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Autore: PaNdArAlE    06/12/2011    1 recensioni
E' una storia un po' triste, venuta fuori una mattina in metropolitana, dopo aver affrontato il freddo e la nebbia di Londra! Parla di una ragazza alle prese con il cuore spezzato di brutto, e di quanto sia difficile riprendersi dopo una cosa del genere...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La magisveglia sul suo comodino iniziò a ticchettare, e Alice non poté fare a meno di alzarsi. Si guardò nello specchio, e vide che le sue occhiaie erano ancora più profonde: colpa della nottata tremenda, senza dubbio. Dio, che incubi…
Certo, si era vista catapultata nelle esagerazioni di entrambe le scelte che poteva fare. E adesso era sicura, come non lo era da tempo.
Entrò nella doccia, ci rimase per mezzora: l’acqua calda che scivolava sulla pelle, le bolle magiche che la avvolgevano tutta con un profumo penetrante, RSN (radio strega network) che trasmetteva un pezzo carico di energia. Quando uscì, si sentiva un’altra.
Prese dall’armadio i vecchi jeans, i suoi preferiti, quelli ai quali aveva attaccato le perline ad una ad una, insieme alle spille da balia, ai fini di cotone e ai ricami, tutto fatto a mano da lei stessa. Erano il suo tesoro, quei jeans! Infilarli era come…come entrare nell’abbraccio di una persona che conosci e che sai che non ti tradirà mai. MAI. Alice sorrise a quel pensiero. Stupido, sentirsi felici per la fedeltà di un paio di jeans…
Legò i capelli in un nodo alla base della testa, mise una delle sue girocollo preferite e la sua fellona, quella che da anni le teneva compagnia nei momenti “no”, ma anche nei momenti ”hurrà” e nei momenti “ho solo voglia di coccole” e… insomma, un pò in tutti i momenti!
Si avviò verso il suo albero e, mentre arrivava, vide Lui che scivolava silenziosamente verso di lei. Gli sorrise. Oggi doveva ammettere che sentiva un po’ di freddo, in effetti, a stargli vicino. Ma non era ancora spiacevole.
Cosa hai deciso?
Lei gli sorrise, poi disse:
“Mi dispiace, ma non posso venire. Ho una vita davanti, qui, e tante altre persone alle quali voglio bene. Inoltre, c’è una persona alla quale devo molto, e non posso farle questo, non adesso che sono arrivata qui.”.
Chi?”
“Me stessa.”
Ti lascio andare. Non intendevo dire sul serio, quando ti ho detto che avresti dovuto lottare per convincermi. Era solo per farti riflettere attentamente. Sai, se potessi provare emozioni, ti direi che sono felice della tua scelta. E ti confesso anche un’altra cosa: non ho mai invidiato gli esseri umani, mai, in tutta la mia vita. Ma li sto invidiando ora.”
Detto questo, si voltò e iniziò a scivolare lentamente via, verso l’orizzonte.
Alice si voltò, nella direzione opposta, e corse; arrivata alla porta della casa, salì le scale a due a due, aprì la porta della sua stanza e iniziò a trafficare con i cassetti e l’armadio. Quando uscì, in una mano reggeva la Firebolt, nell’altra una foto: lei e Samuel, qualche mese prima, nel posto dove si erano giurati eterno amore.
Scese in cortile, montò a cavallo della scopa e partì. Il vento che fischiava nelle orecchie, giocava con i suoi vestiti, cambiava la sua direzione. Le nuvole che la avvolgevano e la liberavano, come incostanti compagne, per un gioco senza spazio né tempo. I raggi del sole che le toglievano la vista e poi gliela restituivano, nascondendosi dietro una nuvola. Tutto ciò che aveva intorno era così magico.
Non poteva fare a meno di pensare: cosa sarebbe successo se avessi lasciato che mi baciasse? Dove sarei ora? Come sarei ora?
Rabbrividì.
Iniziò a volare più veloce, prestando più attenzione al panorama, finché trovò quello che cercava: UN laghetto blu, perfettamente incastonato tra le montagne verdi, le acque leggermente increspate dalla brezza, gli albero e le cime che si specchiavano nelle sue profondità. Alice rallentò, mentre lo sorvolava.
Iniziò a trafficare con le tasche, poi tirò fuori la fotografia.
Con metodica precisione, la tagliuzzò con le dita in tanti minuscoli quadratini, ciascuno un pezzo della loro storia, un pezzo della sua vita.
Poi esattamente al centro del lago, scendendo lentamente, fino ad arrivare ad una decina di centimetri dall’acqua, e contemporaneamente gettando i quadratini che aveva in mano.
Allungò un dito, per toccare l’acqua. Una lacrima cadde ad increspare la superficie.
-Addio…
Poi risalì, alta nel cielo, e volò a casa.
…Domattina Alice non sarà felice, non incontrerà il Principe Azzurro, non troverà Harry potter ad aspettarla vicino al tavolo della colazione. Soffrirà ancora, e molto. E si sentirà sola, forse più di prima, perché il Dissennatore se ne è andato. Ma ha reagito. E non importa se tra una settimana, un mese un anno: un giorno, Alice si sveglierà la mattina e sorriderà perché il sole è alto nel cielo, e non avrà più nello stomaco quel peso enorme, e non penserà “Samuel… cosa fa, dov’è, con chi, oh-mio-dio”. E sarà libera. Come lo è stata nel volo di ritorno verso casa. Come lo è stata quando ha deciso di non arrendersi, e di continuare a combattere la sua battaglia. Perché la vita non è solo felice, non è sempre giusta, e non è mai facile. Ma è la vita, ed è tutto quello che abbiamo. Impariamo a darle il giusto valore…
  
  
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