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« Blaine Anderson Warbler, I have never loved another »
Così iniziava la lunga poesia che Chris, o meglio Kurt, aveva scritto, e stava leggendo lì, sul palco di Dublino. Darren era sinceramente stupito. Che Chris fosse capace di tutto ormai lo sapeva, e in effetti per il gran finale si aspettava qualcosa di veramente grandioso. Con la mente, lo vedeva seduto ad una scrivania o qualcosa del genere, concentrato sul foglio di carta che teneva ora in mano, a scrivere di tutto il suo amore per Blaine. Si chiedeva come facesse a distinguere così nettamente il personaggio e l'interprete, Darren stesso, e non perché lui non ci riuscisse, ci riusciva benissimo, ma perché i rapporti erano veramente incrinati.
« I admire you almost as much as I admire the late Alexander McQueen. You’re exquisite when you sing ». Darren poté dire di aver sentito un brivido lungo la schiena, prima di realizzare che no, non era di lui che stava parlando, parlava di Blaine. Ma in fondo desiderava tanto che quelle parole fossero per lui.
« We’ve seen everything eye to eye. All the pain, all the hurt ». E anche loro lo avevano fatto, quasi quanto Kurt Hummel e Blaine Anderson. Soprattutto negli ultimi giorni.
E poi qualcosa, e Darren non se l'aspettava. Un sussurro, una parola detta a mezza voce, giusto dopo aver pronunciato l'altro verso della poesia ( “At least we did until my last growth spurt ” ). Chris scandì bene le lettere, forse perché aveva paura che Darren non capisse, ma questo era impossibile, per lui che tanto aveva aspettato un segnale, non se lo sarebbe lasciato sfuggire così. E, occhi negli occhi, Chris gli regalò quel “ Sorry ”, e glielo regalò perché Darren sapeva che era solo suo, e chissà quante cose avranno pensato fra il pubblico, chissà che cosa sarà sembrato agli occhi degli altri, ma a Darren non importava perché il suo cuore si era riempito di felicità, per un attimo, il tempo di quel “ mi dispiace ”, e gli sembrò che non ci fosse più niente, se non loro due, su di un palco, e Chris che era dispiaciuto, e nient'altro al mondo.
« I’m so thankful to have found a partner as talented as me » concludeva Chris, e Darren pensò che non avrebbe potuto chiedere di meglio. Era strano per uno come lui, che ne aveva avute di soddisfazioni nella sua vita, era stato un ragazzo fortunato, era strano per lui sentirsi così pieno, dopo dodici e solo dodici parole. Che cosa voleva dire questo, non lo sapeva, non era importante saperlo, in quel momento proprio no. Perché la sua mente era così offuscata e aveva così tanta voglia di fargli sapere quanto era felice di aver sentito quelle parole, e non gli veniva in mente nessun modo, nessun altro modo...
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Un bacio. Un bacio così, piantato sulle labbra, in tutta naturalezza, stringendogli la testa fra le mani come per non farlo scappare, per stringerlo a sé ancora più forte. Quando scese i pochi gradini che lo portavano dietro le quinte, Darren era totalmente in fibrillazione. Non poteva credere di averlo fatto, non in quella maniera, del tutto improvvisata, e nonostante tutto non era dispiaciuto. Sentiva ancora l'emozione sotto la pelle, e i brividi, e non se lo spiegava perché, ma era felice. Felice perché aveva sentito la voce di Chris, subito dopo il bacio, e sembrava più acuta del normale, proprio come gli succede tutte le volte in cui é particolarmente emozionato, e lo lusingava e a pensarci gli veniva il sorriso. Si passò una mano sui capelli, dirigendosi verso il camerino, e sorrideva perché lo aveva baciato e lo aveva baciato davanti a tutti e nessuno poteva mai capire che importanza aveva avuto per lui quel bacio. Vide Riker da lontano, non riusciva a nascondere la sua felicità.
« L'ho baciato, ci credi? Lo avresti mai detto? L'ho baciato, è assurdo... È assurdo! »
« Eh, l'ho visto, amico, l'hai baciato. Bella mossa, davvero, hai stupito tutti ». Riker si complimentava con lui e lo definiva un “ grande artista ” per la sua improvvisazione che sembrava quasi pianificata, ma lui riusciva solo a pensare al bacio.
« L'ho baciato. L'ho baciato su un palco. Non posso crederci... »
Riker rise e andò a prepararsi per l'ultima esibizione, lasciandolo così solo ai suoi pensieri. Ma non passò molto prima che Darren, davanti allo specchio della sua stanza, sentisse qualcuno bussare alla porta.
« Chris! »
Chris entrò, senza molte storie, piazzandosi proprio davanti a lui. « Ottima performance, devo dire. Complimenti. »
« Oh, beh, grazie Chris ». Darren lo guardava non sapendo cosa aspettarsi. Era sarcasmo quello? Non aveva apprezzato davvero?
« Forse, e dico forse, non hai pensato al fatto che ci stavano guardando in centinaia ». Parlava mantenendo la calma, ma era palese che fosse tutt'altro che tranquillo. Darren s'incupì leggermente.
« Qual è il problema, Chris?»
« Il problema è che non capisci che la gente si farà chissà quale idea di questo bacio ». Chris si agitava parlando, per quanto si sforzasse di non sembrare arrabbiato non ci riusciva.
« Avevo dichiarato quella questione chiusa, Darren, pensavo fosse chiaro, pensavo lo avessi capito, come ti è venuto in mente? »
« Non ti è piaciuto? », chiese Darren senza malizia.
« Questo non c'entra nulla Darren, questo non c'entra assolut... Ah, basta, ci rinuncio »
Fece per andarsene, ma Darren, e non poté proprio evitarlo, lo tirò un po' a sé, agganciando le sue dita ad uno dei passanti dei pantaloni neri di Chris. E lui lo guardò negli occhi.
« Penso che tu ti stia agitando per nulla »
« Ah pensi questo? ». Continuavo a guardarlo.
Darren sorrise. « Sì »
« Pensi questo? ».
Ancora sguardi, ma questa volta intensi. Profondi. Come se cercassero di entrare dentro gli occhi dell'altro, di aprire il proprio animo tramite quello sguardo, perché ci sono cose a parole nessuno sa dire.
E poi le loro labbra si toccarono, e questa volta non fu per pochi secondi, non fu un bacio da “ mordi e fuggi ”, era di più, era un respirarsi addosso e viversi dentro due bocche, era un insieme di mani e dita e braccia. E Darren che lo tirava a sé, cingendogli i fianchi, e Chris che stringeva una mano sulla sua nuca, a mo' di graffio, per fargli un po' male, perché questo era farsi male, farsi male insieme, ma farsi male perché lo si vuole e basta.
Qualcuno bussò alla porta. « Fra cinque minuti sul palco ».
Chris gli lanciò un'occhiata e scappò via, come Cenerentola dopo la mezzanotte.
Nel frattempo qualcuno, in una giacca da Warbler, prendeva il telefono in mano.
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Hello, hello! Scusatemi per la mia assenza, avrei voluto postare prima ma non ne ho avuto il tempo.
Ci tengo a precisare che i tweets di Riker sono veri (ma probabilmente lo sapete già XD),
così come è vero il Sorry e, ovviamente, anche il bacio.
Spero che vi piacca questo capitolo!
Un bacio ;)