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Autore: Tanin    27/11/2011    1 recensioni
Un mondo diviso in regni distinti e litiganti, una principessa che preferirebbe essere chiunque altro piuttosto che sè stessa e un giovane apparentemente sbucato dal nulla. La magia impregna ogni cosa, ma raramente si manifesta. O forse no?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una grande aquila d’oro si librava alta nel vento fresco di un inverno che tardava ad andarsene, i tiepidi, pallidi raggi del sole che illuminavano le sue ali dorate, scintillanti.  
Virò a sinistra, scendendo rapida in picchiata verso una piccola radura adorna di cespugli, puntando su di una macchiolina candida che sfrecciava temporaneamente allo scoperto; si avvicinò terribile, ghermendola tra gli artigli, quindi si alzò nuovamente in volo, il fagottino niveo che si dibatteva piano tra gli artigli, ancora miracolosamente incolume. L’aquila descrisse qualche curva nel cielo, planando poi docilmente tra le fronde spoglie degli alberi, lasciando cadere il coniglio nel grembo di una giovane in sella ad un magnifico baio, prima di posarsi sul suo braccio teso. 
« Brava Yuyo, magnifica caccia.» La ragazza le accarezzò le piume, porgendole un pezzo di carne, fissandola poi mentre spiccava nuovamente il volo; portò lo sguardo sulla preda: un coniglio di discrete dimensioni, probabilmente nel pieno della crescita rimaneva tenacemente aggrappato ai suoi pantaloni, completamente tremante. 
La ragazza si lasciò sfuggire un dolce sorriso, mentre lo sollevava, rimettendolo poi a terra. 
« Vai,  su, per oggi sei salvo...» Mormorò. Lo osservò allontanarsi, quindi sospirò portando lo sguardo verso il cielo alla ricerca di Yuyo, che poco prima di toccare terra si trasformò in lupo con una leggera luminescenza. 
« Chissà quante ne sentirò... che dici, riuscirò a entrare prima che mi vedano?» Chiese mentre avanzava verso la sagoma di una cittadella poco lontana.

Le due si inserirono nella via di terra battuta affiancando mercanti dalle vesti variopinte e contadini con muli carichi di prodotti agricoli; entrarono senza che le guardie le fermassero, e si diressero verso la parte più interna, dove sorgeva un piccolo palazzo nobiliare. 
Mentre trottavano tra le vie affollate videro alcuni bambini che giocavano spensierati.

 

Una bambina di sette o otto anni camminava piano lungo un corridoio sfarzoso (e, in quella stagione, anche freddo) quando sentì degli urletti gioiosi provenire da fuori e, incuriosita, si accostò a una finestra: alcuni suoi coetanei stavano giocando a palle di neve, ridendo, correndo, cadendo per rialzarsi subito. 
Un sorriso le spuntò involontario, poi si girò quando sentì dietro di sé la presenza di qualcuno. 
« Cosa guardi  Katherine?»  Le chiese suo padre. 
« Quei bambini che giocano laggiù... posso andare anch’io con loro? Per favore...» 
« No. Sai bene che non puoi.» 
«Perché?»  chiese lei con voce flebile, incontrando lo sguardo impassibile del padre. 
« Loro» Disse lui con disprezzo « non sono di nobile discendenza, sono solo dei  plebei

 

Lo sguardo della ragazza si incupì; giunta alla ricca residenza, però, la giovane non fece nemmeno in tempo ad entrare che una voce affilata la apostrofò dura: 
« Katherine! Dove eri andata, di nuovo?» Un uomo alto, dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda, le si avvicinò accompagnato da un siamese, squadrandola. « Anzi, no, lasciami indovinare... sei andata ancora nel bosco. » Attese qualche attimo, stirando impercettibili pieghe nel polsino di seta, poi riprese. « E dì a quel tuo enash che se non vuole trovarsi segregato da qualche parte deve tenere una forma più rispettabile!» Yuyo scoprì i denti qualche momento, poi si trasformò in un gatto grigio dalle striature bianche, con gli occhi persino più verdi di quelli della padroncina. 
Katherine la prese in braccio, sempre senza guardare direttamente l’uomo. 
« Ora vorrei ritirarmi. Padre, con il vostro permesso...» 
« Non credo proprio, io e te non abbiamo concluso. Tanto per iniziare: quante volte ti ho detto che devi comportarti in un certo modo? Niente caccia, né allontanamenti strani. Ogni mattina, da adesso in poi, ti farai trovare vestita e acconciata come si deve. Inoltre. Aspettiamo sir Myann fra un paio di giorni; NON voglio sentire storie di nessun tipo, e NON accadrà nulla di anche solo vagamente insolito durante la sua permanenza. Chiaro?» La giovane abbandonò tutto il contegno che le rimaneva, fremente. 
« Non potete farmi sposare quell’uomo! Avrà minimo il doppio dei miei anni, e né io né lui proviamo un qualsiasi affetto reciproco! Non ne avete il diritto.» Il padre la guardò con freddezza e malcelato disprezzo, avvicinandosi a lei di qualche passo. 
« Katherine ilk Mitchell, finché sarò io ad avere tutela su di te, non ti sarà consentito in alcun modo disobbedirmi. Finora ho lasciato correre - e ho fatto male - ma le cose cambieranno. Ritirati, ora, e ti voglio vedere a cena stasera: non sarai nulla meno della... perfezione. » La giovane aveva le lacrime agli occhi, abbozzò un inchino stentato e scansandolo si allontanò.

Non fece nemmeno in tempo ad entrare in camera propria, che comparve una distinta dama con un ermellino candido arrotolato attorno alle spalle. 
Prima il padre, poi la madre, avanti che c’è posto... pensò, ma la salutò appena e passò oltre senza ascoltare i suoi richiami. 
Chiuse la porta dietro di sé sbattendola, Yuyo tornò a trasformarsi nel lupo e si accoccolò accanto a lei quando si buttò sul letto, in lacrime.

  
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