lui. Dopo quasi mezz’ora Usami riaprì gli occhi e disse con leggero sorriso:
«Povero illuso, pensare che io potessi addormentarmi proprio mentre aspettavo una tua dichiarazione, hai ancora tanto da imparare piccolo mio, ma ti amo incondizionatamente lo stesso» per tutta la notte Usami rimase ad accarezzare e ad osservare il suo piccolo tesoro che dormiva attaccato a lui.

FINE  

  
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