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Autore: SilentWings    09/12/2011    1 recensioni
Ciel è tormentato da incubi terrificanti. Ancora non sa che significato avranno per lui questi sogni...
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Tanaka, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Scusate il ritardo, ho avuto un sacco da studiare e poco tempo per scrivere! -.-" ecco a voi dunque l'ultimo capitolo. :) spero vi piaccia!  :) chuuuu!

Alla seconda rampa di scale, Ciel si fermò, ansimante, con le mani sulle ginocchia. Un denso fumo nero gli impediva di respirare, e il bagliore di fiamme che si stavano propagando da qualche parte nella villa, colorava di sfumature rosse le pareti immacolate di casa Phantomhive.
-Mamma? Papà?
Ciel aprì alcune porte a caso, senza risultato.
Socchiudendo la porta della biblioteca, venne avvolto dall'orrido e ferroso odore del sangue.
Riversi a terra, tre cadaveri impilati l'uno sull'altro, tre corpi macchiati di rosso: quelli di sua madre, suo padre, e di Sebastian il grosso cane dal pelo nero come l'ebano che viveva con loro.
Con un grido di angoscia e disgusto, il bambino uscì correndo.
All'altro capo del corridoio, la figura magra di Tanaka si stagliava contro la luce delle fiamme.
-Tanaka!- urlò il piccolo conte, disperato, piangendo come mai aveva pianto prima in tutta la sua vita.
Il vecchio si girò, sul viso un’espressione che manifestava intenso dolore, e sussurrò solamente -Signorino... scappate.-
Poi si accasciò al suolo.
Il manico insanguinato di un coltello da cucina era conficcato a fondo nella schiena dell’anziano direttore di casa.
Terrorizzato, Ciel fece per fuggire, ma in quel momento qualcosa di pesante lo colpì alla testa.
E tutto divenne buio.
Non seppe dire per quanto tempo la sua mente e il suo corpo avessero galleggiato in quello spazio nero ed indefinito.
Seppe solo che quando riaprì gli occhi era completamente nudo.
Nudo, con i polsi legati e disteso su una superficie fredda e dura che avrebbe potuto essere marmo.
Tutt’intorno a lui, nell’oscurità, diverse figure incappucciate e avvolte da lunghi sai neri, reggevano delle candele, le cui luci pallide accarezzavano macabramente le sue membra di bambino.
Ad un tratto vide qualcosa scintillare nel buio, tra le mani di uno di quegli uomini: una lunga lama affilata.
Sembrava che lo strano individuo stesse pregando, ma Ciel non riusciva a capire le sue parole, probabilmente appartenenti a qualche strana lingua.
Ciò che invece comprese bene, fu il dolore lacerante ed indescrivibile quando la lama affondò nella sua carne come se affondasse nel burro, sfiorandogli il cuore.
E poi le ultime parole dell’uomo, in inglese stavolta.
-E ora, sacrificati a lui...-

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

Accoccolato nella neve, continuava a piangere lacrime di sangue. Il corvo che lo aveva visitato in un incubo, una notte di molti anni prima, era ancora lì, fiero ed incombente sopra la sua testa, beccando imperterrito gli splendidi occhi blu del ragazzo.
Ciel cercò di mandarlo via con una mano.
-Basta, vattene! Non vedi che sono ... morto?-
Il piccolo conte soppesò sorpreso le sue stesse parole, e giunse alla conclusione che, date le circostanze, potevano essere veritiere.
Con un breve battito d’ali, l’animale posò le zampe sulla neve, fronteggiando il ragazzino che tremava di freddo e di paura.
Il corvo parlò e un guizzò di malignità brillò dei suoi occhi neri come l’inchiostro.
-Lo siete.-
Perplesso, Ciel tese le mani verso il pennuto.
-Sono davvero morto?-
-Lo siete.- confermò di nuovo la voce.
Il bambino prese a tremare senza controllo.
-Io.. io non voglio...-
- Non volete? Cosa vi ha dato di bello la vita perchè possiate ancora amarla... e bramarla?-
Il piccolo nobile ci pensò su. -Niente... credo.-
D’un tratto, l’immagine tremenda del massacrò dei suoi genitori gli si parò davanti, incredibilmente vivida e dolorosa, colpendolo come una cannonata e causando in lui una furia cieca.
-La vita... la vita mi ha dato la possibilità di vendicarmi dei torti che mi sono stati perpetrati. E voglio farlo. Tu... tu sei un fantasma?-
Una risata simile a mille unghie che grattano su una lavagna riempì l’aria gelida.
-Io sono un demone, ma posso essere qualsiasi cosa voi vogliate.-
Con il dorso della mano, Ciel si pulì le palpebre incrostate di sangue.
- Se sei un demone... puoi uccidere?-
- Posso farlo.-
- Puoi vendicare il massacro della famiglia Phantomhive?-
-Posso.-
- E ... cosa vuoi in cambio?-
- Niente di più leggero ed evanescente della vostra anima.-
Il bambino ci pensò su, e poi alzò il viso.
- Ti voglio... voglio che tu sia la mia arma nella mia vendetta. Al modico prezzo della mia anima.-
-Così sia, se lo desiderate. Abbiamo stipulato il nostro contratto, quindi.-
Il corvo avvicinò nuovamente il becco agli occhi del giovane Phantomhive, e con delle delicate beccate, intarsiò un pentacolo nel suo occhio destro, non più blu, ma di una delicata tonalità color pervinca.
L’animale assunse una forma sempre più antropomorfa sotto lo sguardo esausto di Ciel, fino a quando un uomo alto e nerovestito, con i capelli color dell’ebano e gli occhi color del sangue si presentò al suo cospetto con un inchino.
- My lord...-
Alla vista di quei capelli così neri, a Ciel salì spontaneo un nome alle labbra -Sebastian...-
Il demone sorrise sornione -Se questo è il nome che avete scelto per me, lo accetterò.-
Il ragazzo lo fissò. -Sebastian allora. Fai quello che devi. E in modo più doloroso possibile.-
L’uomo si inchinò nuovamente.
-Yes, my lord!-

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

Alle prime luci dell’alba, di quella che fino alla sera prima era una bella villa riccamente decorata, rimaneva solo un cumulo di macerie fumanti.
Sulla strada di campagna poco distante, un bambino dall’aria triste e quello che sembrava essere un maggiordomo fissavano in silenzio quella scena.
Ad un certo punto il ragazzo rabbrividì.
Il maggiordomo parlò. -State tremando, torniamo a casa.
Il bambino lo squadrò stancamente -Io non ce l’ho più una casa.-
Sebastian sorrise -Vi siete dimenticato che ora avete un maggiordomo il cui compito è quello di esaudire tutti i vostri desideri? Non temete. E’ già tutto predisposto per il vostro ritorno.-
Ciel annuì in silenzio, stremato. Il demone lo prese tra le braccia, cominciando a camminare verso un nuovo giorno ed una nuova vita.
- Portami a casa, allora...-
- Yes... my lord.-
  
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