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Autore: LonelyWriter    09/12/2011    1 recensioni
Anna é una ragazza ribelle, che dopo la morte della madre si oppone a tutto e a tutti. Vive con il padre depresso e insofferente e il fratello Marco, che dopo la tragedia si occupa della casa e delle commissioni. Anna con il suo comportamento ribelle vive una serie di disavventure, nelle quali include disgraziatamente il tranquillo fratello Marco, fino all’inimmaginabile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver mangiato Anna si preparó a uscire, lasciando il fratello alle faccende di casa. Si diresse a piedi verso il parco, che distava solo duecento metri da casa sua. Davide e Mirko erano giá lí, sedevano sulla panchina, Davide messaggiava al cellulare e l`altro fumava una sigaretta. Benny doveva ancora arrivare. Forse i suoi lo trattenevano, come sempre. Arrivó cinque minuti dopo in bicicletta.
-“Finalmente, sei tu quello con il divertimento in tasca.”- Disse Mirko.
Benny gli lanció un occhiata fulminante e si sedette accanto a lui, prendendo dalla tasca del gilet una busta trasparente contenente delle foglie triturate, e un pacchettino con cartine per sigarette. Dall’altra tasca tiró fuori un pacchetto azzurrognolo contenente tabacco e un sacchetto di filtri.
-“Ecco il divertimento che aspettavate!”- Disse sorridendo. Cominció a sminuzzare il tabacco e a metterlo nella cartina, poi ci aggiunse l’erba dell’altra bustina, aggiunse il filtro al fondo e cominció a girarla tra le dita. Infine leccó la parte superiore e il risultato fu una sigaretta un po’ gonfia nel centro e leggermente piú corta.
-“Bhe, non sono una maestro ma me la cavo!”- Disse Benny.
-“É una canna quella?”- Chiese Anna.
-“Sí e so che non fumi ma dovresti provare sta roba. É diverso. Ti piacerá vedrai”- Le disse Davide.
-“Sí e poi dicono che fa meno male.”- La incoraggió Mirko.
Gli altri avevano giá acceso la sigaretta e se la stavano passando. Ridevano fra loro. Anna si sentiva un po’ esclusa. Un’altra volta si sentiva lasciata sola, come da sua madre.
-“Massí fammi provare, che puó succedere.”-
-“Esatto, poi se non ti piace pazienza, non fumi piú”- Le disse Davide passandole la canna.
Prese in mano il corto oggetto, che sulla punta stava bruciando, rendendo la carta gialla e emettendo un fumo azzurrognolo e giallo. Portó alla bocca la parte con il filtro, imitando i suoi amici, era bagnato dalla saliva degli altri. Tiró un respiro profondo. Il fumo le riempí i polmoni, raschiandole la gola. Tossí un poco e le lacrimarono gli occhi. Si sentiva strana. Incoraggiata dagli amici tiró una seconda boccata. Giá faceva meno male. Anzi sentiva una sensazione piacevole nello stomaco. Si sentiva rilassata. Dopo alcuni minuti le si era annebbiata la vista e vedeva un po’ a rallentatore. Rideva a qualsiasi gesto dei suoi compagni. Le sembrava di volare.
                                                                                                               
Marco finí di lavare i piatti e tolse alcuni libri e un paio di quaderni dalla cartella, li posó sul tavolo e prese a fare i compiti. La porta si aprí ed entró suo padre. Gettó le chiavi sul tavolino dell’entrata e si diresse in camera sua, con l’aria di un bambino punito. Marco era abituato alla scena. Succedeva tutti i giorni. Terminó i compiti, preparó la cartella per il giorno dopo e si sdraió sul divano a vedere la televisione. In un intervallo pubblicitario gli cadde l’occhio sull’orologio e si accorse che erano giá le sette e sua sorella ancora non tornava. Sperava non fosse andata a un bar a bere con quegli idioti dei suoi amici. Erano ragazzi stupidi che spendevano troppi neuroni a divertirsi, in modo poco sano. Certo, anche lui andava a feste e beveva un po’ ma si sapeva regolare, e non beveva sempre. Mezz’ora dopo Anna rientró in casa, e senza nemmeno chiudere la porta si diresse in camera sua, alla velocitá massima di un bradipo. Probablimente aveva bevuto troppo, pensó il fratello. Anna andó in bagno. Aveva voglia di vomitare. Si sentiva poco bene e aveva gli occhi tutti rossi e delle occhiaie visibilmente viola. Si massaggió con forza la testa e si sdraió su letto. Che strano era un po’ duro. Era nella camera del fratello. Svogliatamente si rialzó e cercó camera sua. Si spoglió quasi completamente e si sdraió sopra le coperte. Voleva solo dormire un po’. Marco spense la tele, revisó il suo profilo Facebook nel suo laptop e decise di andare a vedere come stava la sorella. Passó in camera sua e la vide sdraiata a bocca aperta sulle coperte, in biancheria e con le scarpe. Si acciglió e roteó gli occhi, le tolse le scarpe e la coprí.
  
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