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Autore: EdenGuns    28/11/2011    7 recensioni
Don't ever leave me
Say you'll always be there
All I ever wanted
Was for you
To know that I care
P.s. Il titolo di ogni capitolo è il nome del personaggio che parla in prima persona. Niente da aggiungere, solo buona lettura e lasciate un commento! ;)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Guns N' Fuckin' Roses'
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3. Duff

 

« Well, I'm a West Coast struttin'
One bad mother
Got a rattlesnake suitcase
Under my arm
Said, I'm a mean machine
Been drinkin' gasoline

And, honey, you can make my motor hum»

Nightrain, GN'R

 

Rimasi imbambolato a fissare quella ragazza dai capelli color cioccolato.

Era l'ultima persona che mi aspettavo di vedere e il mio pensiero corse subito a quella che avevo dedotto fosse la sua migliore amica; avevo preso una bella sbandata per lei.

La vedevo in giro praticamente tutte le sere e rimanevo ogni volta incantato dai suoi occhi azzurri, incorniciati da lunghe ciglia nere, e dai capelli scuri e mossi, che le arrivavano alle scapole, muovendosi sinuosi ad ogni suo passo. Per non parlare del suo corpo dalle curve eccitanti, che avrebbero mandato in estasi qualsiasi essere con del testosterone.

Me per primo.

Poi quella sera, alla “riscossione” della scommessa, ci avevo fatto sesso. Ma nulla mi aveva soddisfatto, tutto per il fatto che anche Izzy ci era andato insieme. Ed eravamo fatti, appena finito il concerto, così ricordavo vagamente l'accaduto. Non gliene facevo una colpa, anch'io avevo provato a fare cazzate del genere, solo che con lei era diverso.

Avrei voluto fossimo da soli.

Eh già, proprio una bella sbandata.

E le avevo detto anche di chiedere di me, ma ormai erano passati giorni e avevo perso la speranza di vederla apparire sulla soglia di casa mia. Proprio come aveva appena fatto la sua migliore amica.

Amara delusione di un inguaribile romantico.

« Senti, ti ricordi Eden?»

Il mio cuore mancò un colpo al suono di quel nome e tornai a prestarle attenzione.

« Certo che mi ricordo di lei» dissi, mordendomi l'interno del labbro.

Mi sorrise, riavviandosi i lunghi capelli.

« Voleva chiedere di te in giro, solo che è successa una cosa che l'ha fatta, diciamo, rattristire. Che ne dici di farle una bella sorpresa?»

La guardai stupito, chiedendomi se mi stesse prendendo in giro.

Allora le importava di me!

Mantieni la calma, Michael, mostrati disinvolto.

« Che intendi?»

Sorrise sorniona: « Se la facessi uscire e la portassi in un certo locale, ti faresti trovare lì? Così magari fate due chiacchiere e lei si tira su di morale.»

Presi un respiro per calmare la mia voglia di urlare al mondo la mia gioia e annuii.

« Allora a stasera, da Gazzarri's.»

« V-va bene. Devo portare anche gli altri?»

Lei scosse la testa. « Quando arrivi chiedi a Fanny, la barista, di Michelle. Ti indicherà il tavolo dove io e Eden saremo sedute.»

Il mio cuore impazzì al solo pensiero di quell'incontro.

Mi sorrise un'ultima volta, poi fece per andarsene, ma fu come illuminata da un qualcosa che si era dimenticata.

« Ah,» disse « non offrirle da bere. Né altro. Ci devi solo parlare, ok? Se le torci un capello ti taglio le palle.»

E detto quello se ne andò.

L'unica cosa che si torce qui è il mio stomaco.

« Chi era Duff?» chiese la voce di Steven, da dietro di me.

Mi voltai, sorridendo ebete e lui mi rivolse uno sguardo stralunato.

« Mi fai paura quando fai così. Allora, chi era per illuminarti così la giornata?»

Continuai a sorridere a trentadue denti, mentre sentivo già la mascella indolenzirsi.

Steven continuò a ripetermi la stessa domanda infinite volte, come un fastidioso e petulante disco rotto.

Solo che ero ancora troppo incredulo e sognante per esserne infastidito.
« Adler, finiscila, ORA!»

PopCorn si abbassò in tempo per schivare lo scappellotto di Axl. Gli fece la linguaccia e mi raggiunse sul divano dove mi ero seduto, ancora sorridente.

« Come mai hai la faccia più stupida del solito, McKagan?»

« Simpatico come sempre, Rose. Si dia il caso che io stasera abbia un appuntamento con quello splendore di Eden.»

Lui mi guardò preso in contropiede: « E chi cazzo è?»

Scossi la testa: loro la conoscevano solo con il suo soprannome che le era stato affibbiato da Slash.

« SuperBombaSexyDalleTetteD'oro.»

Ok, abbiamo tutti capito che Slash non è un campione in finezza.

Axl si animò subito. « Oh.»

Prese di mano la birra a Steven e ne bevve un lungo sorso, mentre quello protestava con un broncio.

« Bel nome. Piuttosto, per caso quell'altra ragazza ha perso un'altra scommessa e l'ha messa in palio di nuovo?»

Abbandonai il capo allo schienale del divano, pensando agli occhi azzurri di Eden.

« No, però due minuti fa è passata a dirmi se volevo andare a parlarci stasera.»

Quasi Axl non si strozzò con la birra che stava bevendo e sputacchiò in giro tutto il liquido.

Io e PopCorn ci ritraemmo appena in tempo.

« Sei un fottutissimo fortunato di merda, McKagan!»

Risi mentre si puliva la bocca con il braccio.

« Puoi dirlo forte, amico. Non vedo l'ora di vederla...»

« E di scopartela.»

Slash era solito ad indelicate apparizioni del genere, commentando inopportunamente conversazioni che non lo riguardavano.

« L'ha già fatto, non ricordi? Qualche sera fa!» disse Steven.

Il mio scappellotto però non lo riuscì ad evitare e rimase a massaggiarsi mortificato la botta rossa sul collo.

« Ah già. Però io mi sono fatto quell'altra, che non era niente male.»

Gli altri annuirono insieme, ridacchiando.

« Non me la voglio scopare» iniziai, pronto per un discorso pieno d'amore.

« Oddio, va che mi sta diventando frocio!»

« Che razza di uomo sei, McKagan?!»

« Un romanticone! Non è vero?» intervenne Steven, cingendomi le spalle col braccio e sorridendomi complice.

Scossi la testa, sconsolato.

« Anche Adler! Volete che vi lasciamo soli?»

Axl e Slash ridevano mentre Steven sorrideva innocentemente.

Me lo scollai di dosso.

« Anche scopare, ma non solo. Va bene così? Con lei sento che sarà diverso.»

Quei due non la smettevano di ridacchiare e io iniziavo a sentirmi parecchio preso per il culo.

Voglio vedere quando vi innamorate voi, stronzi.

« Vabbe', Duff, vorrà dire che quando riuscirai a portartela a letto faremo una festa.»

Detto questo, tutti si dileguarono in altre stanze, lasciandomi a gongolare da solo.

Esco con Eden, cazzo!

 

Il locale pullulava di gente, e i tavoli era oscurati dalla massa.

Nervoso continuavo a cercare il viso di Eden, senza soddisfacenti risultati.

Per l'occasione avevo indossato una giacca bianca, con i pantaloni di pelle e gli stivali da cowboy; mi sentivo un gran fico, ma avevo timore del giudizio che lei avrebbe potuto darmi.

Mi avvicinai al bancone.

« Sto cercando Fanny» dissi, alla prima barista che si fermò.

Un'altra donna, poco più in là, si voltò: « Sono io, di che hai bisogno?»

Sulla quarantina, capelli biondi e occhi verdi, stava pulendo con un panno il bicchiere che teneva in mano.

« Devo chiedere di Michelle.»

Lei sorrise, indicandomi con un cenno del capo un punto non ben distinto tra la gente.

« Tavolo 22, appena sotto il palco.»

Ringraziai e, col cuore in gola per l'emozione, mi immersi nella folla.

Con qualche spintone ricevuto e dato, riuscii a riemergere, individuando il tavolo. Eden era seduta di spalle rispetto a me, mentre Michelle le stava al lato opposto. Stavano chiacchierando animatamente, ridendo, quando quella si accorse della mia presenza.

Mi avvicinai un po' titubante, con il cuore che batteva forte.

« Guarda chi c'è!»

Eden si voltò all'esclamazione dell'amica e rimase a fissarmi con la bocca aperta.

Michelle si alzò, mi prese per il braccio e mi fece sedere nel posto che aveva appena liberato.

« Bene, io vado a prendere qualcosa da bere.»

E si eclissò, lasciandoci soli.

« Che ci fai qui?» chiese, torturandosi le mani per il nervosismo.

Sorrisi, inebetito dalla sua bellezza.

« Un giro, sai. Non dovevamo suonare stasera, quindi...»

A quanto potevo vedere Eden portava un vestito nero molto attillato, che lasciava un profondo scollo sulla schiena bianca.

Non saltarle addosso, Michael, calmati.

Presi dei respiri profondi e iniziai con un'ovvietà: « Sei proprio bella.»

Evitai il “stasera” perché per me lo era sempre, e comunque.

Lei sorrise dolcemente, sembrando sciogliersi.

« Anche tu.»

E il ghiaccio è rotto.

« Che strumento suoni?»

La guardai preso in contropiede; nessuna delle ragazze che frequentavo di solito si era mai interessata alla mia musica, né tanto meno avrebbe fatto domande, per evitare di annoiarsi.

« Il basso.»

Le si illuminarono gli occhi.

« E' il mio strumento preferito» ammise, arrossendo e abbassando lo sguardo.

Amavo la sua malcelata timidezza, a contrasto col suo prorompente aspetto fisico.

Ma allora hanno ragione Slash e Axl, sto diventando frocio.

« Davvero?» chiesi, interessato.

Annuì. « Mio padre lo suonava in una band e me ne ha insegnato i rudimenti. Ma non lo suono da così tanto tempo! Ormai non mi ricordo più neanche dove si mettono le mani.»

Cos'è, la ragazza perfetta? Non poteva essere così bella e interessarsi anche di musica.

Mi vuoi sposare?

Trattenni una risata e lei mi guardò incuriosita.

« Che c'è?»

Scossi la testa: « Stavo pensando che è strano il fatto che tu sappia suonare il basso.»

Arrossì di nuovo.

« Beh, è una passione che ho da sempre. Sin da quando ero piccola.»

« E' una bella cosa. Qualche volta magari ci possiamo vedere, così ti lascio provare il mio basso» azzardai.

Eden annuì, sorridendo.

« Mi farebbe piacere.»

Continuammo a parlare, come fanno due vecchi amici, come se ci conoscessimo da una vita.

Capii che la sua bellezza andava oltre al corpo; era brillante, simpatica. Più stavo con lei più mi stupiva.

« Che ne dici di fare una passeggiata?» propose.

Mi alzai prontamente e le porsi la mano, che lei strinse. La sua era piccola e calda, incredibilmente morbida e vellutata. Ci feci strada tra la folla, senza smettere di tenerla.

Fuori l'aria era fredda e lei rabbrividì.

« Vorrei darti la mia giacca, solo che sotto non ho nulla. Se ti potessi abbracciare, però...»

Eden scosse la testa ridendo. « Va bene, ma non approfittarne troppo.»

Cantai vittorioso dentro di me appena si rifugiò sotto il mio braccio.

Iniziammo a camminare.

Non c'era nessuno in giro, a quell'ora; erano tutti dentro al locale, o tentavano di entrarci.

« Mi potresti accompagnare a casa?»

Rimasi spiazzato: « E la tua amica?»

« Se n'è andata appena mi ha lasciata con te. Probabilmente era tutto nei suoi malvagi piani, anche il fatto che ti avrei chiesto di accompagnarmi.»

Risi.

Non smetterò mai di ringraziarti, Michelle.

« Non è molto lontano, solo qualche isolato.»

Cercai di mettermi in luce con una piccolissima bugia: « Non ti preoccupare, sono un gran camminatore.»

Lei scoppiò a ridere.

« Non ci credo neanche se mi paghi e scommetto che tra poco avrai il fiatone. I fumatori non hanno buoni polmoni, sai?»

Fregato.

« Come hai fatto a capirlo?»

Lei indicò senza dire nulla il pacchetto di Marlboro che spuntava dalla tasca della mia giacca.

« E quel lucchetto?»

« Sid Vicious, hai presente?» dissi, un po' emozionato.

Sembrò illuminarsi: « Oh, Sex Pistols! Interessante. Li ascolto spesso, ma i miei preferiti rimangono i Pink Floyd.»

No, seriamente, sposami!
Sorrisi, stringendola impercettibilmente.

Chiacchierando eravamo quasi arrivati.

« Ecco, è quella lì.»

Piccola e poco stabile, era migliore della nostra solo per un evidente tocco femminile.

La accompagnai fino alla porta.

« Beh, allora ciao» dissi, un po' con la morte in cuore.

Non avrei voluto lasciarla.

Lei mi regalò un altro di quei suoi sorrisi delicati e schivi, e non riuscii a trattenermi: le posai un casto bacio sulle labbra.

Non si ritrasse, ma non tentò neanche di prolungarlo.

« Ciao, Duff. Grazie ancora.»

Entrò in casa, senza smettere di guardarmi negli occhi, finché la porta non si chiuse davanti a me.

Tornai a sorridere ebete, incamminandomi verso casa.

Quel dolce contatto aveva annullato completamente quello di qualche sera prima; dovevamo ricominciare da lì, come se ci fossimo incontrati per la prima volta.

   
 
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