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Autore: firework_1    09/12/2011    5 recensioni
La vita al fianco di Josh diventa sempre più complicata: La detective Kate Beckett si trova a dover lavorare su un caso di omicidio, pericolosamente legato alla sua vita privata; nello stesso tempo però si trova a dover districare i suoi problemi sentimentimentali con il "suo" scrittore.
Genere: Fluff, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO III
Non appena arrivarono al distretto, la detective Beckett si mise all'opera iniziando le indagini.
Ondeggiava pensierosa davanti alla sua fedele lavagna bianca, ormai piena di informazioni sul nuovo caso.
Aveva le braccia incrociate davanti al busto e ogni tanto portava, la mano con cui teneva un pennarello nero,alla bocca, mordicchiandone nervosamente il tappo.

La foto dell'uomo assassinato era posta al centro della lavagna, appena sotto alla parola “vittima”; mentre invece la linea temporale sovrastava ogni altra informazione. L'arco temporale compreso tra le 2:00 e le 3:00 di mattina era stato evidenziato di rosso, essendo il periodo in cui avvenne l'omicidio.

  • Beckett! – Esposito la chiamò dal fondo del corridoio mentre camminava verso di lei a passo veloce, con un sorriso stampato in volto.

Lei lo guardò con aria perplessa.

  • abbiamo un nome: Adam Mc.Coin, le sue impronta erano nel database.

  • Per?

  • Incriminato per possesso di droga, quando era ancora un ragazzo

  • Di cosa si occupava?

  • Era un cardiochirurgo , lavorava presso l' Harlem Hospital Center.

Sentire il nome di quel posto le riportò alla mente il “suo” Josh e il fatto che non fosse più “il suo”: quello era lo stesso ospedale in cui lui lavorava. Improvvisamente i suoi occhi divennero tristi. Castle se ne accorse subito, ma prima di poter chiederne il motivo, Kate prese la parola.

  • parenti?

  • Non ha né moglie, né figli; la madre è morta per un incidente stradale qualche anno fa, mentre il padre se né andato quando era molto piccolo;però aveva una sorella, Amber Mc.Coin, le ho già telefonato, sarà qui a momenti.

Intanto, la detective che lentamente si era avvicinata alla lavagna, stappò il pennarello nero, per scrivere il nome della vittima, sotto la rispettiva foto.

  • Ah, Lanie ha detto di raggiungerla in laboratorio.


Quando Beckett e Castle entrarono nella sala obitorio, Lanie era lì ad aspettarli, vicino al pallido cadavere sdraiato sulla lettiga, con una cartellina in mano, impaziente di informarli dei nuovi dettagli scoperti.

  • Lanie,che novità abbiamo?

  • Ciao tesoro, in realtà ci sono parecchie novità! Come avevo detto, quando abbiamo ritrovato il corpo, il rigor mortis è tra le 2:00 le 3:00 di questa mattina. La vittima prima di essere uccisa ha fatto uso di droghe e, subito dopo, è stata colpita alla testa. A giudicare dalla forma degli ematomi ritrovati sul corpo, presumo che l'assassino abbia utilizzato un sasso piuttosto appuntito. Ha provato a colpirlo molte volte, ma non riuscendo ad ucciderlo, ha deciso di sparargli un colpo di pistola, con una 9 mm, in pieno petto. Lo sparo è avvenuto da una distanza ravvicinata, l'ho scoperto analizzando i vestiti dell'uomo: sono presenti tracce di polvere da sparo. Il nostro amico aveva una capsula al molare sinistro, fatta di recente. Inoltre sembra che abbia tentato di difendersi, slogandosi così un polso e incrinandosi due costole.

  • la bruciatura sopra il polso?

  • Segno di una sigaretta, spenta poco prima di aver gettato il corpo nel fiume

  • grazie Lanie, se hai novità come al solit.....

La interruppe bruscamente castle,

  • ….come al solito chiamaci, grazie Lanie.

Castle e Beckett stavano tornando al piano superiore con l'ascensore,quando di colpo si fermò: erano rimasti chiusi dentro per circa due minuti dopo che la corrente elettrica era andata via; in quei due minuti nessuno dei due aprì bocca, ma i loro occhi, illuminati a mala pena dalla lucina rossa emanata dalla lampadina di sicurezza dell'ascensore, parlavano da soli.Un misto di paure e felicità attraversava quel magico gioco di sguardi. Quando finalmente l'ascensore ripartì, essi, anche se affamati di quel contatto, si staccarono.Andarono dritti verso la lavagna per aggiornarla con le ultime novità, appena rivelate da Lanie.

Finito di scrivere tutto ciò che la sua amica le aveva appena riferito, chiamò Ryan e Esposito, ordinando loro di controllare i tabulati telefonici, la lista dei pazienti visitati di recente e,infine, parlare con i colleghi dell'ospedale. Mentre ripensava al nome dell'ospedale, venne interrotta dall'arrivo di Amber Mc.Coin, la sorella della vittima, che era riuscito a contattare Esposito.

  • Salve, sono la detective Kate Beckett e lui è Richard Castle. Lei è..? Amber Mc.Coin?

  • Sì sono io. Un suo collega questa mattina mi ha chiamato perché voleva parlare con me riguardo mio fratello. Cosa ha combinato questa volta?

Domandò la ragazza con una nota preoccupata nella voce.

  • Ah, signora..non l'hanno informata? Mi dispiace davvero molto ma..questa mattina abbiamo ritrovato il corpo di suo fratello sotto il Willis Avenue Bridge.

  • c..cosa? no..non può essere..ma..mi ha chiamato a mezzanotte per farmi gli auguri di buon compleanno .

Castle a quella risposta sgranò gli occhi: era il suo compleanno e le avevano appena detto che suo fratello era morto. Beckett capì subito i pensieri dello scrittore e lo guardò con aria frustata e amareggiata, anch'essa per la ragazza di fronte a loro.

  • Amber, mi dispiace davvero tanto per la sua perdita e mi rendo conto che non è il momento più adatto, ma vorrei farle alcune domande sulla telefonata che ha ricevuto

  • cosa c'è da dire? Era solo una telefonata, una stupidissima telefonata per il mio compleanno.

La ragazza si alzò in piedi, di scatto, con un volto infuriato, mentre urlava contro i detective.

  • Amber, non dica così, sappiamo benissimo entrambi che è sconvolta dalla notizia che le hanno appena riferito, ma non è colpa sua e neanche nostra. ; ora dobbiamo solo pensare a rendere giustizia alla morte di suo fratello. – Castle osservò la ragazza mentre la sua espressione cambiava – credo sia il caso che le vada a prendere un bicchiere d'acqua.

  • La ringrazio.

Così Castle uscì dalla stanza, dopo essersi intromesso nella conversazione e lasciando le due donne da sole, a parlare. Anche la detective sembrò ringraziare con lo sguardo lo scrittore, appena uscito dalla stanza, per poi riprendere a parlare:

  • mi dispiace davvero per la sua perdita..

  • no, la prego, non è colpa sua, è colpa mia. Cosa voleva chiedermi?

  • Ne è sicura?

  • Certo, voglio aiutarla a trovare l'assassino di mio fratello

  • la ringrazio. Volevo sapere se per caso, durante la chiamate, le avesse riferito dove si trovasse. Ha forse sentito qualche rumore insolito?

  • Non mi ha detto esplicitamente dove si trovasse, ma credo fosse in una casa, perché ho sentito un campanello suonare e poi un porta aprirsi.

  • Ci potrebbe fornire l'indirizzo di suo fratello?

  • Certo, ma non era a casa sua

  • come non era a casa sua? Come fa a dirlo?

  • Il suono del campanello era diverso dal solito..non era lo stesso suono di quando sono andata l'ultima volta a casa sua

  • ah, quando è stata l'ultima volta che è andata a casa sua?

  • Circa una settimana fa

  • per caso le ha detto chi era alla porta?

  • No, però si era dimenticato di chiudere la chiamata, quindi ho sentito le loro voci

La detective pensò subito ad un colpo di fortuna, credendo di poter chiudere il caso la sera stessa.
In quel momento Castle rientrò con i due bicchieri d'acqua, che porse gentilmente alle due donne sedute,intente a parlare. Beckett era sul punto di continuare con le domande, quando Amber proseguì:

  • dalla voce credo fosse un uomo... ah! Aspetti, prima di chiudere la chiamata ho sentito mio fratello chiamarlo per nome

  • perfetto! Si ricorda come l'ha chiamato?

  • Uhm...mi pare fosse....”Josh”

Beckett trasalì sentendo quel nome, ancora una volta. Lo scrittore notò la sua reazione immediatamente

  • J..Josh?

  • Sì, è un medico che lavorava con lui all' Harlem Hospital Center , me ne ha parlato più di una volta; salvarono anche insieme la vita di una giovane poliziotta e mi raccontò proprio nei dettagli cosa fecero durante l'operazione.

  • Ehm..ha sentito qualcos'altro? – chiese la detective ormai impallidita.

  • sì, ho sentito che hanno iniziato a litigare e lui gli ha chiesto cosa ci facesse in quella casa. Poi però ho riagganciato.

  • Sa se suo fratello si vedesse con qualcuno?

  • In realtà sì..tre settimane fa mi ha detto che usciva con una ragazza

  • sa come si chiamava?

  • No, però ho visto una sua foto nel suo appartamento: ha i capelli biondi, occhi verdi...era una bella ragazza, avrà avuto al massimo 30 anni.

  • La ringrazio della sua collaborazione Amber, se ci sono novità le faremo sapere.

Quando Amber lasciò il distretto, Castle guardò Kate, confuso. Il volto della donna era completamente inespressivo mentre, ancora seduta nella sala, fissava un punto nel vuoto, come se in quel momento, la sua mente non fosse lì. Le si avvicinò.

  • Hey Beckett...che ti prende?

  • ...Josh

  • cosa ti ha fatto?

  • Era lui alla porta

Castle la osservava con aria palesemente perplessa e Kate, quando se ne accorse, continuò a parlare.

  • Amber ha ricevuto una chiamata a mezzanotte; suo fratello era in una casa e dopo un po' ha sentito un campanello suonare, ma non era quello di casa sua.

  • E Josh cosa centra?

  • Josh è la persona che ha suonata al campanello; quando Adam ha aperto la porta e lo ha fatto entrare, hanno iniziato a litigare.

  • Kate, non essere preoccupata. Sono più che certo che non sia stato lui!e poi...non gli permetterei mai di farti soffrire.

  • Punto 1: non chiamarmi Kate; Punto 2: mi ha già fatto soffrire.

Prima che Castle potesse chiederle cosa intendesse con quella frase, lei si alzò e andò fuori da quella stanza, lasciando lo scrittore da solo,come paralizzato, a cercare di dedurne il significato. Kate si diresse verso la lavagna e aggiunse, col pennarello nero, sulla linea temporale in cima, che a mezzanotte Adam era ancora vivo. Fu però costretta ad aggiungere anche il nome “Josh” alla lista dei sospettati.
Ryan intanto,si avvicinò per essere messo al corrente dei nuovi fatti, ma quando lesse ciò che la detective aveva appena finito di scrivere, con un gesto involontario, si mise una mano davanti alla bocca, come se solo allora avesse realizzato di che Josh si trattasse; così, smise di pensare e la sua bocca prese il sopravvento.

  • è quel “Josh”?

  • Perché? Quanti Josh cardiochirughi conosci che lavorano all' Harlem Hospital Center?

Disse Beckett dopo che si riprese dallo spavento che Ryan le aveva procurato qualche istante prima, non sentendolo arrivare.

  • In effetti solo uno; ma....no è impossibile che sia stato lui, sai...ha una fidanzata poliziotta, non credo sia così stupido da commettere un omicidio,sapendo che poi tu avresti indagato.

  • Già! infatti è molto più stupido.

Senza pensare alle conseguenze,Beckett prese la giacca e le chiavi della macchina, per dirigersi all'ospedale dove lavorava Josh,uscendo di scene.

ed ecco a voi il 3 capitolo (finalmente) :) come avrete capitolo si tratta di un capitolo di passaggio..mi serviva per "sbrogliare" un pò la situazione dato che è una storia molto intrecciata e faccio fatica anche io a starci dietro :D ... comunque ringrazio tutti coloro che seguono pazientamente la mia ff e la recensiscono...mi fà sempre piacere sapere cosa ne pensate..così, nel caso in cui ci fosse qualcosa che non vi è piaciuto, posso sempre rimediare :) ..un ringraziamente speciale alla mia SUPER co-scrittrice con cui oramai parlo costantemente a telefono..in qualsiasi ora del giorno (il tuo regalino di natale è quasi pronto :p) <3  ...un bacione anche a tutti coloro che seguono la storia senza recensirla..ho visto che siete più di 400...che bello! :D
grazie mille e .. feed the birds!
  
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