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Autore: Holvs    27/11/2011    7 recensioni
Basta che mi ripaghi con mille baci.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NdT: Salve a tutti, volevo dirvi che ho intenzione di aggiornare 2 volte a settimana, di lunedì e venerdì. Volevo anche dirvi che mi è dispiaciuto molto vedere che non sia piaciuta la storia, comunque finirò di pubblicarla. Non so se il problema è la storia o la traduttrice. Rendetemi partecipe della vostra opinione, d'altronde che vi costa scrivere due parole? Mi fareste felice.

A Quiet Murmuration

 


Giorno 2:

Essendosi ripreso da quell'unico bacio il giorno precedente, Sherlock era pronto per fare completa ammenda il secondo giorno. Iniziò con un altro bacio sui capelli a colazione, seguito da un bacio a metà mattina dietro la spalla sinistra, un bacio pre-pranzo sulla fronte, un bacio a pranzo sulla tempia, un bacio all'ora del tè, un bacio pre e post cena sulla guancia e, per concludere, un bacio post spuntino della mezzanotte. Dato nuovamente sulla guancia, ma questa volta vicino all'orecchio destro.

John accolse tutti i baci con un lungo, incerto battito di ciglia ogni volta Sherlock che spuntava da qualche parte per piantargli un bacio in una qualsiasi parte del corpo. Semplicemente si fermava, sorrideva e annuiva guardando Sherlock che si sbrigava a segnare sul calendario un altro puntino.

"Nove," annunciò Sherlock con gioia alla fine del secondo giorno. "Quasi in linea col programma."

"Fantastico" disse John, sbadigliando e stiracchiandosi. "Allora andrò a letto."

"Aspetta!" Lo chiamò Sherlock. Prese John per le spalle e lo baciò. Sulla punta del naso. "Buona notte."

John sbatté le palpebre. "Giusto. Notte."

10

x

 

Giorno 11:

Iniziava a diventare una specie d'abitudine, la cosa del baci. Uno prima di colazione, appena Sherlock lo vedeva. Casto, asciutto, un soffio d'aria mattutina, di solito sulla guancia. I rimanenti quattro arrivavano in momenti diversi dalla giornata, dipendeva dai rispettivi orari e, a volte, stati d'animo. Un annoiato ed imbronciato Sherlock raramente si sentiva dell'umore di baciarlo e a volte aspettava fino alla fine della giornata per restituirglieli tutti e cinque in una volta. Quando succedeva, John se ne stava silenzioso e paziente, contando dentro di se ogni volta che le labbra di Sherlock sfioravano la sua guancia, uno, due, tre, quattro, cinque.

Sherlock poi si tirava indietro e sospirava, gli occhi a mezz'asta, con lo sguardo da qualche parte sul pavimento, in prossimità dei piedi di John.

"Notte." John diceva, e Sherlock annuiva, tornando a sparire nell'ombra. Una di quelle notti fu John a mettere il puntino e la lunga, scura matita macchiò il bianco.

54, 55, 56.

E così continuò.

x

Giorno 17:

I cadaveri ispiravano Sherlock come se fosse stata fatta una spudorata lode alla sua persona. John ricevette un sacco di baci sulla scena del crimine.

Sherlock ballava intorno al corpo, la voce e le mani si alzavano in estasi, i capelli svolazzavano al vento, il cappotto turbinava, i piedi si muovevano, il cervello rivelava l'incomprensibile, il pensiero spiegava l'inesplicabile. John guardò e ascoltò, cercando di comprendere e a volte ce la fece, ma per la maggior parte del tempo si limitò a guardare. Era lo spettacolo più bello della città, sul serio!

"Davvero?" Disse John.

"Ovviamente" disse Sherlock.

"Fantastico." disse John.

"Davvero?" chiese Sherlock sottovoce. Tutto quello che John poté fare fu annuire. Si sentì a disagio per la sua scarsa loquacità, ma questo gli fece guadagnare almeno due bacetti veloci.

"Non chiedere" Disse John a Lestrade, che alzò le braccia al cielo.

"Ma che diavolo?" Disse Sally quando Sherlock si allontanò. La sua espressione era a metà fra un ghigno e uno starnuto, il labbro superiore arricciato e gli occhi leggermente strizzati. John la guardò.

"Si?"

"Lo strano ha... ti ha appena baciato." Si fermò. "Due volte."

John sospirò, rassegnato. "Si, si l'ha fatto."

Sally annaspò per trovare le parole. Cercò varie volte di aprire bocca e iniziare a dire qualcosa di sensato. Alla fine disse: "Perché?"

Anche John stentò a trovare le parole. Parole che funzionassero. Anche lui provò varie volte a iniziare una frase di senso compiuto che riuscisse a spiegare... niente. Finalmente disse:

"Perché si." Per il momento avrebbe dovuto farlo.

Sally fece una risata corta e affilata.

"Ottantacinque, John, Ottantacinque" Canticchiò Sherlock dall'altra stanza. John sorrise. Sally ghignò.

85.

  
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